Messaggi del 02/10/2015

BUON VENERDI' ... DA PAVIA

Post n°20900 pubblicato il 02 Ottobre 2015 da dinobarili
 

BUON VENERDI' ... DA PAVIA

2 ottobre 2015

"L'amore è l'incantesimo della vita"

Dino

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Dino Barili

Pavia e dintorni

 

 

 

 

 

 
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TINA racconto (965) di Dino Secondo Barili

Post n°20899 pubblicato il 02 Ottobre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

965

Tina …  e il Principe Azzurro

Il fiume Ticino è da sempre chiamato il “fiume azzurro”. Il titolo è ben meritato per le sue acque azzurre, per il suo lento fluire … per essere (da sempre) il fiume di tutti. E’ il fiume dei pescatori, dei cercatori di funghi porcini, ed ora, degli appassionati camminatori che percorrono i mille sentieri che si diramano sia sulla riva destra che su quella sinistra. Gli appassionati camminatori di oggi sono la nuova vita del fiume … appassionati come sono, dell’aria aperta, del contatto immediato con la natura, della storia di una via d’acqua che da novemila anni ha traghettato innumerevoli generazioni di uomini e donne … ed oggi, traghetta la nostra generazione. Ovvio, che percorrendo i sentieri del fiume Ticino, le persone non respirano soltanto l’aria … ma la sua storia, le sue leggende. Molti sentieri hanno dei nomi particolari. “Sentiero delle lumache”, “sentiero delle viole” …. A proposito di viole, le rive del fiume sono inondate di viole, pianta erbacea con foglie ovate e fiori violacei. A proposito del “sentiero delle viole”, essendo un antico sentiero,  c’era una leggenda che diceva. “Un giorno il “fiume Ticino” (chiamato anche Dio Ticino) si innamorò di una bellissima fanciulla che abitava in riva del fiume. Questa, però, era innamorata di un giovane mugnaio. Per sfuggire alle attenzioni del “fiume Ticino” la giovane fanciulla si addentrò nel bosco e si perse. Il “fiume Ticino” ci fece una malattia. Decise di trasformarsi in vento, il vento del Ticino … e di accarezzare e baciare tutte le donne che si affacciavano sulle rive del fiume. Tali baci sono anche detti “i baci del Principe Azzurro” perché il Ticino è il “Principe delle acque”. Detta così, sembra una delle tante leggende che passano di bocca in bocca, da generazione in generazione. Per i camminatori dei sentieri del fiume di oggi, invece, è un modo simpatico e piacevole modo per occupare il tempo durante le passeggiate. Un anno fa, la Dott. Tina appassionata camminatrice, cinquant’anni, single, bellissima, Dirigente di una Agenzia Commerciale nel milanese, abitante a Pavia, era insoddisfatta della vita che stava conducendo. Si era accorta che aveva dato troppo spazio ai problemi degli altri e aveva lasciato troppo poco spazio ai propri problemi personali … specialmente quelli sentimentali … e l’amore in particolare. Mentre stava camminando sul “sentiero della viole” lungo la riva sinistra del Ticino, Tina, se ne lamentava con la sua amica Roberta,  compagna di passeggiate. “Roberta è giusto aiutare il prossimo … ma il primo prossimo è sempre sé stessi. Se, per aiutare gli altri, si è insoddisfatti … non è una bella cosa” Roberta, Aveva capito al volo quello che aveva detto Tina. Lei stessa ci era passata. Quando, non si è a posto sentimentalmente, non si ha un “amore” proprio … difficile aiutare i propri simili. L’amore, però, non è un interruttore, che si spegne e si accende a comando. Per l’amore ci vogliono le condizioni ideali. Roberta voleva aiutare Tina e lo ha fatto in modo originale. “Tina … a volte basta il bacio del Principe Azzurro … per essere soddisfatti” … e raccontò la leggenda del fiume Ticino trasformato in vento (chiamato Principe Azzurro) che bacia le belle donne che passeggiano sulla riva del fiume. La bellissima cinquantenne era particolarmente insoddisfatta e delusa … Avrebbe voluto essere accarezzata e baciata … Ma da chi? L’uomo dei sogni non c’era … e trovarlo non è facile. Perché non approfittare … del Principe Azzurro? Nella vita, ogni situazione ha un suo rituale. Roberta spiegò a Tina che per essere baciata dal Principe Azzurro (il vento del fiume Ticino) è necessario coricarsi su uno spiazzo di viole … e chiudere gli occhi. Mentre ne parlava, Tina e Roberta erano giunte proprio in prossimità di un ampio spiazzo erboso … un vero e proprio tappeto di viole. “Ecco il posto giusto. Tina, puoi fare l’esperimento” Tina si coricò sul tappeto di viole e chiuse gli occhi …  Da quel momento la cinquantenne Tina cominciò a sorridere beatamente. Ogni tanto faceva delle smorfie di piacere … Così per parecchio tempo.  Siccome Tina non si svegliava dall’estasi di piacere in cui si trovava, Roberta la scrollò. “Allora, Tina, ti vuoi svegliare o no” La cinquantenne aprì a fatica gli occhi. “Roberta perché mi hai svegliata? Era troppo bello essere accarezzata e baciata dal Principe Azzurro” A quel punto Roberta capì l’antifona. “Allora, ci provo anch’io” Si coricò sul tappeto di viole e chiuse gli occhi … Ormai era fatta … la leggenda del Ticino aveva “colpito ancora” Del resto, quanto le persone si trovano in un ambiente ideale, tranquillo, sereno, a contatto con la natura … l’amore è ovunque … e per tutti. (965)

