Messaggi del 26/08/2015

SALUTI DA PAVIA

Post n°20625 pubblicato il 26 Agosto 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA

buon mercoledì 26 agosto 2015


 
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PENSIERI SPARSI DEL 25 AGOSTO 2015

Post n°20624 pubblicato il 26 Agosto 2015 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 25 AGOSTO 2015

“L’amore è una campana …

 che suona quando meno te l’aspetti”

Dino

 
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STEFANIA racconto (990) di Dino Secondo Barili

Post n°20623 pubblicato il 26 Agosto 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

990

Stefania e Castello delle Sette Torri

Se a quarant’anni una donna non ha ancora realizzato i suoi sogni d’amore … deve darsi da fare perché il tempo non perdona. A differenza dell’uomo, la donna ha dentro di sé un orologio biologico che non lascia scampo. Un anno fa, ne ha saputo qualcosa la Prof Stefania … single bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … Docente di Lettere in un Liceo del milanese, abitante a Pavia. Un anno fa, al compimento del quarantesimo anno … è andata in crisi. Si è guardata allo specchio e si è vista diversa. Sola … senza un compagno al suo fianco. In realtà il compagno l’aveva avuto fino a un anno prima … ma tutti i progetti erano andati in fumo. Veramente i progetti li aveva fatti lei, Stefania. Lui, il Prof Angelo, non si diceva tagliato per matrimonio e neppure per la convivenza. Insomma il quarantacinquenne, il Prof. Angelo, non sapeva ancora cosa avrebbe fatto da grande. A saperlo, invece, era Stefania la quale aveva deciso di puntare in alto … senza attendere oltre. Quello stesso giorno del quarantesimo compleanno si incontrò con la sua coetanea, amica e Collega Gisella … per il solito caffè in Piazza della Vittoria a Pavia. Piazza della Vittoria è una piazza magica. Stefania non era in piena forma. Inoltre era un giorno piovoso … e alla quarantenne la pioggia creava disagio. Quando Stefania incontrò Gisella non nascose nulla. Parlò della pioggia … ma soprattutto del tempo … del tempo che passa. Ad un tratto uscì con una frase. “Gisella, oggi compio quarant’anni … come si può fermare il tempo?” Gisella era una donna dalle idee chiare. Non aveva peli sulla lingua. “Stefania … il tempo non si può fermare, ma bisogna dare ad esso un senso” – “E, cioè? Cosa vorresti dire?” chiese Stefania … ed era come se avesse bisogno di quella risposta. “Stefania … il tempo bisogna viverlo … amare ed essere amata” Non bisogna guardare al tempo che si ha … ma a come si usa. I giorni sono come le pagine di un diario … mai lasciarle in bianco! Meglio un tentativo andato buco … che non aver tentato affatto” Stefania capì l’antifona, ma aveva le idee confuse. A tornare alla carica è stata ancora Gisella. “Stefania … se non hai niente da fare … questa sera ci sarà il Ballo dei Cinquantenni a Milano. Nulla di eccezionale. Una cena … seguita da una gara di ballo. Questa sera è la serata del valzer. Potresti venire anche tu” Quella sera, Stefania aveva bisogno di uscire, darsi una mossa. La serata dei “valzer dei cinquantenni” non sarebbe stato niente male. Prese accordi con Gisella e alla sera era pronta. Anzi, prontissima. Pronta per dare  una svolta alla propria vita e fare qualcosa di eccezionale. Il locale in cui era organizzato l’incontro dei Cinquantenni era di un lusso sfrenato. Si vedeva lontano un miglio che era il “luogo degli incontri eccezionali” Stefania ne aveva bisogno. Alla cena, Stefania si trovò accanto il Presidente dei Cinquantenni … un uomo eccezionale, con una parlantina che incantava. Ma non era il suo tipo. L’incontro era solo un mezzo per avere maggiori informazioni sullo svolgimento della serata. Infatti, dopo la cena, c’è stata la formazione delle coppie. Una specie di sorteggio al quale aveva contribuito da “vecchio marpione” proprio il Presidente dei Cinquantenni. Stefania si trovò accoppiata con un cinquantenne … ballerino purosangue, il Conte Danilo. Oggi, quando una persona sente parlare di  un Conte … aguzza l’attenzione. Conte, sembra un titolo d’altri tempi … un titolo che vuol dire tutto … e non vuole dire niente. L’interesse di Stefania si accese immediatamente. Anche perché il Conte Danilo era di quelli che lasciavano il segno. Prima di bruciarsi le dita … meglio accertarsi di quale “Conte” si trattasse. Stefania ci andò giù piatta. “Danilo, scusa se uso il tu … ma tu sei veramente un Conte?” Il cinquantenne si era sentito porre la stessa domanda centinaia di volte. Oggi è così. Questa volta, però, Danilo aveva davanti la donna più bella del mondo … alta, bionda, occhi azzurri e gambe superlative assolute. Si sa che le gambe hanno il loro fascino. Danilo sognava spesso proprio quelle gambe … gambe così. Non voleva dare una risposta qualsiasi. “Stefania … se ti dicessi quale Conte sono … non ci crederesti. Solo, perché sei tu … voglio dimostrartelo in concreto. Vieni” Stefania seguì Danilo il quale la fece accomodare sulla sua Ferrari rossa ultimo modello e l’accompagnò nella Valle dei Salici … dove c’era il Castello … in Austria. Non era una Valle … era un sogno … in fondo alla Valle c’era un cucuzzolo sul quale c’era un Castello … il Castello delle Sette Torri. “Ecco, Stefania … io sono il Conte … il Conte di quel Castello” La quarantenne cominciò a vedere doppio … un cinquantenne incantevole … una Valle incantevole … una Castello incantevole. Cosa poteva volere di più? Prima di entrare nel Castello, Danilo fermò la Ferrari. “Stefania … in questo Castello c’è una leggenda. Dice che … prima di entrare … se si vuole avere fortuna … un  uomo ed una donna devono baciarsi” Danilo e Stefania si baciarono come mai lo avevano fatto. Uno di quei baci che ti fa dire … “ma perché non l’ho fatto prima?” Il fatto è che il bacio … è lo scivolo sul quale decolla l’Amore, l’amore vero … per mezzo del quale si raggiunge la felicità.  (990)

