dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 26/05/2016
BUON GIOVEDI’
… dalla magica
PAVIA
dove tutto è fantasia …e poesia
il cielo è sempre blu
il Ticino fa glu … glu …
e tutti, amano di più.
26 maggio 2016
Pensiero del giorno
“Il bacio è ilcapolavoro dell’Amore”
Vedi … Blog
Dino Secondo Barili
Dino Secondo Barili 2
“racconto del giorno”
591 –
“Osvaldo e il Clubdell’Arte”
*
228 “una canzone algiorno”
Adriano Celentano
“Il tuo bacio è come un rock”
Quando si inizia la giornata leggendo unbel racconto d’amore a lieto fine … è già un bel risultato(vedi: 591 – “Osvaldoe il Club dell’Arte”). Per completare l’opera, però, ed avere successo, civuole una bella canzone. “Il tuo bacio ècome un rock” di Adriano Celentano. Il bacio è il capolavoro dell’amore. Lacanzone di Celentano è molto di più. “Iltuo bacio è come un rock … che fulmina sul ring” Proprio quello che vuoleal mattino … appena svegli da parte della persona amata. Quel bacio, infatti … “fa l’effetto di uno choc” E che choc!La ragione c’è …”I tuoi baci non sonsemplici baci … ogni bacio ne vale almeno tre” Chi è quell’uomo o quelladonna che, al mattino appena svegli, può chiedere di più? Allora …”ba-ba-baciami così” … fino alla finedei secoli (e oltre … esagerato!)
Dino
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Intrigo …
…a Pavia
(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache
vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)
racconto del giorno
591
Osvaldo e il Club dell’Arte
Gli anni non sono mai uno uguale all’altro. Anche le Primavere. PerL’Architetto Osvaldo, cinquant’anni ben portati, con affermato Studio diArchitettura a Milano, abitante a Pavia, single… un anno fa, non aveva proprionulla di cui lamentarsi. Nella vita si era tolto tutte le soddisfazioni…O meglio,quasi tutte. Perché nessuno è veramente contento della propria vita.L’Architetto Osvaldo aveva un cruccio. Era solo. Faceva e decideva ciò chevoleva, ma era solo. Non che sentisse la solitudine (cioè, la mancanza dicompagnia) ma avrebbe voluto avere qualcuno (o qualcuna) con cui parlare,discorrere, dialogare, confrontarsi… Invece, no. Poteva parlare solo con lequattro mura del suo Studio o quelli della sua bella casa nel centro storico diPavia. Nello Studio aveva Colleghi e Colleghe… ma il lavoro è il lavoro …lavita è… un'altra cosa. Oppure, poteva discutere con il suo computer che usavaspesso. Il computer, però, è una macchina. Sofisticata fin che si vuole, masempre una macchina. Un anno fa ne parlò con il suo Collega Architetto Damiano,sposato da vent’anni. Problema inverso. “Sapessi Osvaldo come ti invidio. Io emia moglie siamo sposati da vent’anni. Abbiamo una bella famiglia. Due figli…bravi ragazzi. A volte, però, mi piacerebbe essere solo con i miei pensieri…Lasciar libera la mente di pensare ciò che vuole…vagare per l’Universo intero…Invece, no. Quando mia moglie vede me …stare con le mani in mano… “Damiano faiquesto”, “Damiano fai quello…” Sembra che abbia a portata di mano un’enciclopediadi lavori da fare… incombenze da svolgere. E, poi, l’eterna e mitica frase. “Senon ci fossi io in questa casa” oppure “Non ne posso più… sono distrutta”. Dopodi che … come faccio a non invidiarti?” Osvaldo tacque…e Damiano pure…L’Architetto Osvaldo, però, non era il tipo di cedere ai primi ostacoli. Parlòdei suoi problemi all’amico Psicologo. “Dott. Felice… ho bisogno di unconsiglio. Come devo fare per avere qualcuno con cui parlare, dialogare,sfogarmi… tanto per liberare la mente?” Lo Psicologo era il tipo adatto. Sapevatutto sull’argomento. “Caro Osvaldo…iscriviti ad un Club. Uno qualunque …secondo i tuoi desideri. Un Club vale l’altro. Potrei suggerti, visto che seiArchitetto, un Club della Pittura” L’Architetto Osvaldo comprese che ilsuggerimento del Dott. Felice poteva… calzare a pennello (non è una battuta).Oggi, i pittori non usano più solo il pennello. Ormai, ogni strumento è buonoper fare “arte”. Dal pennello alla spatola dello stuccatore… ai fili elettrici,ai buchi nel muro. Osvaldo però, era un uomo di cinquant’anni. Aveva le sueidee ed era fondamentalmente un tradizionalista. Per Osvaldo la pittura eraancora la pittura… tela, colori e pennelli. Se doveva trovare un Club … dovevaessere di quelli che facevano al caso suo. Milano offre il massimo di tutto…anche in fatto di Club. L’Architetto Osvaldo, dopo breve ricerca, ha trovatociò che cercava. Un Club di Pittura, in pieno centro a Milano, con pochiiscritti. Selezionati. Una specie di “elite dell’arte”. C’erano anche “allievepittrici”… donne, affascinanti, bellissime… Rosa, Germana, Barbara. Alla primariunione dei Soci del