Una piccola storia di calcio degli anni ’80

Oggi raccontiamo una storia successa trentasette anni fa.

Quelli che, come noi, hanno vissuto il calcio degli anni 70/80, la ricordano ancora oggi.

Il 26 Novembre 1982 , si giocò Ascoli-Juventus. Lo stadio della città marchigiana (il “Del Duca”) fece registrare il tutto esaurito, nonché il record d’incasso; d’altronde per una provinciale vedere arrivare la Juve nella propria città è sempre un evento.

La Juventus arrivava ad Ascoli come la squadra superfavorita per lo scudetto (anche se, in quel momento, aveva già lasciato alcuni punti per strada) e del resto non poteva essere altrimenti, potendo i bianconeri contare su sei campioni del Mondo in squadra, più Bettega, Platini e Boniek.

Leggendo le formazioni, si notava immediatamente la differenza in attacco. L’Ascoli schierava: Novellino, De Vecchi, Pircher, Greco e Monelli. La Juventus rispondeva con Bettega, Tardelli, Rossi, Platini e Boniek.

Se prima del match qualcuno avesse detto: “Vince l’Ascoli 2-0 e Zoff eviterà il peggio”, probabilmente lo avrebbero preso per pazzo e sarebbe stato sedato con dei tranquillanti.

Invece fu così che andò.

Quel giorno il mitico “Monzon” Novellino  fece il Platini, realizzando due reti nel primo tempo. Zoff ebbe il suo da fare affinché la sconfitta non fosse più ampia nel punteggio. Gli attaccanti bianconeri furono neutralizzati dalla difesa e dal centrocampo ascolano.

Fu così che, come in molti altri casi della storia, Davide (l’Ascoli) sconfisse nuovamente Golia (la Juve).

Quella domenica ci fu ancora una volta la dimostrazione che, solo avere i nomi in squadra non è sufficiente (cosa che è ancora valida oggi e che probabilmente sarà ancora valida nei secoli dei secoli) e che nel calcio, puoi chiamarti come vuoi, ma se non corri non vinci. Se l’avversario corre più di te, avrà più facilmente il pallone nei piedi e se il pallone nei piedi ce l’ha lui e non te, come fai a fare goal? Se non fai goal, come fai a vincere?

Un teorema molto semplice che fu confermato quel giorno di Novembre del 1982, quando l’Ascoli di Carlo Mazzone e del leggendario Presidente Rozzi, sconfisse senza discussioni uno squadrone nettamente superiore sulla carta. Sulla carta.

 

 

Dedicato alla memoria di Costantino Rozzi, sanguigno e appassionato Presidente di un calcio che non c’è più, ma è ancora vivo nel cuore di chi l’ha vissuto.