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Un blog creato da IlGiocoDellePerle8 il 31/08/2011

Il Gioco del Mondo

Rayuela...un sassolino e la punta di una scarpa

 
 

 

Shikara al via..

Post n°175 pubblicato il 14 Ottobre 2012 da IlGiocoDellePerle8
 

Shikara sulle rive del lago, tra i più belli d’oriente, era guidata dal giovane maestro di voga, Shakti. Aveva occhi come granaglie di pepe color verde alloro, zazzera densa e testa di moro. Colse dall’acqua un bocciolo e lo offrì con leggiadra e sigillata maestria ad una dolce correità senza prezzo. Pioppi bianchi millenari, come nobili basiliche mediarono tra linfa e catene di monti. L’aria era piacevolmente fredda risvegliava dal letargo d’un durevole tragitto per proiettare sulla superficie riflettente dell’acqua una storia custodita in una conchiglia. Dalla profondità affiorarono serpeggianti alghe somiglianti a ballerine incantatrici L’ultimo raggio di luce spandeva l’intero suo giallo sul gora. Come un oceano di seta che dondola su infiniti colori. Un venticello spazientì tra le lamelle dell’acacia , tagliuzzò la volta celeste con gesti poco lievi. E così che l’universo risorse lucente come un intaglio primitivo... Tutto muta sul lago. L’etere è quieto, inerte come il remo che sfiora l’acqua finché il giallo del raggio scompare ingoiato dal grigio delle lacrime di una nuvola. Shakti getta l'ancora al tramonto, si sente l’essenza di bergamotto nell’aria.. ha una casa bianca con la tettoia a forma di cupola per ammirare la luna e le stelle, così vicine vicine che ti sembra di avere la capacità di poterle toccare. Di dentro è abbellita con arazzi di kashmir. Manciate di spighe servite su scie di spezie, un cesto di agrumi Il mio sguardo scivola sui grani di pepe di quel piccolo uomo sulla sua Shikara carica di semi di cuscuta, traboccante come il drappo latteo dell’aurora. In questo luogo non c’è spazio per affanno o fatica. Solo bagliore e sfumature di un pittore sconosciuto e un leggero timore …percepire l’istante andar via.

 
 
 

in bilico sulla shikara

Post n°174 pubblicato il 09 Ottobre 2012 da IlGiocoDellePerle8
 

       *         *                                                                                                       *         *

*        *                                                                                                                    *            *

Risale  per nodi la mano  l'll bukhara

arrampica piano

la scelta, il rimando, la disposizione

segna radure, approdi, rifugi

l'edificio della legge

del sangue la regola il movimento

filtra la supplica,essuda il pensiero,purifica

Così la montagna si fa copricapo,sua kuffiya

la radura moschea come l'inverno tiene segreta la luce

-la carestia di non potersi dire-

Era scalzo il tempo di Amina

l'odore dei nascondigli esploso sul viso in minimi gesti

Patate e riso,a Shimshal aveva barattato yak con jeki brillanti

melograno con latte e chapati

  Su un fuoco di ottanta mondi  lontano Mogù

a terra, tiene una pentola grande

un piatto di ferro di riso e fagioli  

bruciava dell'aglio contro la piana della paura

strofinava il suo fianco

annusando la luna

All'opposto dell'amore una donna sbatteva la luce

dentro un mortaio

sul tetto del cielo di Srinagar

 nei giardini di Moghul cospargeva di semi di lino

un seno inquieto di neve

tra i più belli d'oriente,tra acqua e montagne

cuoceva gli agnelli del caspio e di Dio

mentre pregava il ritorno della sua mente

-stretta tra i ghiacci del Pir Pnajal-

invocava il richiamo del muezzin di Roza Bal,della fede

quando risuona l'Asham

in bilico sulla shikara

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Compie il suo giro

Post n°173 pubblicato il 09 Ottobre 2012 da simurgh2

 

 

Compie il suo giro
ottanta mondi respiro
come una tigre
rimbocca l’attesa
la preda
il soffio alla gola.
Greggi da spostare 
in alture lontane 
Non ci sono confini precisi 
tra clan delle piane scoscese
Fluido lo spazio 
si delinea lontano 
Iran Pakistan Iraq
Azerbaigian
Un filo rosso
che un’ago infila
nella carta geografica
a coniugare destini

