Messaggi del 16/07/2015

SALUTI DA PAVIA

Post n°20312 pubblicato il 16 Luglio 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA

buon giovedì 16 luglio 2015

 

 
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PENSIERI SPARSI DEL 15 LUGLIO 2015

Post n°20311 pubblicato il 16 Luglio 2015 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 15 LUGLIO 2015

"Il benessere dipende dall'amore...

quando c'è l'amore c'è tutto"

Dino

 
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GOFFREDO E MADDALENA racconto (960) di Dino Secondo Barili

Post n°20310 pubblicato il 16 Luglio 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

960

Goffredo e Maddalena

La vita è un caleidoscopio di storie di ogni genere e varietà. Un anno fa, se ne era convinto il Dott. Goffredo, cinquant’anni ben portati, single, Dirigente di Agenzia Commerciale del milanese, abitante a Pavia. A cinquant’anni, il Dott. Goffredo si era reso conto di aver sprecato tempo per un’illusione. Non proprio un’illusione … ma quasi. Da sempre avrebbe voluto avere una donna sua, ma era un po’ timido ed aveva la testa incasinata. A quarantacinque anni si era innamorato di una sua Collega, la Dott. Emanuela, sposata. Tra i due era nata una storia d’amore di quelle sospese tra la terra e il cielo. Lui che la cercava disperatamente come la manna del  cielo … lei concedeva qualche bacio … qualche carezza … molte parole … belle parole … nulla di concreto. Solo fumo e niente arrosto. Quando il Dott. Goffredo chiedeva qualcosa in più … un broncio e rifiuti anche per dire due parole al telefono. Se poi il cinquantenne accennava ad una possibile scelta tra lui ed il marito c’era una risposta enigmatica, come fosse la Sfinge in persona. “Vedremo … se te lo meriti”. Un anno fa, a quarantanove anni, il Dott. Goffredo si era dato dello “scemo” da solo. Veramente le cose non erano andate esattamente così. Il cinquantenne era stato ad un Convegno a Roma. Tra i partecipanti al Convegno c’era una sua Collega, pari grado, con dieci anni di meno, la Dott. Maddalena, bellissima, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … single, la quale aveva messo gli occhi sul Dott. Goffredo. L’approccio tra i due è stato quasi automatico … come bere un bicchiere d’acqua. Goffredo le offre un caffè. Non solo accetta, ma lo ringrazia con un bacio … un bacio sulla guancia. Nulla di speciale, ma il contrasto tra Emanuela e Maddalena diventa subito evidente. Durante il Convegno, Maddalena e Goffredo, sono sempre insieme, uno accanto all’altro, come due fidanzati. Anzi, le ultime due notti del Convegno, il cinquantenne e la quarantenne le passano insieme, nello stesso letto. Lì, Goffredo si è dato veramente dello “scemo” … da solo. Quanti anni sprecati! Quanti discorsi inutili! Quante discussioni … sul nulla. E il Dott. Goffredo si illudeva che fosse amore. Ma quel amore? Eppure bastava che Emanuela lo guardasse. Accennasse ad un sorriso e il cinquantenne andava in brodo di giuggiole, toccava il cielo col dito. Ora, però c’era Maddalena. Linguaggio semplice. Niente problemi. Al rientro dal Convegno romano, tra Goffredo e Emanuela era cambiato tutto. Niente più parole languide. Attese per un sorriso … per una parola gentile. Tutto finito. Emanuela, se ne era accorta subito. C’era un’altra donna. Andò su tutte le furie. Goffredo si beccò tutte le parolacce di questo mondo. “E, si, gli uomini … sono delle foglie al vento. Appena, una nuova donna si affaccia all’orizzonte “tracchete”! Ci cascano come pere cotte” A poco sono valsi i sospiri, le richieste di chiarimenti. Niente. Tutto finito. Ormai la testa del Dott. Goffredo era solo per Maddalena. Trenta telefonate al giorno … e il sabato sera, Goffredo era ospite nella casa di lei, di Maddalena. Casa? Non era una casa … era un Attico in un Palazzo del centro di Milano, dove sembrava di essere in Paradiso … il “Paradiso terrestre” Se un Paradiso terrestre è simile ad un giardino … l’Attico di Maddalena era un giardino sospeso tra la terra e cielo … nel centro di Milano. Del resto come poteva essere diverso? Maddalena era la figlia unica di uno dei maggiori azionisti della Società presso cui lavorava. Goffredo non doveva fare altro che chiedere. Ma cosa poteva chiedere? A Goffredo bastava Maddalena la quale aveva fantasia da vendere. Dopo qualche settimana di piacevole relazione, Maddalena cominciò a proporre weekend uno diverso dall’altro. Parigi, Londra, New York, Berlino, Praga, Vienna. E in ogni città, Maddalena era una donna frizzante come una bottiglia di spumante. Goffredo non credeva ai propri occhi. Non credeva che, al mondo, esistessero donne così. Un giorno ne parlò con il suo Collega, il Dott. Onorato, il quale è stato chiaro. “Goffredo, nella vita, meno domande ti fai e meglio stai. Ti è capitata una fortuna? Godila, intanto che puoi. Non  chiederti il perché. Il giudizio lascialo ai posteri … se proprio tale giudizio è necessario” Da quel momento, un anno fa, Goffredo (con Maddalena) si sentì in paradiso … tra baci, abbracci e molto di più.

