dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 20/06/2016
BUON LUNEDI’
… dalla magica
PAVIA
dove tutto è fantasia …e poesia
il cielo è sempre blu
il Ticino fa glu … glu …
e tutti, amano di più.
20 giugno 2016
Pensiero del giorno
“L’Amore … è fonte divita”
Vedi … Blog
Dino Secondo Barili
Dino Secondo Barili 2
“racconto del giorno”
616
“Debora e …”
*
253 “una canzone algiorno”
Orietta Berti
“Tu sei quello”
E’ noto che non tutte le persone sonouguali. Anzi, il bello della vita è proprio quello: la varietà. Ci sono, però,delle persone “speciali” le quali, appena entrano in un luogo, uno spazio …fanno la differenza. Inutile farsi delle domande. Il carisma non si compra almercato e, neppure, è in vendita. Il carisma è fatto da un’infinità emisteriose cose … impossibili da enumerare. Lo dice anche Orietta Berti nellasua canzone “Tu sei quello” … già,proprio lui … la persona che si incontra … e nulla sarà più come prima. “Ecco chi sei … tutte le cose che ami sono inte” Ogni domanda è superflua. E’ stato così anche nella storia. E’ cosìnella vita di tutti i giorni. E’ così nell’amore. In amore … ancora di più “Ecco chi sei” … Chi? Cosa? “quello che cercai ora c’è” … Meno male.Finalmente … “non esiste al mondo unaltro come te … come te” Dino
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Intrigo …
…a Pavia
(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache
vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)
racconto del giorno
616
Debora
Anche in Primavera non tutte le giornate sono uguali. Ci sono giornateche “nascono bene” e altre così e così… per non dire di peggio. Debora,bellissima impiegata trentenne, single… un anno fa, aveva un diavolo percapello. Nel suo Ufficio al decimo piano di un Palazzo a Milano, ma abitante aPavia, era entrato un nuovo impiegato, certo Nicola. Un bel ragazzotrentacinquenne. Si vedeva lontano un miglio che era un “raccomandato diferro”. Il Dirigente dell’Ufficio, il Dott. Gianandrea, senza chiedere il parere,lo aveva affiancato a Debora per introdurlo nel sistema operativo. Si sa chequando un nuovo impiegato entra in un Ufficio dove ci sono solo impiegatedonne, i problemi vengono a galla come l’olio. Inoltre, Debora era una ViceDirigente di medio livello. Disponeva di una sua scrivania lungo la vetrata cheguardava sui Giardini Pubblici e godeva di una certa privacy. Con l’entrata nelsuo spazio… di Nicola, anzi, del Dott. Nicola, le cose erano destinate acambiare. Una scrivania in più. Un telefono in più. E poi, Debora non amavalavorare … mentre qualcuno la stava guardando. Il fatto è che Nicola non letoglieva gli occhi di dosso… come se fosse innamorato di lei, della ViceDirigente. Debora non voleva essere scortese, ma quell’avere sempre gli occhidi qualcuno che non aveva mi visto o sentito nominare, non le piaceva. In fondoc’era solo un rapporto di lavoro… Ciononostante non le andava genio. Inoltre,Debora, telefonava almeno tre volte al giorno alla sua amica del cuore Denise.Nulla di importante. Pettegolezzi, osservazioni, risate … senza un perché. ConNicola tutto finito. Dopo un paio di giorni, Debora si sentiva a disagio. Sultreno Milano Pavia, Debora incontrò, per caso, l’amico Pierluigi suo vicino dicasa a Pavia. Pierluigi non era solo il vicino di casa, ma anche l’amico, lapersona che stimava per il suo comportamento sempre lineare e corretto… con ilquale parlava di tutto e di ogni cosa. Inoltre, Pierluigi aveva passato unavita in Ufficio a Milano… quarantasei anni. Debora colse l’occasione persfogarsi. “Pierluigi, sono arrabbiata. Il mio Capo mi ha affiancato un nuovoimpiegato. Abituata come sono a farmi in quattro per essere sempre a pari conil lavoro, ora, mi sento a disagio. Non voglio essere cortese, ma gli occhisempre addosso del nuovo impiegato, che si chiama Dott. Nicola, mi mette adisagio… per non dire che “mi rompe in modo incredibile”. Cosa ne pensi?”Pierluigi, non dice mai una parola fuori luogo. Sempre riflessivo e misurato …hapreso tempo prima di rispondere. Poi… “Debora, se io fossi in te ci pensereidue volte prima di farmi venire il nervoso. Se il tuo Capo ti ha affiancato unapersona che non conoscevi, senza neanche parlartene o darti spiegazioni, cidevono essere delle importanti ragioni. Calmati e accogli il nuovo venuto …come fosse un segno del Destino” Debora si calmò. Si rese conto che Pierluigiaveva ragione. Perché Nicola le era stato affiancato senza essere