Messaggi del 28/02/2016

BUONA DOMENICA ... DA PAVIA

Post n°22205 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da dinobarili
 

BUONA DOMENICA …

dalla magica

PAVIA

dove tutto è poesia.

Dove il cielo è sempre blu,

il Ticino fa … glu … glu,

e tutti … amano di più.

28 febbraio 2016

 “pensiero del giorno”

“Tutto è bene …

ciò che finisce bene”

Dino

… sul Blog … e sulla pagina

FACEBOOK

puoi trovare …

*

 “il racconto del giorno”

503 “Gisella e il segreto”

*

 “Leonardo e l’Osterie delle Sette Lune”

*

142 “una canzone al giorno”

“Giro d’Italia … in Musica”

Sofia Loren – Vittorio De Sica

 “Mambo italiano”

Che cos’è il Mambo? “Un ballo nato a Cuba nel lontano 1938 …” potrebbe rispondere qualche lettore. In realtà c’è mambo e mambo. C’è, per esempio, il “Mambo italiano” che non può essere assimilato ad alcun altro mambo. Basta vedere il video di come il mambo viene ballato da Sofia Loren e Vittorio De Sica per farsene una ragione. Lui, il grande Vittorio, in divisa … Lei, vestita di rosso … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Quello non è un mambo … è un Mito. Gli Psicologi potrebbero scrivervi una Tesi di Laurea. “Ehi mambo … mambo italiano … ehi mambo” Lui scanzonato e beffardo sembra insegnare  come si recita la parte … Lei scatenata … il fuoco …   insuperabile raffigurazione della sanguigna donna partenopea. Come dire che “il sangue non è acqua” … e  “artisti si nasce … non si diventa (indipendentemente che si vada all’Accademia oppure no). Buon divertimento. Dino

 
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LEONARDO E L'OSTERIA DELLE SETTE LUNE di Dino Secondo Barili

Post n°22204 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da dinobarili
 

Racconto di fantasia

del

28 febbraio

“ Leonardo e l’Osteria delle Sette Lune”

Una settimana fa, la Signora Maria, Portinaia del Palazzo numero 13 in Pavia era nel suo gabbiotto quando ha visto l’Architetto Alfredo scendere le scale, tutto storto, comminando a fatica. “Architetto, cosa le è successo?” Il cinquantenne rispose sconsolato. “Signora Maria, non me ne parli. Ieri sera, mia moglie, ha voluto che ballassimo il mambo per ricordare il nostro primo incontro … venticinque anni fa. Ecco i risultati” In quell’istante, apparve il Dott. Leonardo, cinquant’anni, single, Psicologo … sempre alla ricerca dell’anima gemella. La Signora Maria ne approfittò immediatamente. “Dott. Leonardo, per trovare la sua donna ideale dovrebbe ballare il mambo” Il Dott. Leonardo si è messo a ridere. “Ma, io non so ballare il mambo …” E’ stata la miccia che ha fatto scattare la Signora Maria. “Ecco … Dott. Leonardo, Lei, per imparare il mambo,  dovrebbe andare all’Osteria delle Sette Lune a Varzi … Solo in quel luogo si impara immediatamente il mambo. Anzi, le regalo un vasetto della mia insuperabile marmellata di prugne … se mi porta a Varzi con la sua Ferrari” Il Dott. Leonardo era golosissimo della marmellata di prugne della Signora Maria … Come poteva dire di no? Accettò ed insieme partirono.  In brevissimo tempo furono a Varzi (Pavia). L’Osteria delle Sette Lune è un ambiente da sogno. Si mangia, si beve, si balla ad ogni ora del giorno e della notte. E’ gestita in modo impeccabile dalla Dott. Lilli, trentenne, single … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … sempre vestita di rosso. E’ la nipote della Signora Maria, Portinaia in Pavia. Il Dott. Leonardo non ha avuto neppure il tempo di rendersi conto del favoloso luogo in cui era finito. Sapeva solo che era tra le braccia della bionda Lilli … e cantava allegro “Ehi mambo … mambo italiano … ehi mambo” Era passata un’ora … ed il Dott. Leonardo ha avuto i complimenti di Lillì, la quale, da Psicologa nata … “Leonardo … ora possiamo andare a Parigi per il Corso di Perfezionamento” Dino

 
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GISELLA racconto (503) di Dino Secondo Barili

