dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 30/05/2016
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BUON LUNEDI’
… dalla magica
PAVIA
dove tutto è fantasia …e poesia
il cielo è sempre blu
il Ticino fa glu … glu …
e tutti, amano di più.
30 maggio 2016
Pensiero del giorno
“Tutto si fa per ilpiacere … di vivere”
Vedi … Blog
Dino Secondo Barili
Dino Secondo Barili 2
“racconto del giorno”
595
“Goffredo e la GuidaTuristica”
*
232 “una canzone algiorno”
Edoardo Vianello
“Abbronzatissima”
Pur essendo la fine di maggio il temponon è clemente. Le scuole stanno per terminare e la mente delle persone corre …Corre nonostante il tempo faccia i capricci. Sogna, immagina, desidera. Cosa?Il sole, i monti, il mare … Anzi, a proposito di mare … la mente corre alla spiaggia… e nell’aria si fa strada una canzone “Abbronzatissima”di Edoardo Vianello. …“Abbronzatissima/ sotto i raggi del sole” Come no? Subito, In questo stesso istante. …“Come è bello sognare / abbracciato con te” Girae rigira, anche al mare, è sempre l’amore che fa girare la ruota della vita. Eil sogno continua … “Sulle labbra tuedolcissime / un profumo di salsedine” Siamo all’estasi. Addio maggio, addioscuola …”sentirò per tutto il tempo /questa estate d’amor”
Dino
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Intrigo …
…a Pavia
(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache
vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)
racconto del giorno
595
Goffredo e la “guida turistica”
Le vacanze pasquali e la Primavera sono un po’ come la “sveglia” che al mattino simette a suonare… E’ il momento in cui una persona fa piccole riflessionipersonali e tira le proprie conclusioni. Così ha fatto, un anno fa, il Dott.Goffredo, Consulente Assicurativo a Milano, abitante a Pavia. Cinquant’anni benportati ed “un principio” al quale si è sempre attenuto fin dall’inizio del suolavoro: “Chi fa da sé… fa per tre” Con tale principio il Dott. Goffredo si eracreato il proprio “portafoglio clienti”. Aveva organizzato il suo Ufficio“mentale” e si era dedicato anima e corpo al lavoro e ai clienti. In breve eradiventato il “confessore”. Appena un cliente aveva un problema… formava il numerotelefonico di Goffredo e tutto era risolto. Questo atteggiamento l’avevaportato a privilegiare il cliente rispetto a tutto il “resto del mondo”…famiglia compresa. Infatti, non aveva mai trovato il tempo per farsi unafidanzata e sposarsi. Un anno fa, però, al compimento del cinquantesimo annoGoffredo si sentì stanco. Il telefono continuava a suonare …anche per cose danulla. Comprese che entro breve tempo sarebbe crollato. Si consultò con suasorella Edvige e prese la decisione. Per le feste pasquali (di un anno fa)avrebbe spento il cellulare e si sarebbe reso irreperibile. Sapeva che perqualche giorno i suoi clienti non avrebbero sofferto. Lo scopo era quello difare un viaggio. Un viaggio qualsiasi… purché fosse un viaggio. Un viaggio per“staccare la spina”. Per fare un viaggio basta scegliere l’itinerario o lalocalità… e versare quanto stabilito. Al resto ci pensa la “Guida Turistica”quella fantastica “Fata Turchina” che accompagna passo passo i gitanti erisolve tutti i loro problemi. Nulla a cui pensare. Proprio quello di cuiGoffredo aveva bisogno. Un viaggio in comitiva! Infatti, da una cittadina dellaProvincia di Pavia partiva una comitiva di gitanti diretta in Francia: “Parigie i Castelli della Loira”. Il cinquantenne si aggregò. Poteva esserci occasionemigliore? No. Goffredo, nel periodo pasquale di un anno fa…preparò il bagaglioe via. Via per mete lontane. Lontane dalle telefonate dei clienti i quali,giustamente, si erano lasciati viziare da un Assicuratore troppo gentile.Appena salito sul pullman, Goffredo si sentì “un Re”. Un “Re” nel vero sensodella parola. Solo… con il suo mini bagaglio. Sul pullman… nessuna personaconosciuta…e la Guida Turistica. Una fantastica trentenne, bellissima,gentilissima… di nome Desideria (un nome, un programma). Cosa poteva desideraredi più il Dott. Goffredo? Le Guide Turistiche, oltre al fascino che emananosono delle autentiche psicologhe. Di ogni gitante comprendono al volo “vita,morte, miracoli… e attese”. Desideria comprese subito che il Dott. Goffredoaveva “staccato la spina” e voleva sognare… almeno per qualche giorno. Non loperse mai d’occhio. Sempre cordiale, cortese e disponibile. Propriol’atteggiamento che Goffredo aveva usato con i suoi clienti. In breve, ilcinquantenne si sentì in paradiso. Era come avere una “babysitter”. Lui dovevasolo farsi accompagnare, suggerire, cullare. Il viaggio, inoltre, era fattoapposta per far innamorare. Parigi, la Senna, la Tour Eiffel…e tutte le altre meraviglie. In due giorni tra viaggio e primo soggiorno nellamagica Parigi, Goffredo aveva dimenticato tutto ciò che aveva lasciato a Milanoe a Pavia (compresi i numeri