 
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GAMBOLO' (PAVIA) di Teresa Ramaioli

Post n°20622 pubblicato il 26 Agosto 2015 da dinobarili
 

GAMBOLO' (Pavia) 

di Teresa Ramaioli


 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 23/08/15 alle 14:23 via WEB
MUSEO ARCHEOLOGICO LOMELLINO—GAMBOLO’---La prima sala illustra la Preistoria e la Protostoria della Lomellina e vi sono esposti reperti del: Mesolitico Recente (7500-5500 a.c.)-Neolitico (5500-3300 a.C.)-Eneolitico (3300-2300 a.C.)-Età del Bronzo (2300-900 a.C.)-Prima Età del Ferro (900-396 a.C.)-Seconda Età del Ferro (396-25 a.C.) Interessanti sono i reperti in selce (Mesolitico Recente) rinvenuti a Vigevano, Gambolò e Gravellona, in quanto testimoniano l’inizio della frequentazione del territorio. Reperti in pietra, bronzo e terracotta (1600-1400 a.C.) scoperti lungo i terrazzi fluviali del Ticino e del Terdoppio. Quattro tombe a cremazione scoperte a Garlasco-Madonna delle Bozzole il percorso della sala si conclude con sei corredi funerari , disposti in ordine cronologico, e comprendenti ceramica comune, ornamenti personali, armi e attrezzi di lavoro.La seconda sala è dedicata ai riti funerari nel territorio della Lomellina dove, dalla fine della Media Età del Bronzo sino alla metà del II secolo d.C.,. prevale la pratica della cremazione del cadavere. Sono espose le ricostruzioni di cinque sepolture: quattro a cremazione e una, romana, a inumazione(sepoltura).La terza sala permette di conoscere gli aspetti della vita e del costume nel periodo celtico, attraverso l’esposizione di corredi funebri, di elementi di abbigliamento femminile e di equipaggiamento militare.La quarta sala offre corredi funerari (esposti in ordine cronologico) che presentano caratteristiche comuni a quelli delle necropoli delle rive lombarde e piemontesi di Ticino e Lago Maggiore, e del Canton Ticino, infatti si parla di “civiltà del Ticino”. Interessanti sono i reperti in vetro,. le figurine in terracotta (raffiguranti divinità, coniugi abbracciati, figure di animali ) monete, lucerne, vetrine sull’abbigliamento e sugli oggetti da toletta femminile.Ciao Teresa.