Post n°22203 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del giorno

503

Gisella e il segreto di una sessantenne

Oggi, per una donna, l’immagine fisica è troppo importante. Basta vedere la quantità di “consigli” che vengono sbandierati ai sette venti da giornali, riviste, TV ed ogni altro mezzo di comunicazione. Tutti gli “annunci” promettono un fisico mozzafiato, una pelle morbida e vellutata, un sorriso smagliante, un fascino senza limiti. Chi è quella donna che può resistere ad una simile proposta? Nessuna. Tutte (proprio tutte) sarebbero disposte a fare qualsiasi sacrificio pur di essere come… la donna ideale, più bella e desiderata sulla faccia della terra. Purtroppo non tutte le donne possono permettersi un simile risultato. Parecchie, però, sono in grado di perseguirlo… e, soprattutto, in grado di ottenerlo. Alcune settimane fa, ho rivisto dopo parecchio tempo una conoscente e amica da una vita, la Signora Gisella. L’ultima volta che l’avevo incontrata è stato trent’anni fa… oggi, di anni ne ha sessanta. Sono rimasto impressionato. Ancora tale e quale a trent’anni fa. Bionda, fisco mozzafiato, pelle morbida e vellutata, sorriso smagliante….e un fascino da far invidia ad una ventenne. Dopo averla salutata, parlato del più e del meno, non ho potuto esimermi dal farle i complimenti per il modo in cui ha resistito al tempo. Siccome sono curioso per natura, non ho potuto evitare di farle una domanda indiscreta. “Gisella, come hai fatto a conservarti così giovane e bella? Lo so che la domanda è un po’ indelicata. Puoi anche non rispondere, ma tua risposta potrebbe essermi utile per fare un racconto sul Blog. La sessantenne Gisella si sentì lusingata e fece finta di meravigliarsi….Si vedeva lontano un miglio che la domanda le aveva fatto piacere. Per una donna essere additata ad esempio per altre donne è come una “promozione… ad una Laurea a pieni voti”. Gisella ci pensò un attimo poi disse la sua. “Vedi, Dino, il tuo complimento mi ha fatto molto piacere. Non è questione di vanità femminile, ma una donna che ci tiene al proprio ruolo deve sempre e soprattutto curare la propria immagine. E’ un suo diritto e, oggi, un suo dovere. Sono sposata da trentacinque anni… e se voglio tenermi mio marito, devo competere con altre donne. Pertanto devo essere (per lui) sempre la migliore sotto tutti gli aspetti. Ecco la principale ragione per cui seguo una dieta sana ed equilibrata, faccio ginnastica, e mi sono prefissata di essere sempre desiderata da mio marito come il primo giorno in cui ci siamo sposati. Anzi, se devo dirti la verità il mio vero segreto è proprio mio marito. Da sempre è la donna che conduce il gioco in famiglia e nella società. Se una donna vuole “non” deve perdere neppure un attimo della sua vita. Farsi ammirare, ma soprattutto essere ammirata e desiderata dalla persona con cui divide il letto. Oggi, tra donne c’è molta concorrenza… anzi, una spietata concorrenza. Sembra che lo sport più gettonato dalla donna sia quello di “soffiare” il marito ad un’altra donna. Una donna sposata come me, se non sta attenta, può farsi soffiare il marito da un momento all’altro. Un uomo si conquista… e si conserva con il fascino e quel “quid” in più che ti fa diversa da tutte le altre donne. Naturalmente, ogni donna ha il suo segreto. Io ho il mio. Dino, se devo dirti la verità, sono una “tigre” dentro e fuori casa. Mio marito lo sa … e mi desidera così.” Il racconto di oggi l’ha scritto lei, Gisella, la sessantenne che è riuscita a conservare il fisico, lo spirito e il coraggio dei suoi trent’anni. - (503)

 
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BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°22202 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da dinobarili
 

BUONA GIORNATA CON IL DISEGNO DI

TERESA RAMAIOLI

 
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IL CEROTTO di Teresa Ramaioli

