Messaggi del 03/09/2015

BUON GIOVEDI' ... DA PAVIA

Post n°20684 pubblicato il 03 Settembre 2015 da dinobarili
 

BUON GIOVEDI' ... DA PAVIA

3 settembre 2015


 
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PENSIERI SPARSI DEL 2 SETTEMBRE 2015

Post n°20683 pubblicato il 03 Settembre 2015 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 2 SETTEMBRE 2015

“Dove c’è l’amore … c’è la vita”

Dino

 
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CHIARA racconto (1000) di Dino Secondo Barili

Post n°20682 pubblicato il 03 Settembre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

1000

Chiara …

come sposare un milionario e vivere felice

Pavia è una città magica … nella quale può accadere di tutto … e accade di tutto. Anche le cose considerate impossibili. Per esempio. Un anno fa, la Dott. Chiara, trent’anni, bellissima, senza un posto di lavoro sicuro, si era messa in mente di sposarsi. Sposarsi? In tempi come questi in cui il matrimonio è in crisi? Un anno fa, Chiara era in Piazza della Vittoria a Pavia e ne parlò con la sua amica Dott. Jenny … anche lei in cerca di occupazione. “Jenny, ho voglia di sposarmi?” Jenny arricciò al naso. “Sposarti? Ma se non hai neppure un fidanzato … E poi, non hai neppure un posto di lavoro” Effettivamente, Chiara non era nelle migliori condizioni. Non aveva  il fidanzato. Non aveva il posto di lavoro e viveva in un appartamento d’affitto in un Palazzo ristrutturato nel centro storico di Pavia. Un po’ da incosciente rispose all’amica Jenny. “Se aspetto di trovare un posto di lavoro … non mi sposo più. E, poi, voglio sposare un milionario … e vivere felice” A questo punto Jenny si incavolò. “Allora tu sei proprio da portare al Neurodeliri … Cosa hai mangiato stamattina?” Quella mattina Chiara non aveva ancora mangiato ed aveva bisogno di un caffè e di una  brioche. Decise di tornare nel suo appartamento e di fare colazione. Aprì il frigo e si accorse di non avere acqua minerale. Decise, quindi, di andare nella sua minuscola cantina dove teneva una scorta di sei bottiglie comprate al Supermercato. Le cantine degli appartamenti del centro storico di Pavia, sono, in genere piccoli ed angusti. Ricavati dalle antiche cantine di molti secoli fa, sui cui muri compaiono spesso delle minuscole infiltrazioni d’acqua. Chiara si accorse che, sul muro, accanto al contenitore delle bottiglie dell’acqua minerale era comparsa un minuscola crepa dalla quale usciva un leggerissimo filo d’acqua. Non se ne preoccupò. Cercò soltanto di capire se poteva creare problemi oppure no. Toccò con le dita e l’intonaco si scrostò. Apparve un buco e da esso fuoruscirono due monete d’oro. In un primo momento Chiara rimase senza parole. Poi, ebbe una illuminazione. “E se fosse un segno del Destino? La chiave di volta della mia vita?” Si dimenticò completamente delle bottiglie d’acqua minerale. Guardò intensamente le due monete d’oro e, da totale inesperta in materia, si rese conto che dovevano essere di epoca romana. Anzi, si leggeva benissimo un “Imperator …” Quando la vita si mette a correre … corre veloce. Chiara pensò subito di farle valutare da un esperto. Accese il computer e fece una breve ricerca con Internet. Trovò ciò che cercava. “Dott. Giorgio, collezionista di monete antiche” … con Ufficio in Milano. Era fatta. Quella stessa mattina la Dott. Chiara era sul treno per Milano con le sue due monete d’oro ben custodite nella  borsa che teneva stretta. Non aveva neppure pensato di telefonare e prendere l’appuntamento. Voleva presentarsi di persona e di persona conoscere quel “Dott. Giorgio, collezionista di monete antiche” L’incontro è stato di quelli imprevisti. Chiara stava per suonare il campanello del Dott. Giorgio quando una voce d’uomo alle sue spalle si materializzò. “Cercava me?” Chiara si girò di scatto. “Lei è il Dott. Giorgio, collezioni.. … “ e non riuscì a completare la frase. Davanti a Chiara c’era un affascinante cinquantenne di quelli che si vedono spesso nelle telenovele … un uomo dal fascino unico … dagli occhi che non ammettevano replica. Il Dott. Giorgio era abituato a quella scena. Cercò di mettere Chiara a suo agio. “Le posso offrire un caffè? Intanto, se vuole, può dirmi il suo nome” Questa volta la trentenne ha cercato di darsi un contegno. “Sono Chiara. Chiara di Pavia. Ho bisogno della sua consulenza” Evitò di guardare negli occhi l’uomo che aveva davanti … l’aveva già visto … in sogno quando, di notte, sognava. Anche il Dott. Giorgio aveva avuto la sua sorpresa. Non immaginava che quella mattina avrebbe incontrato una trentenne affascinante come Chiara … alta, bionda, occhi azzurri … e gambe da fine del mondo. Era il tipo di donna che aveva sempre sognato … e mai incontrato. Eppure, Pavia è soli venticinque chilometri da Milano. Chiara e Giorgio passarono subito al confidenziale “tu” Del resto cosa potevano fare due affascinanti personaggi che si erano appena conosciuti? Ormai uno voleva sapere tutto dell’altro. E’ stata Chiara e riprendere il discorso delle monete d’oro. Appena, Giorgio le vide si illuminò in viso. Questa volta non c’era solo il fascino e la bellezza di Chiara … c’erano pure due monete d’oro antiche di inestimabile valore. Il collezionista preferì esaminarle nel suo Ufficio con tutti gli strumenti di precisione di cui i collezionisti, oggi, sono dotati. Chiara e Giorgio, però, avevano bruciato le tappe. I due si tenevano già a braccetto … come se si conoscessero da tempo immemorabile. Giorgio non riusciva a staccare gli occhi da Chiara … la quale si lasciava cullare come fosse una bambola. Specialmente quando Giorgio le propose una piacevole chiacchierata, con piacevole relax, nel suo Attico ubicato su un Palazzo nel centro di Milano … Non un Attico … un piccolo Eden … nel quale Chiara perse completamente la cognizione del tempo. Un modo per dire che … “quando il Destino vuole” accade l’impossibile, l’inimmaginabile. Si dice che i baci siano l’inizio dell’amore. Così è stato. Giorgio e Chiara sentirono il bisogno di bere qualcosa … e nel bere si scambiarono il rituale “A noi due …” – “A noi due …” e nel pronunciarlo Chiara aveva già pensato alle invitanti labbra di Giorgio che non tardarono ad incollarsi, appassionatamente, su quelle della bellissima trentenne … alta, bionda, occhi azzurri … e gambe da fine del mondo. (1000)