informata?Capì che doveva aprire gli occhi e capire la situazione. Il mattino successivo,il Dott. Nicola, non c’era. Aveva chiesto una giornata di permesso. Debora fecefinta di nulla. Come fosse una cosa normale nell’ambito di un Ufficio. Comeminimo, però, avrebbe potuto dirlo. Fare una telefonata. “Non mi sento bene…” ocose del genere. Quella stessa mattina, Debora ricevette una mail nella qualeera invitata alla presentazione di un libro su “Rapporti sociali sul posto dilavoro” nella Sala Conferenze. La presentazione era riservata al solo personaleDirigente il quale era pregato di non mancare. Debora non era nuova a questepresentazioni un po’ estemporanee. Il suo pensiero personale lo teneva per sé,ma le considerava delle grandissime perdite di tempo. Nel pomeriggio Debora sipresentò puntuale nella Sala delle Conferenze dove c’erano tutti Colleghi parigrado in attesa dell’Autore. Ad una tratto entrò il Direttore Generale con afianco il Dott. Nicola. Debora che si trovava in prima fila comprese di aver ache fare con delle sorprese. Il DG prese la parola. “Sono lieto di presentareil Dott. Nicola. E’ l’Autore di uno studio sulle potenzialità del posto dilavoro e delle opportunità che esso offre. Purtroppo, molti di noi… mi pongo alprimo posto… non sa trarne i benefici. Un po’ perché il tempo manca. Un po’perché il posto di lavoro è un luogo competitivo. La preoccupazione di esporsitroppo, è come permettere a qualcuno di soffiare la sedia sotto al sedere.Eppure se il luogo di lavoro fosse meno competitivo e più normale migliorerebbedi molto la vita degli Uffici e delle persone” Il DG tacque. Il Dott. Nicola,presentò il libro e illustrò l’utilità di vedere nella persona che sta accanto“non un concorrente”, ma una potenziale fonte di benessere. Al termine dellariunione. Il Dott. Nicola invitò Debora a cena… quella stessa sera. Latrentenne accettò. Comprese che la vita non da tregua. Il domani è sempre ilrisultato di ciò che si fa oggi. Nicola era un bell’uomo … perché nonapprofondirne le potenzialità? -(616)Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
iltuonoilgrillo il 19/06/16 alle 19:35 via WEB ----La casa di Ugo Foscolo a Pavia ---- ……”Da cronisti fedeli, dobbiamo registrare, a lettura finita, altri fitti e strenui applausi, col voto di tutti che l’Orazione fosse data alla stampa. Il Monti, che secondo una sua facile commozione aveva gli occhi molli, un po’ teatralmente lo baciò. Volta gli strinse la mano. Le signore lo inchinarono; ed egli inchinò le signore. Poi, le varie centinaia di studenti s’incolonnarono e, in corteo, lo accompagnarono a casa. In fianco al Foscolo, il Monti gongolava. L’aria di Pavia e il trionfo dell’amico lo facevano tornare indietro di dieci anni. E quando gli studenti rinnovavano le acclamazioni, il Monti si tirava in disparte, perché l’onore fosse tutto per lui. Lasciata Strada Nuova, il corteo passò davanti alla locanda della Croce bianca, al palazzo ricamato dei Mezzabarba; toccò la Contrada dell’acqua, dove abitava il Volta; rasentò l’Orto botanico che mostrava con orgoglio la prima magnolia portata in Italia cinquant’anni addietro; poi sboccò in Borgo Oleario, davanti a casa Bonfico, dove più fragorose si ripeterono le acclamazioni degli studenti, quasi a dirgli che tra loro s’era già creata un’intesa, un impegno. E il corteo si sciolse. Il Foscolo, che amava l’ilarità dei conviti ospitali e «il giòlito dei bicchieri», quella sera trattenne a cena i più intimi. C’era, naturalmente, il Brunetti, il caro Brunetti sempre pieno di affettuose sorprese; e il Monti, più rumoroso che mai. La cena, nella quale si fece la festa a due tacchini offerti al poeta dalla contessa di Belgioioso «trinciati secondo il rito degli avi» e si bevve nel bicchiere dal motto augurale «Felicitati» che il Brunetti aveva portato da Milano per l’occasione, si protrasse fin dopo mezzanotte, tra uno sfarfallìo di neve, che ne rende più fantastico ora il ricordo. Il Foscolo e il Monti, a cena insieme, nella casetta di Borgo Oleario... Come a dire un soffermarsi della poesia in una viuzza che contava dodici «focolari». Chi sa, non può mai passare vicino a questa casa senza essere preso da un timor riverenziale, sacro. Quasi un appressarsi al tempio delle Grazie, e n’oda il ventilare delle angeliche vesti”. …( da “I giorni del Foscolo a Pavia di Cesare Angelini) Ciao Teresa Ramaioli |
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