Messaggi del 13/01/2016

BUON MERCOLEDI' ... DA PAVIA

Post n°21657 pubblicato il 13 Gennaio 2016 da dinobarili
 

BUON MERCOLEDI’ …

… dalla magica

PAVIA

dove tutto è poesia.

Dove … il cielo è sempre blu

e il Ticino fa … glu  … glu

13 gennaio 2016

“Troppe parole … non dicono la verità”

Dino

Vedi … pagina

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Dino Barili

97 “una canzone al giorno”

“Giro d’Italia … in Musica”

Gigliola Cinquetti

“Alle Porte del Sole”

Nella vita le parole sono importanti. Tuttavia, ci sono parole utili … ed altre un po’ meno (forse, assolutamente inutili). Anche nelle canzoni è così. Gigliola Cinquetti ha una sensibilità speciale nel scegliere i testi. Vale per … “Alle Porte del Sole”. L’inizio sembra quasi un’imprudenza. “forse per paura con te/ l’amore non ho fatto mai” I dubbi sono sempre molti. Dietro ci sono mille perché. Alla fine si arriva al dunque e … “adesso che sento il tuo corpo vicino/ io nel buio … ti chiedo di portarmi con te” Dove?   “Alle Porte del Sole … ai confini del mare” Esistono dei momenti nella vita in cui tutto diventa meraviglioso … la vita … il futuro … i sogni … le speranze. La vita, però, è quella normale, di tutti i giorni, di un giorno dopo l’altro. “Mi dici di cercare una casa/ per vivere insieme” Nulla di eccezionale, ma attenzione … Ogni medaglia ha il suo rovescio … l’altra faccia … è quella della quotidianità. Dipende dai protagonisti della storia renderla viva ed effervescente. E’ il momento di passare dalle parole ai fatti. “Ogni porta che si apriva/ mi sembrava primavera” Ed è così. Una primavera … che “non può” (e non deve) … mai diventare “inverno”. Buon ascolto. Dino

 
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FRANCA racconto (449) di Dino Secondo Barili

Post n°21656 pubblicato il 13 Gennaio 2016 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

449

Franca

Ci sono tanti modi per affrontare la vita. C’è chi è sempre in movimento e non perde mai occasione per vivere tutti i momenti che la vita offre. E chi, invece, si adagia e si lascia dominare dagli eventi. Non sempre una persona ha la forza di combattere, di reagire ad ogni situazione. Franca, quarantacinque anni, era in quello stato. Aveva un bel posto di lavoro a Milano, ma sul piano sentimentale non era assolutamente contenta. Anzi, era decisamente arrabbiata con sé stessa e con il corso degli eventi. Per esempio. Appena entrata in servizio aveva conosciuto Massimo di cinque anni più grande. Si erano piaciuti e si erano frequentati per un paio d’anni. Tutto sembrava andare nel migliore dei modi, invece, Massimo, un giorno, partì per l’Africa a fare il Volontario per una Onlus. La relazione si interruppe… e la “fiamma” si spense. Due anni dopo, Franca fece amicizia con un fotoamatore. Si chiamava Vincenzo. Era suo coetaneo ed aveva velleità artistiche. L’amicizia si trasformò presto in simpatia ed ebbe inizio una relazione che sembrava avere un grande futuro. Un giorno, Vincenzo propose a Franca di fare un “safari” fotografico in collina. Sembrava una delle tante “gite fuori porta” di due innamorati. Franca si preparò a dovere. Preparò la colazione al sacco. Complice un tempo straordinariamente adatto alla ripresa fotografica, Vincenzo fece tantissime fotografie. Ad un tratto, iniziò a fotografare Franca la quale si metteva nelle posizioni richieste da Vincenzo. Il fotoamatore, però, aveva altre mire. “Franca perché non ti metti nuda? Ho voglia di fotografarti come madre natura ti ha fatto…” Per Franca è stato come un campanello d’allarme che si era messo a suonare all’impazzata. Divenne rigida come uno stoccafisso, come se fosse stava investita da un secchiata di acqua gelata. Si fece muta come un pesce … e non aprì più bocca. Vincenzo aveva sottovalutato la reazione di Franca. I due tornarono a Milano senza dirsi una parola. Da quel giorno Franca e Vincenzo non si sono più incontrati. Tutto finito. Un anno fa, a quarantacinque anni Franca, era ancora con il pensiero rivolto a Massimo e a Vincenzo. Per la quarantacinquenne, gli uomini erano diventati degli “enigmi”. Ogni tanto aveva degli incubi. Ne parlò al suo Medico di Fiducia, il Dott. Giuseppe. E’ stato difficile per Franca aprire il discorso, ma il Dott. Giuseppe, trasmetteva quel senso di sicurezza di cui Franca aveva bisogno. Alla fine la quarantacinquenne “sputò il rospo”. Il Medico prese il discorso alla larga, ma giunse presto al nocciolo del problema. “Secondo me, tu Franca, affronti male il problema. Non devi avvicinarti agli uomini con la preoccupazione che, da un momento all’altro, potrebbero presentare il loro “lato oscuro”. Anzi, l’ultimo pensiero dovrebbe essere proprio quello. Una donna ha bisogno di conoscere l’altra metà del cielo… Non per conquistare un fidanzato o un futuro marito, ma per conoscere l’uomo, l’uomo vero, come è fatto. Nessuna donna è obbligata ad accettare ciò che non vuole e non desidera… Prova a parlare disinteressatamente con l’altra metà del cielo … senza secondi fini.” Franca capì che il suo approccio con l’altro sesso era sbagliato. Nel suo Ufficio c’era Mansueto, un cinquantenne, single. Dalle occhiate, Franca aveva capito che Mansueto era alla ricerca della compagna. Questa volta, però, non voleva cadere nella rete. Accettò il dialogo con Mansueto che era un appassionato d’arte. Non perdeva una Mostra. Franca, però, accettò l’invito di Mansueto a visitare alcune mostre veramente interessanti. Quando due persone trovano “argomenti comuni” il rapporto diventa interessante. Un giorno Mansueto ricevette l’invito a vistare una Mostra a Londra da parte di un suo zio che vi risiedeva da anni. Il cinquantenne propose a Franca di fare una vacanza insieme. Franca accettò. Insieme partirono… e tornarono innamoratissimi… Si guardavano negli occhi e vedevano tutte le stelle del firmamento. - (449)

