Messaggi del 07/10/2015

BUON MERCOLEDI' ... DA PAVIA

Post n°20930 pubblicato il 07 Ottobre 2015 da dinobarili
 

BUON MERCOLEDI' ... DA PAVIA

7 ottobre 2015

"L'amore vive nei baci e negli abbracci ...

che sono il motore della vita"

Dino

 

 
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IL DOTT. CAMILLO racconto (970) di Dino Secondo Barili

Post n°20929 pubblicato il 07 Ottobre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

970

Il Dott. Camillo e la ruota della vita

Un anno fa, la Signora Maria, impiegata di fiducia del Dott. Camillo aveva un problema … il suo Capo … cioè il Dott. Camillo, Titolare dell’Ufficio presso cui lavorava insieme ad altre diciannove impiegate. Il Dott. Camillo, quarantacinque anni ben portati, Commercialista nel milanese, abitante a Bereguardo (Pavia) era stato un Titolare perfetto fino a qualche mese prima. Da un paio di mesi, però, la Signora Maria, sessant’anni, astuta più una volpe, aveva notato … degli alti e bassi nell’umore del quarantacinquenne suo Capo. Aveva capito che il Dott. Camillo si era innamorato di una stupenda trentenne e aveva cominciato ad avere i suoi problemi (come tutti gli innamorati). Alti e bassi che alla Signora Maria non piacevano affatto. Il Dott. Camillo era stato sempre un Titolare perfetto … corretto e preciso nel suo Ufficio … gentile e cortese con le impiegate. Tanto tempo fa, si diceva che quando un Capo trema … tutto l’Ufficio risente i contraccolpi. Quando un uomo si innamora … comincia a non essere più sicuro di sé stesso … ad avere degli sbandamenti … e cade in balia dei sentimenti. Cosa del tutto normale, ma non per un Ufficio. La Signora Maria, donna avveduta e lungimirante, si era resa conto che era giunto il momento di intervenire. “Dott. Camillo, lei ha tutte ragioni di innamorarsi e di farsi una famiglia. Ha quarantacinque anni … è ora e tempo. Ma, lei è anche il responsabile della vita e del lavoro del suo Ufficio e delle sue venti impiegate, compreso la sottoscritta. Quando nella vita di un uomo entra una donna … tutto cambia. Dopo la prima sbornia di baci e abbracci (e molto di più) … cominciano gli impegni. La disparità di vedute tra innamorati ha sempre dei contraccolpi. Ecco, perché, voglio darle una mano. Dott. Camillo, tenga sempre separato la sua vita privata … da quella dell’Ufficio. Sono due sfere diverse che non devono mai mescolarsi. Nella sua vita privata e nel rapporto con la sua dolce metà … può fare ciò che vuole. L’Ufficio è un’altra. L’Ufficio è la sua vita, la sua professione, il suo lavoro … le sue impiegate, i suoi clienti. L’Ufficio è come una pianta … con la sue radici, il suo tronco, i suoi rami … le sue foglie. Lei è il tronco … quello che tiene in piedi tutta la struttura. Se lei vacilla … tutto vacilla. Perciò, nella mia qualità di sua impiegata di fiducia, ho il dovere di proporle un’idea. Da questo momento, in questo Ufficio, nasce il Comitato Compleanni di cui lei, Dott. Camillo, è il Presidente … ed io la sua Segretaria. Ho già fatto un elenco dei compleanni di tutte le impiegate dell’Ufficio. A ogni compleanno lei, Dott. Camillo, farà un bel discorso di circostanza … esaltando le virtù di ogni festeggiata” Il Dott. Camillo è rimasto sorpreso dalla fantasia della sua impiegata di fiducia. Chi è quell’uomo che, nominato Presidente “ipso facto” … non si sente orgoglioso della stima e del ruolo conseguito? Il Dott. Camillo si è sentito investito di una parte importante nella gestione del suo Ufficio che non ammette tentennamenti. La Signora Maria, però, non era solo fantasiosa. Era anche un’appassionata ricercatrice delle tradizioni locali. “Dott. Camillo, domani è sabato … ed è il suo compleanno. Il Comitato Compleanni ha il dovere di presentare un programma. Per questa volta, toccherà a me fare il discorso di circostanza … ed ogni impiegata, liberamente, e secondo le proprie volontà, le farà un regalo di compleanno … per ricordare che la vita è una ruota … e, tutti devono fare di tutto per aiutare a stare bene” Il Dott. Camillo, dopo un discorso del genere, si sciolto come neve al Sole. Capì che non basta essere Capo … ma è necessario, anzi, indispensabile, essere stimato e benvoluto. Il compleanno è l’occasione annuale per conoscere “de visu” la realtà in cui si vive. Le persone non sono numeri … Sono tanti piccoli mondi che  hanno bisogno di essere apprezzati e conosciuti. Il Dott. Camillo … pensando al discorso di circostanza della Signora Maria … ha voluto anticipare la sua offerta. Per il giorno del suo compleanno avrebbe offerto un pranzo superlativo a tutte le impiegate del suo Ufficio e … una passeggiata nei boschi della Zelata di Bereguardo, sul Sentiero Europeo E1, dove si incontrano numerosi turisti (per fare amicizia) provenienti dal Nord Europa … svizzeri, olandesi, svedesi e tedeschi. (970)

