Messaggi del 31/05/2016

BUON MARTEDI' DA PAVIA

Post n°23832 pubblicato il 31 Maggio 2016 da dinobarili
 

BUON MARTEDI’

dalla magica

PAVIA

dove tutto è fantasia …e poesia

il cielo è sempre blu

il Ticino fa glu … glu …

e tutti,  amano di più.

31 maggio 2016

Pensiero del giorno

“La vita è un’avventura”

Vedi … Blog

Dino Secondo Barili

Dino Secondo Barili 2

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“racconto del giorno”

596

“La Pasqua di Valeria”

*

233 “una canzone algiorno”

Raffaella Carrà

“Romagna mia”

Dopo una giornata di pioggia e temporalicome quella di ieri, anche oggi, il meteo segnala acqua. Cosa fare? Bendarci latesta? Neanche per sogno. Serve una bella e allegra canzone che faccia pensaree sognare. “Romagna mia” cantata daRaffaella Carrà. Con una canzone così … si possono chiudere gli occhi … esognare il mare e il sole della Romagna … un buon bicchier di vino ed un panino  … un bacio e una passeggiata sul lungo mare …“Romagna mia … Romagna in fiore” Cosac’è di meglio? “Tu sei la stella … tu seil’amore” Mai dimenticare l’amore. L’amore è vita, l’amore è gioia,felicità. L’amore fa bene a tutte le età … l’amore è il sorriso della vita … El’acqua annunciata dal meteo? Chi se ne frega … oggi, mi voglio divertire.

Dino  

 
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LA PASQUA DI VALERIA racconto (596) di Dino Secondo Barili

Post n°23831 pubblicato il 31 Maggio 2016 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache

vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)