Alleanze convivono nel groviglio sconnesso di colline corrose da millenni di intemperie Avamposti imperiali di pastori guerrieri con fucili dalle lunghe canne seduti sulle rocche di pietra e il cielo senza aquiloni i falchi tracciano cerchi le nuvole hanno riguardo da quelle parti immobili dove l'aria è sospesa nei pensieri senza tempo dove mondi per scomparire son lenti come le fiabe.
Il rigore del buio materia la luce
assenza che si congiunge
che come notte scompare
Linee di minor resistenza
Mogu si camminava dentro
conciliando lo spazio
tra il cielo e l’erba Il sentire
come se, gli angeli
a volte, smettessero di volare
tra il mar Caspio e il kandahar
La in cima il vento si spalanca
freddo come un fiume racconta.
Mogu sentiva scomparire quel mondo
Lo scontro con i codici della politica
costano sangue sulle montagne

 

Sulle alture tra tribù si contratta con gli spazi
e il cielo l'erba i cavalli i falchi e le nevi
Costruiscono regole dentro tende
bevendo tè con formaggio di capra   
le radioline a transistor accese
la voce di un Ayatollah e orfani senza tribù.
Mogu la sentiva Amina, dentro quel vento
fendere l’aria con versi di battaglia
la lotta è un rituale e il seno ti danza
Ho un gigante sul petto ostinato, sentiva
Balbetto l'll tuo nome che passa....

La montagna, mio Gora
il mito del cervo
mia bestia di gioia
Questo Amina pensava salendo
Ho sognato che salveremo i nostri figli
dalla fame, dall’annegamento
dalla febbre che piange alle mani
sfuggendo all’aiuto, diceva sua madre.
Huun – Huur - Tu
Ottantotto parole l’infinito risale

 
 
 

L'essenza si compie

Post n°172 pubblicato il 09 Ottobre 2012 da IlGiocoDellePerle8
 

Essenza, un filo alla gola .. ...  di kashmir    


regge  nel clima che muta il rigore del  buio


al tatto la seta a graffiare la roccia d'haiku,nelle notti più fredde


di steppe,di resistenza pashtuni


C'è un segno,un sigillo dravidico,vieni a vedere


sul ventre i lapislazzuli che scavan negli occhi il turchese


come una mappa lungo la catena Kunlun,dal  Caspio a Kandahar 

una pista di scambi di pelle nella gola delle Porte di Ferro

fino al Tigri conservai nella lana Ninive,fino alla porte del Caspio

piegai ad Herat,per una rosa,poi nella terra dei Seres


giù fino a Sera per la porpora e il burro da barattare al pedaggio

Cercavo Mogù sulle alture innevate,ubriaca di vento


Non sbiadisce l'essenza la storia,

pioverà anche per lei


dal suo centro, il punto di pioggia

 a pungere il cuore.


Tra i rami di telajen  e lente parole 

c'è una lingua  inventata,un himan,

per non tradire le cose


dove ognivolta un equinozio si compie

 

 

 
 
 

Della pioggia l'essenza

Post n°171 pubblicato il 03 Ottobre 2012 da L.Onely
 

Pioggia raccolta

in una valigia di latte,

le carte a fiume

sul letto, a terra

un reggipetto gettato,

un rimpianto appeso al soffitto,

il bosco dei sogni a fare

da tetto. Il fumo che

confonde lo specchio,

uno spicchio d'amare deluso

un pianto piantato alla gola,

mari di gente applaudente,

muri di sale, riconoscersi sola.



Gocce come granelli

briciole e molecole,

materia mini_ma

la cura è parola piccola e fedele, atta

a gesti nascosti, privati e innati

mai noti alle tempeste di versi,

ai discorsi frananti, alle maschere

amanti ... di tutta la pioggia che sollevò l'arca,

che colma i bacini, che invade le strade,

che calma i roghi, sconfigge i draghi,

che lava l'asfalto dallo sputo del tempo...

è, del volto amato, il riflesso bagnato

celato in una lacrima, la sostanza che

asseta e disseta, nutre e condanna

d'ogni uomo e donna, la più nobile essenza.
.

*

 
 
 

perturbabile a pioggia

Post n°170 pubblicato il 03 Ottobre 2012 da IlGiocoDellePerle8
 

chiesa la facoltà di ritornare
coi suoi spastici versi
saltò come un giullare
sui propri passi persi

a strappar lacrime dall'erba
e sorseggiar nuova rugiada
incastrando come cruciverba
gli incroci di ogni strada

il pulviscolo si fa universo
ed ogni grano in sospensione
sembra uno sguardo perso
sulla fisica dell'emozione

aleggia, tace
poi evapora e volteggia
poi si fa pace
e scioglie la tua pioggia

In pioggia..la Rayuela

 
 
 

bambini con un segno d’acqua in chiesa

Post n°169 pubblicato il 20 Settembre 2012 da IlGiocoDellePerle8
 

Sferzate da levar la pelle

siepi arbusti tortuose vie

assume la mente svoltando

ogni curva fa fitto alle orecchie le mani

 l'll mistero del viaggio in avanti

Scruto a specchio di quella paura i suoni.

