dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 21/06/2016
BUON MARTEDI’
… dalla magica
PAVIA
dove tutto è fantasia …e poesia
il cielo è sempre blu
il Ticino fa glu … glu …
e tutti, amano di più.
21 giugno 2016
Pensiero del giorno
“Amore … chiama Amore”
Vedi … Blog
Dino Secondo Barili
Dino Secondo Barili 2
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“racconto del giorno”
617
“Agostino, Almira e …”
*
254 “una canzone algiorno”
Mina
“Tu musica divina”
Si fa presto a dire canzoni ... Si fapresto a dire musica ... Si fa presto a dire testi ... Ci sono canzoni e canzoni,musica e musica, testi e testi. Basta ascoltare Mina nella canzone “Tu musica divina” di D’Anzi e Bracchidel 1940 e ci si accorge subito che ci troviamo di fronte un miracolo, unfenomeno. “La carezza del vento … unprofumo dei fior … un lontano lamento …” ed il gioco è fatto. Non puòessere che così … una “musica divina” … quella che ammanta simili parole. “E’ una musica il sole … è una musica il mar”Come potrebbe essere altrimenti? “L’animati chiama … tu … rispondi … amor ! ” Non serve altro per iniziare bene l’oggi… martedì, 21 giugno 2016, primo giorno d’estate … una calda estate … che nonabbiamo ancora visto … ma che certamente verrà.
Dino
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Intrigo …
…a Pavia
(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache
vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)
racconto del giorno
617
Agostino, Almira e il primo bacio
Non sempre, quando una persona ha un posto sicuro, è soddisfatta delproprio stato. Anche in Primavera. Anzi, è proprio in Primavera che una personasi pone delle domande alle quali deve in qualche modo rispondere. Esempio. IlProf Agostino, quarantacinque anni,single, Docente di Lettere presso un Liceo del milanese, un anno fa, era incrisi. Il posto e lo stipendio sicuro non bastavano. L’ambiente di lavoro eraquello che era e il quarantacinquenne non era soddisfatto. Agostino avrebbepotuto fare la morosa e sposarsi… ma non aveva ancora trovato l’anima gemella,la donna del cuore… per la quale perdere la testa. Già. Si fa presto a dire … “farela morosa”… ma oggi… parecchie donne amano la libertà e non intendono farsicondizionare dall’uomo… marito o fidanzato che sia. Si dice che l’uomo “nonvive di solo pane” (e neppure la donna), ma anche di soddisfazioni e piaceri.Erano proprio quelli (i piaceri) che cercava il Prof. Agostino, il quale avevaprovato parecchie volte a risolvere il problema. Una volta si era iscritto agliAmici di una Biblioteca Comunale… ma è stato tempo perso. Gli sembrava diessere “un pulcino sotto la chioccia” La chioccia, naturalmente, era la Presidentessa degliAmici della Biblioteca, la quale si muoveva come una Star (piccola, tarchiata evoluminosa) sul Palcoscenico del piccolo Teatro locale. Poche idee… pocheiniziative… Solo quelle approvate e gestite direttamente dalla Presidentessa…la quale parlava solo e sempre della propria materia (Lettere Antiche). Dopodue incontri era come trovarsi in un “mummificatoio”. Il Prof. Agostinodesiderava qualcosa di frizzante, stimolante… Un anno fa, ne parlò con un suoamico pavese, il Dott. Benedetto, appassionato di “turismo locale”. “Turismolocale”? … dirà qualche lettore. Non… turismo locale riferito ad una città (esempio:Pavia), ma riferito ad una Regione… la Regione Lombardia.Nulla di eccezionale. Un modo come un altro per mettere in moto “idee nuove”,quali la conoscenza del territorio e le sue vicende storiche. Il Dott. Benedettoera un patito delle vicende locali lombarde. Aveva creato un’Associazione perriunire persone amanti del patrimonio storico e artistico locale. Gli Associatisi muovevano utilizzando il treno oppure a piedi. Raggiungevano le localitàprogrammate e da lì iniziava una specie di “turismo fai da te…e non solo”. IlProf. Agostino si sentì coinvolto. Lui stesso aveva nuove idee da sperimentare.Perché non visitare i luoghi dove si sono svolte le battaglie del passato? Oppure…hanno vissuto grandi personaggi come Alessandro Manzoni? A Milano c’è molto davedere riguardante Manzoni. Si tratta di uno dei massimi scrittori italiani…sempre attuale anche oggi. Chi è che non ricorda il personaggio (da lui creato)“Don Rodrigo”? Quanti Don Rodrigo ci sono in circolazione anche oggi nei nostripaesi e nelle nostre città? Personaggi che, agguantata una “sedia”, l’hannotrasformata nel loro “regno”. Pronti a pronunciare la fatidica frase: “Dio mel’ha data (la sedia)… guai chi me la tocca”. (Per non parlare… dei cortigianidi Don Rodrigo). Una cosa penosa da far venire i brividi solo a pensarci. Ilfatto è che i Don Rodrigo si moltiplicano come i “replicanti del pianeta oscuro”,avidi, insaziabili, onnipresenti. Il Prof. Agostino, un anno fa, ha finalmentetrovato la sua Associazione ideale… Non solo ha trovato il suo incontrosettimanale… “passeggiare