Messaggi del 23/09/2015

BUON MERCOLEDI' ... DA PAVIA

Post n°20834 pubblicato il 23 Settembre 2015 da dinobarili
 

BUON MERCOLEDI' ... DA PAVIA

"E' sempre l'ora dell'amore"

Dino

 
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ROSE ROSSE PER CAMILLA racconto (908) di Dino Secondo Barili

Post n°20833 pubblicato il 23 Settembre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

908

Rose rosse per Camilla

Cinquant’anni è un’età stupenda … sia per l’uomo, sia per la donna. Un’età in cui una persona si sente a metà del guado ... A metà di quel lungo, meraviglioso viaggio (forse troppo breve) che si chiama vita. I cinquant’anni, quindi, vanno festeggiati. Sempre! Un anno fa, la Dott. Camilla, Dirigente di una Agenzia Commerciale del milanese, abitante a Pavia (alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo), ha compiuto cinquant’anni e non voleva festeggiarli. Si giustificò con la sua coetanea e amica Cristina. “Cristina, perché dovrei festeggiare i miei cinquant’anni? Sono single. Sono sola … Tu almeno hai una famiglia. Un marito, i figli …” Non l’avesse mai detto. Cristina reagì. “Camilla, cosa stai dicendo? I cinquant’anni vanno sempre festeggiati. Cinquant’anni si compiono una sola volta nella vita. Ci penso io ad organizzare il tuo compleanno. Conosco una Vecchia Osteria fuori Pavia. L’Oste Giacomino è un organizzatore di compleanni. Lascia fare a me” Quando un’amica si offre con tanto entusiasmo impossibile fermarla. Camilla si sentì perduta. Conoscendo Cristina sarebbe potuto succedere di tutto. D’altro canto a cosa servono le amiche? Cristina, poi, era testarda come un mulo. Quando si metteva in testa un cosa era impossibile farla recedere. Nell’arco di una settimana aveva già organizzato tutto. Camilla ricevette una telefonata secca, decisa, precisa … come se dall’altra ci fosse il Comandante dei Carabinieri. “Camilla, la tua festa è domani, domenica, alle ore 13 … alla Vecchia Osteria fuori Pavia. Ti voglio vedere come una Dea” Rassegnata e un po’ incuriosita, Camilla, non ha avuto scelta. Capì che era meglio prepararsi fisicamente e spiritualmente. Anzi, fece di più. Si recò dalla sua Parrucchiera di fiducia, Elisa, e le diede carta bianca. Elisa era tra le invitate di Cristina al compleanno di Camilla, ma l’interessata non lo sapeva. Dopo il trattamento, Camilla non si riconobbe più. Non solo la cinquantenne era alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … aveva una messa in piega da fare invidia alle Dive di Hollywood. Cristina aveva pure pensato al vestito. Un vestito che solo un Dea poteva indossare. Ormai era fatta. Camilla doveva dire grazie alla sua amica e … metterci del suo. Cioè il buonumore. Invece, nella notte Camilla ebbe gli incubi. Sognò di essere alla Vecchia Osteria fuori Pavia per il suo cinquantesimo compleanno. Al brindisi si sentì svenire. Cadde tra le braccia dell’amica Cristina la quale la rimproverò. “E no. Mia cara Camilla. Adesso basta fare i capricci. La festa è la tua … e devi goderti pure la sorpresa …” A quel punto Camilla si svegliò. “La sorpresa? Ma di quale sorpresa si sarebbe trattato?” Quando la mente comincia a macchinare