Attualità del passato: Dziga Vertov,1931/ Sinfonia del Donbass-Entusiasmo… Dal Cineocchio indagatore a Sergei Eisenstein, “quello” della corazzata Potemkin

Spulciando in Google: una recensione:

La recensione su Sinfonia del Donbass

di sicilia

Non il capolavro di questo grande regista sovietico ma indispensabile per capire la poetica e la forza delle immagini e del montaggio. I grandi cineasti sovietici teorizzavano la possibilità di un cinema di propaganda..che potesse convincere le masse…ed in questo erano davvero all’avanguardia sul resto del mondo. Con una tecnica straordinaria questo film ci mostra il piano quinquennale approvato dal governo sovietico per cercare di migliorare l’economia.

Sulla trama

E’ un documentiario sul pianoquinquennale, sul bacino carbonifero del Don.

Sulla colonna sonora

Si fonde con le immagini…nache se non mi piace particolarmente.

Cosa cambierei

Non si può modificare il montaggio di Vertov…piuttosto avrei cambiato documentario…questo tratta un tema noioso.

Su Dziga Vertov

Il regista usa il montaggio in una forma inusuale…le macchine che si muovono si umanizzano, diventano forme che si muovono e si fondono con la musica…diventa quindi una sonfonia visiva. E’ inferiore a L’UOMO CON LA MACCHINA DA PRESA ma siamo sempre ad altissimi livelli di cinema.

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Georges Sadoul

Descrizione del bacino carbonifero del Don alla fine del primo piano quinquennale. “Cogliere dal vivo la febbrile attività che regna nel Donbass, renderla, nel modo più vivo possibile, nella sua atmosfera di colpi di martello, di fischi di locomotiva, di canzoni di lavoratori nelle ore di riposo: questo è stato il mio scopo” (Vertov). Il film comincia mostrando le vestigia del passato, le chiese trasformate in circoli, poi un corteo, un comizio, i laboratori, i laminatoi, le officine, le miniere di carbone. Alla fine si vede un treno carico di carbone che s’incontra con un treno carico di grano. Notevole la pista sonora: all’avanguardia per il suo tempo, Vertov creò una “musica concreta”, registrando dal vivo, e poi montandoli, lo strepito delle macchine, il frastuono, i canti, ecc. Il film entusiasmò Chaplin, che scrisse: “Non avrei mai creduto che fosse possibile mettere insieme dei rumori meccanici in modo da creare una musica così bella.È una delle migliori sinfonie che abbia mai sentito. Dziga Vertov è un vero musicista”.
Da Dizionario dei film, Firenze, Sansoni, 1968

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Dziga Vertov: Sinfonia del Donbass – Entusiasmo (1931) /L’anno dopo-1932- l’

Holodomor

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Data caricamento: 17 mar 2022
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Sinfonia del Donbass – Entusiasmo (Entuziazm, Энтузиазм) è un documentario del 1931 dal celebre regista Dziga Vertov:https://www.youtube.com/playlist?list=PL…
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Bambina russa a Buguruslan1921
Citiamo:

La Russia aveva sofferto per sei anni e mezzo a causa della guerra prima che iniziasse la carestia.[1] L’ultimo anno della prima guerra mondiale sul fronte orientale si combatté sul territorio della Russia imperiale. Le guerre moderne mettono in ginocchio qualunque economia; ma per la maggior parte di quel periodo la Russia fu tagliata fuori dal commercio non soltanto con gli Imperi centrali ma, con la chiusura dei Dardanelli, anche dal resto del mondo. La fine delle esportazioni di grano avrebbe potuto significare l’avere i granai pieni, se non fosse stato per il peculato e la corruzione diffusa nella Russia imperiale.[2]

