I Pionieri del calcio-Virgilio Fossati: allenatore, giocatore, soldato

Virgilio_Fossati

(Nella foto: Virgilio Fossati)

Più di una volta abbiamo udito la frase: “È un allenatore in campo”, rivolta a quei giocatori la cui abilità tattica risulta superiore a quella dei compagni.

Ebbene, Virgilio Fossati, nato a Milano nel 1889, allenatore in campo lo fu davvero.

Immaginatevi oggi, nell’Inter, Lukaku, piuttosto che Brozovic, oppure Handanovic, che mentre stanno giocando decidono le sostituzioni, dicono ai loro compagni che zona del campo devono coprire e via dicendo..

Era quello che accadeva più di cento anni fa (escluso il discorso relativo alle sostituzioni, allora non previste),  quando appunto Virgilio Fossati, ottimo centrocampista dell’epoca, ricopriva il ruolo di giocatore e allenatore della sua squadra: l’Inter, con cui vinse il campionato 1909/10.

Allora quella del giocatore-allenatore era una figura presente in quasi tutte le squadre, oggi è quasi scomparsa. L’ultimo ad aver ricoperto quel ruolo con successo (vittoria nella Coppa delle Coppe), almeno per quanto ricordiamo, è stato Gianluca Vialli col Chelsea, in Inghilterra, dal 1998 ad inizio 2000.

Fossati fu un valoroso centromediano e per la sua bravura tattica giocò anche in Nazionale. Nella prima partita della storia degli azzurri, vinta 6-2 contro la Francia all’Arena Civica di Milano, tra i marcatori vi è  anche il suo nome.

Giocò fino al 1915 sia in Nazionale che nella “sua” Inter (di cui fu oltre che allenatore e giocatore, pure capitano, per non farsi mancare nulla..), ma poi la sua carriera terminò.

Purtroppo non furono un contrasto di gioco, un infortunio o un improvviso problema fisico a chiudere la carriera di Virgilio, ma fu ben di peggio.

Nel 1915, in barba ad alleanze contratte trent’anni prima, l’Italia dichiarò guerra all’Austria. Iniziava la Prima Guerra Mondiale, che vide molti giovani innocenti perire al fronte. Tra questi ci fu anche Virgilio Fossati.

Nel giugno 1916, questo bellissimo esempio di calciatore-allenatore,  morì a Monfalcone in uno scontro con gli austriaci. Morì da capitano dell’8º Reggimento di fanteria della Brigata Cuneo.

Il suo corpo non fu mai più trovato.

Ecco le motivazioni per cui gli fu conferita la Medaglia d’Argento al valore militare: “Dopo aver svolto in tutte le fasi del combattimento attiva e audace opera si offriva spontaneamente per rintracciare possibili varchi nel  reticolato nemico ed in tale ricerca cadeva colpito a morte incitando i soldati ad avere fiducia nell’esito vittorioso dell’azione”.

A distanza di più di cent’anni dalla sua scomparsa, è giusto ricordare questo pioniere del calcio, vittima (come altri suoi colleghi calciatori dell’epoca) dell’atrocità della guerra.

Ovunque tu sia, R.I.P. Virgilio Fossati.