 
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MADAMA BUTTERFLY di Teresa Ramaioli

Post n°20898 pubblicato il 02 Ottobre 2015 da dinobarili
 

MADAMA BUTTERFLY 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 30/09/15 alle 19:19 via WEB
17Febbraio 1904 al Teatro alla Scala di Milano prima rappresentazione di “Madama Butterfly--- ----È forse l’opera più popolare di Giacomo Puccini che riuscì a dipingere uno dei più teneri ritratti femminili del suo teatro. Madama Butterfly su libretto di Lugi Illica e di Giuseppe Giacosa andò in scena per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 17 febbraio 1904. La rappresentazione di Milano non ebbe successo, ma dopo pochi mesi a Brescia l’Opera fu un vero e proprio trionfo che da allora non è mai mancato ad ogni nuova rappresentazione. La vicenda si svolge in Giappone dove la geisha quindicenne Cio-Cio-San (detta Butterfly) sposa il tenente della marina americana Pinkerton che, dopo poco tempo rientra negli Stati Uniti, abbandonando la ragazza senza nessun rimorso. Cio-Cio-San, al contrario, continua ad amarlo e aspetta il suo ritorno soprattutto dopo che dall’unione è nato un figlio. Solo dopo tre anni, Pinkerton ritorna con la moglie americana Kate, che nel frattempo ha sposato e Butterfly solo allora capisce: consegna il figlio alla coppia e si suicida. Ciao TeresaRamaioli
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 02/10/15 alle 07:00 via WEB
Ciao Teresa - Madama Butterfly di Puccini è un Opera che merita il successo che ha avuto e che ha. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO LAURA ... LASCRIVANA

Post n°20897 pubblicato il 02 Ottobre 2015 da dinobarili
 

CIAO LAURA ... LASCRIVANA

 
lascrivana
lascrivana il 01/10/15 alle 07:31 via WEB
OK. Io ho iniziato da Stamani. :-) Buongiorno Dino. Gradisci una fetta di torta alle mele con farina integrale?
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 01/10/15 alle 17:42 via WEB
Ciao Laura - hai fatto bene. Buona giornata a te. Grazie per la fetta di torta alle mele con farina integrale. Una squisitezza. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 02/10/15 alle 06:41 via WEB
Ciao Laura - vedi anche la pagina FACEBOOK - Dino Barili - Pavia e dintorni.
(Rispondi)

 

 

 

 
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IL RISO di Teresa Ramaioli

Post n°20896 pubblicato il 02 Ottobre 2015 da dinobarili
 

IL RISO 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 30/09/15 alle 19:20 via WEB
Il riso - storia del canale Cavour- Le province di Novara e Vercelli, in Piemonte, sono oggi famose per la loro produzione di riso, tra le più importanti d’Europa. Questo è stato reso possibile tramite un’opera di canalizzazione che ha permesso di portare nei campi grandi quantità d’acqua necessaria a questa coltura. L’opera importante di questa rete di canali è costituita dal Canale Cavour, in onore del suo più importante promotore, il conte Camillo Benso di Cavour. L’opera era stata ideata da un agrimensore vercellese, Francesco Rossi, nel 1842, ma in seguito il conte di Cavour, al tempo Presidente del Consiglio del Ministri del Governo Piemontese, affidò il progetto all’ingegnere Carlo Noè. Realizzato tra 1863 e 1866, il canale è una straordinaria opera di idraulica. Negli 85 chilometri percorsi, da Chivasso, dove le acque escono dal Po, fino al Ticino, nei pressi di Galliate, si incontrano 110 ponti, 210 sifoni e 62 ponti-canale. Ai tempi in cui il canale fu costruito, le paratoie si azionavano con appositi meccanismi manuali da una galleria coperta, alta oltre 4 m e situata nella parte superiore dell’edificio. Il sistema dell’imbocco è completato da due canali scaricatori, uno serve ad evitare che i materiali galleggianti, come i tronchi d’albero sradicati dalle piene, finiscano nel canale. L’altro evita che vi entri acqua in esubero. In questo modo le acque che entrano nel canale non sono mai in eccesso, annullando così il pericolo di una piena, e non trasportano materiali che potrebbero risultare pericolosi. E’ grazie a questa imponente opera, e alla lungimiranza dei suoi ideatori, se l’agricoltura di queste due province è tanto fiorente. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 02/10/15 alle 06:37 via WEB
Ciao Teresa - Bel testo. E' molto importante ricordare che tutto ha una origine. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO OMEROSTD

Post n°20895 pubblicato il 02 Ottobre 2015 da dinobarili
 

CIAO OMEROSTD

omerostd
omerostd il 01/10/15 alle 18:07 via WEB
Ciao Dino. Grazie della visita e buona serata anche a te. Omero.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 02/10/15 alle 06:31 via WEB
Ciao Omero - Buona e felice giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 

 
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