Messaggi del 26/02/2016

BUON VENERDI' ... DA PAVIA

Post n°22174 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da dinobarili
 

BUON VENERDI’ …

dalla magica

PAVIA

dove tutto è poesia.

Dove il cielo è sempre blu,

il Ticino fa … glu … glu,

e tutti … amano di più.

26 febbraio 2016

 “pensiero del giorno”

“Per ottenere risultati …

ci vuole costanza”

Dino

… sul Blog … e sulla pagina

FACEBOOK

puoi trovare …

*

 “il racconto del giorno”

501 “L’Architetto Fortunato”

*

6 “La collezione di Andrea”

*

141 “una canzone al giorno”

“Giro d’Italia … in Musica”

Claudio Villa

 “Qui sotto il cielo di Capri”

Inutile nasconderlo … Capri è tra le più belle isole del mondo. Non solo perché è Capri, ma proprio perché è Capri … un Mito. Per sentirsi a Capri basta ascoltare una canzone …“Qui sotto il cielo di Capri” (beguine di Bonagura – Fragna) cantata da Claudio Villa. Gli Artisti sanno come “accendere” le emozioni. “Qui/ sotto il cielo di Capri/ come è bello sognar/ mentre mormora il mar” Capri non è solo un’isola, è storia, poesia … mare. Un’azzurra distesa … dove gli occhi si perdono a vista d’occhio … i pensieri passeggiano tra nuvole inesistenti … e “Vetrine di coralli/ per strade che va su e giù …” Ovvio che, poi, le persone dimenticano tutto, presente, passato e futuro … il futuro no. E’ proprio il futuro che Capri accende. Lo dice chiaro Claudio Villa “Qui/ sotto il cielo di Capri/ voglio vivere ed amar/ … tutto il mondo scordar” Non proprio tutto. Si ricordano solo le cose belle … che danno piacere e gioia di vivere. Dino  

 
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L'ARCHITETTO FORTUNATO racconto (501) di Dino Secondo Barili

Post n°22173 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del giorno

501

L’Architetto Fortunato e le nuove idee

Le crisi economiche sono come le guerre… Ogni persona le affronta come può… sperando che tutto vada per il meglio. L’Architetto Fortunato, con Studio avviato in Milano, aveva una sua logica. “Coloro che non si rinnovano… muoiono”. Non basta fare quello che si può… Bisogna fare molto di più. Capire dove ci sono i punti deboli e intervenire. Un anno fa, L’Architetto Fortunato, aveva notato che nel suo Studio mancava vivacità e entusiasmo. Aveva alle proprie dipendenze sette Architetti, tre donne e quattro uomini. Facevano il loro lavoro, in modo isolato, senza neppure rivolgersi lo sguardo. Mai una parola… che non fosse di circostanza. A giudizio dell’Architetto un simile atteggiamento portava all’isolamento, alla mancanza di dialogo, di stimoli. Un lunedì mattina di un anno fa, decise di intervenire, di cambiare sistema. Convocò il personale per una riunione urgente. I sette Architetti si sentirono sulle spine. Si aspettavano una di quelle “lavate di capo” di cui il “Capo Supremo” (come veniva chiamato) era un campione. Invece, con voce tranquilla l’Architetto parlò. “Cari Colleghi… (gli Architetti si guardarono in faccia, ma non dissero nulla… le pensarono tutte) Cari Colleghi… da oggi cambiamo sistema. Questo Studio non mi piace così com’è. Ogni volta che entro qui dentro mi sembra di entrare in “una Sala Operatoria”. Tutti in silenzio, tutti tesi come elastici per il timore di non sbagliare o di fare qualcosa che non va. Non un sorriso… non una parola. Questo non è uno Studio di Architettura… O meglio, non è lo studio di Architettura che voglio io. Da questo momento, una volta alla settimana facciamo una “mattinata” di aggiornamento.” I sette Architetti si guardarono in faccia come dire “…di quale novità si tratta?”. L’Architetto Fortunato continuò. “La mattinata di aggiornamento, però, non la facciamo qui dentro… ma fuori, nella città, per le vie di Milano. Una volta al Bar, un’altra in Piazza del Duomo… al Museo Brera, Poldi Pozzoli o altri… o sopra al Duomo… tra le guglie… o al Castello Sforzesco… o non so dove. Dappertutto insomma, tranne che qua dentro. Il motivo è subito spiegato. L’architettura è una “attività creativa”… Non è un’attività “cervellotica” da persone che “amano vivere con i fantasmi della loro mente”. L’architettura è al servizio delle persone… non le persone al servizio dell’Architettura. Per fare in modo che l’Architettura sia al servizio delle persone… bisogna che gli Architetti, cioè noi, viviamo la vita delle persone, in mezzo alle persone, con loro … nei vari momenti della giornata.” Detto fatto l’Architetto Fortunato con i suoi sette Architetti usci dallo Studio e si avventurò per la città. Milano è una fonte di ispirazione … illimitata. Basta passeggiare, guardarsi intorno e… c’è di tutto e di più. I sette Architetti cominciarono a parlare tra loro a fare domande al loro “Capo Supremo” che adagio adagio divenne sempre meno Capo e sempre più Supremo… Tutti hanno cominciato a “respirare un’altra aria”. Il “vizio” degli Architetti è quello di avere sempre un blocnotes tra le mani e … scarabocchiare in continuazione. L’Architetto Claudio era attratto dalle stupende gambe della collega Federica. Quasi senza volerlo disegnò un paio di gambe da fine del mondo… seguito dalla scritta “Federica hai le più belle gambe dell’universo”. Qualcuno sbirciò il blocnotes e si mise a ridere… Anche Federica aveva notato il disegno di Claudio… Era da tempo che ci pensava. Non sapeva se fare il primo passo… o se aspettare che lo facesse Claudio… Ora, Claudio l’aveva fatto…al resto ci avrebbe pensato lei. L’Architetto Fortunato aveva aperto un “vaso di Pandora”… perché “da cosa nasce cosa”… dal niente … nasce il nulla. -(501)

