Semplicemente meravigliosi!

campioni euro

Chi l’avrebbe detto? Chi, il 14 Novembre 2017,  il giorno dopo una  della serate più nere della storia del calcio italiano, avrebbe detto che al prossimo Europeo sarebbe successo quello che abbiamo visto ieri sera? Eppure è tutto vero! Siamo sul tetto d’Europa! Ci siamo arrivati meritatamente, partita dopo partita.

Il merito è della squadra, ma soprattutto di una persona: Roberto Mancini, che ha saputo costruire un capolavoro.

Il compito che aveva era difficile. Partiva però da un vantaggio quando è stato ingaggiato, toccare ancora più il fondo non avrebbe potuto, avrebbe solo potuto fare meglio.

Dopo poche partite si è capito che qualcosa di buono stava nascendo, certo chi immaginava una cosa del genere. E’ stato superbo nel suo ruolo di allenatore e di selezionatore, creando e plasmando un gruppo formidabile.

Diciamoci la verità, forse a livello di singoli c’erano Nazionali più forti della nostra, ma durante l’Europeo nessuna come noi è stata squadra. Bella, compatta, organizzata, determinata,  tutti vorrebbero una Nazionale con queste caratteristiche, il Mancio ce l’ha regalata!

Si è sempre detto (non senza fondamento, intendiamoci), quando la squadra di Mancini continuava a collezionare risultati utili, che  per renderci conto del valore dell’Italia, avremmo dovuto incontrare squadre più quotate di quelle incontrate fino agli ottavi.

Quando le abbiamo incontrate, abbiamo visto che questa Nazionale non era un bluff.

Nell’ordine: Belgio, Spagna e Inghilterra (quest’ultima in casa sua), sono state eliminate. A parte contro la Spagna, dove effettivamente le “Furie Rosse” ci hanno ingabbiato bene a centrocampo, col Belgio e contro gli inglesi siamo stati migliori degli avversari. Belgio rimesso in piedi da un rigore a  favore fischiato “Ad Minchiam”, senza il quale nel primo tempo avremmo chiuso il match e ieri, a parte il black-out iniziale, superiori agli inglesi senza se e senza ma.

Dunque vittoria non meritata, ma strameritatissima!

Certo, Donnarumma ha dimostrato di essere veramente il “Nuovo Buffon”.

Certo, Jorginho è stato da fantascienza e ci è veramente dispiaciuto che abbia sbagliato il rigore ieri, giacché qualche giargianese avrebbe magari subito dimenticato il tanto di buono che ha combinato l’italo-brasiliano, in tutti gli Europei  padrone assoluto  del centrocampo (a parte, come abbiamo già scritto, contro la Spagna),  ma per fortuna Gigio ha rimediato.

Certo, Chiesa ha dimostrato di essere un’arma micidiale per velocità, tecnica e classe.

Che dire poi dei due centrali, in particolare (non ce ne voglia Bonucci, che è stato superlativo) del capitano Giorgio Chiellini, che dopo anni di Finali internazionali perse con il suo club e con la Nazionale (2012), finalmente ne ha vinta una da protagonista, giocando un Europeo sontuoso in marcatura sui suoi avversari.

Ma quest’Italia è stata un blocco, in cui tutti hanno contribuito alla causa, anche chi subentrava, ecco perché insistiamo che questa è vittoria di squadra.

il calcio è sport di squadra. L’Italia è stata più squadra di tutti. L’Italia ha vinto.

Grazie ragazzi, grazie Mancio!

I pionieri del calcio-Umberto: l’altro Meazza

Umberto-Meazza

Quando si pronuncia il cognome Meazza, è ovvio che il pensiero vada subito al grande “Peppin”, forse il più grande calciatore italiano di tutti i tempi e vada anche allo stadio di San Siro a lui intitolato.

C’è stato un altro Meazza però, meno famoso, che ha calcato le scene del calcio italiano: si chiamava Umberto (nella foto sopra) e a quanto risulta, con il più famoso Giuseppe non era neppure parente.

Immaginiamo se oggi, invece di Mancini, alla guida della Nazionale ci fosse una commissione di arbitri, per garantire l’imparzialità. Pensiamo se, ad esempio, per fare le convocazioni, per fare gli allenamenti e le formazioni, si riunissero Rocchi, Guida, Orsato, Doveri e qualche altro loro collega, decidendo tutti insieme e dividendosi i compiti. Naturalmente impensabile: eppure era ciò che accadeva più di cento anni fa.

Prima che il grande Vittorio Pozzo infatti assumesse la guida della Nazionale, portandola ai traguardi che tutti conosciamo, non vi fu un unico allenatore a decidere chi dovesse o meno giocare in azzurro, ma una Commissione Tecnica. Ebbene, la suddetta negli anni cambiò spesso i suoi componenti, ma Umberto Meazza fu uno di quelli che, in vari periodi (dal 1910 al 1924), ne fece maggiormente parte, con 32 presenze.

La prima Commissione, quella che nel 1910 decise la formazione per la prima, storica partita contro la Francia disputata all’Arena di Milano, era composta tutta da arbitri, fra cui Meazza.

Chi era dunque Umberto Meazza? Nato nel 1880 a Casteggio (in provincia di Pavia),  morì nel 1926 a Milano. Commerciante di vino, era un grande appassionato di calcio, che  praticò giocando nel Mediolanum e nell’US Milanese.  Divenne arbitro, fondando nel 1911 l’AIA ( l’Associazione Italiana Arbitri). A lui e a Giulio Campanati (ex arbitro e dirigente arbitrale, per tanti anni presidente dell’AIA) è intitolata la Sezione Arbitri di Milano.

Fu dunque senza dubbio una figura carismatica nel mondo dirigenziale ed arbitrale del nostro calcio. Prima giocatore, poi arbitro e allenatore contemporaneamente, oggi nel calcio una figura del genere non potrebbe esistere.

 

Precisazione doverosa: le informazioni per scrivere questo post sono state prese dai siti https://storiedicalcio.altervista.org/blog e www.calcioromantico.com