dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 02/03/2016
BUON MERCOLEDI’ …
dalla magica
PAVIA
dove tutto è poesia.
Dove il cielo è sempre blu,
il Ticino fa … glu … glu,
e tutti … amano di più.
2 marzo 2016
“pensiero del giorno”
“La Fortuna è cieca …
ma quando arriva,
ci vede benissimo”
Dino
… sul Blog … e sulla pagina
puoi trovare …
*
“il racconto del giorno”
505
“Ginevra”
*
“Elisa e la fermata dell’Autobus”
*
145 “una canzone al giorno”
“Giro d’Italia … in Musica”
Massimo Ranieri
“O Sole mio”
Secondo le previsioni meteo, ci aspettano alcune giornate di splendido Sole. Quando si parla Sole, si parla di luce … colori smaglianti … gioia di vivere … splendide avventure. Perché non approfittarne iniziando bene la giornata? Per esempio. Con una stupenda canzone … mito e inno italiano … “O Sole mio” cantata da Massimo Ranieri. Ogni canzone ha la sua valenza storica e sentimentale. “O Sole mio” apre gli occhi alla speranza, alla gioia di vivere … Perché, vivere è un’arte … ci vuole ingegno. Come? Cancellando le brutte notizie e tenere solo quelle belle. …“Che bella cosa na jurnata e sole” Lo sapevano e lo scrivevano anche nel 1898 Capurro e Di Capua, Autori della canzone. Una giornata di sole … di più bello non c’è. Quando? “O Sole mio/ sta ‘nfronte a te”. Allegria … chi vuol esser lieto sia. Dino
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Racconto di fantasia
del
2 marzo
PAVIA
“Elisa e la fermata dell’Autobus”
Elisa, quarant’anni, single … bellissima, una settimana fa si lamentava con la sua coetanea ed amica Eugenia. “Eugenia che vita noiosa. Ogni giorno, sempre le stesse cose. Al mattino prendi l’automobile e ti rechi in ufficio a Pavia. Alla sera prendi l’automobile e ritorni al paesello. Dimmi? Che vita è questa? Mai un’incontro speciale …” Eugenia aveva sentito quel discorso almeno un centinaio di volte. Reagì innervosita. “Elisa perché non prendi l’autobus per raggiungere Pavia? Potrebbe essere una variante … con qualche incognita in più”. Elisa incassò il colpo, ma non rispose. Il mattino successivo la quarantenne … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo pensò di prendere l’autobus di linea per Pavia. Aveva appena raggiunto la fermata, quando si fermò una rossa Ferrari, ultimo modello. “Scusi Signorina potrebbe dirmi dove si trova Via degli Ontaneti?” Elisa colse la palla al balzo. “Se vuole l’accompagno io … ma poi, mi dovrebbe portare a Pavia per l’orario d’ufficio” Il conducente della Ferrari, uno stupendo cinquantenne che sembrava uscito da un film americano, acconsentì. Come fanno due persone che rimangono fulminate un dall’altra … a limitarsi a raggiungere Via degli Ontaneti? Ad accendere il fuoco ci ha pensato Filippo, il cinquantenne. “Sono Filippo … possiamo darci del tu?” – “Ma certo” rispose con voce languida Elisa. “Se vuoi possiamo anche andare a prendere un caffè …” – “Dove?” chiese Filippo. La pausa è stata d’obbligo … (perché i sogni, quando si stanno per avverare non sembrano veri). Elisa si lasciò andare … “Magari … a Parigi” Filippo e Elisa si guardarono negli occhi e … “Allora, partiamo subito … Parigi non può attendere” Dino
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del giorno
506
Ginevra e l’importanza delle Segretarie
Nella vita ci sono persone che aspettano che il “treno della fortuna” passi sui loro piedi…e chi (il treno) lo va a cercare. In epoca di crisi molte persone capiscono che “aspettare… non paga”… e si danno da fare. Un anno fa, Ginevra, trent’anni, bella presenza, impiegata presso una Ditta Commerciale di Milano, abitante a Pavia, era rimasta senza lavoro. Le prospettive di trovare un nuovo impiego nello stesso settore erano inesistenti. Dopo due giorni che si trovava a casa era già sulle spine. Fece mille telefonate ad amici e parenti… Nulla da fare. Di partire alla cieca, senza sapere dove andare non ne aveva assolutamente voglia. E, neppure di mettersi a spedire “curriculum vitae” a destra e a manca. Si mise calma. Fece una passeggiata in Corso Cavour e Strada Nuova a Pavia… solo per prendere un caffè e guardare la gente. Per Ginevra era un modo per farsi venire delle idee. Soprattutto, camminare e guardare le persone in viso. All’altezza di Piazza della Vittoria Ginevra ha incontrato Camilla, sua coetanea ed ex-compagna di scuola. “Ciao Camilla, come stai?” Camilla aveva il viso corrucciato. Si vedeva che era arrabbiata. “Sono stata da un Commercialista. Mi ha proposto un lavoro…tre ore al giorno tutte le mattine dalle nove alle dodici… sabato compreso… per rispondere al telefono…” – “E tu cosa hai risposto?” – “ Che, no. Non ci sto. Che tipo di lavoro è?” Ginevra afferrò l’occasione al volo. “Posso chiederti l’indirizzo del Commercialista? Mi propongo io. A me va bene anche un part-time.” Camilla aprì la borsetta. Estrasse un biglietto da visita con un numero di telefono e lo consegnò all’amica. Grazie… saluti, abbracci…e ognuna per la propria strada. Ormai Ginevra aveva deciso. Avrebbe telefonato subito. Così fece. Si fermò sotto i Portici di Piazza della Vittoria e digitò il numero sul suo telefonino. “Pronto, scusi… sono Ginevra. Sono disponibile per assumere l’impiego…” Dall’altra parte del telefono rispose una voce di donna. Doveva avere non più