 

 

 

 
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CIAO ANNAMARIA ... ANNAMARIA MENNITTI (FOGGIA)

Post n°20621 pubblicato il 26 Agosto 2015 da dinobarili
 

CIAO ANNAMARIA ...

ANNAMARIA MENNITTI

(FOGGIA)

 
annamariamennitti
annamariamennitti il 25/08/15 alle 09:02 via WEB
L'Amore è tutto non solo tra un uomo e una donna ti dirò:Ieri andai a far visita ad alcuni parenti,in casa c'era un cagnolino che non vedevo da qualche mese ,dopo avermi fatto gran festa si rannicchiò al mio fianco appoggiando la sua testina sulle mie gambe e senza darmi alcun fastidio fingeva di dormire...facendomi chiaramente capire di non andar via .lasciandosi fare le coccole ...Dimmi Dino non è forse amore ...l'amore è tutto ciao Buona giornata
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 26/08/15 alle 07:57 via WEB
Ciao Annamaria - proprio come dici tu. Nella vita tutto è amore ... che è la "porta" della felicità. Buona e felice giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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PAVIA di Teresa Ramaioli

Post n°20620 pubblicato il 26 Agosto 2015 da dinobarili
 

PAVIA 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 25/08/15 alle 18:18 via WEB
L’IDROSCALO PAVESE— L’idroscalo fu voluto dalla Società Aerei di Trieste e progettata da Giuseppe Pagano Pogatschnig. Il progetto strategico era di collegare Torino con Trieste, prevedendo una tappa intermedia per le operazioni di assistenza al volo: la tappa intermedia scelta fu Pavia. Trieste disponeva di una base logistica galleggiante per voli di idroscivolanti e in breve tempo fu sostituita da una struttura fissa. Torino, sfruttando il percorso fluviale del Po, nell'area del Valentino, realizzò un idroscalo fluviale fra il ponte Umberto e il Ponte Isabella. I lavori per la costruzione dell'idroscalo pavese iniziarono nell'Aprile 1925 e, solo 1 anno dopo, fu inaugurato, il primo aprile 1926, da Mussolini. L'imponente costruzione, appoggiata su pilastri alti 7 metri, rappresentò uno dei primi esempi di architettura razionalista a Pavia. La moderna struttura pavese era lo scalo intermedio della prima linea aerea regolare italiana per il trasporto passeggeri e aveva un numero civico, il n. 51 del Lungo Ticino Sforza. L’itinerario prevedeva la partenza da Torino, tappa a Pavia, partenza per Venezia, breve tappa nella città lagunare e quindi arrivo a Trieste. Il giorno successivo il viaggio inverso. Il percorso completo era di quasi 600 chilometri e il costo per passeggero di poco superiore alle 350 Lire. La sosta a Pavia era necessaria per poter effettuare le operazioni di rifornimento carburante e le verifiche tecniche all'idroscivolante, durante tale sosta ai passeggeri era offerta la possibilità di potersi ristorare nella struttura dell'idroscalo grazie alla presenza di un ottimo ristorante. Poiché la carlinga dei velivoli non veniva ancora pressurizzata e vi erano abbondanti spifferi, ai viaggiatori, inclusa nel biglietto, veniva offerta una coperta e una borsa dell'acqua calda per difendersi dal freddo e dei batuffoli di ovatta per attutire il rumore del motore posizionato sulle loro teste. La Tappa pavese sulla linea Torino - Trieste rappresentò una importante risorsa per le necessità di comunicazione di buona parte della Lombardia al punto che Milano si collegò con l’Idroscalo di Pavia tramite autocorriere che arrivavano e partivano in coincidenza con i voli. Naturalmente il servizio aereo, oltre al trasporto passeggeri garantiva il rapido trasferimento della posta e delle merci di piccole dimensioni. All' inizio degli anni 50, con la nascita di aeroporti terrestri, l'attività pubblica degli idroscali fu sospesa. Saluti da Pavia Teresa Ramaioli

 

 
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