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Angelo. Il treno prima puntata

Post n°397 pubblicato il 08 Gennaio 2014 da occhi_digatta

Buonasera miei  cari amici, eccomi qui dopo una lunga assenza dovuta alle festività. posso catturare per 10 semplici minuti la vostra attenzione?Prego accomodatevi riprendiamo dal viaggio in treno di Angelo in cerca del Predicatore.

Prima puntata.

Così Angelo salì su quel treno, il corridoio appariva deserto, alcuni scomparti invece erano occupati da poche persone silenziose, come se ognuno di loro fosse assorto nei propri pensieri.

Il giovane ne scelse uno privo di viaggiatori, probabilmente anche lui era impaziente di compiere un viaggio solitario. Sicuramente per riflettere serenamente sull’incontro con il predicatore, così dopo qualche breve minuto si udì un fischio e le porte chiudersi del convoglio, molto lentamente il viaggio ebbe inizio.

Visto la desolazione in alcuni di essi, pensò bene di scegliersi un posto accanto al finestrino proprio per andare nel verso del treno, chissà forse dirigersi incontro a quegli scenari poteva sicuramente nutrire il suo pensiero e scorgere le meraviglie del mondo.

La stanchezza ebbe il sopravvento, complice il dondolio del treno, fece addormentare il nostro giovane, già, miei cari, quando la fatica domina, è buona norma concedere il proprio corpo al riposo: è un richiamo che non va sottovalutato, e quando ciò accade inconsapevolmente sì da un accrescimento ai propri desideri.

Le ore trascorsero nella pace più assoluta ed il viaggio appariva tranquillo, ma solo fino ad un certo punto.

In una delle brevi fermate del treno, Angelo fu svegliato da un fracasso “gioioso”: canti e cori invasero il convoglio tanto da farlo destare.

Non poté evitare di dare una sbirciatina dal finestrino, ebbene si! Era una vera invasione, di pinguini, anzi no, erano Suore, sgranò gli occhi, incredulo a tal scena!

Temendo l’assalto nel suo scompartimento pensò bene di fingere di dormire.

Dopo pochi istanti il treno riprese la marcia, e non si udiva più nulla, tirò così un gran sospiro, per lo scampato pericolo, proprio nel momento in cui stava per riaddormentarsi qualcuno bussò alla porta dello scompartimento.

 

-“E’ permesso? C’è posto per tre anime del cielo?”

-“Prego sorelle” rispose il giovane con fare garbato suggerendo con la mano i posti liberi.

 

Una fra le tre suore era la più loquace: ogni sua parola era come un canto, un suono fragoroso tanto da suscitare in Angelo un interesse nell’osservarla discretamente.

La suora accortasi di ciò, guardò negli occhi il giovane, egli rimase affascinato dal magnetismo che emanava, quasi ipnotizzato, e faticava a distaccarsene.

Occhi talmente scuri, che stranamente luccicavano ad ogni battito di palpebre.

 

-“Salve giovanotto come ti chiami? È meglio presentarsi visto che viaggeremo insieme”.

-“Angelo, suora sorella, ehm signora sorella “ rispose diventando paonazzo per l’imbarazzo.

 

La suora scoppiò in una risata così straordinaria tanto da coinvolgere le altre sorelle. L’impaccio di Angelo ora era evidente e chiese scusa per essersi espresso male, ma non sapeva l’ordine di appartenenza e quindi per lui era difficoltoso porsi in modo corretto.

 

 -“Angelo? Che bel nome! Chissà la gioia di tua madre, nel donarti questo nome”. Disse la suora appoggiando la mano sulla gamba del giovane.

 

Nel momento del tocco, il cuore di Angelo prese a battere all’impazzata ed il suo respiro divenne incontrollabile. Con voce calma spiegò che sua madre era fiera di lui, e che ora si trovava dai grandi superiori del cielo.

 

-“mi spiace di aver evocato un triste ricordo, sai sono suor Brigida e queste le mie consorelle.Suor Maria e Suor Maddalena” disse presentandole al giovane.