Si fa brina  l'll ragionare

acqua che si fa ghiaccio, a un tratto

granelli nella mente legni si agitano

si torce l'll respiro stretto

chiude la curva in certe forme ricorsive

o per anelli va a far cifra

Piccoli quadri dolorosi senza filtro

e noi deboli gemelli confusi nel bianco

che rimane... mettiamo in salvo cosa???

-ti amo- sulla bocca!e nelle ossa?

sprigioniAmo un lattice che brucia

le pareti,infiamma la guarigione

Va in ritartdo l'll corpo sulle idee

fa una luce lunga e persa dalla partenza al sogno

Barcollo sai a volte tremo

ancora stretta e sola ti rimango al collo

a credere che piano piano passa...

 che  riManiAmo

 "in questo chiaro di saliva

cloro e seme, abbandonata ognuno

la sua scorza, gesto dopo gesto entriamo

bambini con un segno d’acqua in chiesa"

La rayuela salta in chiesa

 
 
 

A sferzate

Post n°167 pubblicato il 18 Settembre 2012 da IlGiocoDellePerle8
 

 

 

Manca...il mondo non turbina nel suoi polmoni

eppure è qui,in qualche modo,nel mondo

l'avvio di una folata,il verde che si adagia intorno

lo so papà,Lei manca

non s'inginocchia nei vialetti a cogliere l'erba vizza

ma sui nostri sonni si sporge, dalle bestie protegge,dai predoni

dalla vertigine del labirinto i sogni dove scaglia la perdita il buio 

la sento di guardia la notte  nell'avamposto al bivacco

in una preghiera di poche sillabe "Ovunque Proteggi"

dove la pelle fa male carezza.

 Sul monte

c'invita nel buio

A vedere il segreto del cuore

"So che stai leggendo questa poesia con una vista non più buona, le spesse lenti
ingigantiscono queste lettere oltre ogni significato però
continui a leggere perché anche l'alfabeto è prezioso.
So che stai leggendo questa poesia mentre vai e vieni accanto alla stufa
scaldando il latte, sulla spalla un bambino che piange, un libro
nella mano
poiché la vita è breve e anche tu hai sete.
So che stai leggendo questa poesia non scritta nella tua lingua
indovinando alcune parole mentre altre continui a leggerle
e voglio sapere quali siano queste parole.
So che stai leggendo questa poesia mentre ascolti qualcosa,
diviso fra rabbia e speranza
ricominciano a fare di nuovo il lavoro che non puoi rifiutare.
So che stai leggendo questa poesia perché non rimane
nient'altro da leggere
là dove sei atterrato, completamente nudo."

-Sei stata nel tuobosco oggi?L'hai vista? La cerva?-
La sua voce implorava un prodigio
fragile ,d'erba tenera si piegava nelle mie parole fatte d'acqua
L'll contatto!. E' nato un nuovo mondo
Un codice Un sentierino stretto praticabile
 Una speranza,non manca 

Quando ormai era buio~gli ho detto~agli ultimi campi prima delle more
 e' scesa davanti a me
Non era mai accaduto prima Non si fanno vedere le cerve! Lo sai papà?-

Non gli ho detto che non la trovavo Che l'll bosco era muto
degli gli alberi chini nel vento
ho taciuto
La volevo vedere a costo del buio
della paura a restare,dei rumori che temo,l'll frusciare la notte 
che e' stata costretta a trovarmi per lasciarmi andar via
"ricucita"
non gli ho detto

"L’intimo della sua bellezza stava in qualche cosa d’inafferrabile, che pareva non soffrisse d’esser goduto altrimenti che con la coda dell’occhio: fissato, sfuggiva.”

...Manca

eppure arriva a sferzate....

Sferzate

la Rayuela

 
 
 

PAURA non avere, TRIBAL!

Post n°166 pubblicato il 17 Settembre 2012 da lontradelbosc
 

 

8dic 11_lontradelbosc

 

Paura mi cattura...

quando il cielo congiura!


Col pelo confuso

in tremore diffuso

per l'aria annuso

col naso camuso.

Un rombo orrido

lo scroscio gelido

mi sento pavido,

per niente lucido.

