Messaggi del 08/10/2015

BUON GIOVEDI' ... DA PAVIA

Post n°20936 pubblicato il 08 Ottobre 2015 da dinobarili
 

BUON GIOVEDI' ... DA PAVIA

8 ottobre 2015

"L'Amore è fonte di ogni bene"

Dino


 
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IL GIORNO FORTUNATO DEL SIGNOR CARLO racconto (291) di Dino Secondo Barili

Post n°20935 pubblicato il 08 Ottobre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

291

Il giorno fortunato del Signor Carlo

Che cos’è la fortuna? Secondo il Dizionario della Lingua Italiana è “un complesso di circostanze che permettono ad una persona di ottenere risultati (spesso superiori) alle proprie aspettative”. Ecco perché si sono diffusi i “detti” .. “fortuna negli affari”, “con le donne”… “colpo di fortuna”, ecc. Non si tratta di essere creduloni oppure no. La fortuna esiste. Basta guardarsi intorno per averne una conferma. Non solo. Ne parlava l’altro giorno il Signor Carlo, 62 anni, in piena attività di servizio, il quale, durante una pausa  caffè, parlava con piacere della “sua fortuna”. “Fino ad ora”- diceva il Signor Carlo -“Posso dire di avere avuto fortuna. Ho svolto l’attività che volevo fare e che mi era più congeniale. Realizzo programmi grafici al computer. Eppure, se ci penso bene, quando ho iniziato non immaginavo di trovare la strada che faceva al caso mio. Correva, allora, l’anno 1970, 41 anni fa. Avevo 21 anni. Decisi di chiudere con la scuola e di cercarmi un lavoro. Il mio primo lavoro è stato quello di entrare in un Ufficio Amministrativo nel quale dovevo tenere una piccola contabilità giornaliera. Era un martedì. Quel giorno mi annoiai a morte. Al venerdì di quella stessa settimana ero già stufo di quel lavoro. Chiesi al Capo Ufficio cosa avrei fatto la settimana successiva… “Lo stesso lavoro, mio caro… fino a quando andrai in pensione.” E’ stata la risposta. Andai su tutte le furie. Chiesi il libretto di lavoro e da quel momento mi sentii libero di cercarmi una nuova attività. Allora non era come adesso che c’è la crisi economica. Il martedì della settimana successiva, avevo già trovato un altro lavoro. Nemmeno quello, però, mi piaceva… e rientrava nei miei progetti. Qualche lettore dirà che è stato un comportamento da “irresponsabile”…. Vero. Se una persona, non è “irresponsabile” a 21 anni … quando dovrebbe esserlo? Finalmente (…non era passato un mese) avevo già trovato la mia strada. Mi buttai anima e corpo nel lavoro che mi piaceva…Le ore impegnate non contavano. Ormai avevo trovato il “mio indirizzo”. A 41 anni di distanza posso dire che il martedì della settimana è stato il mio giorno fortunato. Sembra una cosa irrilevante, eppure, anche in altre occasioni, i miei momenti fortunati sono sempre accaduti il martedì. Anche l’incontro con mia moglie è avvenuto di martedì. E, visto che abbiamo fatto due stupende figlie insieme … e (noi due) siamo ancora felicemente insieme… tutto ciò deve avere un significato.” Il Signor Carlo tacque… Feci quattro conti mentalmente. Se è vera la teoria del Signor Carlo, ogni persona ha “il suo giorno fortunato della settimana”… che nel corso dell’anno corrisponde a 52 giorni… su 365. Mica male! - (291)

 
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ANGELA MERINI di Teresa Ramaioli

Post n°20934 pubblicato il 08 Ottobre 2015 da dinobarili
 

ANGELA MERINI 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 07/10/15 alle 19:15 via WEB
ANGELA MERINI---Alda Giuseppina Angela Merini nasce il 21 marzo 1931 a Milano da famiglia di condizioni economiche modeste. Il padre, Nemo Merini, svolgeva lavoro di dipendente presso assicurazioni e la madre, Emilia Painelli, era casalinga. Mediana tra i due fratelli Anna ed Ezio, dopo aver terminato il ciclo elementare con voti molto alti, frequenta i tre anni di avviamento al lavoro presso l'Istituto "Laura Solera Mantegazza e cerca di essere ammessa al Liceo Manzoni, ma non riesce perché non supera la prova di italiano. Nello stesso periodo si dedica allo studio del pianoforte esordendo come autrice a soli quindici anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti che scoprì il suo talento artistico. Nel 1947, Alda Merini incontra "le prime ombre della sua mente" e viene internata per un mese nella clinica Villa Turro a Milano. Quando ne esce alcuni amici le sono vicini e Giorgio Manganelli, che aveva conosciuto a casa di Spagnoletti insieme a Luciano Erba e Davide Turoldo, la indirizza in esame presso gli psicoanalisti Fornari e Musatti. Alda Merini muore il 1º novembre 2009 a causa di una affezione tumorale all'ospedale San Paolo di Milano. Dopo l'allestimento della camera ardente i funerali di stato sono stati celebrati nel pomeriggio del 4 novembre nel Duomo di Milano. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli
(Rispondi)

 

 

 

 
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UNA CANZONE AL GIORNO

Post n°20933 pubblicato il 08 Ottobre 2015 da dinobarili
 

“Una canzone al giorno”

 

Nicola Di Bari

“Chitarra suona più piano”

Si dice che ascoltando una canzone al giorno si acquista una sensibilità speciale. Il mondo appare sotto un’altra luce ed i pensieri se ne vanno come “nuvole nel cielo”

Ecco perché oggi abbiamo una bellissima proposta. Riascoltare “Chitarra suona più piano” di Nicola di Bari, cantautore italiano, nato il 29 settembre 1940.