-“molto lieto” rispose chinando il capo.

 

Dopo qualche istante Suor Brigida uscì dallo scompartimento per raggiungere le altre sorelle sparpagliate nel vagone. In lontananza si udivano grandi risate, e stranamente anche Angelo fu coinvolto, tanto da abbozzare una risata nascosta.

Di gente strana né aveva conosciuta, ma figlie del cielo mai. Chissà cosa balzava nelle loro anime per scegliere le vie della divinità, e cosa le spingeva a tanta fedeltà dell’immenso, ma fondamentalmente quale era la loro missione sulla terra.

E’ proprio vero che i luoghi raccontano le storie di tante persone e che i paesaggi si vivono solo se li attraversi con l’animo dell’esploratore, ma com’è pur vero che in essi si annidano tanti segreti custoditi nei silenzi solitari e covano altre verità.

Tutto vibra sempre sotto la guida di grandi condottieri e di menti ispirate, è come un rinascimento che crea storie che nel corso del tempo: impongono il proprio passato per illuminare la conoscenza e rendere sapienti chi dona la propria contentezza, portando così alla luce l’amore della stessa felicità.

 

Il viaggio proseguiva e il tramonto avvolse il cielo, forse il nostro giovanotto non aveva molta voglia di condividere quindi si limitò a guardare dal finestrino. Il paesaggio era incantevole, in lontananza intravedeva una straordinaria catena montuosa, le cime erano innevate ed a dar magia a questo scenario la luce fioca del sole, pronta a addormentarsi per dar spazio alla sua amica Luna.

Tutto ciò che si sussegue ha la continuità della vita, Angelo chiuse gli occhi e lasciò spazio alla fantasia. Oramai le suore dormivano ed il silenzio aleggiava nel vagone.

 

All’apparenza era un viaggio tranquillo, ma come ben sapete nulla è dato per certo e quindi il treno ebbe un arresto di marcia improvviso, una brusca frenata sballottò il giovane in avanti urtando così sui sedili vuoti.

-“Ma che cribbio succede” Disse Angelo toccandosi il capo.

 

Nel suo scompartimento non c’era nessuno, le suore erano sparite, uscì dal vagone in cerca di risposte e con amara sorpresa si rese conto che era desolato, non vi era più nessuno.

Si mise a correre alla ricerca di un qualcosa o di un qualcuno, niente! assoluta desolazione.

Raggiunse la locomotiva e lì scoprì che il macchinista era privo di vita.

Non ci poteva credere, era un incubo o forse stava sognando, ripercorse velocemente al contrario la strada fino ad arrivare all’ultima carrozza lì la macabra scoperta, tanti corpi riversi su se stessi,disperatamente cercava le suore, ma niente non c’erano tutte svanite!

 

Un canto d’aquile randagie fece rabbrividire il giovane, una leggenda narrava che i loro canti erano riti propiziatori per elevare le anime al cielo, e che al cader della giornata l’alba tardava il suo arrivo.

Un uomo, apparve alle sue spalle, era incappucciato, e vestiva in modo di un’epoca passata, di un tempo dimenticato.

 

L’incappucciato si rivolse ad Angelo e disse:

-“Tu non sarai concesso alla morte perchè dovrai guidarmi nel tuo mondo”

-“Chi io? “ ripose Angelo

-“Sì tu giovane detentore di buone parole.” Replicò il mascherato

-“Mi scusi Signore, ma non ho ben capito cosa dovrei fare? “ Ribadì Angelo

-“Sono tornato per rivendicare il male che un tempo fu fatto alla mia famiglia”

-“ Io non uccido per vendetta” rispose Angelo seccato.

-“Dovrai sopperire per il tuo mondo e giustiziare i colpevoli, sono l’angelo della morte”.

 

Ecco! Ad Angelo pareva strano che un consueto viaggio non potesse avere un epilogo normale.