 
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BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°21655 pubblicato il 13 Gennaio 2016 da dinobarili
 

BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI

TERESA RAMAIOLI

 

 

 

 
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MILANO CASA VERDI di Teresa Ramaioli

Post n°21654 pubblicato il 13 Gennaio 2016 da dinobarili
 

MILANO

CASA VERDI 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 12/01/16 alle 16:45 via WEB
CASA VERDI ---MILANO----“Delle mie opere, quella che mi piace di più è la Casa che ho fatto costruire a Milano per accogliervi i vecchi artisti di canto non favoriti dalla fortuna, o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio. Poveri e cari compagni della mia vita!”. Sono queste le parole che Giuseppe Verdi utilizza per descrivere: la Casa di Riposo per Musicisti a Milano. Voluto da Giuseppe Verdi fra il 1896 e il 1899 e realizzato dall'architetto Camillo Boito, questo edificio in stile neogotico fu l'ultimo grande sforzo del maestro di Busseto poco prima che morisse a Milano. La Casa di Riposo per Musicisti, meglio conosciuta come "Casa Verdi" è una struttura, un museo che ripercorre non solo la vita di Verdi e di sua moglie Giuseppina Strepponi, ma anche di tutti coloro che in questa casa risiedettero e portarono omaggio al Maestro. Vi si trovano dagli oggetti personali agli arredi monogrammati GV, da collezioni d'arte,come i busti di Vincenzo Gemito o il ritratto di Verdi di Giovanni Boldini, fino ai calchi in gesso del volto e della mano di Giuseppe Verdi. Il maestro, morto all'Hotel de Milan il 27 gennaio del 1901, ricevette funerali solenni che lo accompagnarono provvisoriamente al Cimitero Monumentale, da dove la salma venne poi traslata per riposare insieme alla moglie nella cripta della Casa di Riposo per Musicisti, decorata da grandi artisti dell'epoca. L’ambiente, suggestivo, è decorato a mosaico su disegni di Ludovico Pogliaghi. La sontuosa sistemazione fu frutto della devozione di Teresa Stolz che dedicò gli ultimi anni della sua esistenza (e una somma in denaro importante) alla sistemazione del tempio funerario. Al centro del grande mosaico la Stolz volle due figure di geni che levano alta una corona ornata da bacche d’oro e un medaglione con il ritratto di Verdi fuso in bronzo da Giovanni Lomazzi. Sotto quest’immagine, un’iscrizione riporta il verso di D’Annunzio dedicato al grande bussetano: “pianse e amò per tutti”. Le due tombe, realizzate da Lomazzi, sono sobrie ed austere e riflettono pienamente il carattere del Maestro. Alla parete sono appoggiate due corone che ricordano la visita di Vittorio Emanuele III l’8 ottobre 1901. Su suggerimento della regina Margherita venne aggiunta una targa in ricordo della prima moglie del Maestro, Margherita Barezzi e dei suoi due figli: “Dolce consorte a lui vicina nelle prime lotte della vita, lo fece padre di Igino e Virginia, desiderati e pianti ancora piccoli”. I primi ospiti entrarono in casa Verdi nel 1902 e da allora, la struttura ha accolto più di mille persone fra musicisti, coristi, direttori, orchestrali e cantanti, avvalendosi oltre ai contributi dei tanti donatori, proprio dei proventi dei diritti delle opere di Verdi, che il maestro stesso per volere testamentario destinò al mantenimento ed al funzionamento della propria Casa di Riposo per Musicisti. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO TANMIK

