Messaggi del 02/12/2015

BUON MERCOLEDI' ... DA PAVIA

Post n°21310 pubblicato il 02 Dicembre 2015 da dinobarili
 

BUON MERCOLEDI’ …

 DA PAVIA

2 dicembre 2015

“Ogni strada … ha il suo futuro”

Dino

55 “una canzone al giorno”

Giorgio Gaber

“Parlami d’amore Mariù”

Giorgio Gaber ha inciso “Parlami d’amore Mariù” nel 1987. La canzone, però, è stata scritta da Bixio e Neri per il film “Gli uomini che mascalzoni” del 1932 … per la voce di Vittorio De Sica. E’ stato un successo talmente grande e travolgente che moltissimi cantanti hanno provato a cantarla e ad inciderla. Ogni lettore o lettrice può farla sua. La proposta della voce di Gaber non è casuale. E’ una voce diversa dalle altre … calda, appassionata … solitaria … come se cantasse alla Luna. “So che una bella e maliarda sirena sei tu … So che si perde chi guarda quegli occhi tuoi blu” Ecco il segreto della voce di Gaber, poeta e sognatore. “ Ma che m’importa se il mondo si burla di me? Riflessione amara … seguita da una risposta squillante “Meglio nel gorgo profondo … ma sempre con te! … Si, con te” Sfido, ora, lettori e lettrici a “non” riascoltare quella canzone. A “non” canticchiare in sordina “Dimmi che illusione non è … dimmi che sei tutta per me”   In quell’istante, come per magia, compare Vittorio De Sica, il “maliardo per eccellenza”, il quale completa l’opera cantando “Parlami … Parlami d’amore Mariù …”. Risultato? Mariù è già ai suoi piedi.   Buon ascolto. Dino

 
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MARISA E JENNY racconto (405) di Dino Secondo Barili

Post n°21309 pubblicato il 02 Dicembre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

405

Marisa e Jenny

Il lavoro, oggi, è quello che è… e bisogna fare i salti mortali per tenerlo e “sopravvivere”. Un anno fa, alcune commesse di Strada Nuova in Pavia, si resero conto che se volevano conservarsi il posto di lavoro dovevano “inventarsi” qualche cosa di nuovo. Marisa, assai intraprendente, ne parlò con Jenny e insieme decisero di “trovare” l’idea giusta. Per prima cosa si accorsero che un buon flusso di visitatori (e quindi possibili clienti) erano stranieri in visita a Pavia. Marisa, “fiutò” il problema. Nessuna delle due conosceva l’inglese. Si diedero subito da fare e si iscrissero ad un corso accelerato presso una struttura scolastica locale. Il corso era finito, ma il risultato desiderato non era quello sperato. Marisa e Jenny volevano poter dialogare con le persone, cioè i possibili clienti. La cosa migliore era quella di contattare “un’insegnante” di madrelingua. Il costo era maggiore, ma l’obiettivo era quello di parlare inglese. La Prof. Katy, non era una vera e propria insegnante… era una traduttrice domiciliata a Pavia che lavorava in proprio su richiesta. L’accordo tra Marisa, Jenny e “l’insegnante” Katy venne raggiunto. Ogni volta che Katy aveva un momento libero passava nel negozio, ora di Marisa, ora di Jenny, e sottoponeva le due commesse ad una serie di domande alle quali le interessate dovevano dare risposte complete. In brevissimo tempo, Marisa e Jenny ci provarono gusto e, aiutati da molto entusiasmo, sono diventate abilissime nel parlare inglese. Un giorno di sei mesi fa, Marisa, trent’anni, nubile, bella presenza, era intenta ad esporre un abito in vetrina… Nel negozio entrò un Signore sui cinquant’anni, con una guida verde in mano. Era inglese e non parlava italiano. Chiese notizie dell’abito che aveva visto in vetrina. Marisa, abilissima, incantò il cliente con un fiume di parole… in inglese. Il Signore, cinquantenne, rimase sbalordito. Era un Professore di Università di passaggio da Pavia, con moglie e figlia. L’abito era appunto per la figlia. Il Professore chiamò subito la moglie per l’abito che volevano regalare alla figlia. L’acquisto avvenne in modo veloce… come se il destino avesse combinato tutto. La figlia fu entusiasta dell’abito e, soprattutto, di aver trovato una commessa gentile e preparata. Stessa sorte toccò a Jenny, la quale, sei mesi fa, ha avuto a che fare con un cliente che era entrato nel negozio per avere alcune informazioni locali. Jenny, esperta nel suo lavoro e soprattutto padrona dell’inglese, rispose a tutte le domande dell’interessato, il quale, guarda il caso, era un giornalista di passaggio da Pavia. Il giornalista si chiamava George, il quale scrisse di Jenny, un “bell’articolo” sul giornale per il quale lavorava. Dopo l’uscita dell’articolo, Jenny, venne contattata da un commerciante di Londra il quale le propose un periodo di lavoro nel suo negozio a Londra. Il motivo era quello di creare uno scambio permanente tra Londra e Pavia. Jenny, ventotto anni, alta, bionda aveva gli occhi da “strega”. Il figlio del commerciante londinese ne fu ammagliato. Si innamorò perdutamente della “commessa di Strada Nuova di Pavia”. Volle averla sempre con sé … a Londra. - (405)