Prima della carestia tutte le parti coinvolte nella guerra civile russa del 191820 — i Bolscevichi, i Bianchi, gli Anarchici, le nazionalità secessioniste — avevano fatto uso dell’antica tattica della “terra bruciata”: avevano razziato il cibo a chi lo produceva per darlo alle loro armate e ai loro sostenitori, e lo avevano negato ai nemici. L’efficienza bolscevica in questa tattica è stata confermata da loro documenti svelati di recente;[quali?]essa contribuì senza dubbio alla loro vittoria. Il governo bolscevico aveva requisito rifornimenti ai contadini senza dar niente in cambio, portando ad una drastica riduzione di raccolti; ciò fu interpretato come un deliberato tentativo di minare lo sforzo militare, per cui Lenin ordinò in risposta di prendere loro il cibo che avevano conservato per la propria sussistenza e le sementi per la semina. Nel 1920 Lenin ordinò con maggiore enfasi di eseguire tale politica.[senza fonte]Leon Trotsky discusse con Lenin l’inefficacia di tali misure nella primavera del 1920; Lenin alla fine ammise i suoi errori.[link a fonte inesistente][3]

Nel giugno 1921 Michail Tuchačevskij, nominato in seguito Maresciallo, fu inviato a reprimere la ribellione di Tambov con autoblinde e cannoni. Egli ordinò la cattura di ostaggi, in particolare i figli primogeniti […]

Ėjzenštejn: il cine-pugno e la teoria del montaggio - Il cinema muto sovietico

Le Cuirassé Potemkine – Film de Sergueï Mikhailovich Eisenstein

La corazzata Potëmkin

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Identità: il caso Crimea

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Ėjzenštejn: il cine-pugno e la teoria del montaggio – Il cinema muto sovietico*

3-24 ottobre, Aula Magna, ore 20.30

Inaugurata il 12 ottobre del 2015, La Statale cinema è ormai un appuntamento consolidato con la città a cui offre – per quattro serate a ingresso gratuito – la possibilità di vedere o rivedere film che, da prospettive diverse, indagano alcuni dei temi che hanno segnato pensiero e immaginario collettivo.

Nella storica Aula Magna di Festa del Perdono, dotata di impianti tecnologici in grado di garantire una fruizione di alto livello, continuano a susseguirsi immagini potentissime e delicate, racconti intensi o stranianti che scompongono e ritessono le storie del nostro presente e del nostro passato.

Le proiezioni sono da sempre occasione di confronto tra una platea eterogenea di spettatori, sempre numerosi e appassionati, e autori, registi, studiosi, giornalisti ed esperti che a fine serata discutono sui temi di volta in volta al centro dell’incontro.

La Statale Cinema è legata all’istituzione del Premio Ermanno Olmi, un riconoscimento voluto dall’Università degli Studi di Milano e dedicato al grande maestro, che ogni anno viene assegnato alla miglior tesi di laurea sul cinema italiano discussa in un’istituzione universitaria italiana.

Collante e pretesto, protagonista e sfondo il linguaggio cinematografico in tutte le sue implicazioni diventa, nel contesto della rassegna made in Statale, un momento alto di scambio e condivisione tra comunità accademica e società civile.

Premio Ermanno Olmi

Alla Statale cinema è legata l’assegnazione di 1 premio di studio dedicato a Ermanno Olmi per la migliore tesi di laurea magistrale.

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Critica e cultura cinematografica

*L’indimenticabile esperienza dei Cineforum: da Lecce a Parma, da Modena a Milano in tanti, appassionati di cinema e storia, arte e letteratura ricordiamo serate non banali della nostra giovinezza. Il cinema russo ci apparve grande, profondo e meraviglioso alla pari della grande letteratura russa, della musica russa e dei tanti classici: letti o visti, amati  o ascoltati…

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Edgar Reitz e Heimat 2 al San Fedele Cinema | FIC

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gioacchino poli, Milano

TV.Cosa vedo in TV/ Nuovo cinema tedesco:da Herzog a Wenders, da Fassbinder a Kluge.Ma anche EdgarReitz con la sua Heimat, fino a Margarethe von Trotta

