Messaggi del 30/10/2015

BUON VENERDI' ... DA PAVIA

Post n°21097 pubblicato il 30 Ottobre 2015 da dinobarili
 

BUON  VENERDI’…

DA  PAVIA

30 ottobre 2015

“Amare … per essere … amati”

Dino

23 “una canzone al giorno”

Sergio Endrigo

“Io che amo solo te”

Sergio Endrigo (15 giugno 1933 – 7 settembre 2005) aveva una sensibilità particolare. Sapeva dare quel tocco di poesia (e malinconia) ad ogni canzone … specialmente quando parlava della “sua donna”. Traspare anche in “Io amo solo te” quasi come un atto di fede … o, forse, molto di più. Dice il testo. “C’è gente che avuto mille cose” … “Io ho avuto solo te” Si sa che il cuore è vagabondo. I sentimenti sono volubili, impalpabili come d’aria … si muovono come nuvole nel vento. Endrigo lo sa … e fa una promessa d’amore “non ti perderò/ non ti lascerò /per cercare nuove avventure … nuove illusioni” Certo è che, in questa canzone, le parole hanno una carica speciale che la musica sottolinea con vigore. La gente se ne avvede ed istintivamente … ripete … “io che amo solo te”

Buon ascolto. Dino

 
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FRANCA E ENRICO racconto (370) di Dino Secondo Barili

Post n°21096 pubblicato il 30 Ottobre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

370

Franca e Enrico

Ci sono persone che non cedono mai. Qualsiasi cosa loro accada…sanno sempre come cavarsi d’impaccio. Una di queste è sicuramente Franca, una ragazza (si fa per dire) di quarant’anni, operaia, nubile. Un anno fa, la ditta presso la quale lavorava ha chiuso i battenti e lei, da un giorno all’altro, è rimasta senza lavoro. Franca non ci ha pensato nemmeno un minuto. Si è guardata in intorno. Si è adattata a tutti lavori possibili… ed ha ricominciato da capo. Passo dopo passo. Ha cominciato a capire il mondo difficile nel quale viviamo …e, soprattutto, le persone (sempre più complicate). Si diceva una volta che …”il lavoro non manca mai… a coloro che lo sanno fare”. Così è stato per Franca. I primi mesi sono stati difficilissimi, poi, adagio, adagio…le telefonate con le offerte di lavoro sono cominciate ad aumentare. Siccome, però, si trattava di lavori precari (un giorno, una settimana…) la quarantenne Franca ha aperto una partita IVA per “servizi vari” in modo da essere in regola con le disposizioni di legge. Ma una donna furba non si ferma … alla partita IVA. Va oltre… Non avendo più vincoli di orario, poteva allacciare relazioni con eventuali possibili datori di lavoro. Franca ha potuto scegliere i datori di lavoro migliori… poi quelli più puntuali nei pagamenti… poi quelli più corretti nei comportamenti… Ed, infine, i datori di lavoro più affascinanti… Sono cominciate a piovere anche gli inviti a pranzo e a cena. A Franca, da operaia, non era mai capitato di riceve così tanti inviti. Finché rimaneva solo “operaia” e basta… non veniva neppure tenuta in considerazione… Da “imprenditrice” (di sé stessa… per ora) invece, era tutto un altro “mondo”. Sei mesi fa, la Signora Franca (ormai diventata… la Signora…) si vide offrire un posto di lavoro dal più affascinate dei suoi “datori di lavoro”. Un uomo gentile, educato, sui cinquant’anni, scapolo, elegante, sempre corretto e puntale. Un giorno, il Dott. Enrico, disse alla Signora Franca che nella sua Ditta si era liberato un posto di Segretaria… Se avesse accettato… il posto sarebbe stato suo. La Signora Franca aveva chiesto una notte per pensarci. Ci pensò. Per l’ex-operaia, che aveva passato una vita a prendere ordini e a ingoiare rospi, è stata una notte da incubo. Ogni volta che gli occhi si chiudevano… si vedeva il Dott. Enrico che la richiamava per qualche lavoro “non” riuscito. Verso mattino l’incubo si era trasformato in una discussione sfociata in un “ceffone” che il Dottore le aveva deliberatamente rifilato… Si era svegliata di soprassalto. “Basta… basta… non ne voglio più sentir parlare”. Nella stessa mattinata, la Signora Franca aveva chiamato il Dott. Enrico per dirgli che “non avrebbe accettato alcun lavoro”. Meglio un lavoro precario (da conquistare tutti i giorni…), ma indipendente… che uno da dipendente, da serva, da schiava. Il Dottore, capì che aveva a che fare con una donna che ragionava con la propria testa… che non voleva (e accettava) ordini. Il Dott. Enrico aveva un debole per le donne forti, con le quali poteva confrontarsi alla pari. Decise, in cuor suo, di non perdere la stima e l’amicizia… Offrì alla Signora Franca una domenica sulla Riviera Ligure con pranzo presso un ristorante “dal buon nome”. La Signora Franca accettò… Finalmente poteva ricominciare a vivere… e godere una “domenica alla volta”…alla pari. Senza doveri e obblighi precostituiti di alcun genere. Tutti i gusti sono gusti… ma quelli della Signora Franca erano “gusti” speciali. - (370)

