Il responsabile della task force anti-COVID d’Israele: “ Con Omicron orizzonte diverso …. possibile normalità in un paio di mesi ”

Shahar Arnon Israele

Arnon Shahar, responsabile della task force anti-COVID del Maccabi Healthcare Services in Israele, parla di una “nuova frontiera“. Il fattore Rt è sceso sotto la soglia 1 e si è attestato a 0.90.

IL GOVERNO ISRAELIANO INTANTO HA APPROVATO UN ALLENTAMENTO ALLE NORME ANTI-CONTAGIO. A PARTIRE DA LUNEDÌ IL GREEN PASS NON SARÀ PIÙ RICHIESTO PER ENTRARE NEI RISTORANTI, A TEATRO, AL CINEMA E IN PALESTRA, DOVRÀ ESSERE ESIBITO SOLO PER DISCOTECHE ED EVENTI AFFOLLATI AL CHIUSO, DOVE DECADE IL TETTO MASSIMO DI PARTECIPANTI.

La lotta alla pandemia da SARs-CoV-2 sta cambiando … “adesso abbiamo anche le terapie antivirali: Paxlovid ( Pfizer ) o Molnupiravir ( Merck & Co ). Tra poco arriverà anche Evusheld di Astrazeneca ( anticorpo monoclonale ). …. Forse non sconfiggeremo questo virus, che sembra decidere per noi, ma probabilmente ci convivremo andando verso l’endemia “.

QUANDO QUESTO POTREBBE SUCCEDERE ?

Se non ci saranno altri problemi o grosse sorprese con le varianti e in considerazione della velocità di Omicron magari verso aprile, forse anche un po’ prima.

ALCUNI SCIENZIATI RITENGONO CHE SOMMINISTRARE IL VACCINO A INTERVALLI MOLTO BREVI POSSA ESSERE POCO UTILE. ISRAELE È IL PAESE PIONIERE DEL BOOSTER E ORA DELLA QUARTA DOSE. EMERGE QUESTO RISCHIO ?

Non emerge, ma capisco perfettamente e lo abbiamo tenuto in considerazione perché conosciamo la vaccinologia. Ci sta che possa essere poco utile o addirittura controproducente, ma nel rapporto tra rischi e benefici prevalgono i secondi. Vale la pena dare una protezione in più e i vaccini, ormai lo sappiamo, danneggiano molto meno di quello che ci si potesse aspettare. Non penso che vaccineremo ogni quattro mesi la popolazione, non sarà la nostra strategia che comunque abbiamo dovuto cambiare nel corso del tempo. Il virus cambia e noi cambiamo con lui. Devo dire che non è più la stessa malattia ….

….. È una guerra ora diversa perché abbiamo nell’arsenale gli antivirali che sono destinati alle persone ad alto rischio di Covid grave.

FUTURO … ?

PROBABILMENTE AVREMO IL VACCINO ANTI-COVID OGNI 9 O OGNI 12 MESI. SE IL VIRUS RIMARRÀ OMICRON NEL GIRO DI 2 MESI POTREMO INTRAVEDERE LA NORMALITÀ. Anche se non credo che toglieremo la mascherina così velocemente come hanno fatto in altri Paesi. Anzi penso che la mascherina debba rimanere quasi per sempre, a prescindere dal COVID, dove ci sono le persone fragili. Fondamentale sarà il sequenziamento e il monitoraggio.

ARTICOLO: https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/02/05/israele-il-capo-della-task-force-anti-covid-con-omicron-orizzonte-diverso-ancora-malati-e-morti-ma-possibile-normalita-in-un-paio-di-mesi/6476680/

 

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Progetto Vaccine Monitor coordinato da EMA [ European Medicines Agency ] – Centro CRO di Aviano: focus su pazienti immunocompromessi e pazienti in cura oncologica

Vaccine Monitor

Effetti del vaccino, questionario per i pazienti – Un progetto coordinato dall’Università di Verona, a cui partecipa il CRO di Aviano, sta monitorando la risposta ai vaccini nelle diverse tipologie di personeProgetto finanziato e coordinato dall’Agenzia Europea per i Medicinali

 

L’IRCCS Centro di Riferimento Oncologico di Aviano è tra gli istituti partecipanti a un innovativo progetto di studio nell’ambito della farmacovigilanza, finanziato e coordinato da EMA-Agenzia Europea per i medicinali, riguardante il monitoraggio degli effetti avversi/collaterali dei vaccini anti Covid-19 in coorti speciali di soggetti, come le donne in gravidanza e in allattamento, i bambini e gli adolescenti, i pazienti con storia di Covid-19 e i pazienti con storia di allergie e immunocompromessi, tra i quali rientrano i pazienti oncologici.

