Messaggi del 19/12/2015

BUON SABATO ... DA PAVIA

Post n°21425 pubblicato il 19 Dicembre 2015 da dinobarili
 

BUON SABATO …

 DA PAVIA

19 dicembre 2015

“Le emozioni aiutano a vivere.”

Dino

 

72 “una canzone al giorno”

“Giro d’Italia … in musica”

 

Nino Taranto - Napoli

“Dove sta Zazà”

Certi fenomeni accadono solo a Napoli, patria delle più belle canzoni del mondo. “Dove sta Zazà” è un esempio.  Scritta da Cutolo nel 1942 è stata registrata nel 1944 da Nino Taranto. Successo mondiale che continua tuttora … cantato in molte lingue. Ma l’aria di Zazà (“quella” della canzone”) si respira solo a Napoli. “Era festa di San Gennaro/ quanta folla per la via …” Napoli vuol  dire folla. “Con Zazà, compagna mai …” Isaia, (Autore del testo) “me ne andai a passeggià” Ecco la Napoli dell’immaginario collettivo. “C’era la banda del Pignataro/ che suonava il “Parsifallo” Dove c’è Napoli … c’è musica Dove c’è musica … c’è banda … quella che incendia la fantasia e l’anima delle persone. Come potrebbe essere diversamente? La musica è emozione. E che emozione! Isaia, (l’Autore) va in estasi … Si accorge che Zazà, la sua compagna, non c’è più … “’mmiez’a tutta quella gente, se fumarono Zaza” Tragedia! Disperazione! Certe situazioni bisogna capirle … E qui comincia la domanda che fa cantare e sognare il Mondo intero. “Dove sta Zazà?!Uh, Madonna mia”… ”Come fa Zazà?... senza Isaia” Isaia è disperato. Lancia il suo appello. “Chi ha truvato a Zazà/ ca mm”a purtasse a me” Ormai è fatta. Tutti gli ascoltatori sono presi nel “cerchio magico di Zazà”. Anche noi. … E’ dal 1942 che si sta cercando Zazà … e non è ancora stata trovata. Chi avesse notizie è pregato di avvisare Isaia … alla Festa di San Gennaro. Buon ascolto. Dino

 
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ELVIRA racconto (424) di Dino Secondo Barili

Post n°21424 pubblicato il 19 Dicembre 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

