Messaggi del 15/10/2015

BUON GIOVEDI' ... DA PAVIA

Post n°20984 pubblicato il 15 Ottobre 2015 da dinobarili
 

BUON GIOVEDI’ …

DA  PAVIA

15 ottobre 2015

“L’amore è come il vento. Arriva all’improvviso …

e cambia ogni cosa” Dino

8 “una canzone al giorno”

Toni Renis

“Quando, quando, quando”

Toni Renis è nato il 13 maggio 1938. Cantante e compositore, nel 1962, vince il Festival di Sanremo, con la canzone “Quando, quando, quando” che, in un baleno, fa il giro del mondo. Del resto come poteva essere diversamente? L’attesa (dell’amore) è nel cuore di molte persone. “Dimmi quando tu verrai,/ dimmi quando, quando, quando/ l’anno, il giorno e l’ora in cui/ forse tu mi bacerai” Si fa presto a dire che l’attesa è come la speranza … ma quando l’attesa, si concretizza come nei versi della canzone, è quasi un sogno “… e bacandomi dirai/”Non ci lasceremo mai” In fondo sono i sogni che si realizzano che danno sapore alla vita.

Dino

 
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BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°20983 pubblicato il 15 Ottobre 2015 da dinobarili
 

BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI

TERESA RAMAIOLI



 
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IL VICINO DI CASA racconto (347) di Dino Secondo Barili

Post n°20982 pubblicato il 15 Ottobre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

347

Il vicino di casa

In questi ultimi anni molte cose sono cambiate repentinamente. La gente si è chiusa nel proprio “guscio”. I rapporti si sono limitati …”all’andare e al venire”. Le persone si ritrovano al Bar o al Supermercato (per quattro chiacchiere … non di più). I paesi, nei quali (una volta) si conoscevano tutti…ed erano tutti imparentati tra loro… sono diventati come le città. Nessuno più si conosce, nessuno più si parla. Alle cinque della sera… sembra l’inizio del “coprifuoco”... neanche una persona in giro. In una società del genere vige solo… il “trionfo del telefonino” … il “parlarsi a distanza”. Non è solo un’impressione. L’altro giorno una ragazza di ventisei anni, aveva tra le mani un tablet e digitava messaggi alla velocità della luce. Un’amica le ha rivolto una domanda. “Per quanto tempo, al giorno, tieni acceso il tablet?” – “Tutto il giorno …e anche la notte. Così sono sempre in contatto con i miei amici … siano essi a Milano, Genova, Palermo o… New York…” (ma quali amici saranno?). Il discorso è finito lì, perché la ragazza di ventisei anni ha continuato a digitare imperterrita…e non ha più risposto alle domande dell’amica. Escluso il centro di Pavia (Piazza della Vittoria, Corso Cavour, Strada Nuova), le vie secondarie sono semideserte. Nemmeno… pochissime “anime” in giro. In questo periodo di Ferragosto, poi, molti Palazzi hanno le persiane chiuse, le tapparelle abbassate… Forse (senza il forse), ogni finestra è provvista di allarme supertecnologico… per il timore dei ladri. In una simile situazione, l’isolamento delle persone è automatico e più che giustificato… Le persone (anche vicini di casa) non comunicano più. Eppure, in occasione di questa crisi economica (che dura da troppo tempo) qualcosa sta cambiando. In un paesino vicino a Pavia, un anno fa, è accaduto un fatto emblematico. Nei paesini vicini alla città si sono costruite tante villette con giardino. Le famiglie vivono isolate “nel loro – proprio - piccolo Eden”… Gli abitanti della stessa via, a volte, non si conoscono. Lo scorso anno, però, proprio nel periodo di Ferragosto, il Signor Filippo, appassionato allevatore di tartarughe di terra, ha ricevuto una telefonata. Doveva raggiungere nel più breve tempo possibile dei parenti a Trieste. Come fare con le tartarughe? L’unico aiuto poteva venire dal vicino di casa… anzi, dalla vicina di casa, la Signora Laura. Necessità non vuol legge. Il Signor Filippo ha suonato il campanello della vicina di casa. “Scusi Signora Laura. Mi hanno telefonato ora… che devo raggiungere Trieste subito e devo rimanerci per qualche giorno. Ho un problema… Dar da mangiare alle mie tartarughe. Cosa ne dice?” La risposta della Signora Laura è stata immediata. “Ci penso io. Mi dica cosa devo fare …e poi parta tranquillo.” Così è stato. Il Signor Filippo si è assentato per una settimana e al suo ritorno ha trovato le sue tartarughe vispe e allegre come le aveva lasciate. L’amicizia tra il Signor Filippo e la Signora Laura è continuata al punto che non manca mai il “Buona giorno Signora Laura” …che in breve tempo è diventato… “Ciao Laura. Come stai? Buona giornata….ecc. ecc.” Sei mesi fa. Filippo e Laura hanno deciso di festeggiare un compleanno. Alla festa c’era anche Giovanni, figlio trentenne del Signor Filippo, e Donatella figlia venticinquenne della Signora Laura. I due (Giovanni e Donatella) si sono subito “adocchiati”… Da quel momento non si sono più lasciati… Quando si dice l’amore!!!.-(347)