Mi gridi:  " a cuccia "

mi chiami : " Tribal "

 

Non rispondo ai comandi,

decido:

striscio sotto la panca

e, seppur per un pelo,

fortuna!

IL TUONO MI MANCA!

 

  8dic11_lontradelbosc

 

 

 

Si salterà su  "manca "

 


 
 
 

...Tutto...

Post n°165 pubblicato il 17 Settembre 2012 da adam_selene1

Tutto tutto tutto....

Tutto e il contrario di tutto, tutto e niente.

Mai una parola è stata così ambigua, perchè pretende di spiegare se stessa, cioè tutto.

Tutto è l'infinito, l'otto rovesciato, onnipresente cifra della nostra amicizia.

Voglio tutto, con tutto me stesso, forse perchè ho bisogno di tutto?

No, non ho bisogno di tutto, non ho bisogno di niente. Allora di cosa ho bisogno?

Per saperlo dovrei guardare meglio dentro me stesso, con obbiettività. Ma farlo mi fa paura.

 

 

Si salta su "paura"

 
 
 

Parlerò .. ...

Post n°164 pubblicato il 14 Settembre 2012 da IlGiocoDellePerle8
 

 

 

 

 

 

su

"tutto"

si salterà

 

 

 
 
 

Vista da qui

Post n°163 pubblicato il 13 Settembre 2012 da negliocchi2011
 
Tag: vista

Vista da qui appare agli occhi una donna fragile e minuta.

Dai vetri della finestra la vedo appoggiata al davanzale

Ha gli occhi sognanti di una bambina e dipinte sulla pelle

le rughe di una cinquantenne.

La osservo e mi intenerisco, sulle labbra morbide e un pò serrate

leggo come un'inquietudine come un desiderio insoddisfatto.

Non mi vede, nascosto dietro le tende la osservo passarsi una mano fra i capelli

corti e sottili, un gesto sensuale che esalta la sua bellezza matura.

Il suo sguardo corre lontano dietro a chissà quali pensieri,

nella mano la tazzina di caffè che sorseggia lentamente.

Sono le otto di una mattina ormai fresca di settembre che porta via l'estate,

fotografo col pensiero quell'immagine e la porto via con me

mentre prendo la giacca ed esco per andare in ufficio.

Domani, si domani forse le parlerò.

 
 
 

Respiro .. ...

Post n°162 pubblicato il 10 Settembre 2012 da IlGiocoDellePerle8
 

Respiro la gioia che sprizza ,che slega

 epifanie a cavallo ed allontanamenti

dilatando l'll senso l'll tremore della fine

Prende un corpo l'll grido
un bagliore lancinante avanza, ti costeggia
dove la potenza della parola sospetta
inarrestabile, una salvezza anche casuale
nelle mani in fuoco gira pietre ,sfregandole
al lancio dell'eco l'll bosco soffia a meraviglia
si abbatte l'll vento sulla luce scostandola dal ramo
a reggere l'll silenzio, pronto, come una misura umana
Spira la quercia e parla l'll tempo
di due esistenze allineate, ignote.
ha l'll sapore in bocca della notte l'abbaglio
e ventisei respiri all'alba,una sorsata che ti porta via
Sali' cosi' in alto Amina che l'll fiato manco' nella notte,
quando discese...
trovo' mille luci di mostri all'attacco delle radure
come la guerra di Tuzla i cingoli armati
sterminavano case e pagliai
la terra veniva su nera di occhi scuri,salati
Abbattute le case dei cervi l'll loro riposo
       Uno sterminio di zolle brune 
       rivoltava la terra dorata
       come la Pia madre prepara dolori grandi
       di dura Madre
così Amina nel fosso, accucciata , dalle fessure Silviane comincio' a lacrimare
sola  nelle mani la terra, risali' di coraggio la cima
mentre l'll suo palombaro compiva l'll volo più' fondo
Cercavano gli estremi più' fondi del lago, del monte i più alti 
C'e' un monastero di terra,un nucleo nel polmone del bosco ai terminali
un piccolo campo di fieno selvatico
inarrivabile ai mostri di ferro,ai piedi d'acciaio
 E' la' che trovo' cibo a colmare quelle fessure,
 donna abbastanza per dissetare ,salvare l'll suo centro
 riavere la vista azzurra del lago, del foro misura
 
