Ferragosto

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Anche quest’anno Ferragosto se n’è andato.
Ma partiamo dall’inizio.
Premesso che la prospettiva che avevo era tra stare a casa e andare fuori con mia mamma e i miei zii anziani, oltre mio cugino che ha qualche difficoltà, avrei preferito stare a casa.
Mia mamma voleva assolutamente fare qualcosa, così d’accordo con mio zio pensano di andare a Salsomaggiore Terme.
Quindi si prenota un ristorante del luogo.
Passa a prenderci alle 8,30.
Arrivati nelle vicinanze propone di fare un giro a Castel d’Arquata, che era veramente caratteristica e come definita città d’arte.
Difficoltà nelle manovre nelle strette viuzze dove se c’erano due macchine non si passava.
Non essendo lo zio, un guidatore provetto ho avuto molta paura per non usare un altro termine.
Quindi si torna verso Salsomaggiore.
Finalmente arriviamo alle 11.30!
Scesi dalla macchina speravo di fare un giro per sgranchirmi e per vedere qualcosa.
Vana speranza, mia zia scende e stava già cercando una panchina per sedersi.
Avvilimento!
All’orario della prenotazione finalmente ci rechiamo al ristorante.
Piuttosto carino.
Dopo aver scelto dal menù, e dopo una lunga attesa finalmente iniziamo a portarci piattini per ciascuno.
Ricordando i casi di ristoratori che hanno fatto pagare il piattino in più, pensavo di trovarne il costo nel servizio.
In conclusione abbiamo mangiato molto bene.
Purtroppo l’attesa tra le varie portate troppa lunga.
Il conto alla fine è stato giusto e onesto.
Il rientro a Milano un po’ difficoltoso ma ce l’abbiamo fatta.
Mamma e zii molto contenti della bella gita.
Io meno, comunque più che festa diciamo che ho fatto una buona azione.

Passeggiata al Castello sforzesco di Milano

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Questa mattina insieme a mia mamma siamo andate a fare una passeggiata al Castello sforzesco.
Uscendo dalla metropolitana proprio in piazza castello, abbiamo avuto una brutta sorpresa.
Nella bellissima piazza ci sono ancora chiusure, materiali e macchinari per lavori non ancora ultimati e da quello che ho visto chissà quando.
Già lo scorso 7 dicembre per la festa degli obej obej a Milano avevo trovato questo scempio ma immaginavo ora fosse tutto a posto.
Ho pensato se sono rimasta delusa io, figurarsi che brutta sorpresa per i turisti.
La fontana nel centro del piazzale era attiva ma intorno era tutto sterrato con sassolini.
Eppure i turisti erano presi dal fotografare qualsiasi cosa.
Siamo entrate attraversando portici, i giardini non più fiorenti e belli come anni fa. Mentre all’interno del cortile c’era in allestimento un palco per un prossimo spettacolo.
Tutto fa spettacolo, tutto si utilizza e monetizza.
Quello che caratterizzava il Castello sparisce nella modernità di questi tempi.
All’interno c’è un bar, non mi ha fatto una buona impressione, considerato che essendo all’interno del castello lo immaginavo più caratteristico.
Prendiamo il caffè, mancanza di servizio, ma almeno non ha fatto pagare sovrapprezzo per il luogo, come si sta sentendo ultimamente, ogni scusa è buona per fregare soldi in più.
Si torna a casa sotto un solleone, ci siamo fatte l’abbronzatura senza essere in spiaggia.
Arrivederci Castello spero la prossima volta di ritrovarti più bello, come i ricordi che mi hai lasciato.