 
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LE BOCCE di Teresa Ramaioli

Post n°20981 pubblicato il 15 Ottobre 2015 da dinobarili
 

LE BOCCE 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/10/15 alle 20:51 via WEB
LE BOCCE----Le prime tracce di questo gioco si incontrano nel 9000 a.C., a Catal Huyuk in Turchia. Il gioco delle bocce era conosciuto presso gli egiziani come testimoniano alcune rappresentazioni grafiche raffiguranti uomini intenti a praticarlo con oggetti di forma sferica o con pietre levigate. Oggi lo sport delle bocce è cambiato ma il filo conduttore del gioco è l’immutato obbiettivo di tirare un oggetto il più vicino possibile ad un punto fisso,da ciò nasce la regola base del gioco delle bocce. Dall’Egitto il gioco arriva in Grecia intorno all’800 a.C., dove Ippocrate lo consigliava per mantenersi in salute. Erano entusiasti anche gli antichi romani che lo appresero dai Greci e lo diffusero in tutto l’impero. L’influenza romana sulle bocce è testimoniata dal nome del gioco; “boccia” che deriva dal latino volgare “bottia”, che significava “palla”. Gli antichi romani usavano noci di cocco importate dall’Africa poi utilizzarono bocce costruite con duro legno d’ulivo. Le bocce diventano lo sport di uomini di stato e di sovrani. Nel medioevo arrivò il grande successo, si diffuse in Europa diventando lo sport di nobili . Si arrivò ad accusarlo di compromettere la sicurezza degli stati, perchè distoglieva dalla pratica del tiro con l’arco e da altri esercizi militari. Per questo re Carlo IV e V proibirono il gioco delle bocce, ed i medici dell’università francese di Montpellier lo screditarono asserendo che la sua pratica aveva effetto deleterio sulla cura dei reumatismi. Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO PATTY ... GABBIANO642014

Post n°20980 pubblicato il 15 Ottobre 2015 da dinobarili
 

CIAO PATTY ...

GABBIANO642014

gabbiano642014
gabbiano642014 il 14/10/15 alle 13:04 via WEB
Ciao Dino..bellissimo racconto...Una storia d'amore interrotta nella giovinezza ,può essere ricostruita e consolidarsi nel tempo...Buon pomeriggio .)Patty
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 15/10/15 alle 06:44 via WEB
Ciao Patty - grazie del giudizio e della visita. L'amore è sentimento che produce effetti ... anche a distanza di anni. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO STEFANO ... STEFANO BROCCA DI PAVIA

Post n°20979 pubblicato il 15 Ottobre 2015 da dinobarili
 

CIAO STEFANO ...

STEFANO BROCCA DI PAVIA

 
franzkline
franzkline il 14/10/15 alle 08:47 via WEB
Bravo Dino sono sempre emozionanti i tuoi racconti. Ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 15/10/15 alle 06:40 via WEB
Ciao Stefano - la vita è fatta emozioni. Più sono piacevoli e migliore è la vita. I racconti rispondono a tali aspettative. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°20978 pubblicato il 15 Ottobre 2015 da dinobarili
 

MILANO 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/10/15 alle 20:49 via WEB
MILANO--CASCINA POZZOBONELLI--testimonianze del nostro passato. Testimonianze che spesso sono nascoste o si confondono con il contesto attuale come i resti della Cascina Pozzobonelli (o quel che ne rimane), resti visibili ma passando davanti, pochi si rendono conto di osservare una costruzione datata 1492, ( stesso anno in cui Cristoforo Colombo arrivò in America). La Cascina Pozzobonelli si trova in via Andrea Doria, a Milano. Non è tutte la cascina, ma solo una cappella rinascimentale, composta da un’edicola e da alcune campate del portico attiguo. In architettura si identifica con la parola “edicola” una piccola struttura per contenere, proteggere l’elemento di rilievo che conserva al suo interno (diminutivo di aedes che in latino significa “tempio”). Autore del progetto sembra sia Donato Bramante (architetto e pittore, 1444 – 1514) o ad allievi a lui vicini. Dello stesso artista pare che siano opera gli affreschi presenti all’interno del porticato e visibili anche dall’esterno della cancellata che separa la costruzione dalla strada. La cascina deve il suo nome alla famiglia di Gian Giacomo Pozzobonelli, che aveva edificato in quest’area la propria residenza suburbana; cinque secoli fa si era già abbondantemente fuori dai confini cittadini. La villa, di cui rimangono solo l’edicola e il porticato, era molto estesa, di pianta rettangolare attorno a due cortili con tre vasti saloni, mentre il portico originariamente era composto da dieci arcate. La proprietà cominiciò ad andare in rovina, con manomissioni varie, alla morte del cardinale Giuseppe Pozzobonelli avvenuta il 27 aprile del 1783. Il cardinale era noto per la sua abilità diplomatica nei rapporti tra Impero Austriaco e la Santa Sede. Una curiosità, sembra che Luca Beltrami (architetto e storico, 1854 – 1933), per lo studio relativo al restauro del Castello Sforzesco e per la costruzione della Torre del Filarete (inaugurata nel 1905), si avvalse proprio dei graffiti ritrovati all’interno dei resti della Cascina Pozzobonelli. Alcuni di questi raffiguravano il Castello Sforzesco nella sua forma originale con la Torre del Filarete, torre che fu edificata inizialmente nel 1452 circa da Filarete (architetto toscano) e che crollò a seguito di un’esplosione nel 1521. Ad essi si ispirò appunto Luca Beltrami. Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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