 
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LA COLLEZIONE DI ANDREA di Dino Secondo Barili

Post n°22171 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da dinobarili
 

Racconto del 26 febbraio

“ La collezione di Andrea”

Inutile nasconderlo, i collezionisti sono dei passionali. Forse un po’ misantropi, ma passionali … preferiscono stare soli a contemplare le loro collezioni. Nel senso che per le loro collezioni danno l’anima. E’ così anche per il Dott. Andrea, cinquant’anni, single, fisico atletico. Per “collezionare” ha rinunciato anche a farsi la fidanzata. Le donne erano la sua passione … ma dopo le collezioni di monete d’oro (che – per lui – erano e sono il massimo della felicità). Al compimento dei cinquant’anni, però, è andato in crisi. Dopo molti successi aveva collezionato  “serie” importanti … meno una: una “serie” di monete d’oro del 1700. Da un anno era alla spasmodica ricerca dell’unica moneta d’oro mancante. Aveva fatto mille telefonate, visitato tutti i negozi di Milano e la Lombardia, frequentato mercatini … e mercati importanti. Da una ricerca storica era venuto a sapere che di quella serie “non” ne esisteva una completa. I collezionisti, però, sono caparbi, non demordono … per le loro collezioni sarebbero disposti a vendere anche l’anima al Diavolo. Una settimana fa, il Dott. Andrea era su un’isola del Ticino tra Pavia e Bereguardo. Aveva accompagnato l’amico Franco, collezionista di farfalle. L’isola, infatti, si chiama … l’Isola delle Farfalle. In attesa che l’amico Franco inseguisse i propri “oggetti del desiderio”, Andrea si è seduto per terra a far passare il tempo. Ad un tratto i suoi occhi sono stati attratti da qualcosa che luccicava … luccicava d’oro. Andrea aguzzò la vista. Non  voleva credere ai propri occhi. Era una moneta d’oro. Pensò che avesse le allucinazioni. Invece, no … Era proprio una moneta d’oro! … Era la moneta d’oro che mancava alla sua più importante collezione di monete d’oro del 1700. Dino   

 
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BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°22170 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da dinobarili
 

BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI

TERESA RAMAIOLI

 

 

 

 
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MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°22169 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da dinobarili
 