di cinquant’anni. La donna diede l’indirizzo e fissò l’appuntamento per le tre del pomeriggio. Ormai era fatta. Ginevra si rilassò. Ora, si trattava di attendere… per vedere l’evoluzione della situazione. Quando alle tre del pomeriggio Ginevra giunse all’indirizzo indicato si accorse che non c’era alcuna Targa di Commercialista. Era un Palazzo antico nell’elegante centro storico di Pavia. Il luogo dell’incontro si trovava al quinto piano. Suonò e si presentò una gentile e bella Signora… sui cinquant’anni. “Scusi, sono Ginevra. Sono qui per l’appuntamento di lavoro…” La Signora accennò ad un sorriso. “Prego, entri pure. Posso offrirle una tazza di the?” Ginevra accettò. L’appartamento era bellissimo, grandissimo, arredato in modo incantevole. Dalle ampie finestre…. una veduta mozzafiato di Pavia… con i suoi tetti rossi dai quali spuntava ogni tanto qualche attico da “fine del mondo”. La trentenne rimase estasiata. La Signora si presentò. “Mi chiamo Debora. Sono una scrittrice di romanzi rosa. Sono contenta che abbia accettato la mia proposta… Sicuramente l’ha mandata la mia amica Clara di cui mi fido cecamente.” Ginevra non disse nulla. La scrittrice continuò. “Io vivo sola in questo grandissimo appartamento. Il lavoro è aumentato enormemente. Non riesco più a star dietro a tutte le incombenze della gestione generale. Ho deciso di assumere una Segretaria a tempo pieno. Oltre all’orario previsto dal contratto nazionale di lavoro … le chiedo la disponibilità per alcuni viaggi in Europa insieme a me, per la presentazione dei miei libri. Cosa ne dice?” Ginevra per poco non svenne. Si rese conto che le era capitata “la fortuna” tra capo e collo. Rispose con un timido “Si.” Quando, dopo un ora, lasciò l’appartamento della Scrittrice Debora, Ginevra fece fatica a riprendersi dallo sconcerto. Si rese conto che doveva telefonare all’amica Camilla che le aveva dato il biglietto da vista. “Camilla… non immagini cosa mi è capitato.” – Camilla era agitatissima … “Non dirmelo. Non parlare. Sono appena uscita dalla casa del mio nuovo Datore di Lavoro. Sono stata assunto come Segretaria di un Autore di Fiction TV, il Dott. Celeste. Non solo mi ha già firmato il contratto, ma mi ha anche detto di tenermi pronta … A breve scriverà qualche parte anche per me…” -(506)
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LA MATITA
di Teresa Ramaioli
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CIAO VITTORIO THE DREAMER
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CIAO TANMIK
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CIAO DAS.SILVIA
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CIAO LAURA ... LAURA1953
VALENCIA SPAGNA
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CIAO GABBIANO642014
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CIAO NINA.MONAMOUR
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CIAO SEMPLICELUCREZIA
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CIAO EMMEGRACE
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CIAO GABBIANO642014
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CIAO SEMPLICELUCREZIA
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MARIANO DALLAPE'
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 01/03/16 alle 12:27 via WEB MARIANO DALLAPE’ inventore della fisarmonica diatonica-( Brusino di Cavedine, Trento, 1846- Strabella, 1928)- Brusino di Cavedine , piccolo centro in provincia di Trento, apparteneva al Sud- Tirolo austriaco quando nel 1846 , vi nacque MARIANO DALLAPE’. Dopo un’infanzia e una adolescenza trascorsa in miseria, poco più che ventenne abbandonò le montagne per passare in Italia a cercare miglio fortuna, unico suo bagaglio un rudimentale e vecchio organetto. Giunse a Genova, dove trovò impiego come minatore fuochista presso il porto. Un incidente sul lavoo lo rese inabile e claudicante, costringendolo a lasciare il lavoro. Decise così di ritornare al paese natale e, per potersi mantenere durante il viaggio , non gli rimase che sfruttare la sua abilità nel suonare il fedele organetto, grazie al quale riusciva a raggranellare qualche soldo esibendosi nelle feste di piazza o nelle osterie. Arrivato a Strabella, l’organetto si guastò e Mariano si diede da fare per ripararlo; non solo l’operazione riuscì, ma ne sortì uno strumento praticamente nuovo, con una gamma di sonorità più ricche e potenti , e di maggior facilità d’uso. A quel punto l’ingegnoso tirolese ritenne opportuno costruire uno strumento che gli permettesse di mettere in pratica tutte le idee che la riparazione gli aveva suggerito. Nacque così la fisarmonica diatonica a cassetta, destinata a un successo universale e duraturo, usata in tutte le forme e i generi musicali, dalla popolare, di cui è forse la massima espressione, alla musica da camera, al jazz. Mariano Dallapè si stabilì nella cittadina oltrepadana , nel 1876, vi fondò la FABBRICA ARMONICHE MARIANO DALLAPE’ & FIGLIO, chr diresse fino alla morte insieme con il figlio Onorato, che morì nello stesso anno del genitore(1928). L’azienda passò a Giuseppe, figlio del fratello del fondatore, che la seppe conservare nelle posizioni di prestigio raggiunte. Ciao Teresa Ramaioli |
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