L’Italia, attraverso il coinvolgimento di centri universitari, centri regionali di farmacovigilanza e Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico come il CRO di Aviano partecipa a questo progetto insieme ad altri 16 Paesi europei. Per l’Italia, il centro di coordinamento è l’Università degli Studi di Verona.

Oggi possiamo disporre di vaccini per contrastare la pandemia da SARS-CoV-2 grazie a un intenso lavoro di ricerca che ha visto concretizzare le migliori sinergie tra scienza e tecnologie industriali. Questi vaccini sono stati studiati a fondo, e il fatto che a oggi nel mondo siano state vaccinate già oltre un miliardo di persone ne conferma la grande sicurezza d’uso. Tuttavia, essendo vaccini di nuova concezione, è necessario che venga attuato un continuo e attento monitoraggio dei segnali di effetti avversi inattesi, e sarà interessante soprattutto vedere come varie tipologie/sottogruppi di pazienti rispondono nel tempo alla vaccinazione in termini di tollerabilità e sicurezza. Per questo Il CRO di Aviano, partecipando allo Studio, si focalizzerà sul sottogruppo di pazienti immunocompromessi e pazienti in cura oncologica.

Il progetto, già iniziato con il primo ciclo vaccinale nei centri vaccinali partecipanti (prima e seconda dose), prevede attualmente di includere anche i soggetti ai quali viene somministrata la terza dose o dose “booster” del vaccino contro il Covid-19, che viene somministrata normalmente dopo 5/6 mesi dall’ultima somministrazione di vaccino contro il Covid-19.

Partecipare al progetto, denominato Vaccine Monitor, è molto facile perché prevede l’interazione attraverso una semplice app scaricabile su smartphone o tablet, oppure attraverso un computer: è sufficiente registrarsi sul sito del progetto, dove vengono fornite anche tutte le informazioni sullo studio.

Il requisito richiesto per poter essere inclusi nella ricerca è di aver ricevuto la terza dose del vaccino (o dose di richiamo) da non più di 48 ore oppure di avere in programma di riceverlo entro 48 ore dalla registrazione sul sito.

Attraverso l’app vengono inviati, con una tempistica programmata, un questionario iniziale con informazioni e domande di base, e altri cinque questionari nei 6 mesi successivi alla somministrazione della prima dose, finalizzati a raccogliere informazioni sullo stato di salute del vaccinato ed eventuali sintomi/segnali di effetti collaterali (in termini tecnici: reazioni avverse) che possano essere insorti dopo la somministrazione della dose di vaccino, e quindi suggestivi di una correlazione causale (cioè conseguenti) al vaccino anti Covid-19 stesso.

Nei questionari vengono poste domande relative allo stato di salute e ai possibili effetti collaterali insorti dopo aver ricevuto il vaccino, e questo aspetto è di grandissima importanza per aumentare ulteriormente le conoscenze scientifiche e mediche sul vaccino contro il Covid-19 e a renderlo sempre più sicuro.

Eventuali informazioni, segnalazioni successive o chiarimenti, da parte dei soggetti che intendono partecipare al progetto e arruolarsi, o comunque da parte di tutti gli utenti del CRO di Aviano, possono essere inviate alla mail vaccinemonitor@cro.it, oppure telefonando ai numeri 0434 659808 o 0434 659798.

LINK: https://www.cro.sanita.fvg.it/it/news/2021/progetto-vaccinemonitor.html

DEPLIANT: https://www.cro.sanita.fvg.it/export/sites/cro/it/news/documenti/CROVaccinemonitor.pdf

Newsweek: I vaccini da soli non sono in grado di fermare la pandemia da SARS-CoV-2

Newsweek

I dati israeliani sul COVID indicano che i vaccini da soli non sono in grado di fermare la pandemia

I dati sui casi di COVID provenienti da Israele suggeriscono che la vaccinazione da sola non è sufficiente per fermare completamente la pandemia, hanno detto gli Esperti a Newsweek.

Scienziati di tutto il mondo hanno osservato da vicino Israele per vedere come le vaccinazioni potrebbero influenzare la pandemia, da quando il Paese ha lanciato una RAPIDA E AMPIA CAMPAGNA VACCINALE nel dicembre 2020. Più della metà della popolazione israeliana era stata vaccinata completamente già a marzo del 2021.