non si ferma più. A mezzogiorno della domenica Camilla era già alla Vecchia Osteria fuori Pavia preparata come una Dea. Gli invitati alla sua festa non erano ancora arrivati, ma l’Oste Giacomino l’accolse con una sorriso malizioso. Come dire “Non sai cosa ti aspetta” Fece accomodare Camilla in una saletta appartata. Le diede un leggero analcolico e una rivista femminile per  ingannare l’attesa. Alle tredici, l’amica Cristina si presentò con Carlino, il suonatore di violino. Gli invitati erano schierati nella sala organizzata per il pranzo di compleanno. Camilla rimase di stucco. Oltre a Cristina e Elisa, c’erano le sue compagne e compagni della Quinta B del Liceo. Veramente … non c’erano tutti. Ne mancava uno: Michele. Il compagno di classe con il quale aveva passato il più bell’anno della sua vita. Allora, Camilla era innamorata pazza di Michele. Con lui aveva fatto follie. Fuochi e scintille. Aveva pure rischiato di essere bocciata all’esame di Maturità. Per fortuna che tutto era andato per il meglio. Dopo la Maturità, però, il sogno d’amore di Camilla e Michele si era interrotto. Ora, a cinquant’anni … c’erano tutti. Tranne uno … Il suo antico, primo amore: Michele. Una festa è sempre una festa. Soprattutto se gli amici sono tanti e conosciuti. Al resto ci pensò Carlino, il quale, oltre ad essere un bravissimo suonatore di violino … era un incantatore di prima qualità. A metà pranzo, Carlino annunciò il Fiorista. Già, il Fiorista? Ma cosa ci sta fare un Fiorista a metà del pranzo per i cinquant’anni? Camilla si era fatto la domanda. In quell’istante il Fiorista, un elegante Signore sessantenne, fece un inchino e … “Per la festeggiata … 99 rose rosse” Camilla rimase allibita. I presenti si guardarono in volto con fare interrogativo. Carlino il suonatore di violino cercò di allentare la tensione suonando e cantando “Rose rosse per te” … ma la domanda era nell’aria. Camilla chiese a Cristina se fosse stata lei ad inviare le rose. L’amica rispose di no. Al termine del pranzo, Carlino, il suonatore di violino, face un altro annuncio. “Signore e Signori, prima di cantare tutt’in coro la nota canzone “Tanti auguri a te” la festeggiata Camilla è pregata di accogliere con un bacio il suo antico amore: Michele … “ Nessuno si aspettava un simile annuncio. Michele entrò nella sala come fosse un Dio greco. Entrò nella sala da pranzo. Abbracciò Camilla. La baciò sulla bocca … e questa svenne davvero (ma solo per poco). Come poteva fare altrimenti?  Era nelle braccia dell’uomo che sognava ogni notte. Intorno c’erano la sua amica Cristina. La sua Parrucchiera Elisa. Gli ex compagni della Quinta B del Liceo. Michele parlò. “La vita è una stupenda avventura. Ogni occasione è buon per renderla migliore. Camilla ed io partiremo per quel sogno d’amore che non abbiamo potuto realizzare quando avevamo diciotto anni. Ora, però, parcheggiata qui accanto alla Vecchia Osteria … c’è una fiammante rossa Ferrari con la quale cercheremo di recuperare il tempo passato” Michele baciò lungamente, appassionatamente Camilla e agli invitati al pranzo di compleanno vennero le lacrime agli occhi … lacrime di gioia, naturalmente. (908)