Club, Osvaldo pensò di limitarsi ad ascoltare. IlPresidente del Club era un Signore simpatico, molto cordiale. Classico tipoadatto a mettere d’accordo tutti. Fece le presentazioni. “Sono lieto di dare ilbenvenuto all’Architetto Osvaldo il quale si è unito a noi per fare “esperienzepittoriche e chiacchierare d’arte”. Infatti, come è tradizione di questo Club,ogni artista ha il diritto alla massima libertà… di espressione e altro. GliArtisti sono i paladini della libertà. Se metti delle regole agli Artisti liperdi per sempre. Sono certo, che il nostro muovo Socio, come costume di questoClub, vorrà dire due parole al riguardo…” L’Architetto Osvaldo non si aspettavaun simile onore. Prese tempo, fingendo di cercare qualcosa in tasca. Alla fineparlò. “Sono lieto di essere entrato a far parte di questo Club. Voi direte chelo dicono tutti… ma io ho una ragione in più. Avevo bisogno di incontrarepersone simpatiche, interessanti come il Presidente e i componenti maschili diquesto Club… Se devo dire la verità mi fa piacere che del Club facciano partetre bellissime rappresentanti femminili: Rosa, Germana e Barbara… Come tuttigli uomini vecchio stampo come me un Club senza donne è troppo riduttivo. Le donnesono i fiori… Un giardino senza fiori… non è neppure un giardino. Però, calma…mi piacerebbe che i fiori si lasciassero ammirare, guardare, apprezzare…ritrarre nei quadri, oppure nelle raffigurazioni artistiche… ma senza altreragioni. L’arte è un viaggio alla ricerca della bellezza assoluta… una bellezzache si conquista ogni giorno…. anche in un Club”. Osvaldo tacque. Il Presidentedel Club accennò ad un sorriso … un sorriso beffardo. Si vedeva che dissentiva.Dissentiva! Sapeva per esperienza che “l’uomo propone…e la donna… decide il dafarsi”. …-(591)Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
iltuonoilgrillo il 25/05/16 alle 20:06 via WEB MILANO---Salone Margherita, così chiamato in onore di Margherita d'Austria-Stiria, fu il primo ambiente deputato all'opera in Milano. Eretto nel secondo cortile di Palazzo Ducale (oggi Palazzo Reale) alla fine del XVI secolo, fu in seguito sostituito dal Teatro Regio Ducale. La modesta struttura, ebbe una grande importanza storica e culturale, si trattò infatti del primo teatro stabile cittadino, ma soprattutto attraverso il Salone Margherita si diffuse in città la passione per l'opera. Nell'autunno 1598 era atteso alla corte milanese il passaggio di Margherita d'Austria-Stiria, in viaggio per la Spagna, dove si sarebbe unita all’erede al trono Filippo. Nel luglio, il governatore di Mlano Velasco ordinò la costruzione di un salone per il teatro,. Furono sfruttati due colonnati già esistenti per creare una balconata,. l'ambiente fu quindi coperto da un soffitto ligneo. Il salone, in seguito utilizzato, oltre che per feste, banchetti e tornei, come teatro dell'opera, mantenne il nome di Salone Margherita in onore della sovrana spagnola. Nella notte tra il 23 e il 24 gennaio 1695 un primo incendio divampò nella sala rendendo necessari lavori di restauro. Tredici anni più tardi, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio 1708, il salone fu definitivamente ridotto dalle fiamme ad «un mucchio di terra e sassi…».Dopo quasi un decennio, e la fine del dominio spagnolo, sorge, al posto del vecchio ambiente.,una nuova sala il Teatro Regio Ducale.Ciao Teresa Ramaioli |
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iltuonoilgrillo il 25/05/16 alle 20:04 via WEB GARIBALDI A NAPOLI COL TRENO Durante la spedizione dei "Mille", Garibaldi giunto a Salerno stava in attesa dell'evolversi della situazione, prima di recarsi a Napoli. La partenza del re di Napoli, Francesco II, per Gaeta favorì il viaggio dell'eroe dei due mondi, il quale ebbe l'occasione, per la prima volta nella sua vita, di prendere il treno per recarsi alla capitale del Regno delle Due Sicilie. Il 7 sett. del 1860 partì da Vietri S.M. verso le 9.30 sostando lungo il percorso per salutare la gente che l'acclamava. A Cava , una donna cercò di baciargli la mano, ma l'eroe non permise questo gesto e accettò il bacio sulla guancia; tutte le numerose compaesane presenti vollero imitarla. A Nocera, i ferrovieri dovettero nascondere alcuni soldati bavaresi della retroguardia borbonica, per far passare il treno della rivoluzione. Dopo Portici, il treno improvvisamente si fermò, perchè si riteneva che fosse pericoloso proseguire fino Napoli. Comunque, per il suo arrivo a Napoli, si preparò un'accoglienza trionfale e il popolo accolse il Generalissimo con osannante entusiasmo. Ciao Teresa Ramaioli |
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