in compagnia / per la strade di Lombardia”, ma moltodi più. Ha incontrato Almira, una bellissima trentacinquenne, alta, bionda,occhi azzurri… e gambe da fine del mondo. Si fa presto a dire donna… ma quando,oltre alla bellezza femminile (indispensabile) si aggiunge la fascinosa vocedell’attrice… di colei che sa leggere a voce alta in modo incantevole,raccontare storie, declamare poesie, recitare passi di Autori famosi… cosa puòfare un quarantacinquenne poco soddisfatto del suo lavoro? Innamorarsi!Innamorarsi subito! Infatti, Agostino si è innamorato pazzamente di Almira.Anche Almira aspettava l’uomo della sua vita. L’aspettava da parecchio tempo.Da quando a Pavia aveva incontrato una “Zingara” nei pressi del Giardino delleGinestre (Orto Botanico) e si era fatta leggere la mano. La Zingara, di nome Carmen, èstata chiara. “Almira, tu sposerai l’uomo più gentile, educato e colto delcircondario… il Prof. Agostino, Docente di Lettere in un Liceo del milanese”Per Almira è stato come il sole a Primavera. Ha continuato a studiare, cercareed aspettare. L’ora era finalmente giunta. Almira e Agostino si sono incontratiper raccontarsi le storie di Pavia, Milano e della Lombardia. Agostino, però,era un po’ timido. Non ci sapeva fare con le donne. Parlava… parlava… ma nonarrivava mai al dunque…al “primo bacio”. Almira aveva fretta. Non potevaaspettare. Cosi… approfittando del fatto che Agostino era seduto su un muretto,in Piazza Leonardo da Vinci a Pavia, proprio sotto la Torre più alta (65 metri) … Almira, finsedi inciampare… e cadde tra le braccia del Docente di Lettere. I loro visi sisfiorarono. Le labbra della bionda trentacinquenne incontrarono le labbra diAgostino il quale andò in estasi. Mai avrebbe pensato che una donna avesse avutodelle labbra così bollenti. Dice una vecchia canzone. “Amore chiama amore”…e ilresto vien da sé... -(617)Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
iltuonoilgrillo il 20/06/16 alle 16:47 via WEB GIOCO DELL'OCA---La creazione di questo gioco veniva attribuita a Palamede, re d’Eubea, che si racconta lo avesse inventato, assieme ai dadi, la Dama, per intrattenere i soldati greci durante l’assedio di Troia. Il suo nome greco Palamédes significa “l’astuto“ e “l’abile con la palma della mano“, ma anche prodezza, destrezza. Il gioco dell’Oca inventato da Palamede è molto simile al cosiddetto “Disco di Phaites” del 2000 a.C. scoperto a Creta nel 1908. Si tratta di un disco piatto di argilla cotta di circa 20 centimetri di diametro in cui sono incise 61 caselle distribuite a spirale con 242 segni. E’ certamente un percorso, perché vi appare una figura umana intenta a camminare, mentre in altre caselle sono raffigurate grandi uccelli simili a oche e cigni in volo. Ciao Teresa Ramaioli |
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iltuonoilgrillo il 20/06/16 alle 16:46 via WEB ELEONORA DUSE--Eleonora Duse è stata un "mito" del teatro italiano, tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, ha rappresentato opere di grandi autori come D'Annunzio, Verga, Dumas. Nata il 3 ottobre 1858 in una stanza d'albergo di Vigevano (Pavia) dove la madre, attrice, sostò per partorire, Eleonora Duse non frequenta una scuola, ma a quattro anni è già sul palcoscenico, recita a Chioggia nella parte di Cosetta in una riduzione scenica dei Miserabili di Victor Hugo. A dodici anni sostituisce la madre ammalata nei ruoli di protagonista della "Francesca da Rimini" di Pellico e della "Pia dé Tolomei" di Marenco. Nel 1873 recita nella compagnia paterna; nel 1875 farà parte della compagnia Pezzana-Brunetti. Ottiene il primo successo nel 1879, interpretando, a capo di una compagnia con Giacinto Pezzana, la "Teresa Raquin" di Zola. A ventitré anni è già prima attrice, è lei a scegliere il repertorio e la troupe. Eleonora Duse vuole approfondire con lo studio le sue doti innate di attrice e interpreta opere come "Antonio e Cleopatra" di Skakespeare (1888), "Casa di bambola" di Ibsen (1891) e alcuni drammi di Gabriele D'Annunzio "La città morta", "La Gioconda", "Sogno di un mattino di primavera", "La gloria". Nel 1916 appare in un film muto, "Cenere", tratto dal romanzo di Grazia Deledda. Muore il 21 aprile 1924 a Pittsburgh (Stati Uniti) a causa di una polmonite durante una tournée aveva di sessantacinque anni. E' sepolta nel cimitero di Asolo.in provincia di Treviso. La Duse non si truccava mai in scena o fuoriscena, né temeva di indossare vestiti viola, tanto temuto dalla gente di spettacolo, amava i fiori, che spargeva sul palcoscenico, metteva sui vestiti. Recitava spesso in piedi con le mani sui fianchi e seduta con i gomiti sulle ginocchia, erano atteggiamenti sfrontati per i suoi tempi, ma la fanno ricordare come una grande attrice . Ciao Teresa Ramaioli |
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