 
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BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°21308 pubblicato il 02 Dicembre 2015 da dinobarili
 

BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI

TERESA RAMAIOLI

 
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ASPETTANDO IL NATALE 2 DICEMBRE di Teresa Ramaioli

Post n°21307 pubblicato il 02 Dicembre 2015 da dinobarili
 

ASPETTANDO IL NATALE 

2 DICEMBRE 

di Teresa Ramaioli


 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 01/12/15 alle 20:01 via WEB
2 DICEMBRE---La storia dell'albero di natale----Sembra che l'albero di Natale, così come viene usato oggi, sia nato a Tallin, in Estonia nel 1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, attorno al quale uomini e donne, ballavano insieme alla ricerca dell'anima gemella. Questa usanza venne poi ripresa in Germania: una cronaca di Brema del 1570 racconta di un albero che veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta. Anche la città di Riga (in Lettonia) è fra quelle che si proclamano sedi del primo albero di Natale: vi si trova infatti una targa scritta in otto lingue, secondo cui "il primo albero di capodanno" fu addobbato in questa città nel 1510. Un'altra notizia sull'uso dell'albero di Natale viene dell'Alsazia: una cronaca di Strasbourgo annota nel 1605: "Per Natale i cittadini si portano a casa degli abeti ('Dannebaum' nel tedesco dell'epoca),addobbati con rose di carta di vari colori, mele, zucchero". Un'antecedente dell'albero potrebbe essere l'antico rito pagano di portare in casa, prima del nuovo anno, un ramo beneaugurante. Nel Medioevo si diffonde la tradizione degli "Adam und Eva Spiele" (giochi di Adamo ed Eva) che prevedevano la ricostruzione nelle chiese dello scenario del paradiso in terra, proprio il 24 dicembre, vigilia di Natale, con tanti di alberi di frutta, simboli dell'abbondanza del mistero della vita. Poi, a questi alberi di frutta si preferirono sempre di più gli abeti. L'abete, il "Tannenbaum", ha la caratteristica "magica" di essere sempreverde, che, secondo una favola, ha avuto come dono da Gesù stesso, per avergli offerto rifugio mentre era inseguito dai suoi nemici. Così non stupisce che l'abete, con la sua sagoma triangolare che rispecchiava anche bene la struttura piramidale e gerarchica della società medievale, diventa nel folclore tedesco anche l'albero cicogna dal quale la levatrice scuote i neonati. Per molto tempo, la tradizione dell'albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord delle Alpi. I cattolici la consideravano un uso protestante e solo nel '900 questa tradizione si diffuse anche nel mondo cattolico. Johann Wolfgang Goethe, pur non essendo propriamente di fede cattolica o protestante, amava moltissimo questa usanza e grazie a lui l'albero si impose a Weimar che era il centro culturale dell'epoca. Nella sua famosa opera "I dolori del giovani Werther" l'albero di Natale compare per la prima volta anche nella grande letteratura. Anche i romantici che cercavano di valorizzare le tradizioni popolari non potevano non apprezzare questa antica usanza. In quell'epoca nasce anche la famosissima canzone "Oh Tannenbaum, oh Tannenbaum" che fino ad oggi è la canzone natalizia più cantata in tutta la Germania. Nel nostro secolo assistiamo a una diffusione di questa usanza. Ma anche la festa di Natale non poteva certo fuggire al crescente consumismo. Molte tradizioni natalizie sono ormai quasi sparite ( la recitazione di poesie natalizie da parte dei bambini, il cantare insieme le canzoni di natale, il biglietto che i bambini dovevano inviare a Babbo Natale o Gesù Bambino - a seconda della regione della Germania - elencando i regali desiderati, la preparazione in famiglia dei dolci tipici di Natale.).Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO MIK ... TANMIK