 
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MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°20681 pubblicato il 03 Settembre 2015 da dinobarili
 

MILANO 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 01/09/15 alle 18:30 via WEB
PALAZZO BRERA -Nel cortile di Palazzo Brera c'è un’imponente scultura in bronzo (è alta quasi 3 metri e mezzo): Napoleone Bonaparte, immortalato da Antonio Canova . Canova (artista ufficiale della famiglia Bonaparte) tra il 1803 e il 1806 lavora a una scultura colossale in marmo di Napoleone. Preferisce ritrarlo in nudità eroica, come nei modelli dei principi ellenistici, con il significato allegorico di Marte pacificatore. Eugenio di Beauharnais, vicerè del Regno d’Italia, ne commissiona una replica in bronzo (1807) da esporre a Milano all’interno della Real Galleria di Brera, che si sarebbe dovuta inaugurare il giorno del 40° compleanno di Napoleone, il 15 di agosto del 1809. Il primo tentativo di fusione della statua fallì, così Beauharnais acquisì a Padova uno dei calchi in gesso (ne esistevano 5), lo stesso che si trova oggi in una delle Sale Napoleoniche della Pinacoteca . Stendhal disse di Canova che non aveva imitato i greci, ma aveva inventato una nuova bellezza, Napoleone non gradì questa interpretazione della sua figura e quando ricevette la statua marmorea a Parigi, nel 1810, impedì che venisse esposta al pubblico. Dopo la decisiva battaglia di Waterloo nel 1815, quella stessa statua venne acquistata dal governo inglese, per donarla a lord Wellington, vincitore di Napoleone (conservato ancora oggi alla Aspley House, a Londra). La copia bronzea realizzata a Roma ,fu terminata nel 1811, e l’anno seguente arrivò a Milano. Ma la fortuna di Napoleone era ormai cambiata. Si pensò di sistemare il monumento a Napoleone nel cortile del Palazzo del Senato, si propose poi di situarla nel primo cortile del Palazzo di Brera; il Ministero dell’Interno approvò la scelta, ma sia il bronzo che il gesso vennero dimenticati nei depositi . Da qui riemerse nel 1859, dopo la visita in città di Napoleone III, a conclusione della 2° guerra d’indipendenza italiana. La statua fu eretta su un basamento provvisorio nel cortile di Brera, e nel 1864 fu inaugurata con l’attuale basamento in granito e in marmo di Carrara ornato con aquile e festoni di bronzo.Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO DONA ... DONADAM68