Se passi sulla nuca le mani se appena la sfiori
potrai sentire un minuscolo solco 
dove si sono raccolti piccoli semi
sentierini germogli e radure,
dove sotto le gambe pesanti
rumoroso l'll suo cuore impauriva
 carcasse e fantasmi ,pigne e cornacchie
Mi saprai ritrovare-sussurrava l'adagio-
Ho la speranza che nutre gli anelli
che cerchia i miei occhi nei tuoi
Non finire di ripetermi le stesse cose di sempre
nell'orecchio scalzo,l'll tuo respiro deponi custode 
Lega ancora fili d'erba, gli anelli degli alberi ai  miei
Rigira le foglie remando sul fiume la mia fede nei cervi
Recita ancora di Borges l'll tempo infinito
Io attendo la neve a donarti l'll natale
e ancora nel giro di luce
danzo che andremo a Istanbul


Ecco vedi?...mi premi nel ventre la testa
mi fai spremere acqua dai pugni
come l'alambra dai monti
mi tingi d'amore
Le zolle negli occhi, nel cuore la fienagione
accoglie la donna d'acqua  la Terra
 di nuovo
Amando spietatamente
come solo natura sa fare
L'occhio salva
Alimentato ,accudito
cresce imparando lo sguardo la vista
 l'll dettaglio fino a vedere
 nella falena minuscola
 una lucciola che trasporta l'll suo sole
Le cose brillano così,dal di dentro,
 grandi0se
e non della luce che vuole l'occhio
per essere "vista"
La rayuela
sarà
V i s t a

 
 
 

Amina disegnava germorgli in fiore.

Post n°161 pubblicato il 09 Settembre 2012 da oltreL_aura

 

 

Sussurrava il Fuoco

nelle ombre del passato. Amina intagliava l' aria con la polvere

del Tempo  e figure di germogli in fiore a profumare  il cuore

che scorreva lentamente tra i sassi e l' adagio sguardo della bambina.

Il silenzio segna il richiamo dell' elefante, e fiutandone il torrente

 la piccola donna

custode della scatoletta si riscaldo' a quel fuoco,

 una fiammella di poca luce.

 

 

 

 

   ....son gocce di fuoco, che dissetano come capretti al fiume.

 

Fiamma weha weha

vita e forza

bruciava l' eco delle foglie

scrollate dal verso dell' alba, rosso chiarore della notte.

E l' elefante a bocca aperta bevve scintille di coraggio

per dissetare la piccola e il respiro.

 

 

Si salta su " respiro"

 
 
 

Amina sussurrava

Post n°160 pubblicato il 07 Settembre 2012 da simurgh2

 

 

Normale tornare al vagito, làdove si sommano come i respiri sui sassi, i passi
le impronte ai fiati nel grande cielo si stende il respiro
come armonie di oboi ottoni ontrabbassi
e gli argani cavano l'avorio dal silenzio
pompano dalle fucine il fremito delle foglie
e la bambina da la trae il respiro
oltre il passo affaticato dell'elefante
soffia il suo di latte e biscotti
come il piccolo corpo che pulsa sulle rive il vagito
e il suo contrario
la weha
e il pin pe obi
in fondo al cuore tutti i colori
Fatto sta che la cerva infine alla bambina chiese  
l'avorio e la fiamma tremula come argilla acciaio e vetro
la bambina l'elefante e la cerva avevano un segreto
da una fonte acqua corrente sgorga li dove la ninfa custodisce l'eco
Tu elefante bambina e cerva  
custodisci dentro una scatoletta
segni d'amore per diventare acqua corrente
. . . Rossa è l'alba sui sassi
. . . Siamo solo acqua che scorre
La perfetta
. . Weha weha

Amina sussurrava

 
 
 

Vagito

Post n°159 pubblicato il 06 Settembre 2012 da adam_selene1

Vagito di un nuovo giorno, il cielo schiarisce, rosseggia.

L'alba non ha mai smesso di stupirmi, perchè in fondo accade tutto in fretta dopo una preparazione lunghissima. 

I tetti diventano arancioni, il cielo diventa arancione, gli alberi cercano di farlo. Poi passa.

E tutto torna normale.