Post n°21653 pubblicato il 13 Gennaio 2016 da dinobarili
 
Tag: tanmik

CIAO TANMIK

tanmik
tanmik il 12/01/16 alle 21:36 via WEB
Buona sera DINO, domani non ci sarò in web perchè esco presto e non lascerò commenti, ma ti lascio il mio pensiero per una notte serena, un risveglio bellissimo ed una giornata piacevole. MIK https://youtu.be/J1yZI3vyBSs?t=18
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 13/01/16 alle 08:17 via WEB
Ciao Mik. Grazie della visita e del pensiero. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 13/01/16 alle 08:18 via WEB
Ciao Mik. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DA CREMONA

Post n°21652 pubblicato il 13 Gennaio 2016 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

alba.estate2012
alba.estate2012 il 12/01/16 alle 17:11 via WEB
Ciao Dino, la canzone che proponi è bellissima.. mi mette allegria! Buon martedì sera, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 13/01/16 alle 08:16 via WEB
Ciao Antonella ... con questo freddo ... il mare è un sogno. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 13/01/16 alle 08:16 via WEB
Ciao Antonella. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO GABBAINO 642014

Post n°21651 pubblicato il 13 Gennaio 2016 da dinobarili
 

CIAO GABBIANO 642014

gabbiano642014
gabbiano642014 il 12/01/16 alle 12:50 via WEB
Buongiorno Dino... In quel se stesso vivi totalmente con l'altro.Buon pomeriggio!Patty
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 13/01/16 alle 08:15 via WEB
Ciao Patty. Hai ragione. Vivere è vivere. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 13/01/16 alle 08:15 via WEB
Ciao Patty. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO MONELLACCIO 19

Post n°21650 pubblicato il 13 Gennaio 2016 da dinobarili
 

CIAO MONELLACCIO 19

monellaccio19
monellaccio19 il 12/01/16 alle 11:49 via WEB
"Ciao mare" è l'identità della classica balera romagnola. Il liscio per eccellenza, il ballo che Il Padre di Raul Casadei, Secondo era il suo nome, sublimò sin dalla metà degli anni cinquanta, lasciando poi nel tempo, una grande eredità di genere musicale. Buon giorno Dino.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 13/01/16 alle 08:13 via WEB
Ciao Carlo. Bel commento, preciso e completo. L'amore per la musica è superlativo. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 13/01/16 alle 08:14 via WEB
Ciao Carlo. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO EMMEGRACE

Post n°21649 pubblicato il 13 Gennaio 2016 da dinobarili
 

CIAO EMMEGRACE

EMMEGRACE
EMMEGRACE il 12/01/16 alle 09:52 via WEB
Sempre interessanti queste "gemme musicali" che proponi con il loro significato. Buon martedì,Grace. Un sorriso.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 13/01/16 alle 08:11 via WEB
Ciao Grace. Ogni giorno una gemma ... per vivere felici. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 13/01/16 alle 08:12 via WEB
Ciao Grace. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO EDELWEISS

Post n°21648 pubblicato il 13 Gennaio 2016 da dinobarili
 

CIAO    E D E L W E I S S  

e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 12/01/16 alle 16:09 via WEB
...e tutti vissero felici e contenti! ...alle volte un'azione diventa miccia e per un'azione cambiano tutti gli scenari. buon pomeriggio, ciaooo :-)
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 13/01/16 alle 08:06 via WEB
Ciao Elena. Belli i racconti. Sembra di essere ritornati al tempo che fu. Quando le persone per ripararsi dal freddo si riunivano nelle stalle e c'era il Cantastorie. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 13/01/16 alle 08:06 via WEB
Ciao Elena. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 
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CIAO LAURA ... LASCRIVANA

Post n°21647 pubblicato il 13 Gennaio 2016 da dinobarili
 

CIAO LAURA... LA SCRIVANA

 
lascrivana
lascrivana il 12/01/16 alle 08:07 via WEB
Si sono sistemati tutti. Un bel colpo di fortuna. Ciao Dino.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 13/01/16 alle 07:57 via WEB
Ciao Laura. Dovrebbe sempre essere cosi. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 13/01/16 alle 07:57 via WEB
Ciao Laura. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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BIANCA MARIA VISCONTI di Teresa Ramaioli