424  

Elvira

A che serve lamentarsi? A poco o nulla. Una persona, prima di lamentarsi dovrebbe dare uno sguardo alla propria vita e capire quali sono le possibili soluzioni. Elvira, cinquantaquattro anni, single, impiegata presso un Ufficio di Commercialista a Milano (ma residente a Pavia), un anno fa, stava passando un periodo decisamente negativo. Negativo dal punto di vista sentimentale e, (quel che era peggio) dal punto di vista lavorativo. Veramente, il lavoro era garantito ed era di pieno gradimento dell’interessata Elvira. Tutto era successo in pochissimo tempo. La collega, Jessica, sessant’anni, si era lasciata con il fidanzato Daniele (che lavorava nello stesso Ufficio), sessantacinque anni, il quale, non contento di aver lasciato Jessica, si era messo nella testa di “corteggiare” Elvira. Quando Jessica era venuta a saperlo, si era arrabbiata. Era andata su tutte le furie. In Ufficio, davanti alle Colleghe, aveva accusato (e apostrofato!) Elvira… chiamandola “ruba uomini”. Nell’Ufficio era scesa una “fitta nebbia” (anzi, caligine)… Nessuno parlava più con nessuno… pur di non compromettersi. Cosa fare? Elvira, doveva prendere la decisione che riportasse la situazione alla normalità… Ma quale? Intanto, bisognava dare tempo al tempo. Un lunedì, mattina, di un anno fa, la cinquantaquattrenne chiese un colloquio riservato con il Dirigente Dott. Alfredo, un sessantacinquenne prossimo alla pensione, il quale aveva assunto la funzione di “consigliere dei problemi personali”. Da persona abituata a conciliare ogni cosa… aveva suggerito a Elvira, qualche giorno di ferie… La cinquantaquattrenne non era dello stesso parere. Non voleva lasciare l’Ufficio per il timore di trovarsi “isolata” al rientro. Troncò ogni rapporto con Jessica e Daniele… concentrandosi sul lavoro d’ufficio. La situazione, però, non migliorava. L’aria in Ufficio era irrespirabile e sempre più pesante. Una notte, Elvira, non riuscì a prendere sonno. Contò “tutte le pecorelle del soffitto”… ma non chiuse occhio. Capì che doveva agire… e agire in fretta. La mattina… del risveglio dal sogno era il giorno del suo compleanno: il cinquantaquattresimo! Appena entrata in Ufficio si mise al computer e scrisse un “messaggio personale per ogni collega” (compreso Jessica e Daniele). Diceva. “Oggi, compio cinquantaquattro anni. Mi hanno detto che, cinquantaquattro anni, si compiono una sola volta nella vita. Siccome, voglio ricordare bene questo giorno, ho deciso di offrire un lauto pranzo a tutti i colleghi dell’Ufficio. Inoltre, alla fine del pranzo, ho deciso di offrire (a sorteggio), tra tutti i presenti, un soggiorno di sette giorni sulla Riviera Ligure… in mia compagnia.” L’invito aveva scatenato le più disparate illazioni. Alla fine, Jessica e Daniele non parteciparono. Tutti gli altri aderirono al pranzo… compreso il timido impiegato Calogero, sessant’anni, single, sempre taciturno. Era noto a tutto l’Ufficio che Calogero avesse un debole per Elvira, ma, essendo timido, non aveva mai osato proporsi. Anche il Dirigente Dott. Alfredo ne era a conoscenza. Anzi, decise di prendere parte al Pranzo. Fece di tutto per farsi nominare “giudice del sorteggio”. Fece e disfece, fino a quando riuscì a “sorteggiare” proprio l’impiegato Calogero. Elvira, capì, che il Destino aveva strani metodi per raggiungere i suoi fini. Tuttavia, non era il caso di sottilizzare… dopo tutto erano solo sette giorni… In sette giorni Elvira si era accorta che il Collega Calogero non era affatto timido (in fatto di amore)…anzi! Una volta superato il primo approccio…era diventato un “vulcano in eruzione”. Capì, anche, che le persone non si conoscono mai abbastanza … fino a quando….- (424)

 
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BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°21423 pubblicato il 19 Dicembre 2015 da dinobarili
 

BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI

TERESA RAMAIOLI

 

 

 

 
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ASPETTANDO IL NATALE di Teresa Ramaioli

