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Angelo in azione....La libertà di Ilaria

Post n°405 pubblicato il 21 Maggio 2014 da occhi_digatta
 

Buonasera miei cari amici…..per non perdere il filo del racconto vi ricordo che Angelo:

 

Chiese al buon uomo il suo destriero in prestito e contemporaneamente lo citava a scendere con celerità, evidentemente la forza nella mano di Angelo era al quanto energico a tal punto che l’uomo non poté esimersi dall’esortazione e quindi concedesse il suo cavallo.

Indossò un mantello adagiato su quella sella, raccolse una fronda di legno e prima di montarvi pronunciò a Stefania una sola parola:

-“vado a prendere Ilaria voi tornate indietro” e qui ebbe inizio la gran galoppata.

 

Le parole dell’agente Alfaro nel dissuaderlo non ebbero alcun’importanza per Angelo e nonostante il tempo trascorso, il giovane seguiva meticolosamente le tracce delle gomme!

Giunto ahimé ad un certo punto si accorse di una diramazione delle stesse strisce.

Questo purtroppo creò confusione e qualche esitazione sul percorso da intraprendere, come se il gruppo volutamente si fosse separato per depistare ogni sorta di ricerca.

Angelo ne scelse una a caso e continuò imperterrito la sua galoppata, il sentiero che stava percorrendo lo conduceva in un piccolo villaggio popolato da nomadi.

Piccoli falò erano sparsi sul terreno e molte capanne improvvisate sorgevano ovunque, costruite con materiali di fortuna e quindi da legni vecchi e paglia: inutile affermare che l’angoscia lo pervase ebbe un cattivo presagio, tuttavia in cuor suo sperava solo che fosse il più grande sbaglio del suo probabile presentimento.

 

Scese dal destriero, e ad ogni persona che incrociava sul suo cammino domandava se avevano visto una bambina, alta quanto un cespuglio, tuttavia non ebbe alcuna risposta.

L’omertà silenziosa era al quanto una gran rivelazione!

Ciò rafforzava maggiormente il suo vano sospetto, tanto che ad un certo punto vide uno dei motociclisti svignarsela a gambe elevate abbandonando la propria moto.

Questa volta non lo rincorse bensì si voltò per istinto nella direzione opposta e vide Ilaria in braccio ad un nomade che, con violenza cercava di farla entrare forzatamente su un carro coperto da un telo scuro.

La piccola si dimenava con tutta la sua forza e questa resistenza dava filo da torcere all’uomo, Ilaria nella sua lotta mordeva il braccio dell’uomo che, tutto sommato riuscì a rinchiuderla in questa gabbia.

 

-“Ilaria sono qui piccola resisti” gridò

-“Angelo, Angelo aiutami!” rispose.

 

La camminata decisa, lo sguardo ghiacciato e furente, un respiro deciso: come un toro che punta la preda.

Più avanzava e più accresceva l’ira, afferrò il legno come una sciabola.

Il popolo gitano insorse contro di lui lanciandogli fiaccole infuocate tentando di impedirgli la liberazione.

Con il bastone in mano le colpiva facendole cadere, si chinò e decise tutto ad un tratto d’afferrarne una ed a sua volta diede inizio ad un incendio, tutto ciò che era secco diveniva fuoco nel fuoco e le fiamme divampavano in alto verso il cielo.

 

Solo dopo pochi istanti raggiunse il nomade e guardandolo negli occhi disse:

-“non vi azzardate a torcerle un capello con le vostre luride mani o brucerete all’inferno”.

-“Se osate sfidarmi eterna sarà la vostra condanna ”rispose il vagabondo.

-“Queste saranno le vostre ultime parole” rispose Angelo inferocito.

-“Questa bambina mi è stata concessa come orfana, faremo di lei un buon frutto” rispose ridendo.

Angelo fece cadere la fiaccola per terra! No, non si stava arrendendo, al contrario esortava il gitano a battersi ad armi pari, muovendo le proprie mani provocandolo.

Purtroppo il fuoco spaventò i cavalli, oramai le fiamme avvolgevano quel pezzo di terra ed il carro cominciò a muoversi. Angelo fece solo in tempo a sferrare un pugno sul viso e l’uomo cadde per terra gli posò il piede sulla gola e disse:

-“La libertà è avere la forza di vivere e voi umiliate la fanciullezza per pochi denari questo fa di voi un essere spregevole, il vostro principio è misero quanto la vostra inutile vita”.

Puntò sulla gola il legno come se volesse trafiggerlo, ma non commise quello sbaglio.