 

Si salta su "normale"

 
 
 

Rossa è l'alba nei sassi

Post n°158 pubblicato il 05 Settembre 2012 da IlGiocoDellePerle8
 

Rossa è l'alba nei sassi,il luogo dove si bagnava

nella pozza Amina vide la testa,il bosco,la grotta

l'll riflesso

udì come un fiutare, dal corpo contratto

l'odore dal pieno del ventre ,il suo nido

un piccolo corpo che pulsa

-Quanto tempo è passato?-

Sulle rive,tra i fogliami ora risale

rischiarando un sole continuo

mette in fila  ricordi ad avvolgere il corpo

 dell'acqua canta la vita "al contrario"

-Weha-

loda e annuncia un nuovo vagito

 

 

 

 

la Rayuela

sarà 

Vagito

 

 

 
 
 

Sette volte +1

Post n°157 pubblicato il 12 Luglio 2012 da IlGiocoDellePerle8
 

Scioglie come ghiaccio negli occhi
  corre giù come perline celesti
tra i seni raccoglie pervinca, un ansito blu
quella luce
"poi ci voltiamo e cominciamo a dormire
-così gli disse-
faccio la danza poi scompariamo"
Come una taglia su Amina pendeva un grande dolore,
a dirotto premeva la gola,
sul palmo batteva il segreto
tra voce e mutezza
come una tenda che gonfia,
un latte che entra dentro la stanza,un biancobaleno
           Volteggio' cosi forte!
                                         Amina
sentirsi svenire le parve, morire
disidratato ogni volere
le sue ombre fino al foro del collo
come spazi che il bosco riprende,
il gesto lento dell'abbandono,essenziale al perdono
immunizzò la paura del mutamento
l'infinito stretto in un poco,in un niente
dentro la stanza
un dito alle labbra che dice silenzio.
Lei alzò le braccia,
            con precisione vicino alla dolcezza,
            lungo il segreto della linea
 che trema,
            guarisce
 tenendoci insieme le mani.
Giungerà il richiamo
 dove l'acqua è più in su della vita,
dove l'ultimo passo si  trae nel primo
l'estremo nome, dove scompare l'assenza di ogni destino,
nella castità delle venti dita
 le manitutte non sapevano 
che la vita era immensa
oppure niente
Stanza di perle-narimi-parola antica
a precipizio tra due pareti armate ancora di otto
e qualche respiro là dove il tempo non si calcola più,un anno
 ti sai dentro..di colpo
poi solo il battere del sangue alle labbra..
mmmhh...mmmh...
a coprirti gli occhi quel suono
Dormi Mogù
-ripeteva-
dormiAmo
dove la durata va a compiersi
dove ognuno esercita, a suo modo,
 l'amore
Il suo modo di restar
 a sè fedele
Come le note..
non può esserci nessuna nuova danza,in fondo
ma se dai al movimento un particolare significato,
quello avrà un suono diverso.
riuscirai a scegliere proprio ciò che ti serve....
a sparire
un sogno, dalle onde lunghe e lucide

Occorre attenzione per riconoscere gli indizi,
la persuasione,
 -così la sacerdotessa-
"un uomo e una donna si innamorarono ,
e finiscono nel lato oscuro della luna"

e non è impresa da poco spingersi fin là del resto
senza lo sconfinamento niente vi sarebbe stato concepibile
nè reinventare vie d'accesso,lunghe distanze
per ore..l'anno

La sofferenza fisica diviene una corrente
il fiume lungo il quale scorre il lamento
                inonda 
bellezza nascosta cola dai piedi,dorme in noi..
         intimo moto d'amore


Amina danzò. 
 
                Mise la collana ,gli occhi gonfi di chiaro
                                                                 caddero le monetine,tutte, sul petto sfilò

Era successo qualcosa in quell'istante,
qualcosa che ancora continua a succedere
una sorta di luce all'incontrario
che corre via dagli occhi
 a chi guarda
per nascondersi
sparire alla vista
sottrarre dolore
 a chi resta.
Lei è la sua compagna e decide di prendere la via delle montagne
spinta da un dolore più grande ..a salvarlo, Mogù
preservare non è follia,è purezza
C'è riserbo e pudore nel raccontargli la favola
una tenerezza estrema nella sua voce,un filo
-tienimi la mano,spariremo insieme-
Sapeva,non sarebbe stato così-Mogù non poteva +1
Deve partire Amina Risalire,pregare all'incontrario
 dove si cova di ogni lettera quella iniziale
assorbendo tutto dentro il suo cerchio
 
 A Mogù aveva consegnato il segreto,
  la scatoletta che sommava gemella alla sua
  da un vello il filato in ninive,
 la mussola nella sua unicità,
  un corpetto di monetine,un trenino,
  due gechi e tanti colori

 

 

Tra le dita solo una corda intessuta
intrecciata di nodi
nel verso che stiamo cantando
sette volte avvenne lo scambio
il nodo scioglie all'ottavo
nella sosta il sublime
della vita l'irreparabile

Per tornare Amina non avrà che da cantare al contrario.
Una donna che orienta il circo con sete
che dette tempesta alla terra,a ogni clima
al firmamento
qui portò via non l'Amore
soltanto il suo tormento
e tu ,vento derviscio,
tu sai dell'inaudito il sortire
che il bassotuba esiste
 che non è scomparso l'elefante bianco
sai delle balene il volo,
di Rilke la breccia nel tempio
parole che dalle steppe strappan grovigli
 conosci
 se ne vanno sfondando buchi
in quei  piccoli universi
 dove stavano prima di loro
infine e per prima cosa sai della semplicità
 di piccole illuminazioni
"ch'è cosa che felice cade" ...sparendo

Si svegliò al centro Amina,nel cerchio,sola

 
 dipinta
 nel suo disegno
 originario
 Non era la terra queluogo,
                   non più.
 
