Messaggi del 14/12/2015

ROSSELLA racconto (419) di Dino Secondo Barili

Post n°21396 pubblicato il 14 Dicembre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

419

Rossella

Si dice che “le follie non hanno età”. Si può essere “folli” a vent’anni, come a settanta. Quel che conta è che siano “follie lecite”, che non mettano in crisi troppe persone. Invece, la Professoressa Rosella si era messa su una strada complicata. Rossella aveva conseguito la Laurea con il massimo dei voti. Aveva studiato come una matta per conquistare un posto di lavoro che le desse la tranquillità economica. Aveva mantenuto un comportamento irreprensibile. Mai un’azione che non fosse più che lecita, “controllata”… compreso l’amore. A quarantacinque anni, ormai, Docente di Lettere presso un Liceo milanese, si era stufata di essere un “esempio di correttezza”. Si era stufata di auto controllarsi in ogni momento della giornata. Ora, sentiva la sua vita “sfuggirle” senza avere un uomo… (il suo uomo)… con cui parlare, prendere un caffè, visitare una Mostra… Cosa fare? Un anno fa, Rossella ne parlò con la sua Parrucchiera di fiducia. “Osvalda, mi sono stancata di apparire una donna anonima. La donna che non sono. Ho bisogno di attirare l’attenzione… Non ti dico di chi… Lo puoi benissimo immaginare…” Osvalda aveva lei pure quarantacinque anni. Una vita sentimentale da far invidia… e ne sapeva una più del diavolo. Comprese al volo le esigenze della “cliente e amica professoressa”. - “Rossella, se mi dai carta bianca … ti faccio diventare una Dea. Oltre che Parrucchiera… ho sempre avuto una passione per la moda. Oltre a vestirmi bene… mi piace anche vestire. Mi dai il permesso di trasformarti come voglio io?” La Professoressa approvò. Del resto aveva già deciso. Da qualche parte doveva pure cominciare. Osvalda era un buon punto di partenza. Quando Rossella si guardò allo specchio non si riconobbe. Chiuse gli occhi per rendersi conto che era vero. Che era proprio lei. Quarantacinque anni di autocontrollo si erano sciolti al sole, spariti… Ormai era fatta. L’avventura stava per iniziare. Al primo Collegio Docenti (150 persone), le Colleghe (invidiose) avevano cominciato a fare supposizioni. “Ma, hai visto la Rossella? Sembra una ragazzina. E che minigonna…” I Colleghi maschi erano allibiti. Non avevano occhi che per Rossella (soprattutto i Colleghi sposati). Anche il Prof Danilo, Docente di Lettere nel corso parallelo, cinquant’anni, scapolo, era rimasto frastornato. Rosella aveva avuto un debole (non corrisposto) per lo “scapolo cinquantenne”. Ora, però, Rossella aveva fatto il grande salto… Il salto per farsi ammirare. Quando si sceglie “il palcoscenico” tutto diventa gioco… un gioco nuovo, facile, affascinante. Anche le persone assumono un aspetto diverso. Non sono più persone… sono “oggetti da calamitare”, “oggetti del desiderio”. Inoltre, Rossella aveva una cultura formidabile, un linguaggio raffinato, una dialettica che incantava. Osvalda aveva messo (solo) il “costume” esatto al personaggio che Rossella si portava dentro. Ora, però, la Docente ci aveva preso gusto. Non doveva più auto controllarsi. Doveva dare corpo al personaggio… al personaggio che era in lei. Una donna misteriosa che misteriosamente si era messa a “manipolare” il suo io profondo. Persino il Preside del Liceo, sessantacinque anni, si senti in dovere di fare domande alla Prof. - “Rossella, purtroppo non ho più l’età… ma se fossi stato nelle condizioni ideali, le avrei fatto la corte…” La Docente, non aveva risposto, ma i suoi occhi avevano “parlato” per lei. Il Preside preferì approfittare della prima sedia a portata di mano per sedersi. Ormai Rossella era sotto i riflettori. Anche il Prof. Danilo, era passato in secondo ordine. Ora c’era il nuovo, l’avventura, il desiderio della scoperta… Nel Palazzo in cui Rossella abitava, dimorava il Dott. Daniele, sessant’anni, scapolo, Dirigente di una Importante Azienda. Un uomo che nessuno donna era riuscita a mettergli la cavezza al collo. Dopo aver visto la trasformazione della Docente di Lettere del Liceo aveva perso la testa. “Rossella, posso invitarla sabato sera a Teatro con me?” La Docente lo tenne sulla corda per qualche minuto. Poi accettò. Sapeva che il Dott. Daniele aveva la nomina di super latin lover, di “sciupa femmine”. Alcune donne, dopo essere state lasciate … ci avevano fatto una malattia… La Prof. Rossella aveva calcolato i rischi…e giocava per vincere! - (419)

 
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BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°21395 pubblicato il 14 Dicembre 2015 da dinobarili
 

BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI

TERESA RAMAIOLI

 

 

 

 
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ASPETTANDO IL NATALE di Teresa Ramaioli

Post n°21394 pubblicato il 14 Dicembre 2015 da dinobarili
 

ASPETTANDO IL NATALE 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 12/12/15 alle 14:16 via WEB
BIANCO NATALE (White Christmas), scritta da Irving Berlin nel 1940 e incisa poi nel 1942, fu eseguita per la prima volta da Bing Crosby nel dicembre del 1941, durante il suo show radiofonico The Kraft Music Hall trasmesso dalla Cbs. La versione di Crosby, interprete «immortale» del brano originale, pare abbia venduto oltre 50 milioni di copie, più di ogni altra melodia natalizia scritta prima . Ma la canzone che ha dipinto di bianco l’immaginario natalizio di tutto il mondo, anche di quella parte che la neve la vede raramente o per nulla, è stata replicata in centinaia, forse migliaia di cover da altrettanti artisti in lingue diverse. In White Christmas il Natale è quasi dato per scontato, ciò che rappresenta per i suoi aspetti religiosi pure. Si racconta del clima che porta nei pensieri della gente. E dire che tutto è cominciato con l’invenzione di Berlin, vero nome Israel Baline, ebreo russo emigrato negli Usa e qui diventato, il compositore di maggior successo al mondo. Le cifre dicono che abbia scritto oltre 800 successi internazionale. Berlin secondo alcuni biografi era ben certo fin dall’inizio della fortuna che avrebbe avuto la sua «creatura». Si racconta che dopo una notte di lavoro al pianoforte abbia detto alla segretaria: «Prendi la penna e trascrivi questa… E’ la canzone più bella che abbia mai scritto. Anzi, è la canzone più bella che chiunque abbia mai scritto». Nel testo Berlin si ispira alle parole sentite da americani di stati del Nord trasferitisi a Los Angeles, in California, dove tra palme e sole avevano nostalgia del «bianco Natale» con la neve della loro città d’origine . La canzone, semplice e nostalgica, viene ascoltata per la prima volta alla radio nel dicembre del ’41 da un’America colpita al cuore dall’attacco di Pearl Harbour. L’anno successivo, in piena guerra, il disco (inciso da Bing Crosby in 18 minuti nell’estate del ’42) diventa un bestseller legando i sentimenti di chi in patria e al fronte sogna un Natale diverso. E da lì comincia a costruire la propria immortalità musicale. Auguri a tutti gl amici del blog Teresa Ramaioli

 

 
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CIAO LAURA ... LAURA1953 (VALENCIA-SPAGNA)

Post n°21393 pubblicato il 14 Dicembre 2015 da dinobarili
 

CIAO LAURA ... LAURA 1953

VALENCIA SPAGNA

laura1953
laura1953 il 14/12/15 alle 12:25 via WEB
Ciao Dino,buon lunedi e buona settimana spero che sia gioiosa con l'arrivo del Natale,un abbraccio di cuore..Laura CLICCA
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 14/12/15 alle 17:53 via WEB
Ciao Laura. grazie per il clicca. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 14/12/15 alle 17:53 via WEB
Ciao Laura. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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BUON LUNEDI' ... DA PAVIA

Post n°21392 pubblicato il 14 Dicembre 2015 da dinobarili
 

BUON LUNEDI’ …

 DA PAVIA

14 dicembre 2015

“L’amore non ha mezze misure”

Dino

67 “una canzone al giorno”

“Giro d’Italia … in musica”

Lucio Dalla … Bologna

 “Piazza Grande”

Molte città italiane hanno una “Piazza Grande”… ma nessuna ha una “Piazza Grande” come Bologna. Perché? Perché nessuna città ha avuto un Artista come Lucio Dalla. Un Artista che ha saputo “vederla” diversa … da quella che solitamente vedono i turisti. Infatti, a Bologna … “Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è/ sulle panchine di Piazza Grande” Proprio così. Finché non hai bisogno … tutti sono disposti a dare … Poi, al momento del bisogno … Per fortuna che Lucio Dalla ha una sensibilità speciale. “… ho molti amici intorno a me/ innamorati di Piazza Grande … dei loro guai … dei loro amori tutto so, sbagliati o no” Ecco una cosa da fare. Non giudicare mai! In fondo, “ognuno è solo sul cuor della Terra” diceva il Poeta (Quasimodo). Per fortuna che per Lucio Dalla …”la mia casa è in Piazza Grande” e come tutti gli Artisti veri … “prendo amore … e amore do” Cosa fanno gli Artisti? Prendono e danno … ecco perché la loro opera continua a vivere anche dopo la loro morte fisica. Piazza Grande a Bologna è questo … e molto di più. E’ il Lucio Dalla uomo, vero. La sua canzone è un invocazione … “A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io/ Avrei bisogno di pregare Dio” Chi prega … ha già risolto il suo problema. Buon ascolto. Dino

 
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