Tra_Donne

A MIO PADRE...

Oggi è la festa di tutti i papà. Ho letto alcuni vostri post mentre passavo a trovarvi, e così, inevitabilmente, il pensiero è andato a mio padre.

Ho perso mio padre quattordici anni fa, in un caldo giorno di agosto. Aveva appena sessant'anni e un male incurabile, scoperto troppo tardi, ce lo ha portato via in sei mesi. Non avevo mai avuto un rapporto facilissimo con lui. Gli volevo un bene dell'anima, ma non lo capivo in certe sue  "chiusure". Mio padre era uno di quei padri di una volta, autorevole e di poche parole, poco incline a qualunque manifestazione di affetto. Quando avevamo qualche scontro (poche volte, in verità) mi riusciva impossibile discutere con lui, perché la ragione era comunque la sua e la discussione diventava molto accesa. Così a me, che per temperamento non sopporto le liti, veniva un nodo in gola che mi rendeva impossibile continuare persino a parlare. Odiavo discutere con mio padre ed evitavo in tutti i modi che ciò succedesse. 

Mio padre amava gli animali, tutti. In casa nostra è passato di tutto: canarini (ma non due, cento), pesci tropicali, scoiattoli giapponesi. Piccioni, quaglie, germani reali, faraone...tantissimi, nella casa al mare, per la "gioia" di mia madre.

Aveva creato da solo una specie di incubatrice dove metteva le uova a covare artificialmente. L'aveva costruita lui, era ingegnosissimo mio padre. Io ero la sua assistente, dovevo prendermi cura delle uova quando lui lavorava. Poi nascevano i piccoli e non vi dico che spettacolo... Non so se avete mai visto le quaglie appena nate, sono una cosa deliziosa! Allora, a quel punto, serviva una madre "artificiale", che desse il calore di una madre vera;. e allora mio padre aveva architettato una cosa che svolgesse quella funzione. Ricordo la faccia di mia madre, che con tutte 'ste bestie aveva il triplo del lavoro. E' stata una santa, mia madre...

Quando ha scoperto di essere gravemente ammalato, ha reagito in un modo che non avrei pensato. Lui, che aveva il terrore delle malattie, degli ospedali, lui che come tutti gli uomini si sentiva immortale,  non ha perso la testa, non ha imprecato, non ha maledetto quel destino che lo aveva fatto ammalare ancora così giovane... Per un po' abbiamo tentato di tutto, saremmo andati pure sulla Luna se ci fosse stata una speranza... Poi è stato lui a dire basta ed è voluto andare al mare,  in quella casa che adorava...

Solo una volta in vita mia, credo, sono riuscita a dirgli "Ti voglio bene" e ad abbracciarmelo, pochi giorni prima che morisse. Ma non potete capire quante volte l'ho sentito vicino, in questi quattordici anni, e quante volte so che ci ha aiutato, da Lassù... Ci sono state cose, nella vita di noi figli e in quella di nostra madre soprattutto, che si sono risolte con un "incastro" di eventi del tutto particolare, e a me piace pensare che dietro tutto questo ci sia l'aiuto di mio padre, che veglia su di noi...