 
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10 MAGGIO 1497 di Teresa Ramaioli

Post n°20832 pubblicato il 23 Settembre 2015 da dinobarili
 

10 MAGGIO 1497 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 22/09/15 alle 13:37 via WEB
10 Maggio 1497--- Nel suo primo viaggio Amerigo Vespucci fu incaricato di seguire una flotta di quattro navi, che andavano alla scoperta di “nuove terre verso occidente”. Partì il 10 maggio 1497 dal porto di Calis (Cadice). Queste navi svolgevano regolari collegamenti tra la Spagna e la colonia fondata da Colombo. Nel maggio 1497 il re ordinò che si imbarcasse anche Vespucci per verificare la situazione reale; c’erano infatti notizie discordanti, e non era chiaro se si dovevano rivolgere a Colombo dei meriti o, al contrario, dovevano essere presi provvedimenti per le ingiustizie fatte ai coloni. La corona controllava costantemente e severamente i suoi funzionari (non mancavano spie e agenti segreti). Prima che Colombo partisse per il terzo viaggio, il re voleva accertarsi, grazie ad una persona affidabile, dello stato effettivo delle cose. Quindi Amerigo si imbarcò per “aiutare a scoprire”. Fu questa la spedizione che confermò l’esistenza di un continente nuovo, negando che si trattasse del Catai: quella era un’isola (Cuba) e quelle vicine erano le coste del Messico. Amerigo Vespucci fu il primo a dichiarare che quello era un nuovo mondo. Le navi di Vespucci erano state ormeggiate a Gomera (Isole Canarie)per otto giorni. In genere i viaggi per l’America facevano sosta a Gomera che era un luogo ideale per approvvigionarsi di acqua, legna, carne, animali (maiali e polli). Lo scopo degli imbarchi di Vespucci non era quello di cercare nuove terre, ma egli voleva soddisfare la sua curiosità scientifica ed apprendere l’arte della navigazione. Desiderava mettere in pratica i suoi studi teorici. In uno scritto parla della vita di bordo, descrive le amache: “dormono in certe rete facte di bambacia molto grande sospese nell’aria..."Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 23/09/15 alle 07:12 via WEB
Ciao Teresa - Bella ricerca. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO LAURA ... LAURA1953 (VALENCIA-SPAGNA)

Post n°20831 pubblicato il 23 Settembre 2015 da dinobarili
 

CIAO LAURA ... LAURA1953

VALENCIA - SPAGNA

laura1953
laura1953 il 22/09/15 alle 11:58 via WEB
Escusa Dino si ti rispondo adesso,sono appena tornata dalle vacanze,dopo tre mesi,come hai trascorso le tue vacanze?spero bene,ti auguro una bella giornata,un abbraccione di cuore. Grazie per la tua amicizia.Laura.,CLICCA
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 23/09/15 alle 06:58 via WEB
Ciao Laura - Grazie per la visita. Beata te che hai fatto tre mesi di vacanza. Vorrei essere a Valencia per fare anch'io delle belle vacanze in una delle più belle città della Spagna. Dino
(Rispondi)

 

 
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LA BICICLETTA DI BARTALI di Teresa Ramaioli

Post n°20830 pubblicato il 23 Settembre 2015 da dinobarili
 

LA BICICLETTA DI BARTALI 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 21/09/15 alle 19:18 via WEB
LA BICICLETTA DI BARTALI----Gino Bartali, detto anche "Ginettaccio" per quel carattere un po' spigoloso, tra il 1943 e il 1944 salvò oltre 800 persone con un mezzo che conosceva bene: la sua bicicletta. "L'autunno del '43 è stato uno dei momenti più terribili della guerra. Bartali iniziò a trasportare documenti falsi da Assisi, dove c'era una stamperia clandestina, al vescovo di Firenze che poi li distribuiva agli ebrei per farli espatriare. Percorreva 185 chilometri avanti e indietro in un solo giorno: se fosse stato scoperto sarebbe andato incontro alla fucilazione. Gino Bartali non amava far sapere le sue gesta. Per molto tempo non raccontò a nessuno degli oltre 800 ebrei salvati dalla morte durante la guerra perché secondo lui "il bene si fa ma non si dice". Nell'autunno del '43 Bartali venne arrestato a Firenze. Venne fermato ma nessuno controllò la sua bicicletta, grazie a questa dimenticanza il campione si salvò. Nel 2006 è stata conferita alla memoria di Gino Bartali, dal Presidente della Repubblica di allora Ciampi, la Medaglia d'oro al valore civile e nel 2013 gli è stata assegnata dallo Stato di Israele l'importe onorificenza di Giusto fra le Nazioni. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 23/09/15 alle 06:42 via WEB
Ciao Teresa - hai fatto bene a ricordare la "bicicletta di Bartali". Ricordare fa bene alla salute. Dino
(Rispondi)

 

 
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