Post n°21422 pubblicato il 19 Dicembre 2015 da dinobarili
 

ASPETTANDO IL NATALE 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 18/12/15 alle 17:58 via WEB
CALENDARIO DELL’AVVENTO---SABATO 19 DICEMBRE ---LA FAVOLA DI NATALE di GIOVANNINO GUARESCHI---C’era una volta un prigioniero. No: c’era una volta un bambino. Meglio ancora: c’era una volta una Poesia. Anzi, facciamo così: C’era una volta un bambino che aveva il papà prigioniero. E la Poesia? – direte voi – cosa c’entra? La Poesia c’entra perché il bambino l’aveva imparata a memoria per recitarla al suo papà, la sera di Natale. Ma, il papà del bambino era prigioniero in un paese lontano lontano. Un paese curioso, dove l’estate durava soltanto un giorno e, spesso, anche quel giorno pioveva o nevicava. Un paese straordinario, dove tutto si tirava fuori dal carbone: lo zucchero, il burro, la benzina, la gomma. Un paese senza l’uguale, dove tutto quello che è necessario all’esistenza era calcolato con così mirabile esattezza in milligrammi, calorie, erg e ampère, che bastava sbagliare un’addizione – durante il pasto – per rimanerci morti stecchiti di fame”. Alla sera della Vigilia il bambino continuava a fissare una sedia vuota: quando i papà non ci sono il Natale non è più né felice né spensierato. Allora Albertino, così si chiamava, recitò la sua poesia: “Din don dan la campanella questa notte suonerà e una grande, argentea stella su nel ciel s’accenderà”. Alla fine la finestra si spalancò e la Poesia, trasformata in un uccellino, volò via. “Dove vuoi che ti porti?” domandò il Vento.”Portami nel Paese dove è adesso il papà del mio bambino”, disse la Poesia. “Stai fresca!” rispose il Vento, “Perché prendano anche me e mi mandino al lavoro obbligatorio a far girare le pale dei loro mulini a vento! Niente da fare: scendi! “Ma la Poesia tanto pregò che il Vento acconsentì a portarla almeno alla frontiera. “Faceva tanto freddo che la povera poesiola aveva tutte le rime gelate e non riusciva neppure a spiccare il volo. ”Dove vai?” le chiese un vecchio il quale, con uno stoppino legato in cima a una pertica, cercava invano d’accendere qualche stellina nel cielo nero. “Al campo di concentramento”, rispose la Poesia senza fermarsi.“Ohimè”, sospirò il vecchio, “internano anche la Poesia, adesso?”. Alla fine il coraggio e l’amore di Albertino gli faranno riabbracciare il suo adorato papà. Giovannino Guareschi scrisse “La favola di Natale” a Sandbostel, nel campo dove era internato. Arturo Coppola, compagno di prigionia dello scrittore, musicò la fiaba e diresse l’orchestra e il coro degli internati per una rappresentazione che si svolse in una baracca del campo la sera di Natale del 1944: “Per l’umidità i violini si scollavano, perdevano il manico”, scrisse dopo la guerra Guareschi. “Le voci faticavano a uscire da quella fame vestita di stracci e di freddo”. Eppure la fiaba di Albertino restituì un sorriso ai prigionieri. E speriamo anche ai nostri lettori. Che sotto l’albero ci sia un po’ di speranza: Buon Natale. Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO LAURA ... LAURA1953 (VALENCIA-SPAGNA)

Post n°21421 pubblicato il 19 Dicembre 2015 da dinobarili
 

CIAO LAURA ... LAURA 1953

VALENCIA SPAGNA

laura1953
laura1953 il 18/12/15 alle 15:53 via WEB
Ciao Dino,buon venerdi pomeriggio e felicissimo weekend e che sia colmo di gioia ed amore,un abbraccio ..Laura CLICCA
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/12/15 alle 07:25 via WEB
Ciao Laura. Grazie per il clicca. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 19/12/15 alle 07:25 via WEB
Ciao Laura. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DA CREMONA

Post n°21420 pubblicato il 19 Dicembre 2015 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

alba.estate2012
alba.estate2012 il 18/12/15 alle 13:03 via WEB
Ciao Dino! Ho ascoltato Macario in "Turin" è stato meraviglioso rivedere un artista di così grande talento! grazie per l'opportunità che mi hai regalato. Buona giornata, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/12/15 alle 07:23 via WEB
Ciao Antonella. Grazie per il bel commento. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 19/12/15 alle 07:23 via WEB
Ciao Antonella. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO TANMIK

Post n°21419 pubblicato il 19 Dicembre 2015 da dinobarili
 
Tag: tanmik

CIAO TANMIK

tanmik
tanmik il 18/12/15 alle 08:49 via WEB
Le mani ha avvezze a troppe carezze: Ti cinge e ti abbraccia tra bollenti braccia.L’Amore vero ha un solo pensiero che vola leggiadro di fiore in fiore Un sorriso augurandoti uno splendido e luminoso…… https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSLR6gegS6eoqO6ooEYBTUEeRPTpBPGP2698gPV3W5nDCej6XeJKg
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/12/15 alle 07:21 via WEB
Ciao Mik. Buona giornata. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 19/12/15 alle 07:24 via WEB
Ciao Mik. Grazie per la visita. Dino
(Rispondi)

 

 
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