E la meravigliosa, “incantevole” Hanna Schygulla

Le lacrime amare di Petra von Kant

Citiamo da Cinematografo:

Attrice. Nasce nei sobborghi di Katowice a Königshütte , durante l’occupazione nazista in Polonia, quando l’Alta Slesia faceva ancora parte del territorio tedesco, motivo per il quale l’attrice si considera a tutti gli effetti di origini tedesche. Il padre, commerciante di legname, durante la seconda guerra mondiale si arruola nell’esercito tedesco e, catturato dagli americani, viene fatto prigioniero in Italia. Terminati gli studi dell’obbligo,la giovane Hanna si trasferisce a Monaco di Baviera per studiare filologia germanica e qui comincia a prendere lezioni di recitazione e ad appassionarsi al teatro sperimentale, inserendosi, successivamente, nella compagnia teatrale dell’Action-Theater. E’ in questo periodo che instaura un rapporto di grande confidenza e amicizia con il futuro il regista Rainer Werner Fassbinder. Il loro affiatamento si trasformerà in un prolifico sodalizio artistico e la Schygulla diventerà per il regista una sorta di attrice feticcio. Con Fassbinder infatti, realizzerà 23 film in 12 anni, compreso il lungometraggio “L’amore più freddo della morte” (1969), esordio cinematografico per entrambi. La sua fisionomia e il suo modo di recitare riflessivo e lento produce un effetto di straniamento che pare essere innato nell’attrice più che derivato da una volontà registica, proprio in linea con le tecniche teatrali sperimentali a cui si era accostata precedentemente. Si specializza nei ruoli di donna dal pugno di ferro, acida, ingannatrice e dominatrice. Non solo per Fassbinder, ma anche per molti altri registi internazionali: per Wim Wenders lavora nel film “Falso movimento” (1974) e con l’americano Douglas Sirk in “Sylversternacht” (1977, cortometraggio che il regista firma con Hajo Gies ). Raggiunge la fama internazionale grazie con una delle sue migliori prove attoriali in “Il matrimonio di Maria Braun” (1978) che la fa emergere definitivamente dai ristretti circuiti dei cineclub e che trova una distribuzione anche in Italia. Questo film la rende agli occhi del mondo, e soprattutto della critica, un’attrice di prim’ordine nella cinematografia europea, tanto che per quest’ultimo le viene conferito l’Orso d’argento al Festival di Berlino e il premio come miglior attrice straniera ai David di Donatello del 1980. “Lili Marleen” (1981), consolida la fama acquistata dall’attrice, ma sarà l’ultimo film che interpreterà per Fassbinder […]

 –Muoveva, “agiva” la Schygulla e mi soffermavo più sull’attrice che sul regista
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Note e appunti tra i ricordi: tra passato e presente…

l’Heimat di Edgar Reitz.

Titolo originale Heimat – Eine deutsche Chronik
quel racconto o quei racconti lunghi, interminabili: ore e ore di cinema lento, stregato,minuzioso, preciso sino all’ossessione

Werner Herzog – Wikipedia

https://it.wikipedia.org › wiki › Werner_Herzog
Werner Herzog (Monaco di Baviera, 5 settembre 1942) è un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, scrittore, attore e documentarista tedesco.
grandioso, affascinante, totale: quando in piena notte posso riattraversare con lui e i suoi soldati e personaggi, fiumi e foreste e montagne invalicabili con navi dei primi del Novecento  trainate da funi per imprese impossibili… faccio l’alba ogni volta con la follia di Klaus Kinski- attore feticcio per Herzog, come la Schygulla per Fassbinder- senza pentimento.
Alexander KLUGE
1968 ‧ Drammatico ‧ 1h 44m
 *Chissà perché questo titolo fu il primo a chiedere un ritorno di riflessione: accidenti! quegli artisti sotto la tenda del circo  -in pieno Sessantotto- perplessi! La perplessità me la godetti tanto nella versione doppiata in italiano quanto nell’originale tedesco.
Myriam Muhm: “Sorelle, non ci illudiamo la felicità è molto lontana” – Margarethe von Trotta parla di sé, dei suoi film e di come i colleghi maschi considerano la figura femminile – la Repubblica, 29 aprile 1981