"Sulla strada per Ourika
siamo come uccelli notturni che si strappano le ali a vicenda,
 fino a quando il becco affonda in un organo cieco per molti,

soprattutto per coloro che sono stati ciechi a lungo

Così l’amore ci chiama.
E da uccelli notturni dobbiamo trasformarci..
Per questo esiste un incubo chiamato Ourika,
dove con i piedi nell’acqua gelata
                                risalgo da sola il torrente,
lasciandomi alle spalle accampamenti di cicogne,
passerelle per scheletri che scendono dall’Atlante,
 muri di terra rossa"(..)


 
 
 

Di più non potè

Post n°156 pubblicato il 11 Luglio 2012 da simurgh2

 

Questa storia di Mogu e della cerva, veniva raccontata nei cortili e nelle bettole da gente che la sapeva fin la. Sicchè non è vero che Lee Baby Simm, come ho sentito raccontare da Mehmet  porta la scatoletta ad Amina ma il contrario. Lee B. Simm gliel'aveva consegnata al porto di Baku. L'aveva tenuta sul sedile, prima. C'era una macchina con della gente dentro che li osservava, lui e Mogu  

 

L'uomo di Hatrac, Mogu difendeva un recinto.
Un territorio che t'invade,che si allarga di dentro,
scorre come nell'acqua del fiume un rocchetto.
Mlillemila strisce di stoffa sottile portano al niqab,
al velo che copre il fianco della cerva e della sposa.

 

 

 

Il paradiso non era piu un abbaglio.
Un'irruenta felicità innocente lo sorprendeva,
ed è quando la vita ci si immagina vorremmo
non ha ancora una presa certa, e tutto resta.

Com'è infelice quel mare Caspio, guardandolo pensò.

 

 

Salonicco...solo un suono, lontano


Negli occhi marroni schiariscono quando

dentro brucia una fiamma verde scrisse Hikmet 
Cosi, quello che c'era dentro quella scatoletta di legno
ancora non era stato messo. Il suo segreto.
Ancora taceva. 

 

Kebap con yogurt pomodori e montone
Il migliore lo faceva l'iracheno Hafez.
Dalla sua taverna, il mar Caspio davanti.
Un epilogo squarciato di nubi in ogni distanza.
Si avvicinò a Mogù. Hafez aveva un gatto sciita. 

La nuova via della seta, il gasdotto Nabucco
dall'Azerbajgian ai Balcani, andava interrotto. 

Versava luce bianca nelle vene, quel canto di gas,
..l'albume.
Nel camion, Mogu, tra le mussole, erano avvolte delle armi.  

 

 

Quella notte Mogu fece un sogno
Amina danzava davanti a lui
Pervinca

 

 

 

 

Sembrava fosse caduta cosi, dentro la stanza
gonfia di luce com'era, squaqquarando sopra il tappeto,

sulla lampada, sul divano e si spandeva sul pavimento
e sul libro di Istambul che credevo bagnasse tutto,

sulle sigarette, sui biscotti, sulla peperonata sopra il tavolo 
su di me colava dai piedi risalendo
In cerca del foro che ho sulla nuca
Una luce grossa e tonda che si lasciava andare
Una luce notturna, piena di poiane e alghe. 
Si sfilò la sottana corta e le calze
e dalla luce molle si levarono in volo aironi
sorrise nel suo abbandono di carni bianche
Avevo sul petto il tintinnare di monetine
immunizzò la paura di ogni mutamento
assorbendo tutto dentro il suo cerchio
Si mise a mugolare una canzone
senza dire delle parole, solo mmm mmmmh 
E noi eravamo li in piedi, esterefatti
Ci tenevamo la mano, ascoltando quel suono
che era d'acqua che frusciava sulla riva
e sembrava quello della vasca con la fontana
e con la statua di Venere sulla conchiglia.
Io e Amina ci guardammo negli occhi
e lei mi ha detto che non era vero
Non era vero che eravamo venuti a vivere sulla terra.
mi ha detto, non è vero.
Andiamo a letto. E da la voliamo via.
Faccio la danza e scompariamo. 
Cosi voleva fare.

