dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 18/05/2016
BUON MERCOLEDI’
… dalla magica
PAVIA
dove tutto è fantasia …
il cielo è sempre blu
il Ticino fa glu … glu …
e tutti
amano di più.
18 maggio 2016
Pensiero del giorno
“L’Amore si manifestanei modi più impensati”
Vedi … Blog
Dino Secondo Barili
Dino Secondo Barili 2
“racconto del giorno”
583
“Il foglietto di Valeria”
220 “una canzone algiorno”
Adriano Celentano
“Il tempo se ne va”
Nessuno riesce a fermare il tempo. Iltempo è l’unico patrimonio di cui una persona dispone. Ecco perché va spesobene. Vivere è amare. Cosa c’è di più bello dell’amore di un padre per lapropria figlia? E’ appunto quello che racconta Adriano Celentano nella suacanzone “Il tempo se ne va”. Un bambina cresce in fretta. “ farsi donna è più che normale … ma unafiglia è una cosa speciale” Si dice che i problemi diventano sempre piùgrandi a mano a mano che i figli crescono. Non bisogna avere paura. Questa è lavita e tale deve rimanere. Quel che conta è l’amore. “Intanto il tempo se ne va” … e nessuno lo fermerà. Basta farne buonuso. Amare, amare sempre, amore tutto, amare ogni cosa.
Dino
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Intrigo …
…a Pavia
(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache
vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)
racconto del giorno
583
Il foglietto di Valeria
Diceva un vecchio detto che la Primavera è nei fiori… in tutti fiori.Specialmente in quelli selvatici, quelli che crescono per il piacere dicrescere, di vivere, di lasciare il segno. Carlo, cinquant’anni ben portati erainnamorato dei fiori selvatici…Veramente non era innamorato solo dei fioriselvatici… quelli che crescono lungo le strade, in condizioni impossibili, lungole rive dei fossi e dei fiumi, in mezzo ai boschi… Carlo era innamorato anchedi una donna, Valeria. Valeria era stata la sua compagna di banco quandofrequentava la scuola media. Allora si sentiva troppo piccolo per innamorarsi…Invece, si era innamorato proprio di Valeria, la compagna di banco. La ragazza dailunghi capelli biondi. Valeria, però, era molto più sveglia di Carlo. Si erainnamorata di Giovanni uno spilungone che frequentava il Liceo. Così gli annisono passati. Valeria e Carlo non si sono più incontrati. Qualche volta, nelcorso degli anni, Carlo aveva tento di rintracciarla… ma non ci era riuscito.Le ultime notizie la davano emigrata in Francia. Un anno fa, Carlo ebbe unmomento di crisi dovuto al compimento dei cinquant’anni. Si sentìimprovvisamente solo e vecchio. Ne parlò con il suo amico e coetaneo Gianluca,compagno di “furibonde” scampagnate in bicicletta. Anche Gianluca aveva i suoiguai. Si era lasciato con la “morosa” con quale aveva passato gli ultimi diecianni. Carlo parlò a Gianluca del suo “disagio”… del desiderio di ritrovareValeria. Gianluca era un appassionato di giardinaggio e di fiori inparticolare. Aveva letto molti libri e ricordava particolari che, per moltepersone, potrebbero sembrare insignificanti. Aveva letto, per esempio, che perritrovare una persona, bisogna cercarla nelle sue “passioni”, “nei suoi hobby”…se poi, è appassionata di fiori… bisogna cercarla nei “suoi fiori preferiti”. PerCarlo è stata un’illuminazione, come accendere una lampadina. Nella sua mentesi fece strada un ricordo. Quando Carlo era alla scuola media amava fare lunghepasseggiate nei boschi che costeggiano il fiume Ticino, tra Bereguardo e TorreD’Isola. Un giorno, anche Valeria volle seguire Carlo nei suoi vagabondaggi neiboschi. E’ stato allora che Valeria ha rivelato la sua passione per i fioriselvatici…ma solo fiori speciali. E