Non ci resta che piangere

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La sanità sta facendo piangere in tutti i sensi.
Sia che si prenota col sistema sanitario di cui ho esenzioni per più patologie, sia privatamente.
Non mi riferisco solo alle tempistiche ma anche al personale telefonico e di sportello e medico.
C è un ospedale di Milano addirittura dove è impossibile avere riscontro telefonico bisogna recarsi agli sportelli.
Agli sportelli altra attesa dovuta alle chiacchiere e lentezza da bradipo degli addetti.
Oggi finalmente avevo l’appuntamento per un esame.
Dopo tre quarti d’ora di attesa, il medico continuava e chiamare persone arrivate dopo di me.
Dopo almeno sei persone che mi sono passate avanti, mi sono decisa all’ennesima chiamata a domandare al medico come mai non mi chiamava.
Mi ha risposto in malo modo e senza ascoltarmi, dicendo di aspettare il mio turno che chiamava lui.
Mi è venuto un nervoso!
Poi ho trovato in corridoio un’infermiera e le ho spiegato il problema ribadendo che il dottore mi ha risposto male senza darmi modo di spiegare e quindi se poteva entrare e chiarire lei.
Dopo alcuni minuti esce l’infermiera scusandosi e spiegando che il dottore si è sbagliato e ha saltato una riga dall’elenco che aveva e quindi facendomi passare avanti altre persone.
Quando finalmente è stato il mio turno il medico si è scusato spiegandomi ancora qual è stato il disguido, ma non si è scusato per la sua maleducazione per come mi aveva risposto.
Ecco come siamo messi per curarci.
Non ci resta che piangere.

Dopo cena

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Conclusa la cena a volte resta quella voglia di qualcosa in più, magari un dessert o un liquore.
Per chiudere la serata in relax.
Gli esperti consigliano, per evitare di eccedere con gli zuccheri, una buona tisana.
Certamente d’estate si preferisce qualcosa di fresco e ce ne sono alcune da sorseggiare fresche, mentre d’inverno si bevono volentieri calde.
Inoltre ce ne sono per tutti i gusti.
Io preferisco allo zenzero e limone, oppure quando ho difficoltà di digestione acqua calda con alloro o lauro in infusione per alcuni minuti.
Mentre per rilassarmi è sempre valida la camomilla.
Buona tisana 🙂

Profumo

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Il profumo piace sia d’inverno che d ‘estate.
In estate è ancora più piacevole sentirsi rinfrescati e profumati.
Anche se non è per tutti.
Non ho mai scelto sempre lo stesso profumo mi piace cambiare, comunque ho le mie preferenze.
Ricordo qualche tempo fa mi fecero dei complimenti per il profumo che indossavo, chiedendomi quale fosse.
Lusingata davo la marca, la profumazione.
Però poi mi veniva detto che avendolo provato su di loro non aveva la stessa profumazione.
Proprio così perché il profumo si indossa.
Dipende dal ph della propria pelle e quindi trasmette una percezione all’olfatto diversa.
Perciò capivano che dipendeva dalla mia pelle, profumo unico e inimitabile.

Una tazzina di caffè

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FB_IMG_1688825980075 Ogni tanto vado a prendere un caffè al bar. Solitamente preferisco un caffè lungo, ma da qualche tempo mi arriva una tazzina piena a metà, quando non è anche scarsa.
Sarà per disattenzione alle richieste del cliente? Potrebbe essere una coincidenza?
Mi piace il caffè lungo da sorseggiare mentre si fanno due chiacchiere.

Se fosse una coincidenza, se avesse un significato la tazzina piena a metà significherebbe mancanza o uno spazio lasciato da riempire.

Quando ci si rilassa le parole escono e raccontano quello che abbiamo trattenuto o quello che desideriamo.

Parole che accompagnano il caffè e riempiono l’aria, come note musicali che che compongono la melodia del nostro cuore, che sia amarezza o pensieri di speranza e gioia.
È solo una tazzina di caffè, ma c’è molto anche di noi.