Eppure Israele ha attualmente uno dei peggiori tassi di casi di COVID per milione di persone a livello mondiale, mentre il Paese combatte la variante Delta, secondo i dati raccolti da OurWorldInData al 24 agosto.

Anche i CASI DI BREAKTHROUGH sono motivo di preoccupazione. La rivista Science ha riferito che 514 israeliani erano stati ricoverati in ospedale con COVID al 15 agosto, e che il 59% di questi era stato completamente vaccinato e che la stragrande maggioranza di queste persone completamente vaccinate aveva 60 anni o più.

Uri Shalit, un bioinformatico presso l’Israel Institute of Technology, ha detto a Science che “la maggior parte dei pazienti ospedalizzati erano in realtà vaccinati”.

Il direttore dei servizi sanitari pubblici israeliani, la dott.ssa Sharon Alroy-Preis, ha affermato che all’inizio di questo mese c’erano evidenze di una diminuzione dell’immunità contro il virus SARS-CoV-2 nelle persone che erano state vaccinate in Israele nella fase iniziale della campagna vaccinale.

Ai vaccini COVID non è mai stato imposto di essere efficaci al 100%, tuttavia i dati provenienti da Israele sollevano preoccupazioni per l’aumento della minaccia della variante Delta rispetto alle varianti precedenti, nonché per la diminuzione dell’immunità.

Commentando la situazione in Israele, Rowland Kao, professore di epidemiologia veterinaria presso l’Università di Edimburgo, nel Regno Unito, ha dichiarato a Newsweek: “La scoperta chiave è che ci sono prove di una diminuzione dell’immunità nella popolazione vaccinata”.

“Israele con la sua campagna di vaccinazione molto precoce è stato considerato un indicatore di ciò che sarebbe accaduto successivamente in altri Paesi, e le evidenze che la protezione immunitaria di fronte alla variante Delta diminuisce con il tempo è un indicatore importante di ciò che può accadere in altri Paesi.”

La domanda fondamentale è … LA MALATTIA COVID, INSIEME AD ALTRE INFEZIONI RESPIRATORIE COME L’INFLUENZA, SI TRADURRÀ IN TASSI DI OSPEDALIZZAZIONE CHE SUPERERANNO LA CAPACITÀ OSPEDALIERA QUESTO INVERNO ?

Su questo c’è incertezza ….

I VACCINI NON SONO UNA PALLOTTOLA D’ARGENTO

Alla luce dei dati provenienti da Israele, diversi Esperti hanno sottolineato che la vaccinazione non è un proiettile d’argento per porre fine alla pandemia.

“Penso che la gente si aspettasse che i vaccini funzionassero da un giorno all’altro e ponessero fine alla pandemia”, ha affermato William P. Hanage, professore associato di epidemiologia presso l’Harvard T.H. Chan School of Public Health, ha detto a Newsweek.

“In definitiva, sebbene i vaccini siano la chiave per controllare la pandemia e passare a uno stato post-pandemia più stabile “normale”, non lo faranno immediatamente sia a causa della popolazione residua non-vaccinata, sia per le varianti”.

Alexander Edwards, professore associato di tecnologia biomedica presso l’Università di Reading, nel Regno Unito, ha concordato ….. I vaccini non sono efficaci al 100% e “non sono una pallottola d’argento” e “non ci si può aspettare che eliminino i problemi di salute pubblica causati dalle infezioni”. “Rimangono uno strumento vitale, ma altri strumenti sono ancora essenziali”.

È qui che entrano in gioco gli interventi non-farmacologici ( NPI ), metodi per controllare il virus senza utilizzare medicinali come vaccini o trattamenti con anticorpi monoclonali, secondo il dott. Edward Hutchinson, docente senior presso il Centro per la Ricerca sui Virus presso l’Università di Glasgow, Regno Unito.

Le persone di tutto il mondo ormai conoscono bene gli interventi non-farmacologici. Il lavaggio regolare delle mani, l’allontanamento sociale e l’uso della mascherina sono tutti modi per controllare il virus.

Sebbene i dati provenienti da Israele possano sembrare allarmanti, ci sono fattori da prendere in considerazione. I medici israeliani hanno scoperto che i casi gravi di insorgenza di COVID erano per lo più in pazienti molto anziani e più malati.

Israele ha anche avviato la campagna vaccinale di richiamo contro il COVID in modo da migliore i livelli di protezione.

FONTE: NEWSWEEK: https://www.newsweek.com/israel-covid-case-breakthrough-data-shows-vaccines-not-pandemic-silver-bullet-1622465

 

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