 

TV, Cosa vedo in TV / Il nostro Generale: Rai 1ore 21,30. Sergio Castellitto, 12 gennaio 2023. Rif. Carlo Alberto dalla Chiesa 2) DI MARTEDì 3) Piazza Pulita 4) Eden,Un pianeta da salvare

cosa vedo in TV, il nostro generale

Dalla Chiesa e le Brigate rosse, l’ultima vittoria dell’antipolitica

Dalla Chiesa e le Brigate rosse, l'ultima vittoria dell'antipolitica

(ansa)
La serie interpretata da Castellitto* offre una sintesi storica corretta ma in alcuni passaggi cede alla vulgata complottista anti partiti. Eppure il terrorismo fu sconfitto anche perché a Roma c’era una politica degna di questo nome
*Sergio Castellitto.

-A proposito di BR/ vedi. cfr.  Marco Bellocchio, Esterno notte, con Fabrizio Gifuni.

FILMOGRAFIA di Marco BELLOCCHIO da I PUGNI IN TASCA a oggi. §IMMAGINI.

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DI MARTEDì

 

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PIAZZA PULITA

 

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EDEN,Un pianeta da salvare

 

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8 1/2 FELLINI,

Otto e mezzo, Gruber.

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Appunti. Da Maigret a Camilleri, da J. Gabin e Gino Cervi a Luca Zingaretti.

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FUORI ORARIO. Cose (mai) viste /§Enrico Ghezzi in Google, IMMAGINI.

Manoel de Oliveira – Wikipedia

https://it.wikipedia.org › wiki › Manoel_de_Oliveira
È considerato il maggiore cineasta portoghese di tutti i tempi, nonché uno degli autori più significativi della storia del cinema mondiale.

Citiamo da la Repubblica:

L’annuncio della sua morte è arrivato via Twitter, un mezzo che lui ignorava: Manoel Cândido Pinto de Oliveira è scomparso questa mattina. Nato a Porto l’11 dicembre 1908, nonostante i suoi 106 anni continuava a essere considerato il più grande regista e sceneggiatore che il Portogallo avesse mai avuto. Fino agli ultimi suoi giorni, aveva scelto di stare dietro la cinepresa: aveva infatti festeggiato il 106° compleanno con l’uscita in patria di quello che rimane il suo ultimo cortometraggio, O Velho do Restelo (Il vecchio di Restelo), girato in primavera e presentato all’ultima Mostra di Venezia. Quel cinema che, in poche parole, aveva descritto come “una riflessione sull’umanità” e che usava anche le altri arti come ispirazione, il teatro e la letteratura prima di tutto. Un tarlo che non lo aveva mai abbandonato e che metteva in ogni suo lavoro, considerato tra i più significativi ma anche emblematici del cinema mondiale. “Il cinema è immateriale”, raccontava. “La macchina da presa, la sala, lo schermo, sono materiali, ma le immagini sono immateriali. Quando dico che il cinema è anche teatro, voglio dire che il teatro è la rappresentazione della vita, mentre il cinema è anche la rappresentazione della vita ma in questo senso è sempre teatro, perché riproduce l’essenza stessa della vita: le convenzioni. Se mi tolgo il cappello per salutare, questa è una convenzione, una cortesia, ma se esulo dalla convenzione, questo gesto non ha più alcun significato. Le convenzioni rappresentano la vita sia nel cinema che nel teatro”.

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EDUARDO DE FILIPPO


CARMELO BENE


VITTORIO GASSMAN

Mario Monicelli, La Grande Guerra.

-Dino Risi, Il sorpasso.

Ettore Scola, La famiglia.


GILBERTO GOVI

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