Vacanze

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“Lloyd, dove si va in vacanza quest’anno?”
“Al rifugio del tempo per sé, sir”
“Una settimana, due?”
“Circa tre ore al giorno, sir”
“È uno strano viaggio questo, Lloyd…”
“È una vacanza educativa, sir”
“Perché ci sarà qualcosa di interessante da vedere?”
“Direi più dell’amor proprio da riscoprire, sir”
“Sei un gran tour operator, Lloyd”
“Lieto di sorprenderla, sir”

Simone Tempia ( da “Vita con Lloyd” )
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Purtroppo anche quest’anno le mie vacanze sono saltate, per altri problemi.
Il costo delle vacanze è già stato impiegato per altre spese impreviste e straordinarie.
Vabbè c’è sempre il lato positivo.
Evitare lo stress del viaggio, traffico, code.
Stare tranquilla a casa mia, invece di stare in luoghi affollati. Sembra poi che in vacanza la maleducazione aumenti come se tutto fosse permesso.
La città è più silenziosa e vivibile.
Vacanza per me vuol dire relax e quindi alla fine va bene così.

Sognid’oro

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Sembra facile cambiare il materasso.
In questi giorni mi è arrivato il materasso nuovo che avevo ordinato presso un negozio.
Ero andata presso il medesimo negozio dove avevo acquistato il precedente e quindi mi ero trovata bene.
Spiego le mie necessità e preferenze e mi fanno provare quattro materassi e finalmente trovo quello che mi va bene.
Quindi compilano l’ordine da trasmettere al fornitore e solite prassi.
Dopo alcuni giorni, finalmente arriva la consegna, e mi portano via quello vecchio.
È stato difficile separarmi dopo diversi anni in cui abbiamo dormito insieme.
Salutarlo e mandarlo via perché è diventato vecchio, e non prestava più un buon servizio.
Provo subito quello nuovo e scatta immediato il confronto, non c’è paragone! Non è quello che ho ordinato! Cosa faccio adesso, come potrò dormire! Ero arrabbiata e avvilita.
Telefono in negozio, fanno un controllo e mi assicurano che è quello da me scelto e ordinato, nessun errore.
Signora lo provi vedrà che si troverà bene.
La sera preparandomi per affrontare la notte, ero agitata, figurati se con l’ansia dormo.
Mi stendo nervosa e dopo pochi minuti mi sento rilassare e avvolgere come in un abbraccio e mi addormento subito.
Ho dormito bene tutta la notte e al mattino eravamo già buoni amici.
Che materasso fantastico!

Pensa a chi sta peggio

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PARENTE-DEPRESSOSpesso quando non mi sentivo bene, per la salute, o come morale, come stanchezza, mi sono sentita dire pensa a chi sta peggio.
Io mi confidavo, o sfogavo sperando in una comprensione o consolazione, ma questa risposta mi lasciava ancora più affranta, quasi a dovermi vergognare delle mie lamentele.
Perche? Perché chi mi ascoltava non sapeva cosa dirmi? Oppure perché il mio malessere vale meno di chi soffre di più. C’è una tabella di valori in questo senso?
Penso che ognuno vive e sente sulla propria pelle le sofferenze indipendentemente dell’importanza.
Quando mi è capitato di parlare con qualcuno che esponeva i propri problemi o sofferenze ho sempre dato ascolto e parole di conforto e speranza, sapendo entrambi che non potevo risolvere il problema.
Non ho mai detto pensa a chi sta peggio.
Comunque sia, sentire persone con problemi importanti mi fa riflettere e guardare i miei da un’altra prospettiva, cercando di trovare la forza di affrontarli, accettarli e andare avanti.

Non esiste il tempo perso

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Sono capitati nella vita alcuni fatti, esperienze, per cui ci siamo domandati se abbiamo solo perso tempo.
Oppure ci siamo sentiti dire questa frase, “mi hai solo fatto perdere tempo”, che è veramente triste e offensiva.
Anche se non sono state esperienze positive, hanno fatto parte di noi del nostro percorso.
Sicuramente hanno insegnato qualcosa.