MILANO 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 25/02/16 alle 17:08 via WEB
MILANO--PIAZZA VETRA era(in passato) una delle zone più temute della città, era il luogo destinato alle esecuzioni capitali. Dove ora passeggiamo con i nostri bambini, ci sediamo sulle panchine a chiacchierare,un tempo si sentivano le urla dei ladri impiccati. Piazza Vetra (piazzale Vetra) prende il nome dal canale da cui era attraversato, una diramazione dell’Olona,( Platea Vetus – Piazza Vecchia) Il ponte sul canale,che collegava la piazza , era chiamato, ‘ponte della Morte’. Dal Mille circa fino al 1814, ladri, assassini, eretici, streghe ed untori (coloro che diffondevano la peste) venivano giustiziati in piazza Vetra. La storia racconta che l’untore Giangiacomo Mora, proprietario di un negozio di barbiere in zona di Porta Ticinese, fu accusato di diffondere la peste, con il suo complice Guglielmo Piazza , venne condannato a morte. La sentenza viene riportata anche nel testo di Alessandro Manzoni ‘La colonna infame’: “.. Che i nominati Piazza e Mora, denunziata ad essi prima la morte, sieno torturati, adoperando anche il canape. … Che posti sur carro sieno condotti al luogo solito del supplizio, per via sieno tanagliati con ferro rovente nei luoghi ove hanno commesso il delitto; davanti alla bottega del Mora sia ad entrambi mozza la mano destra; sien loro sfracellate le ossa all’usato; si innalzi la ruota, essi vi sieno intrecciati vivi: dopo sei ore scannati; poi si ardano i cadaveri, le ceneri si gettino al fiume; la casa del Mora sia spianata, e sullo spiazzo eretta una colonna che abbia nome d’infame, e porti una iscrizione del fatto. ..” Morti i due, si diede seguito alle disposizioni della sentenza del Senato, demolendo dalle fondamenta la casa del barbiere, e sullo slargo così creatosi si innalzò una colonna di granito, con in cima una sfera di pietra, la colonna infame, a perenne ricordo della malvagità degli artefici dell'epidemia. Sul muro della casa di fronte venne affissa una grossa lapide, la quale ricordasse quali furono le colpe dei due criminali, quale la pena loro riservata, e il monito affinché nessuno mai osasse riedificare sui resti della bottega del barbiere Mora. ( che rimase dal 1630 fino al 1778 quando venne abbattuta). "Qui dov'è questa piazza sorgeva un tempo la barbieria di Gian Giacomo Mora il quale congiurato con Guglielmo Piazza pubblico commissario di sanità e con altri mentre la peste infieriva più atroce sparsi qua e là mortiferi unguenti molti trasse a crudele morte questi due adunque giudicati nemici della patria il senato comandò che sovra alto carro martoriati prima con rovente tanaglia e tronca la mano destra si frangessero colla ruota e alla ruota intrecciati dopo sei ore scannati poscia abbruciati e perché d'uomini così scellerati nulla resti confiscati gli averi si gettassero le ceneri nel fiume a memoria perpetua di tale reato questa casa officina del delitto il senato medesimo ordinò spianare e giammai rialzarsi in futuro ed erigere una colonna che si appelli infame lungi adunque lungi da qui buoni cittadini che voi l'infelice infame suolo non contamini. 1° agosto 1630"(traduzione del Verri). (prima parte, continua). Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO EDELWEISS

Post n°22168 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da dinobarili
 

CIAO   E D E L W E I S S

e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 25/02/16 alle 18:14 via WEB
non sono di Firenza ma questa canzone la conosco. sì, le radici restano anche quando vai via dal tuo paese. ciao Dino :-)
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:50 via WEB
Ciao Elena. Le radici restano ... senza radici la pianta non sta in piedi. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:52 via WEB
Ciao Elena. la pianta ha bisogno delle radici. Anzi, più sono profonde le radici ... più importante è la pianta. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO APUNGI1950 2

Post n°22167 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da dinobarili
 

CIAO APUNGI1950 2

apungi1950_2
apungi1950_2 il 25/02/16 alle 15:33 via WEB
Ciao Dino .. Gli amici hanno bisogno uno dell'altro proprio come un fiore ha bisogno della pioggia per aprirsi e mostrare la sua bellezza. L'amicizia dovrebbe essere una preziosa carezza di cui non puoi fare a meno.(Sergio Bambarén) ti auguro un felice e sereno pomeriggio che sia pieno di gioia con il tuo cuore sempre colmo d'amore un abbraccio. Antonio..,,Clicca
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:48 via WEB
Ciao Antonio. Bel commento. Hai ragione. Condivido. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:49 via WEB
Ciao. Buona felice giornata. Dino
(Rispondi)
 
 
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:49 via WEB
Ciao Antonio. Grazie per il clicca. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO GABBIANO642014

Post n°22166 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da dinobarili
 

CIAO GABBIANO642014

gabbiano642014
gabbiano642014 il 25/02/16 alle 10:58 via WEB
Buongiorno Dino...Nelle tappe della Vita..il Silenzio...il Comprendere..l'Amore..
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:45 via WEB
Ciao Patty. la vita è comprensione, amore, coraggio. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:46 via WEB
Ciao Patty. Buon venerdì. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DA CREMONA