di telefono). L’unica preoccupazione… non perderemai il contatto con la Guida Turistica,con Desideria. Quando la mente si libera (e va in vacanza) i desideri emergonodal profondo del subconscio. Goffredo avrebbe voluto la vicinanza di una donna… una donna meravigliosa come Desideria. Come fare? Quando il pullman lasciòParigi per i Castelli della Loira, accadde qualcosa di strano. Ogni tanto,Desideria si sedeva nell’unico posto libero del pullman. Quello accanto alDott. Goffredo. Per il cinquantenne è stato come sognare. Dapprima sonoiniziate le domande. “Quale Castello andiamo a vedere?” Oppure “Qual è laprossima fermata?” Poi, il discorso ha preso un’altra piega. Si vedeva lontanoun miglio che Desideria “voleva” il Dott. Goffredo. Quando una donna vuole …l’uomo è come una piuma al vento…va dove il vento vuole. La vacanza perGoffredo era diventata un sogno… un dire e non dire… un fare e non fare. Si sache le Guide Turistiche hanno un loro codice deontologico. Devono assecondare tuttii loro assistiti … entro certi limiti. Così il viaggio si svolse senza chealcun gitante avesse a lamentarsi. Però, Desideria aveva già deciso. Goffredoera la preda che non si sarebbe lasciata scappare. Era un bel cinquantenne. Conuna bella professione. La ricchezza doveva essere una componente nonsecondaria. Perché attendere? L’ultima notte del viaggio, Desideria, fece edisfece fino a quando Goffredo non l’invitò a prendere un drink nella suastanza. Ormai, era fatta. Il cinquantenne aveva trovato la donna del sogno, la donnadelle coccole infinite… Desideria?-(595)Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
iltuonoilgrillo il 29/05/16 alle 18:11 via WEB Il riso - storia del canale Cavour- Le province di Novara e Vercelli, in Piemonte, sono oggi famose per la loro produzione di riso, tra le più importanti d’Europa. Questo è stato reso possibile tramite un’opera di canalizzazione che ha permesso di portare nei campi grandi quantità d’acqua necessaria a questa coltura. L’opera importante di questa rete di canali è costituita dal Canale Cavour, in onore del suo più importante promotore, il conte Camillo Benso di Cavour. L’opera era stata ideata da un agrimensore vercellese, Francesco Rossi, nel 1842, ma in seguito il conte di Cavour, al tempo Presidente del Consiglio del Ministri del Governo Piemontese, affidò il progetto all’ingegnere Carlo Noè. Realizzato tra 1863 e 1866, il canale è una straordinaria opera di idraulica. Negli 85 chilometri percorsi, da Chivasso, dove le acque escono dal Po, fino al Ticino, nei pressi di Galliate, si incontrano 110 ponti, 210 sifoni e 62 ponti-canale. Ai tempi in cui il canale fu costruito, le paratoie si azionavano con appositi meccanismi manuali da una galleria coperta, alta oltre 4 m e situata nella parte superiore dell’edificio. Il sistema dell’imbocco è completato da due canali scaricatori, uno serve ad evitare che i materiali galleggianti, come i tronchi d’albero sradicati dalle piene, finiscano nel canale. L’altro evita che vi entri acqua in esubero. In questo modo le acque che entrano nel canale non sono mai in eccesso, annullando così il pericolo di una piena, e non trasportano materiali che potrebbero risultare pericolosi. E’ grazie a questa imponente opera, e alla lungimiranza dei suoi ideatori, se l’agricoltura di queste due province è tanto fiorente. Ciao Teresa Ramaioli |
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iltuonoilgrillo il 29/05/16 alle 18:10 via WEB IL BISCIONE DEI VISCONTI---Come nacque il biscione dei Visconti? Perché proprio una vipera doveva finire sullo stemma di quella che per decenni fu la famiglia più importante di Milano? La storia non è chiara, ed ai curiosi restano solo alcune leggende. 1^ leggenda Desiderio, ultimo re dei Longobardi, antenato – si dice – dei Visconti, stava dormendo sull’erba. Era in guerra e, stanco di assalti e di combattimenti, aveva cercato un po’ di riposo all’uso dei soldati. Dormiva da alcune ore, quando i suoi cortigiani cominciarono a preoccuparsi: sembrava infatti loro che, a quel modo, il re trascurasse troppo gli impegni bellici. Decisero di svegliarlo, ma, avvicinatisi al dormiente, scoprirono che intorno al capo – come una corona – gli si era arrotolata una vipera. Non osarono muoversi e rimasero fermi ad aspettare che il re si svegliasse da solo. Quando Desiderio finalmente aprì gli occhi, la vipera scivolò via tra l’erba. Non gli aveva fatto nulla: si era accontentata di riposarsi un po’ sul suo capo. I cortigiani fecero tanto d’occhi e così pure Desiderio, quando gli fu raccontato il fatto. E stimando che l’avvenimento avesse un che di prodigioso, il re longobardo decise di accogliere nel suo stemma la vipera che, di generazione in generazione, giunse poi a Milano. Ciao Teresa Ramaioli |
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