racconto del giorno

596

La Pasqua di Valeria

La Pasqua è la solennità più importante della Primavera. La Primavera si divide indue parti. Prima di Pasqua e Dopo la Pasqua. Prima di Pasqua … si aspetta qualcosa.Dopo la Pasqua… si controlla se ciò che ci si aspettava è arrivato.… oppure no. Dipende dallavolontà delle persone. Un anno fa, Valeria, una sessantenne rimasta vedova dueanni prima aveva deciso. “Basta. La Pasqua, d’ora innanzi, la voglio fare a modo mio. Hosessant’anni. Figli non ne ho. Cosa dovrei aspettare?” Questa domanda, Valeria,impiegata presso una Agenzia Immobiliare del pavese, se la era posta un meseprima di Pasqua. Quel che contava era trovare la risposta. Come? Valeria sifece l’esame di coscienza. Aveva amiche e amici con i quali si trovava ilsabato sera per la solita partita a carte… ma non era contenta. Valeria volevaqualcosa in più. Un amico che fosse… più di un amico. Un sogno. Un uomo eccezionale…come solo a sessant’anni anni si può immaginare e sognare. Qualche lettore olettrice dirà che è pura follia. Eppure, a pensarci bene, sono proprio le ideefolli che fanno girare il mondo. Valeria cominciò a passare in rassegna gliamici che da tempo non vedeva. Fece un paio di telefonate. Ebbe una cattivaimpressione. Un amico era sposato e si stava separando. Un altro stava peressere ricoverato all’Ospedale. Valeria comprese che quella non era la strada daseguire. Intanto Pasqua si avvicinava a grandi passi. Pavia è una città troppopiccola per ottenere grandi risultati. Un sabato di un anno fa, qualchesettimana prima di Pasqua, Valeria decise di affidarsi al Destino. Si recò aMilano, in Piazza del Duomo. A Pavia, da sempre, circolava una leggenda. “Sevuoi fare un incontro eccezionale… recati in Piazza del Duomo a Milano. Fai tregiri intorno alla Piazza. Al terzo giro… incontrerai l’uomo dei tuoi sogni” Sisa che le leggende… sono leggende. Vanno prese per quelle che sono… leggende.Valeria, però, aveva fiducia in sé stessa e sapeva che quando si desideraardentemente una cosa, quella… prima o poi arriva. La sessantenne desideravauna Pasqua eccezionale. Un sabato mattina di un anno fa, qualche settimanaprima di Pasqua, Valeria si preparò a dovere. Perfettamente pettinata…e vestitacon un vestito niente male. Anzi, elegantemente vestita. Parti per Milano.Prima di entrare in Piazza del Duomo, Valeria si fece il segno della croce(mentalmente). Stava entrando nel “mondo della leggenda”. Quando una persona ècosciente di ciò che fa, non deve chiedere niente a nessuno. Sola… si avventuròin Piazza del Duomo affollata di gente di ogni età e di ogni continente. Sirese conto di essere un “granello di sabbia nel deserto”. Eppure, la sessantenneaveva una voglia matta di incontrare l’uomo dei sogni. Fece tre giri intornoalla Piazza. Li fece molto lentamente…per assaporare il “gusto dell’attesa”. Laleggenda raccomandava di ricordarsi bene il punto iniziate, cioè il puntoesatto in cui erano iniziati i giri. Valeria fece il primo giro … e non accaddenulla. Fece il secondo giro ed ebbe lo stesso risultato. Al terzo giro le coseandarono meglio. A metà giro Valeria venne fermata da un Signore alto, con unaguida tra le mani. “Signora. Scusi il disturbo … qui siamo in Piazza del Duomo?”Valeria era una donna con una marcia in più. Sapeva che ci sono uomini che perattaccar bottone si inventano qualsiasi cosa. Rispose come se leggesse ilVangelo. “Lo dicono… Non ne sono sicura… Perché non chiede al Vigile che si trovain fondo alla Piazza?” Il Signore comprese che aveva incontrato la donnasbagliata. Valeria riprese il suo terzo giro cercando di osservare il puntoesatto da cui era partita. Caso strano non c’era nessuno. Continuò a camminare.La sessantenne stava per  raggiungere lameta quando vide avvicinarsi un uomo, uno pressappoco della sua età. Lo guardòbene. Si accorse che era il suo vicino di casa, il Signor Giampiero, con ilquale aveva sempre mantenuto rapporti di “rispetto e distanza”. Sia Giampiero,sia Valeria non volevano oltrepassare la linea del semplice “Ciao. Buonagiornata.” Ora, però, ecco che l’unico uomo presente alla meta era proprio lui.Il suo vicino di casa. Il Signor Giampiero. Valeria fece buon viso a … (conquel che segue) e parlò per prima. “Giampiero cosa fai tu qui?” Il coetaneoaveva le idee chiare e chiaramente si spiegò. “Avevo bisogno di parlarti.Questa mattina ti ho vista uscire di casa elegantissima. Mi sono chiesto. Doveva la Valeria?Non ho resistito. Ho chiamato la tua collega Cinzia, amica mia, per averemaggiori informazioni. Mi ha risposto che avevi un appuntamento in Piazza delDuomo a Milano. Non ci ho visto più. E, no. Mi sono detto. Adesso devomuovermi… Non posso continuare a sognare Valeria tutte le notti… e poilasciarmela portare via sotto il naso solo perché io sono timido. Mi sonopreparato. Ed ora eccomi qui.” Alla Valeria sono cascate le braccia. Lo disseapertamente. “Giampiero, ma ti sembra giusto che io venga in Piazza del Duomo aMilano per incontrare un uomo eccezionale …e poi, incontrò te? L’uomo che vedotutti i giorni quando apro le finestre al mattino?” Giampiero non si scompose.“Valeria… Io, sono un uomo eccezionale. Proprio ieri, la sorella di mia mamma,novant’anni, emigrata negli Stati Uniti cinquant’anni fa, mi ha nominato eredeuniversale dei suoi ingenti beni. Vuole che la raggiunga in America per completarel’iter burocratico. Però, vuole che si presenti con la mia donna del cuore.Quella donna sei tu. Vuoi passare la Pasqua a New York con me?” Valeria per poco non svenne.Sapeva che a dar retta alle leggende si perde la testa … Guardò attentamenteGiampiero. Non era niente male… Aveva quel non so che di strano che fa di unuomo un essere unico e inimitabile. Perché non scoprire le nascoste virtù?Perché non passare la Pasquaa New York? (596) 