Quindi, chiese all’incappucciato delle spiegazioni, e la cortesia di riporre le lame affilate, ormai troppo sangue era stato versato e non era il caso di imperversare nell’odio del passato.

In quel preciso istante udì un pianto, soffocato dalla paura: era un bambino nascosto sotto il sedile. Si avvicinò per prenderlo in braccio, ma le urla erano talmente forti che il giovane indietreggiò di botto.

-“Non temere, piccolo non sono cattivo, guarda non ho armi” disse Angelo mostrando le mani.

Il piccolo dopo qualche tentennamento, si rifugiò fra le sue braccia. Tremava come una foglia al vento d’autunno.

L’uomo mascherato accortosi del fanciullo sfilò l’arma bianca per avventarsi contro l’anima innocente, sorpreso all’indenne sterminio.

Angelo fece da scudo umano, e per proteggere il bambino fu colpito dalla lama e cadde sul pavimento sanguinante. La cosa strana è che alla vista del sangue l’incappucciato svanì nel nulla, lasciando una scia di fumo nero.

 

Dopo qualche ora, il nostro Angelo si svegliò in un letto, la stanza profumava di lavanda ed alcune candele erano sparse sui vari ripiani, quella penombra infondeva serenità.

 

-“Ciao Angelo”

-“Suor Brigida, pensavo che lei fosse…”

-“Morta?” volevi dire questo?”

Fece per alzarsi, ma il dolore era troppo forte all’addome.

 

-“ Sei debole hai perso molto sangue, solo il riposo sarà la tua guarigione” Disse la suora

-“Ma chi mi ha portato qui,dove mi trovo?”chiese Angelo.

-“Devi ringraziare il marmocchio, pare che al posto dei piedi abbia le ali, mio caro ti trovi nel luogo più sicuro la città della gioia ” Sorrise S.Brigida

 

Accanto al letto c’era il bambino, sorrideva ed i suoi occhi erano così gioiosi che era quasi impossibile non ricambiarlo.

 

-“Signore, ti fa molto male?”

-“no, vedrai che il tempo guarirà questa ferita” disse accarezzando il suo viso.

Già il tempo è un gran sapiente, allevia le sofferenze, ma non le cancella del tutto, restano le ferite che segnano le lame inflitte dalla vita. La meraviglia di Angelo, stava proprio nella grande sorpresa e nel riconoscere la contentezza dell’inno vitale.

Il dolore era spossante ed il nostro giovane cadde in un torpore profondo, questa volta un incubo comparve nel suo sogno, udì solo una voce, si era il tono dell’incappucciato che disse:

 

-“La mia lama è guidata dai miei valori, dove regna la giustizia imperversa la violenza,questa verità  è scritta con il sangue e nelle ombre io colpisco! Sono l’angelo della morte ed evoco i miei antenati per sconfiggere il bene”.

 

Un gemito lo fece svegliare, accanto a lui Suor Brigida che stava tamponando la fronte. Cercò di rassicurarlo, la febbre era alta e quindi normale che il giovane avesse incubi. Si allontanò dopo qualche minuto, a vegliarlo il fanciullo che rivolgendosi ad Angelo disse:

-“ tu sei stato chiamato per conoscere il predicatore, in questo tempio nulla ti accadrà farai conoscenza degli altri e diverrai sapiente: solo chi conosce la propria interiorità potrà essere illuminato e prescelto nel cammino della divinità”

 

Un bambino che proferiva tali parole?L’incredulità di Angelo oramai era all’apice dei suoi pensieri confusi, nel medesimo istante accadde una cosa inaspettata, inverosimile….Un’incredibile....

 

 

 

Alla prossima puntata amici mie………non tarderò promesso

Un abbraccio Stellare.

 

 
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occhi_digatta
occhi_digatta il 20/01/14 alle 19:04 via WEB
Buonasera, tutto il tempo che vuoi... Grazie a te per aver conosciuto Angelo. Un sorriso
 
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