Post n°20680 pubblicato il 03 Settembre 2015 da dinobarili
 

CIAO DONA ... DONADAM68

 
donadam68
donadam68 il 02/09/15 alle 13:00 via WEB
...l'amore è folata e sospiro non muore se vive sincero come respiro :)d
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 03/09/15 alle 06:56 via WEB
Ciao Dona - hai ragione. ... proprio come il respiro. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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PAVIA di Teresa Ramaioli

Post n°20679 pubblicato il 03 Settembre 2015 da dinobarili
 

PAVIA 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 01/09/15 alle 18:28 via WEB
----La casa di Ugo Foscolo a Pavia ---- ……”Da cronisti fedeli, dobbiamo registrare, a lettura finita, altri fitti e strenui applausi, col voto di tutti che l’Orazione fosse data alla stampa. Il Monti, che secondo una sua facile commozione aveva gli occhi molli, un po’ teatralmente lo baciò. Volta gli strinse la mano. Le signore lo inchinarono; ed egli inchinò le signore. Poi, le varie centinaia di studenti s’incolonnarono e, in corteo, lo accompagnarono a casa. In fianco al Foscolo, il Monti gongolava. L’aria di Pavia e il trionfo dell’amico lo facevano tornare indietro di dieci anni. E quando gli studenti rinnovavano le acclamazioni, il Monti si tirava in disparte, perché l’onore fosse tutto per lui. Lasciata Strada Nuova, il corteo passò davanti alla locanda della Croce bianca, al palazzo ricamato dei Mezzabarba; toccò la Contrada dell’acqua, dove abitava il Volta; rasentò l’Orto botanico che mostrava con orgoglio la prima magnolia portata in Italia cinquant’anni addietro; poi sboccò in Borgo Oleario, davanti a casa Bonfico, dove più fragorose si ripeterono le acclamazioni degli studenti, quasi a dirgli che tra loro s’era già creata un’intesa, un impegno. E il corteo si sciolse. Il Foscolo, che amava l’ilarità dei conviti ospitali e «il giòlito dei bicchieri», quella sera trattenne a cena i più intimi. C’era, naturalmente, il Brunetti, il caro Brunetti sempre pieno di affettuose sorprese; e il Monti, più rumoroso che mai. La cena, nella quale si fece la festa a due tacchini offerti al poeta dalla contessa di Belgioioso «trinciati secondo il rito degli avi» e si bevve nel bicchiere dal motto augurale «Felicitati» che il Brunetti aveva portato da Milano per l’occasione, si protrasse fin dopo mezzanotte, tra uno sfarfallìo di neve, che ne rende più fantastico ora il ricordo. Il Foscolo e il Monti, a cena insieme, nella casetta di Borgo Oleario... Come a dire un soffermarsi della poesia in una viuzza che contava dodici «focolari». Chi sa, non può mai passare vicino a questa casa senza essere preso da un timor riverenziale, sacro. Quasi un appressarsi al tempio delle Grazie, e n’oda il ventilare delle angeliche vesti”. …( da “I giorni del Foscolo a Pavia di Cesare Angelini) Ciao Teresa

 

 
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