 
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BUONA GIORNATA

Post n°21095 pubblicato il 30 Ottobre 2015 da dinobarili
 

BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI

TERESA RAMAIOLI


 
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PAVIA di Teresa Ramaioli

Post n°21094 pubblicato il 30 Ottobre 2015 da dinobarili
 

PAVIA 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 29/10/15 alle 17:14 via WEB
----La casa di Ugo Foscolo a Pavia ---- ……”Da cronisti fedeli, dobbiamo registrare, a lettura finita, altri fitti e strenui applausi, col voto di tutti che l’Orazione fosse data alla stampa. Il Monti, che secondo una sua facile commozione aveva gli occhi molli, un po’ teatralmente lo baciò. Volta gli strinse la mano. Le signore lo inchinarono; ed egli inchinò le signore. Poi, le varie centinaia di studenti s’incolonnarono e, in corteo, lo accompagnarono a casa. In fianco al Foscolo, il Monti gongolava. L’aria di Pavia e il trionfo dell’amico lo facevano tornare indietro di dieci anni. E quando gli studenti rinnovavano le acclamazioni, il Monti si tirava in disparte, perché l’onore fosse tutto per lui. Lasciata Strada Nuova, il corteo passò davanti alla locanda della Croce bianca, al palazzo ricamato dei Mezzabarba; toccò la Contrada dell’acqua, dove abitava il Volta; rasentò l’Orto botanico che mostrava con orgoglio la prima magnolia portata in Italia cinquant’anni addietro; poi sboccò in Borgo Oleario, davanti a casa Bonfico, dove più fragorose si ripeterono le acclamazioni degli studenti, quasi a dirgli che tra loro s’era già creata un’intesa, un impegno. E il corteo si sciolse. Il Foscolo, che amava l’ilarità dei conviti ospitali e «il giòlito dei bicchieri», quella sera trattenne a cena i più intimi. C’era, naturalmente, il Brunetti, il caro Brunetti sempre pieno di affettuose sorprese; e il Monti, più rumoroso che mai. La cena, nella quale si fece la festa a due tacchini offerti al poeta dalla contessa di Belgioioso «trinciati secondo il rito degli avi» e si bevve nel bicchiere dal motto augurale «Felicitati» che il Brunetti aveva portato da Milano per l’occasione, si protrasse fin dopo mezzanotte, tra uno sfarfallìo di neve, che ne rende più fantastico ora il ricordo. Il Foscolo e il Monti, a cena insieme, nella casetta di Borgo Oleario... Come a dire un soffermarsi della poesia in una viuzza che contava dodici «focolari». Chi sa, non può mai passare vicino a questa casa senza essere preso da un timor riverenziale, sacro. Quasi un appressarsi al tempio delle Grazie, e n’oda il ventilare delle angeliche vesti”. …( da “I giorni del Foscolo a Pavia di Cesare Angelini) Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DA CREMONA