 

-“La pena che vi sarà assegnata vivrà con il vostro supplizio dentro ad una gabbia, dove ratti e solitudine tormenteranno la vostra ignobile coscienza benché ne abbiate una ” disse il giovane.

Probabilmente il gitano poteva anche essere segregato e sentirsi potente, ma di sicuro sarebbe stato tormentato dai sogni oscuri, essi torturano silenziosamente l’anima.

 

I cavalli spaventati, si allontanarono rapidamente trainando il carro in una corsa senza meta, con sveltezza Angelo rimontò sopra al destriero cercando di raggiungerlo.

Questa folle corsa per giungere ad Ilaria divenne all'improvviso la più importante per il nostro giovane, incitava il destriero urlando a squarcia gola.

Era quasi pervenuto al carro, quando fu accerchiato di sorpresa dai rimanenti motociclisti, mai e poi mai avrebbe pensato quanto fosse rilevante la liberazione di Ilaria a tal punto che ad ogni motociclista che tentava di bloccarlo lui lanciava con forza la fronda di legno: colpi secchi e decisi solo per tramortirli.

Il desiderio era generoso e la sua impulsività comprometteva indubbiamente il suo essere, purtroppo questo spesso abbatte con furia anche coloro che, avrebbero aspirato a detenerli esiliati nella vaghezza innocua della più inerte genialità.

Angelo stava imparando che, la vita non è sempre benevola e che le grandi conquiste vanno guadagnate, perché la paura ti spinge a unire gli immensi sentimenti e per ottenerli si è costretti a lottare senza in nessun caso cagionare la fine del prossimo.

 

Il cavallo quasi allo sfinimento si era allineato al carro, Angelo riuscì a saltarvi su e finalmente ad arrestare la corsa. Scese per prendere Ilaria ed abbracciarla quando sollevò il telo scuro dinanzi a lui apparve una scena veramente inaspettata.

Era piena di fanciulli spaventati dal viso colmo di lacrime ed uno sguardo mesto.

 

-“Vieni Ilaria scendi piccola” disse sfilandosi il mantello per coprirla.

Proprio in quel momento apparve un bambino, il suo sguardo era distinto rispetto agli altri, oserei dire quasi furbetto e rivolgendosi ad Angelo disse:

-“ Ma tu da dove vieni?”

-“ Vengo da un mondo molto lontano e tu?” rispose sorridendogli.

-“Io abito su quella montagna vicino ad una casa grande piena di campane” indicando con l’indice.

Angelo ne seguì la scia, ma non vide nulla.

-“non vedo nulla piccolo, sarai stanco cerchiamo di andar via da qui” rispose il giovane

-“io non sono piccolo, io sono Gabriele”disse con fare spocchioso.

Angelo sorrise per l’ennesima volta, ogni qualvolta incontrava un bambino, per lui si apriva una porta piena d’avventure incredibili.

Dopo pochi istanti si udì l’arrivo di molti mezzi e finalmente l’agente Alfaro portò con se parecchie persone: indubbiamente furono attratti dal fumo dell’incendio e quindi fu naturale seguirne le traccie e per porre fine finalmente a quest’incredibile storia.

 

Angelo era conscio che, la dignità di un essere umano non era del tutto nell’esser consapevole degli onori attribuiti, ma della coscienza di esserseli meritati.

La sua determinazione e la caparbietà erano certamente i frutti colti dall’albero della vita.

Chi priva la libertà, chi avventa l’indifferenza, chi è avido inciampa nella verità divina e non sempre si rialzerà, perché percorrere una strada fatta d’ingiustizie e vagherà sempre nelle viscere della terra senza mai vedere la luce.

 

 

Tornando a noi….miei cari amici….si può vendere la fanciullezza per appagare i propri desideri?

Prima di terminare quest’episodio vi descrivo l’ultima scena:

 

Stefania si avvicinò ad Angelo lo guardò dritto negli occhi e disse

-“cos’hai in mente?” sorridendogli.

-“Ti va di esplorare l’ignoto con me?”

 

Chissà cosa c’era su quella montagna invisibile, inutile ricordare che il nostro giovane più che essere un “curioso” era propenso a ricercare ciò che si fatica a vedere senza gli occhi dell’anima.

 

Miei cari amici… Stefania, Angelo e Gabriele scopriranno un mondo fantastico, mi chiedo quale segreto ci può essere dietro ad un bambino che vede oltre?

E voi siete pronti a scoprire un vostro lato astratto?

 

Un sorriso solare….a presto per la nuova avventura.

Serenella.

 
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