 

(Canzone inedita di Lee Baby Sim, per Mogu e Amina)

 

 

Amina aveva risalito il sentiero
verso la grotta, in cerca della sacerdotessa

Sette volte +1 ripetevano insieme
Settevolte+1 nel cerchio
Cosi' la sacerdotessa gli aveva insegnato a sparire
nel passo il volteggio
Nell'esercizio la persuasione
la volonta' nell'attenzione
Tutto era pronto quel giorno 
il letto la luce la stanza
quel suono un'inondazione
Uno tre cinque 8.....adesso!
Volteggio' Amina Volteggio'
settevolte+1
Mogu'
Settevolte
.......Di più "non potè'"

 

 
 
 

Ovunque Proteggi

Post n°155 pubblicato il 06 Luglio 2012 da IlGiocoDellePerle8
 

Chiamata senza appello il suo canto
non da tregua la Terra,fluttua nei fianchi la luce
t'invoca rapace ,agli angoli della notte,smaniosa
divaricando come un sesso violento
svuota le ossa
fa sangue slabbrando ferite
********
Epifania di piste,di tracce irresistibili
avvolge la danza d'Amina un nastro che chiude le punte
la grazia è il mistero,di un anno
un suono che dura alla bocca ti entra negli occhi
un frullo d'ali si fa vertigine sacra che sbatte alle tempie
corpo che insegna umiltà la danza del ventre,la sua
modulava il colore, pervinca
come fiori ondeggiava
*************
Gira lungo le rive la bestia la notte, sa dov'è l'acqua la cerva
fresca,chiara la vista,senza arsura,nè sazietà
inumidisce le vene,candida e temeraria
s'inalza Amina,si allarga si espande
protende di metri il suo fianco
nessuna afrodite a sbucare
a colmare l'impronta
di chi l'è stato portato via
             
                                                                                          
    solo un lungo respiro si alza , s'abbassa, indiviso
                                                   un fiato inestinguibile
s'ingrossa e dilata il nero del cielo,tutto s'ingoia
 
********
**
  
 Si corica Amina
 tra le zampe
 affonda
 dove il ventre sudato l'accoglie
 il cuore si stringe
 si gonfia
                                           
da qualche parte trema...  poi sogna
**********
 
spolpa all'osso la vita dal genocidio a Mogù
là era la verità
Un anno..come l'età della cerva,
-come adesso-
cominciava un vago indefinito pulsare
l'orecchio è scattato di colpo...nostoi
....la vita allora era atillata
da un solo fianco la mussola, nel collo un solo foro

il cuore prese a balbettare,sgravò tra le gambe ninive
le faceva passare attraverso ciambelle di pane,
 otto gocce di miele
Come "pellegrina" che accorcia stoffa alla vita
sempre più scopriva,rivelava innocenza,
seni primitivi di latte
traverso la grata di rete, a protezione,a rifugio

sotto i veli bianchissime bende
di lino ebraico, insospettabili
annunciavano ulteriore bianchezza
senza bisogno di fare domande
disegnavano
le morbide curve del ventre
nella cuatela la cura.
Il liscio e sottile
che a tratti spiazzava
ancor spiazza le palpebre
d'amore il colore che brilla
-Un anno-cantava
  ovunque proteggi
-io voglio restare-
**********
**********
Lo scalpiccio di zoccoli fu come un sestante al risveglio
che sa dove ti trovi nel caos
Ventisei respiri al minuto, i passi a servire alla terra di Amina
Un uomo dagli occhi chiari studia chino il suo silenzio
quanto bisogna averne ascoltato,
quanto cielo negli occhi avuto
per risentire di là dalle terre
i fianchi di amina alle rive
Spegne la lampada,si corica, nelle dita stringe la scatoletta
come tra le mani un seno
qualcosa che irrompe,la conoscenza
alla sua completa erezione
l'onda di un passo gira le viti,apre il mistero
ripete:
*********
-siamo bambini abbastanza per respirare cio' che non si vede,
 che trema-
*******
negli occhi rovescia perle e branzini
tra le mani i respiri di un anno
 
-narimi-

 
 
 
 

ULTIMI COMMENTI

Benvenuta Gioh alla rayuela più trascurata al...
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E' stimolante poter scrivere qui, fra tante altre...
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sei sempre pastaMadre quando scrivi Ush...
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