dino secondo barili

BUON GIOVEDI' ... DA PAVIA

BUON GIOVEDI’ …

 DA PAVIA

12 novembre 2015

“La vita è spesso

un gioco di fortuna”

Dino

36 “una canzone al giorno”

Ornella Vanoni

“Senza fine”

Ornella Vanoni è nata il 22 settembre 1934 e nel suo repertorio ha una bellissima canzone: “Senza fine”. E’ stata scritta da Gino Paoli nel 1961 appositamente per lei. Per Ornella Vanoni. Dice “cose” bellissime … dolci, delicate. Quelle che tutte le donne innamorate vorrebbero sentirsi ripetere quotidianamente dal loro innamorato (non è una esagerazione). Siccome l’amore non ha età … questo vale per le persone degli “anta” in su … in quanto … più passa il tempo più si impara (e si apprezza) cos’è l’amore. Dice infatti la canzone. …”Tu (donna) sei un attimo senza fine / non hai ieri non hai domani” Se a dirlo è Gino Paoli non si discute: è cosi! Infatti, cosa sarebbe l’uomo senza la donna? E cosa sarebbe la donna … senza l’uomo? Cosa sarebbe la vita … senza l’amore? “non importa della Luna/ non importa delle stelle … tu per me sei Luna e stelle” E non è finita. Gli uomini e le donne innamorate ne sanno qualcosa. Ne sa qualcosa specialmente l’uomo quando incontra la donna del sogno …”Tu per me sei tutto quanto/ tutto quanto voglio avere … senza fine”

E adesso, buon ascolto … e tanti sogni. Dino

MARISA racconto (384) di Dino Secondo Barili

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

384

Marisa

Marisa, un anno fa, era giù di corda. Aveva compiuto il trentottesimo compleanno e non era riuscita a trovare “l’uomo del cuore”. Veramente aveva parecchi amici, ma nessuno era di suo gradimento. Inoltre, erano amici del sabato sera… quando la “compagnia” si riuniva ad un Bar di Piazza della Vittoria in Pavia e decideva dove passare la serata. Ne parlò con la sua amica Katy, parrucchiera di fiducia e amica intima. Anche Katy, quarant’anni, era nelle stesse condizioni, ma non se ne faceva un problema. Era fiduciosa. Dentro di sé, diceva. “Un giorno o l’altro… vedrai che anch’io troverò l’uomo giusto, l’uomo che si incontra una sola volta nella vita.” Quando Marisa le prospettò il suo caso… Katy si rese conto che bisognava darsi da fare. Capire il meccanismo… Insomma, agire. Marisa aveva fatto alla Parrucchiera delle domande precise… che esigevano risposte esaurienti. “Da quale parte cominciare?” Era stata la domanda. La prima risposta l’aveva data Marisa. “Dalla scuola di ballo, no! Ci ho già provato. Tempo perso. In tale ambiente… di uomini ce ne sono pochi. Sanno ballare bene…e si sentono un po’ delle prime donne. Bisogna trovare un’idea geniale.” Katy chiese qualche giorno di tempo per informarsi. Non era passato un giorno e Marisa ricevette una telefonata. “Marisa, Marisa … ho trovato un’idea geniale.” Le due amiche si incontrarono al Bar quello stesso giorno durante la pausa pranzo. Katy si presentò raggiante. “Marisa ho trovato la soluzione ai nostri problemi. Ascolta e vedrai.” Si vedeva lontano un miglio che la Parrucchiera aveva un “asso nella manica”. Marisa non le permise neppure di sedersi. “Racconta. Racconta.” – Katy aveva bisogno di calmarsi. Ordinò due aperitivi “robusti”. Alla fine espose la soluzione alla quale era arrivata. “Marisa, forse abbiamo trovato la strada giusta. In Lomellina hanno organizzato una “caccia al tesoro”. Il “tesoro” è proprio l’uomo, l’uomo che incontra una sola volta nella vita. Ecco il regolamento. Domenica prossima ci sarà la gara. Possono partecipare solo coppie di donne munite di automobile. Quindi noi due possiamo partecipare. Le partecipanti devono presentarsi alla Giuria la quale consegnerà loro una busta con l’itinerario da seguire e le regole da osservare. Ho già dato l’adesione via mail.” Era solo Giovedì. Mancavano un paio di giorni e Marisa e Katy erano già effervescenti. Si chiedevano in continuazione: “Che sia la volta buona?”. La domenica mattina di un anno fa, le due amiche si presentarono alla Giuria nel posto indicato dal programma. Ricevettero la busta. L’aprirono. Seguirono l’itinerario e giunsero ad un Osteria isolata in mezzo alla campagna. Si chiamava l’Osteria del Destino. Ad accoglierle il sorriso accattivante di due affascinanti uomini di mezza età (45 – 50 anni) … che più affascinanti non potevano essere. Ognuno dei due aveva una busta chiusa in mano. Marisa e Katy potevano scegliere… l’uomo “in palio” era il possessore della busta. Per le due amiche non c’è stato problema… uno era più bello dell’altro. Fu proprio all’apertura della busta che la “caccia a tesoro” si fece interessante. Infatti, dentro la busta c’era una carta da gioco. Aperte le buste, Marisa aveva l’asso di cuori, e Katy l’asso di denari che dovevano corrispondere alla carte dei due “uomini in palio”. Purtroppo l’uomo di Marisa aveva l’asso di denari e l’uomo di Katy quello di cuori… Le due amiche si videro perdute… Avevano perso la scommessa, se a quel punto non fosse intervenuto l’Oste in persona il quale era il giudice supremo della Caccia al Tesoro. La sentenza fu lapidaria. “Se Marisa, Katy e i due uomini interessati sono d’accordo… non c’è regolamento che possa impedire alle persone di essere felici”(384)

BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI

TERESA RAMAIOLI

MILANO di Teresa Ramaioli

MILANO 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 11/11/15 alle 19:14 via WEB MILANO---Il vicolo è dedicato ai lavandai e non alle lavandaie, perché nell'Ottocento ad occuparsi del servizio di lavaggio erano gli uomini organizzati in una vera e propria associazione. Infatti, la confraternita dei Lavandai di Milano risale al 1700. Sant’Antonio da Padova è il loro protettore e a lui è dedicato un altare nella chiesta di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, ubicata a 100 metri circa dal Vicolo dei Lavandai, lungo l’Alzaia Naviglio Grande. Il ruscelletto (“el fossett” in lingua milanese) è alimentato dalle acque del Naviglio Grande. Un tempo le lavandaie, munite di secchio, sapone, spazzole e candeggina stavano inginocchiate sul “brellin” di legno, strofinando i panni sugli stalli di pietra e ancora visibili nel vicolo. Il detersivo usato dalle lavandaie era costituito dal cosiddetto “palton”, una paste semidensa a base di cenere, sapone e soda. L’atmosfera del luogo ha ispirato molti scrittori e storici della vecchia Milano, nonché poeti che a questo angolo dell’antica Milano hanno dedicato i loro versi. Da ricordare, la poesia “Vicol di Lavandée” di Luigi Cazzetta, vincitore nel 1964 del premio Carlo Porta e a cui sono dedicati i giardini di piazzale Gorini. Ciao Teresa Ramaioli

CIAO LAURA ... LAURA1953 (VALENCIA-SPAGNA)

CIAO LAURA ...

LAURA 1953

VALENCIA SPAGNA

laura1953 il 11/11/15 alle 16:00 via WEB Buon mercoledi pomeriggio Dino, che sia pieno di sorrisi di dolcezza e di amicizia un forte abbraccio...Laura ,CLICCA (Rispondi)

dinobarili il 12/11/15 alle 07:09 via WEB Ciao Laura - grazie della visita. Dino (Rispondi)

dinobarili il 12/11/15 alle 07:09 via WEB Ciao Laura. Buona giornata. Dino (Rispondi)

CIAO TANMIK

CIAO TANMIK

tanmik il 11/11/15 alle 08:24 via WEB Bel post, la Pavone e stata veramente la pioniera della canzone italiana. Un sorriso per te Dino. MIK (Rispondi)

dinobarili il 12/11/15 alle 07:00 via WEB Ciao Mik. Grazie della vista e del bel commento. Dino (Rispondi)

dinobarili il 12/11/15 alle 07:01 via WEB Ciao Mik. Buona giornata. Dino (Rispondi)

GAMBOLO' di Teresa Ramaioli

GAMBOLO'

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 11/11/15 alle 19:12 via WEB GAMBOLO’----Gambolò è una cittadina di circa 10000 abitanti, in provincia di Pavia. Situata a pochi chilometri da Vigevano, e in prossimità del fiume Ticino, è facilmente raggiungibile da Milano, Pavia, Alessandria, Vercelli e Novara. Il Museo Archeologico Lomellino si trova presso il Castello di Gambolò,nella cosiddetta "manica lunga". Il castello di Gambolò sorse nei secoli centrali del Medioevo, fra il X e l’XI secolo, e fu più volte ricostruito e ampliato nei secoli successivi a causa degli eventi militari che lo danneggiarono ripetutamente. Una prima documentazione risale al 1412, quando Filippo Maria Visconti concesse il titolo feudale ad Antonio Beccaria, esponente della famiglia della nobiltà pavese che già dagli inizi del Trecento era titolare del possedimento.Finita la dinastia dei Beccaria nel 1475, Gambolò conobbe il periodo di massimo splendore negli anni Ottanta del Quattrocento per volontà di Ludovico il Moro, che dispose lavori di restauro e vi soggiornò con frequenza. Dopo la fine del Ducato di Milano, il castello e il territorio di Gambolò passarono a Gian Giacomo Trivulzio.Nel 1573 il feudo fu acquistato dal marchese Agostino Litta, la cui famiglia mantenne a lungo la proprietà , trasformò il maniero in residenza signorile con l’edificazione del palazzo che corrisponde all’attuale castello Litta-Beccaria.In seguito passò alla famiglia Robecchi, il castello è stato donato al Comune di Gambolò e ospita attualmente diversi uffici pubblici, la biblioteca comunale e la sede del Museo Archeologico Lomellino. –continua Ciao Teresa Ramaioli