 
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BEATRICE D'ESTE di Teresa Ramaioli

Post n°20928 pubblicato il 07 Ottobre 2015 da dinobarili
 

BEATRICE D'ESTE 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 06/10/15 alle 17:54 via WEB
BEATRICE D'ESTE---Secondogenita del duca di Ferrara Ercole I d’Este e di Eleonora d’Aragona, Beatrice d’Este nacque il 28 giugno del 1475. Le cronache della corte estense riportano la grande delusione del padre per non aver avuto il tanto atteso erede al ducato di Ferrara, tanto che la piccola Beatrice visse un’infanzia solitaria. Cresciuta a Napoli, verso i dieci anni, Beatrice tornò a Ferrara nell’agosto del 1485, per essere educata agli studi letterari dall’umanista Battista Guarino, già precettore della madre Eleonora. Trascorsa l’adolescenza nello sfarzo della corte estense, tra letterati e grandi scultori e pittori, giunse per la giovane Este il momento del matrimonio, in quanto più di un nobile italiano aveva chiesto la sua mano, nella speranza di stringere alleanza con gli Estensi di Ferrara e gli Aragonesi di Napoli, allora le famiglie più potenti della penisola italiana. Ma il duca Ercole era in accordi con il signore di Milano, Ludovico il Moro, che da quando Beatrice aveva cinque anni mirava a sposarla per allargare il suo dominio dalla Lombardia fino all’Emilia Romagna . Nella primavera del 1480 erano stati concordati i patti nuziali tra le due corti, che portarono la piccola Beatrice alla corte degli Sforza, la mamma era contraria, infatti avrebbe voluto, come sposo della figlia, Gianfranco Gonzaga, un lontano cugino che rimase molto amico della famiglia. Nel 1489, quando Beatrice era quindicenne, a Milano si decise di far incontrare i due promessi sposi, che fino ad allora non si erano mai visti. Dopo una serie di lettere scambiate da entrambi le parti, nel gennaio del 1491 si tenne nella cappella del castello visconteo di Pavia, il tanto atteso matrimonio tra Ludovico e Beatrice. Leonardo da Vinci collaborò ai festeggiamenti che si tennero dal 26 al 28 gennaio presso il castello di Milano con costumi ed invenzioni pirotecniche. Lu¬do¬vico, (nasce a Vigevano il 27 luglio 1452, quarto fi¬glio del duca di Mi¬lano France¬sco Sforza), da Bea¬trice avrà due fi¬gli ma¬schi, Mas¬si¬mi¬liano e Fran¬ce¬sco, e nu¬me¬rosa prole dalle sue molte amanti, la più fa¬mosa delle quali è Ce¬ci¬lia Gal¬le¬rani, le cui fat¬tezze sono ri¬tratte da Leo¬nardo da Vinci nella Dama con l’ermellino. Dei sei anni di vita coniugale tra i due sposi ci rimangono le lettere che Beatrice scrisse al marito e alla sorella Isabella, oggi conservate negli archivi storici di Milano. Beatrice giovane donna attenta e curiosa di tutto quello che la circondava, spesso compiva viaggi nei feudi di Pavia e Vigevano, sempre alla ricerca di novità. Grazie a Beatrice, a Milano arrivarono grandi artisti e letterati, con lo scopo di trovare nuove idee per migliorare il castello e la città. Ma il 3 gennaio del 1497 Beatrice, non appena ventiduenne, morì a causa di complicazioni durante la nascita del suo terzogenito. Distrutto dalla perdita della moglie, Ludovico il Moro iniziò a trascurare gli affari di corte ed in poco tempo andò incontro al declino economico e politico, dopo essere stato catturato dai Francesi in battaglia, morì da prigioniero nel castello di Loches nella Loira il 27 maggio del 1508. Oggi, nella Certosa di Pavia, si può ammirare il sarcofago in marmo, mai utilizzato, che ne riproduce le fattezze insieme all’adorata moglie. Ciao Teresa Ramaioli
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dinobarili
dinobarili il 07/10/15 alle 06:59 via WEB
Ciao Teresa - ricordare il passato per apprezzare il presente. Per esempio il Castello di Pavia, la Certosa di Pavia ... e le bellezze della nostra città. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO LAURA ... LAURA1953 (VALENCIA-SPAGNA)