Post n°22201 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da dinobarili
 

IL CEROTTO 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 24/02/16 alle 19:12 via WEB
IL CEROTTO (1921)Morire d'infezione per ferite e tagli non era così raro fino a un secolo e mezzo fa. Un rimedio era stato individuato nell'utilizzo di garze imbevute di acido fenico, che però irritava la cute.,si era passati a prodotti sterili, per tenere lontani batteri e germi. Le prime forme di medicazioni sterili vennero brevettate nel 1845 da due medici americani Horace Harrell Day e William H. Shecut. Consistevano in preparati ricavati dalla nitrocellulosa, che venivano sciolti in etere etilico e poi applicati sulle ferite, applicandovi sopra bende di cotone. L'idea era venuta a due imprenditori Robert Wood Johnson e George Seabury, ma fu il primo a metterla a profitto dando vita nel 1886 a una propria azienda, la Johnson & Johnson. Circa trentacinque anni più tardi, un impiegato della stessa società, Earle Dickson, si presentò ai suoi capi con un'idea geniale. L'intuizione gli era venuta osservando sua moglie Josephine mentre lavorava in cucina. Per medicarle i piccoli tagli e le scottature gli era balenata una soluzione che permettesse di tenere la ferita in condizioni sterili, consentendo di continuare le sue faccende domestiche. Prese una striscia adesiva e vi posizionò al centro un tampone di garza, ricoperta con crinolina per mantenerla sterile e sicura. Aveva inventato il cerotto moderno. L'idea conquistò il presidente James Wood Johnson ,fratello di Robert, che la trasformò in pochi mesi in un prodotto su larga scala, lanciato nei negozi il 18 maggio del 1921. La nuova medicazione incontrò il favore della gente, diventando un oggetto irrinunciabile in qualsiasi armadietto domestico o cassetta di pronto soccorso sui luoghi di lavoro. Per la J&J fu un successo commerciale, per Dickson l'occasione di una promozione professionale, che lo portò alla poltrona di vicepresidente della società. Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO YARIS167

Post n°22200 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da dinobarili
 

CIAO YARIS167

Yaris167
Yaris167 il 27/02/16 alle 15:25 via WEB
Bella canzone, caro Dino, mi ricorda la mia infanzia, i miei genitori, anche con un po' di nostalgia di quella semplicità che è nell'indole di una romanità che stento a ritrovare... Un caro saluto e un buon week end.. Rossella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 28/02/16 alle 08:29 via WEB
Ciao Rossella. il tempo passa e niente è più come prima. Le canzoni, però, sono la testimonianza di stupende realtà. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 28/02/16 alle 08:30 via WEB
Ciao Rossella. ricordare fa bene alla salute. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO DAS.SILVIA

Post n°22199 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da dinobarili
 

CIAO DAS.SILVIA

das.silvia
das.silvia il 27/02/16 alle 14:53 via WEB
Felice fine settimana e un sorriso,silvia
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 28/02/16 alle 08:25 via WEB
Ciao Silvia. grazie della visita. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 28/02/16 alle 08:26 via WEB
Ciao Silvia. buona e felice giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO MONELLACCIO19

Post n°22198 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da dinobarili
 

CIAO MONELLACCIO 19

monellaccio19
monellaccio19 il 27/02/16 alle 11:18 via WEB
E con la "Romanina" tre grandi si scontrarono con le loro prestigiose interpretazioni: Carlo Buti, il vigoroso Claudio Villa e il tenero e melodioso Luciano Tajoli. Tre bravi cantanti che dettero lustro al nostro panorama musicale del primo mezzo novecento. Sereno w.e. Dino.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 28/02/16 alle 08:22 via WEB
Ciao Carlo. Tutto vero quello che dici. Oggi, però, servirebbe una nuova cultura. Riscoprire il patrimonio delle nostre canzoni. Farle rivivere in un mondo nuovo. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 28/02/16 alle 08:23 via WEB
Ciao Carlo. Il mondo di Internet è una fonte inesauribile di sorprese ... anche in fatto di canzoni. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO TANMIK

Post n°22197 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da dinobarili
 
Tag: tanmik

CIAO TANMIK

 
tanmik
tanmik il 27/02/16 alle 08:23 via WEB
un sorriso ed un abbraccio da MIK e buon WEEK END
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 28/02/16 alle 08:18 via WEB
Ciao Mik. Buona e felice giornata. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 28/02/16 alle 08:18 via WEB
Ciao Mik. Un saluto da Pavia. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO EMMEGRACE DA TERESA

Post n°22196 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da dinobarili
 

CIAO EMMEGRACE

EMMEGRACE
EMMEGRACE il 27/02/16 alle 09:27 via WEB
Questo brano lo canticchiava mia nonna, le piaceva la voce di Buti. Bellissimi ricordi passati. Felice weekend Dino! Saluti da Grace:)
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 28/02/16 alle 08:13 via WEB
Ciao Grace. le nonne di una volta vanno ricordate. Erano dei veri tesori. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 28/02/16 alle 08:13 via WEB
Ciao Grace. Bel commento. Buona giornata. Dino
(Rispondi

 

 

 

 
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CIAO TANMIK

Post n°22195 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da dinobarili
 
Tag: tanmik

CIAO TANMIK

tanmik
tanmik il 28/02/16 alle 07:21 via WEB
Da Mik una meravigliosa giornata di riposo con un abbraccio e tanti sorrisi.---- http://img.topimmagini.com/to/domenica/domenica_028.jpg
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 28/02/16 alle 08:09 via WEB
Ciao Mik. Grazie della visita. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 28/02/16 alle 08:09 via WEB
Ciao Mik. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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IL MONTE RUSHMORE di Teresa Ramaioli