Post n°22165 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

alba.estate2012
alba.estate2012 il 25/02/16 alle 10:11 via WEB
Ciao Dino! La canzone che proponi oggi è bellissima e molto famosa, l'ho ascoltata poco fa. Bellissimo il pensiero del giorno! Buon giovedì, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:44 via WEB
Ciao Antonella. Le canzoni sono il profumo della nostra terra. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:45 via WEB
Ciao Antonella. Buona e felice giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO EMMEGRACE

Post n°22164 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da dinobarili
 

CIAO EMMEGRACE

EMMEGRACE
EMMEGRACE il 25/02/16 alle 08:58 via WEB
Le origini non si dimenticano mai. Magari ogni tanto arriva la nostalgia perchè si è lontani da quella città ma rimarrà sempre nel cuore. Bello scoprire ogni dì una chicca musicale del Belpaese! Bravo Dino, buon giovedì! Grace https://www.youtube.com/watch?v=m2OCvTmfBzM
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:43 via WEB
Ciao Grace. Bel commento. Le canzoni sono la miniera d'oro della nostra terra. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:44 via WEB
Ciao Grace. Buona e felice giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO GABBIANO642014

Post n°22163 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da dinobarili
 

CIAO GABBIANO642014

gabbiano642014
gabbiano642014 il 25/02/16 alle 10:59 via WEB
Ti auguro una buona giornata Dino!Patty
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:46 via WEB
Ciao Patty. Felice giornata. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:47 via WEB
Ciao Patty. ogni giorno sole nuovo. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO TANMIK

Post n°22162 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da dinobarili
 
Tag: tanmik

CIAO TANMIK

tanmik
tanmik il 26/02/16 alle 05:43 via WEB
DINA, Ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un po’ di se e si porta via un po’ di noi. Auguro sereno Venerdì e felice Week End pieno di gioia^____**. Mik
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:53 via WEB
Ciao Mik. Grazie della visita. Buona giornata. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 26/02/16 alle 06:53 via WEB
Ciao Mik. Buon Venerdì. Dino
(Rispondi)

 

 
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IL MONTE RUSHMORE di Teresa Ramaioli

Post n°22161 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da dinobarili
 

IL MONTE RUSHMORE 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 25/02/16 alle 17:09 via WEB
IL MONTE RUSHMORE---Il 31 ottobre del 1941, venne completato uno dei monumenti più celebri degli Stati Uniti: le sculture dei volti degli ex presidenti degli Stati Uniti George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln, nel granito del monte Rushmore. Il monumento richiese 14 anni di lavorazione, dal 1927 al 1941. Le tribù indiane Sioux della zona, che consideravano le Black Hills come un territorio sacro, chiamavano il monte Rushmore “i Sei Nonni”, mentre i coloni bianchi della zona utilizzavano diversi nomi, come “la montagna del puma”. Il nome attuale venne stabilito solo nel 1930 dalla Commissione degli Stati Uniti per i Nomi Geografici in onore di Charles Rushmore, un avvocato e imprenditore di New York che aveva fatto una spedizione nella zona nel 1885. L’idea di un monumento nel Sud Dakota venne a Doane Robinson, uno studioso della storia dello stato americano. L’anno successivo Robinson riuscì a convincere lo scultore Gutzon Borglum a farsi carico del progetto. A partire dall’inizio di ottobre del 1927, Borglum lavorò con 400 operai per scolpire gli enormi ritratti degli ex presidenti Washington, Jefferson, Roosevelt e Lincoln, alti 18 metri e scelti per rappresentare i primi 150 anni della storia americana. Inizialmente le sculture erano pensate per essere ancora più grandi, ritraendo i soggetti fino alla cintola, ma problemi di finanziamento limitarono il progetto. Il ritratto di Thomas Jefferson era pensato, in origine, per stare alla destra di Washington, ma dopo diciotto mesi di lavoro la roccia si crepò in modo irreparabile: l’abbozzo venne spianato con la dinamite e il ritratto venne ricominciato sull’altro lato del primo presidente. Il primo ritratto ad essere completato fu quello di George Washington, inaugurato il 4 luglio 1934. Seguirono quello di Jefferson, inaugurato nel 1936, Lincoln (1937) e Theodore Roosevelt (1939). Borglum morì nel marzo 1941 e fu il figlio Lincoln a ultimare il complesso monumentale. Nessun operaio morì durante la realizzazione delle sculture: ed è un caso raro per sculture di quella grandezza e per la pericolosità della lavorazione, visto che gli operai lavoravano per la maggior parte del tempo appesi a corde e che gli interventi più massicci erano fatti con la dinamite. Ciao Teresa Ramaili
(Rispondi)

 

 
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