 
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IL RISO di Teresa Ramaioli

Post n°23830 pubblicato il 31 Maggio 2016 da dinobarili
 

IL RISO  di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 29/05/16 alle 18:11 via WEB
Il riso - storia del canale Cavour- Le province di Novara e Vercelli, in Piemonte, sono oggi famose per la loro produzione di riso, tra le più importanti d’Europa. Questo è stato reso possibile tramite un’opera di canalizzazione che ha permesso di portare nei campi grandi quantità d’acqua necessaria a questa coltura. L’opera importante di questa rete di canali è costituita dal Canale Cavour, in onore del suo più importante promotore, il conte Camillo Benso di Cavour. L’opera era stata ideata da un agrimensore vercellese, Francesco Rossi, nel 1842, ma in seguito il conte di Cavour, al tempo Presidente del Consiglio del Ministri del Governo Piemontese, affidò il progetto all’ingegnere Carlo Noè. Realizzato tra 1863 e 1866, il canale è una straordinaria opera di idraulica. Negli 85 chilometri percorsi, da Chivasso, dove le acque escono dal Po, fino al Ticino, nei pressi di Galliate, si incontrano 110 ponti, 210 sifoni e 62 ponti-canale. Ai tempi in cui il canale fu costruito, le paratoie si azionavano con appositi meccanismi manuali da una galleria coperta, alta oltre 4 m e situata nella parte superiore dell’edificio. Il sistema dell’imbocco è completato da due canali scaricatori, uno serve ad evitare che i materiali galleggianti, come i tronchi d’albero sradicati dalle piene, finiscano nel canale. L’altro evita che vi entri acqua in esubero. In questo modo le acque che entrano nel canale non sono mai in eccesso, annullando così il pericolo di una piena, e non trasportano materiali che potrebbero risultare pericolosi. E’ grazie a questa imponente opera, e alla lungimiranza dei suoi ideatori, se l’agricoltura di queste due province è tanto fiorente. Ciao Teresa Ramaioli

 
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IL BISCIONE DEI VISCONTI di Teresa Ramaioli

Post n°23829 pubblicato il 31 Maggio 2016 da dinobarili
 

IL BISCIONE DEI VISCONTI
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 29/05/16 alle 18:10 via WEB
IL BISCIONE DEI VISCONTI---Come nacque il biscione dei Visconti? Perché proprio una vipera doveva finire sullo stemma di quella che per decenni fu la famiglia più importante di Milano? La storia non è chiara, ed ai curiosi restano solo alcune leggende. 1^ leggenda Desiderio, ultimo re dei Longobardi, antenato – si dice – dei Visconti, stava dormendo sull’erba. Era in guerra e, stanco di assalti e di combattimenti, aveva cercato un po’ di riposo all’uso dei soldati. Dormiva da alcune ore, quando i suoi cortigiani cominciarono a preoccuparsi: sembrava infatti loro che, a quel modo, il re trascurasse troppo gli impegni bellici. Decisero di svegliarlo, ma, avvicinatisi al dormiente, scoprirono che intorno al capo – come una corona – gli si era arrotolata una vipera. Non osarono muoversi e rimasero fermi ad aspettare che il re si svegliasse da solo. Quando Desiderio finalmente aprì gli occhi, la vipera scivolò via tra l’erba. Non gli aveva fatto nulla: si era accontentata di riposarsi un po’ sul suo capo. I cortigiani fecero tanto d’occhi e così pure Desiderio, quando gli fu raccontato il fatto. E stimando che l’avvenimento avesse un che di prodigioso, il re longobardo decise di accogliere nel suo stemma la vipera che, di generazione in generazione, giunse poi a Milano. Ciao Teresa Ramaioli

 
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CIAO PASQUALINA2008

Post n°23828 pubblicato il 31 Maggio 2016 da dinobarili
 

CIAO PASQUALINA2008
pasqualina2008
pasqualina2008 il 30/05/16 alle 23:39 via WEB
È buona norma portarsi sempre appresso un sorriso, ché se hai le braccia impegnate, è l’unico degno sostituto di un abbraccio. (Comeprincipe)Un sorriso- per augurarti la buonanotte-
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 31/05/16 alle 05:23 via WEB
Bellissimo commento. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 31/05/16 alle 05:23 via WEB
Felicità non vuol legge. Dino
(Rispondi)
 
 
 
dinobarili
dinobarili il 31/05/16 alle 05:23 via WEB
Felicissima giornata. Dino
(Rispondi)

 
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