Post n°21093 pubblicato il 30 Ottobre 2015 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

alba.estate2012
alba.estate2012 il 29/10/15 alle 11:50 via WEB
Buon giovedì Dino, ciao, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 30/10/15 alle 06:30 via WEB
Ciao Antonella - Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CARLO MAGNO di Teresa Ramaioli

Post n°21092 pubblicato il 30 Ottobre 2015 da dinobarili
 

CARLO MAGNO 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 29/10/15 alle 17:12 via WEB
742-814. Re dei Franchi, primo imperatore del Sacro Romano Impero, figlio di Pipino il Breve e di Berta . Alla morte di Pipino, il regno franco passò ai suoi due figli Carlo e Carlomanno. Alla morte di Carlomanno dopo tre anni, il regno andò interamente nelle mani di Carlo Magno, che vi regnò per quasi cinquant’anni. Estese i confini del regno fino a comprendere buona parte dell’Europa occidentale e fu infine incoronato imperatore del Sacro Romano Impero da papa San Leone III nell’anno 800. Carlo Magno fu capace di mettere un po’ di ordine nell’Europa medievale, all’epoca in preda allo scompiglio e segnata dalle divisioni interne. Nonostante l’appellativo conferitogli di Magno e le grandi cose di cui fu l’autore, la sua figura non è priva di contraddizzioni difficili da comprendere. Infatti Carlo Magno non sapeva scrivere: tentò di imparare ma senza successo. La sua lingua madre era un dialetto tedesco, ma sembra riuscì a imparare il latino, pur senza saperlo leggere. Comunque si prodigò per combattere l’ignoranza del suo popolo. Fondò molte scuole e fece copiare e tradurre molti manoscritti. Carlo Magno aveva riunito attorno a se un gruppo di dodici paladini, nobili o cavalieri, che lo dovevano aiutare nel suo compito di difendere il mondo cristiano dall’avanzata dei saraceni. I dodici paladini che ne facevano parte erano: Astolfo, Orlando (o Rolando, che era suo nipote), Rinaldo, Namo, Malagigi, Salomone, Florismart, Uggeri il Danese, Oliviero, Gano, l’arcivescovo Turpino e Fierabras. Da notare però, che alcuni di questi paladini non sembrano personaggi realmente esistiti. Rinaldo, per esempio, sembra sia una figura di pura fantasia completamente creata dall’immaginazione di Torquato Tasso (1544-1595). Molte sono le leggende che ruotano intorno alla figura di Carlo Magno. Una fra le tante è quella in cui si racconta di quando San Giacomo il Maggiore chiese l’aiuto di re Carlo per cacciare via dalla Spagna i Mori. Carlo Magno arrivò in Spagna e attaccò Pamplona. Dopo due mesi di infruttuosi combattimenti, i soldati si rivolsero a Dio chiedendo aiuto e la città venne così espugnata. Tutti i saraceni furono uccisi, eccetto quelli che accettarono la fede cristiana. Un’altra leggenda sostiene che l’imperatore avesse una relazione incestuosa con sua sorella. Un giorno, mentre Sant’Egidio celebrava messa in presenza dell’imperatore, apparve un angelo che teneva un rotolo con scritto il peccato di Carlo Magno. Egli confessò e Sant’ Egidio lo assolse. Carlo Magno spartì il suo impero con i suoi tre figli, ma due morirono prima di lui così, nell’813 nominò suo figlio Ludovico il Pio come suo successore. Ludovico venne incoronato con una cerimonia che si tenne ad Aquisgrana. Il mattino del 28 gennaio del 814, Carlo Magno salutò il suo regno per sempre, colto da una forte febbre, contratta a seguito del troppo freddo patito dopo essersi perso in un bosco. Sebbene non sia stato ufficialmente canonizzato, Carlo Magno fu insignito del titolo di “benedetto” da papa Benedetto XIV. Il giorno a lui dedicato è il 28 gennaio. Ciao Teresa Ramaioli

 

 
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