 
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ROMA LA CAPPELLA SISTINA di Teresa Ramaioli

Post n°20309 pubblicato il 16 Luglio 2015 da dinobarili
 

ROMA ... LA CAPPELLA SISTINA 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 12/07/15 alle 19:06 via WEB
CAPPELLA SISTINA--ROMA--Uno tra i monumenti più visitati di Roma è la Cappella Sistina. Il nome si deve a colui che la commissionò, Papa Sisto IV della Rovere, che volle edificare dove sorgeva un’aula fortificata di origine medievale un luogo che potesse ospitare le riunioni della corte papale. La realizzazione dell’opera ebbe inizio nel 1475 e si concluse il 15 agosto 1483, quando la Cappella Sistina, dedicata alla Vergine Assunta, venne inaugurata dal Papa. Secondo alcuni studiosi, le dimensioni dell’aula ricalcherebbero quelle del Tempio di Salomone a Gerusalemme. L’ingresso principale della Cappella è preceduto dalla sala Regia, destinata alle udienze. Ammirevole è la pavimentazione a mosaico che, realizzata nel 1400, è rimasta ad oggi intatta. Nel 1481 Papa Sisto chiamò pittori come Botticelli, Pinturicchio, Ghirlandaio e Perugino per decorare le pareti laterali della Cappella, sulle quali spiccano gli affreschi raffiguranti la vita di Mosè e di Cristo. Ma fu grazie all’intraprendenza del Papa Giulio II che Michelangelo Buonarroti fu chiamato a dare il suo contributo alla Cappella, in particolare alla volta. La composizione dell’affresco durò ben quattro anni, ma solo più tardi l’artista, su commissione, realizzò il Giudizio Universale. Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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ANTICHI MESTIERI di Teresa Ramaioli

Post n°20308 pubblicato il 16 Luglio 2015 da dinobarili
 

ANTICHI MESTIERI  

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 13/07/15 alle 19:49 via WEB
ANTICHI MESTIERI---Sono numerose le professioni ambulanti scomparse, alcune delle quali molto curiose e che sono ancora nel ricordo di tanti anziani. Alcune me le ricordo per averle viste direttamente, altre le conosco per averne sentito parlare in casa e che mi hanno sempre incuriosito anche per i riferimenti dialettali con i quali erano citati. Ricordo che quando da piccola ritornavo a casa, magari con le mani sporche, mia madre mi diceva: Sembri un magnan!. Il "magnan" era l'ambulante che riparava pentole e che era sempre sporco di nero. Oppure quando parlavo a voce alta mi diceva: Strilli più di uno "strascee!". Lo "strascee" era lo stracciaio, girava nelle strade urlando per richiamare l'attenzione delle donne che erano in casa. Ritirava di tutto, stracci, ma anche rottami di ferro, ed in cambio dava aghi, ditali, candeggina, sapone, mollette per stendere la biancheria,spazzole per lavare, pettini. La particolarità di molti antichi mestieri era infatti di “urlare”,le loro proposte, nelle vie in prossimità delle abitazioni per attirare le massaie e gli anziani a casa. Sono molti i mestieri scomparsi, tra questi ricordiamo: El moletta, l’antico arrotino che girava per la città e i paesi, con il suo carretto di legno con una mola a pedale per limare coltelli, forbici. Prima delle sue urla, era il profumo che usciva dalla sua cesta che lo rendeva il più atteso :era El garzòn del Prestinèe (il garzone del panettiere) che consegnava il pane caldo. Quando le acque dei fossi erano pulite ecco El Ranatt (venditore di rane), le donne preparavano un piatto prelibato:il risotto con le rane. Ricordiamo anche El spazzacamin (lo spazzacamino), il ragazzino minuto che entrava negli angusti camini ed aveva sempre il viso nero dalla fuligine. Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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