Post n°20927 pubblicato il 07 Ottobre 2015 da dinobarili
 

CIAO LAURA ... LAURA1953

VALENCIA - SPAGNA

laura1953
laura1953 il 06/10/15 alle 10:58 via WEB
Buon martedi Dino, che sia pieno di sorrisi di dolcezza e di amicizia un forte abbraccio.Laura CLICCA
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 07/10/15 alle 06:50 via WEB
Ciao Laura - grazie della vista. Passo dal tuo Blog. Un saluto da Pavia per la tua bellissima Valencia. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CAROLINA INVERNIZIO di Teresa Ramaioli

Post n°20926 pubblicato il 07 Ottobre 2015 da dinobarili
 

CAROLINA INVERNIZIO

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 05/10/15 alle 14:08 via WEB
CAROLINA INVERNIZIO---Figlia di Anna Tattoni e del cavalier Ferdinando, Carolina studia da maestra, come le sorelle. Da Voghera la famiglia si trasferisce presto a Firenze, dove il padre, funzionario di casa Reale, viene nominato direttore delle imposte. La vocazione della giovane studentessa si manifesta precocemente, e viene subito percepita come pericolosa: un suo racconto, pubblicato sul giornalino scolastico, suscita scandalo, facendole rischiare l’espulsione. I genitori, preoccupati dalle fantasie che le sue pagine rivelano, premono per il matrimonio con un nobile di Montevarchi, ma Carolina si sottrae e si dedica al lavoro. Nel 1877 Salani pubblica il secondo romanzo in volume della scrittrice, Rina o l’Angelo delle Alpi. Nel 1881 Carolina incontra l’uomo della sua vita, il romantico tenente dei bersaglieri Marcello Quinterno. Dopo un breve fidanzamento lo sposa, e pochi anni dopo gli dedica uno dei suoi romanzi più famosi, Il bacio di una morta: «Al distinto e colto signor Marcello Quinterno». Inizia così una tranquilla esistenza da signora borghese. A Torino, dove il marito dirige il panificio militare, la Invernizio si veste nelle migliori sartorie, riceve ogni lunedì, e il sabato va a pregare al Santuario della Consolata. Carolina continua a scrivere, fra i suoi titoli più noti, La gobba di Porta Palazzo, La maledetta, La sepolta viva, fino all’ultimo: Morta d’amore, del 1916 (ma ne usciranno tre postumi). Nessuna come lei si è attirata tanti insulti, forse a causa del successo, dell’amore dei lettori e soprattutto delle lettrici Carolina Invernizio muore di polmonite nel 1916; ha 65 anni, ma ne dichiara 58, barando sulla data di nascita. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 07/10/15 alle 06:42 via WEB
Ciao Teresa - bel ritratto di una donna in gamba. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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