Post n°21306 pubblicato il 02 Dicembre 2015 da dinobarili
 
Tag: tanmik

CIAO MIK ... TANMIK

tanmik
tanmik il 01/12/15 alle 22:04 via WEB
BUONA SERATA DINO E UNA DOLCE NOTTE DEL 1° DICEMBRE....MIK
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 02/12/15 alle 08:22 via WEB
Ciao Mik. grazie per il commento. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 02/12/15 alle 08:23 via WEB
Ciao Mik. Buon mercoledì. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO LAURA ... LAURA1953 (VALENCIA-SPAGNA)

Post n°21305 pubblicato il 02 Dicembre 2015 da dinobarili
 

CIAO LAURA ... LAURA 1953

VALENCIA SPAGNA

laura1953
laura1953 il 01/12/15 alle 10:21 via WEB
Ciao Dino,con affetto e simpatia ti auguro un felice e sereno martedi primo di dicembre un abbraccio ..Laura CLICCA
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 02/12/15 alle 08:19 via WEB
Ciao Laura. grazie per il CLICCA. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 02/12/15 alle 08:20 via WEB
Ciao Laura. un saluto da Pavia per la tua Valencia. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO LAURA ... LASCRIVANA

Post n°21304 pubblicato il 02 Dicembre 2015 da dinobarili
 

CIAO LAURA ... LASCRIVANA

 
lascrivana
lascrivana il 01/12/15 alle 07:20 via WEB
Si è sempre innamorati della matematica, specie quando i numeri nel portamonete sono una cifra esagerata. Buongiorno Dino.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 02/12/15 alle 07:44 via WEB
Ciao Laura. Hai ragione. C'è chi dice che "i soldi non fanno la felicità ... ma aiutano molto" Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 02/12/15 alle 07:44 via WEB
Ciao Laura. Grazie per i tuoi commenti. Dino
(Rispondi)

 

 
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NAPOLEONE BONAPARTE di Teresa Ramaioli

Post n°21303 pubblicato il 02 Dicembre 2015 da dinobarili
 

NAPOLEONE BONAPARTE

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 01/12/15 alle 20:00 via WEB
NAPOLEONE BONAPARTE---Il 2 Dicembre del 1804 nella cattedrale di Notre-Dame, a Parigi, Napoleone Bonaparte è incoronato imperatore. Il 18 maggio del 1804 il Senato di Francia aveva istituito l'Impero e introdotto la figura dell'imperatore dei francesi. L'istituzione era ereditaria e se Napoleone non avesse avuto figli, gli era consigliato di adottarli. Il simbolo della nuova dinastia era l'aquila in volo, lo stesso del Sacro Romano Impero. Napoleone voleva, che a incoronarlo fosse il papa , non a Roma, ma a Parigi. Pio VII, ammalato, non riuscì ad opporsi. Il papa si mosse per Parigi con un mese di anticipo. Il futuro imperatore che gli andò incontrò a Fontaineblù: era in divisa da caccia, fece finta di averlo incontrato quasi per caso. Napoleone fu arrogante : e quando i due salirono insieme sulla stessa carrozza, con scortesia prese per sè il sedile d'onore, per sottolineare che lui era il padrone, un re laico che voleva solo far pesare la sue superiorità sulla figura del papa. La mattina dell'incoronazione, il 2 dicembre del 1804, Notre-Dame era splendida. Napoleone diede disposizioni per la cerimonia, compresa quella che avrebbe rifiutato la comunione,infatti temeva che i preti lo volessero avvelenare. La processione partì dalle Tuileries, tra due ali di folla: durante la cerimonia Pio VII domandò a Napoleone in latino se d'ora in poi avesse utilizzato tutti i suoi poteri perché legge, giustizia e pace regnassero supreme nella Chiesa e nel suo popolo. "Profiteor", rispose. "Prometto". Era desiderio di Pio VII incoronarlo. Ma Napoleone prese la corona a due mani e se la mise sulla fronte. Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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