Post n°21646 pubblicato il 13 Gennaio 2016 da dinobarili
 

BIANCA MARIA VISCONTI

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 12/01/16 alle 16:47 via WEB
Bianca Maria Visconti--La mattina del 25 ottobre 1441, la gente si era ritrovata lungo la strada che conduce alla Chiesa di San Sigismondo, a Cremona, per festeggiare Maria Bianca Visconti..Francesco Sforza, doveve sposare Bianca Maria Visconti, sua promessa sposa da 12 anni,e aveva scelto quella chiesa di periferia, anziché il Duomo di Cremona per motivi di sicurezza. La differenza d'età fra gli sposi, 40 anni lui, 17 lei, aveva messo in dubbio, tra gl'invidiosi, la solidità di quell'unione. Invece, fu un'unione felice, allietata dalla presenza di otto figli. Bianca Maria era l'unica figlia legittima di Filippo Maria Visconti, la sola, ad avere il diritto di succedere al trono. A causa di un testamento lasciato dal bisnonno, ma non più ritrovato, il regno sarebbe dovuto passare di padre in figlio, solo per via maschile. Francesco era figlio naturale di Jacopo degli Attendoli, uno dei più celebri capitani di ventura italiani, che si era meritato il soprannome di Sforza dal suo maestro d'armi, per la tenace resistenza. Il Visconti, non avendo figli maschi legittimi, aveva adottato Francesco, facendogli poi sposare sua figlia. Bianca Maria fu promessa in sposa quando aveva solo cinque anni, mentre lui era già un uomo di ventotto anni. Filippo Maria Visconti ,in attesa che la figlia crescendo fosse pronta per il matrimonio, mandò la piccola e la madre, sua moglie, nel castello di Abbiate (la futura Abbiategrasso); perché più sicuro, rispetto la rocca milanese, e inespugnabile dagli attacchi del popolo, provocati da una sua politica spesso vessatoria. Il Castello di Milano, all'epoca Rocca di Porta Giovia, era stato costruito dal nonno di Filippo Maria, Galeazzo II Visconti, negli anni 1358 - 1368; (a Galeazzo II si devono la costruzione di due opere simbolo di Pavia: il Castello Visconteo e l' Università degli Studi.).Il Duca considerava il Castello di Abbiate poco confortevole, decise di farlo rinforzare, fece allestire stanze che fossero degne di accogliere la sua figlioletta e la sua consorte. Dopo il restauro avvenne il fidanzamento per procura tra Bianca di sette anni e Francesco di trenta. Bianca Maria e sua mamma partirono per il castello di Abbiate. I fidanzati si vedranno al giorno del matrimonio, quando Bianca avrà compiuto 17 anni, l'età minima ritenuta conveniente per sposarsi Bianca Maria visse dieci anni racchiusa tra solide mura, sognando , come tutte le ragazze, il principe azzurro. Venne così il giorno del matrimonio. Marco Antonio Coccio, detto Sabellico, quarant'anni dopo narrò di quel rito nuziale, e del discorso che Francesco fece alla ragazza: "Confesso d'essere entrato in asprissima guerra per mostrare che tutto quello che facevo era per amor vostro; certo io deliberai con animo caldo di morire non potendo acquistarvi. Non cercavo d'offendervi ma di difender me, perchè il duca non mi facesse ingiuria: ora io gli dono la pace e benché mi vediate cinto d'armi pensate d'esser mandata a un quieto et amorevolissimo sposo". Nel discorso accenna alle armi ,segno di un periodo burrascoso vissuto dallo sposo,ma dovuto anche al carattere instabile del duca padre,(promesse e ripensamenti nel concedergli la figlia in sposa). Le armi sono il segno che anche quel giorno, pur trovandosi a casa della sua promessa sposa (Cremona era il suo piccolo regno, che aveva ricevuto in dono dal padre, quando era ancora in tenera età), temeva agguati da parte di sicari inviati dal futuro suocero .La scelta, all'ultimo momento, di quella chiesa nel mezzo di una campagna,anziché il Duomo, situato in una serie di vie, che avrebbero reso facile la fuga di sicari, rientrò in una strategia di difesa. La storia tra Francesco e Bianca incominciava e…, sarebbe stata una storia d'amore. Finalmente le nozze .La sposa, vestita di rosso, colore nuziale, (segno zodiacale dell’Ariete)era giunta a cavallo di un destriero bianco dalla gualdrappa dorata. Lo sposo,fece il tragitto che lo condusse alla chiesa, preceduto da duemila cavalieri in squadre ornate d'oro e d'argento, formate da capitani, condottieri e capisquadra. Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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