Post n°22194 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da dinobarili
 

IL MONTE RUSHMORE

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 25/02/16 alle 17:09 via WEB
IL MONTE RUSHMORE---Il 31 ottobre del 1941, venne completato uno dei monumenti più celebri degli Stati Uniti: le sculture dei volti degli ex presidenti degli Stati Uniti George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln, nel granito del monte Rushmore. Il monumento richiese 14 anni di lavorazione, dal 1927 al 1941. Le tribù indiane Sioux della zona, che consideravano le Black Hills come un territorio sacro, chiamavano il monte Rushmore “i Sei Nonni”, mentre i coloni bianchi della zona utilizzavano diversi nomi, come “la montagna del puma”. Il nome attuale venne stabilito solo nel 1930 dalla Commissione degli Stati Uniti per i Nomi Geografici in onore di Charles Rushmore, un avvocato e imprenditore di New York che aveva fatto una spedizione nella zona nel 1885. L’idea di un monumento nel Sud Dakota venne a Doane Robinson, uno studioso della storia dello stato americano. L’anno successivo Robinson riuscì a convincere lo scultore Gutzon Borglum a farsi carico del progetto. A partire dall’inizio di ottobre del 1927, Borglum lavorò con 400 operai per scolpire gli enormi ritratti degli ex presidenti Washington, Jefferson, Roosevelt e Lincoln, alti 18 metri e scelti per rappresentare i primi 150 anni della storia americana. Inizialmente le sculture erano pensate per essere ancora più grandi, ritraendo i soggetti fino alla cintola, ma problemi di finanziamento limitarono il progetto. Il ritratto di Thomas Jefferson era pensato, in origine, per stare alla destra di Washington, ma dopo diciotto mesi di lavoro la roccia si crepò in modo irreparabile: l’abbozzo venne spianato con la dinamite e il ritratto venne ricominciato sull’altro lato del primo presidente. Il primo ritratto ad essere completato fu quello di George Washington, inaugurato il 4 luglio 1934. Seguirono quello di Jefferson, inaugurato nel 1936, Lincoln (1937) e Theodore Roosevelt (1939). Borglum morì nel marzo 1941 e fu il figlio Lincoln a ultimare il complesso monumentale. Nessun operaio morì durante la realizzazione delle sculture: ed è un caso raro per sculture di quella grandezza e per la pericolosità della lavorazione, visto che gli operai lavoravano per la maggior parte del tempo appesi a corde e che gli interventi più massicci erano fatti con la dinamite. Ciao Teresa Ramaili

 

 

 

 
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IL VERO POZZO DI SAN PATRIZIO di Teresa Ramaioli

Post n°22193 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da dinobarili
 

IL VERO POZZO DI SAN PATRIZIO 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 26/02/16 alle 18:01 via WEB
Il vero pozzo di San Patrizio ----Spesso alle feste di paese viene allestito un finto pozzo dentro al quale si pescano dei premi. Questo gioco viene chiamato "Pozzo di San Patrizio". Fa riferimento alla leggenda che narra di tesori favolosi trovati dal santo irlandese San Patrizio sul fondo di un pozzo o di una grotta. Pochi, tuttavia, sanno che esiste un altro, originale, Pozzo di San Patrizio e che si trova in Italia, ad Orvieto. Si tratta di una struttura costruita ad Orvieto da Antonio da Sangallo tra il 1527 e il 1537 e progettata per rifornire d’acqua la città in caso di assedio o calamità. Fu voluto da papa Clemente VII. L’accesso all’acqua è fornito da due rampe elicoidali, tanto spaziose da permettere di trasportare all’esterno l’acqua a dorso di mulo. Le scale (248 gradini) sono rifornite di luce da 70 finestroni, che donano al puzzo una luce diffusa e un’atmosfera fiabesca. Il pozzo è profondo 62 metri. Contrariamente alle leggende, sul suo fondo non si trovano tesori, ma solo della semplice acqua. Bisogna considerare, però, che in caso di assedio non c’era nulla di più prezioso per una città. Infatti, più che la forza militare era proprio la mancanza d’acqua, o la contaminazione delle fonti esistenti a segnare la sorte di una comunità. Il pozzo di San Patrizio di Orvieto, dunque, portava effettivamente la salvezza, più che se vi fosse stato ritrovato sul fondo un immenso tesoro.Buona giornata Teresa Ramaioli

 

 
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