quali erano? Carlo e Valeria erano giuntinei pressi di un laghetto. Un laghetto, nascosto tra gli alberi. Aveva un nome“il Laghetto delle Libellule”, lì e solo lì c’erano i fiori speciali. Erano dellespecie di cannule dai più svariati colori. In quell’occasione Valeria avevarivelato a Carlo un particolare. “Questi fiori nascono solo in questo posto. Seun giorno vorrai trovarmi … mi troverai in riva a questo laghetto.” Carlo avevaascoltato le parole di Valeria e “non” le aveva dimenticate. Ogni tanto quelleparole ritornavano in mente come messaggi lanciati nell’universo. Un anno fa,Carlo era in crisi. Aveva bisogno di una donna. Di Valeria. Si ricordò delLaghetto. Un sabato mattina di un anno fa, Carlo si avventurò nei boschi delTicino tra Bereguardo e Torre D’Isola. Il paesaggio che ricordava non c’erapiù. Sapeva, però, dov’era il “Laghetto delle Libellule” e lo trovò. In riva alLaghetto c’erano ancora i fiori di Valeria… delle “cannule” dai più svariaticolori. Carlo ne accarezzò una e, come per incanto, apparve Valeria. Eraproprio lei, la sua compagna di banco della scuola media. Carlo, in un primomomento, pensò di essere diventato matto, ma non lo era. Valeria parlò: “Carlo,ho bisogno di te. Sono a Parigi… a questo indirizzo.” Valeria lasciò cadere unfoglietto con scritto l’indirizzo. Carlo si abbassò per raccoglierlo e Valeriasparì. A cinquant’anni si possono prendere degli abbagli, ma Carlo aveva tra lemani un foglietto di carta con scritto un indirizzo… e quello era un documentoreale. Quando una persona insegue un sogno … niente e nessuno la può fermare.Il sogno di Carlo era Valeria. Quello stesso sabato mattina Carlo partì perParigi. Oggi, raggiungere Parigi da Milano è un gioco. Il giorno successivo,domenica, Carlo, si fece accompagnare da un taxi all’indirizzo indicato sulfoglietto. Davanti al palazzo c’era un’autoambulanza. Stava ricoverando unadonna bionda, sui cinquant’anni. Era Valeria, senza alcuna persona adaccompagnarla. Quando vide Carlo lo riconobbe immediatamente e si mise apiangere. “Sei proprio tu, Carlo… tu solo sei venuto in mio aiuto… Come haifatto a sapere che ero in difficoltà?” Carlo, prese il foglietto di carta… Inquell’istante si alzò una folata di vento … ed il foglietto sparì. -(583)Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
iltuonoilgrillo il 17/05/16 alle 18:50 via WEB Museo della Calzatura ''Pietro Bertolini" di Vigevano é la prima istituzione pubblica in Italia, dedicata alla storia ed alla evoluzione della scarpa. Collocato nella suggestiva sede del Castello Sforzesco, la sua mission é quella di esprimere, attraverso la narrazione del prodotto, sia la storia e l'economia di Vigevano. La tradizione calzaturiera vigevanese é antica, testimoniata da uno Statuto comunale risalente al 1392. Sono nati a Vigevano il primo calzaturificio a modello industriale nel 1866, la prima fabbrica italiana di macchine per calzature nel 1901 e le prime scarpe da tennis realizzate in gomma degli anni '20. La fama internazionale di capitale della calzatura risale tuttavia agli anni '50/'60, quando le paia prodotte annualmente erano oltre 21.000.000, di cui gran parte destinata all'esportazione. E' contestuale a quest'epoca dorata la nascita del Museo, voluto dallo storico Luigi Barni ed intitolato al suo primo sostenitore, l'imprenditore Pietro Bertolini. Oggi é composto da quattro sale più una galleria che ospitano un'esposizione di circa 400 calzature, su un patrimonio complessivo di oltre 3000 pezzi. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli |
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