Dino

 
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CIAO GIULIANA ... PSICOLOGIAFORENSE

Post n°20932 pubblicato il 08 Ottobre 2015 da dinobarili
 

CIAO GIULIANA ...

PSICOLOGIAFORENSE

 
psicologiaforense
psicologiaforense il 07/10/15 alle 06:59 via WEB
Buongiorno!!! Ti auguro una splendida giornata:-)) Giuliana
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 08/10/15 alle 06:27 via WEB
Ciao Giuliana - complimenti per il tuo bellissimo Blog. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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10 MAGGIO 1497 di Teresa Ramaioli

Post n°20931 pubblicato il 08 Ottobre 2015 da dinobarili
 

10 MAGGIO 1497

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 06/10/15 alle 17:54 via WEB
BEATRICE D'ESTE---Secondogenita del duca di Ferrara Ercole I d’Este e di Eleonora d’Aragona, Beatrice d’Este nacque il 28 giugno del 1475. Le cronache della corte estense riportano la grande delusione del padre per non aver avuto il tanto atteso erede al ducato di Ferrara, tanto che la piccola Beatrice visse un’infanzia solitaria. Cresciuta a Napoli, verso i dieci anni, Beatrice tornò a Ferrara nell’agosto del 1485, per essere educata agli studi letterari dall’umanista Battista Guarino, già precettore della madre Eleonora. Trascorsa l’adolescenza nello sfarzo della corte estense, tra letterati e grandi scultori e pittori, giunse per la giovane Este il momento del matrimonio, in quanto più di un nobile italiano aveva chiesto la sua mano, nella speranza di stringere alleanza con gli Estensi di Ferrara e gli Aragonesi di Napoli, allora le famiglie più potenti della penisola italiana. Ma il duca Ercole era in accordi con il signore di Milano, Ludovico il Moro, che da quando Beatrice aveva cinque anni mirava a sposarla per allargare il suo dominio dalla Lombardia fino all’Emilia Romagna . Nella primavera del 1480 erano stati concordati i patti nuziali tra le due corti, che portarono la piccola Beatrice alla corte degli Sforza, la mamma era contraria, infatti avrebbe voluto, come sposo della figlia, Gianfranco Gonzaga, un lontano cugino che rimase molto amico della famiglia. Nel 1489, quando Beatrice era quindicenne, a Milano si decise di far incontrare i due promessi sposi, che fino ad allora non si erano mai visti. Dopo una serie di lettere scambiate da entrambi le parti, nel gennaio del 1491 si tenne nella cappella del castello visconteo di Pavia, il tanto atteso matrimonio tra Ludovico e Beatrice. Leonardo da Vinci collaborò ai festeggiamenti che si tennero dal 26 al 28 gennaio presso il castello di Milano con costumi ed invenzioni pirotecniche. Lu¬do¬vico, (nasce a Vigevano il 27 luglio 1452, quarto fi¬glio del duca di Mi¬lano France¬sco Sforza), da Bea¬trice avrà due fi¬gli ma¬schi, Mas¬si¬mi¬liano e Fran¬ce¬sco, e nu¬me¬rosa prole dalle sue molte amanti, la più fa¬mosa delle quali è Ce¬ci¬lia Gal¬le¬rani, le cui fat¬tezze sono ri¬tratte da Leo¬nardo da Vinci nella Dama con l’ermellino. Dei sei anni di vita coniugale tra i due sposi ci rimangono le lettere che Beatrice scrisse al marito e alla sorella Isabella, oggi conservate negli archivi storici di Milano. Beatrice giovane donna attenta e curiosa di tutto quello che la circondava, spesso compiva viaggi nei feudi di Pavia e Vigevano, sempre alla ricerca di novità. Grazie a Beatrice, a Milano arrivarono grandi artisti e letterati, con lo scopo di trovare nuove idee per migliorare il castello e la città. Ma il 3 gennaio del 1497 Beatrice, non appena ventiduenne, morì a causa di complicazioni durante la nascita del suo terzogenito. Distrutto dalla perdita della moglie, Ludovico il Moro iniziò a trascurare gli affari di corte ed in poco tempo andò incontro al declino economico e politico, dopo essere stato catturato dai Francesi in battaglia, morì da prigioniero nel castello di Loches nella Loira il 27 maggio del 1508. Oggi, nella Certosa di Pavia, si può ammirare il sarcofago in marmo, mai utilizzato, che ne riproduce le fattezze insieme all’adorata moglie. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 07/10/15 alle 06:59 via WEB
Ciao Teresa - ricordare il passato per apprezzare il presente. Per esempio il Castello di Pavia, la Certosa di Pavia ... e le bellezze della nostra città. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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