Creato da: giampi1966 il 13/03/2006
Questo blog si propone di promuovere la politica come servizio e la coerenza dei politici con gli obbiettivi programmatici. Troppo spesso l'agire del politico è distante anni luce dal suo programma e da ciò che professa. Per poter rinascere la politica deve sapersi imporre alle varie pressioni e deve guardare lontano.
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Risultati Referendum sindale sull'accordo di luglio
Post n°234 pubblicato il 11 Ottobre 2007 da giampi1966
Tag: Cobas, coerenza politica, comunismo, economia, elezioni, fondi pensione, mondo del lavoro, osservatorio politico, partiti, progetto politico, sindacato, storia politica In Italia purtroppo la storia non insegna nulla, come è successo per le precedenti consultazioni sindacali del 1985 (taglio della scala mobile), del 1993 (sulla flessibilità) e del 1995 (sulla riforma Dini delle pensioni), anche in quest’ultima consultazione sul “welfare” i lavoratori hanno perso i loro diritti attraverso un falso referendum, i SI all’accordo sembra che abbiano ottenuto oltre il 70% e come è sempre successo il Governo, la Confindustria con la complicità dei sindacati confederali hanno ottenuto ciò che volevano. Le ragioni di questo ennesimo disastro per i lavoratori? Considerato che nelle grandi aziende, dove c’è stata una maggiore informazione hanno vinto i NO, sicuramente c’è stata una carenza informativa, oltre a Mirafiori esistono una miriade di grosse aziende dove hanno vinto i NO come ad esempio alla CNH di Modena dove il risultato è stato il seguente: Su 1057 aventi diritto al voto, sono 698 i votanti. NO 437 SI 246 BIANCHE 5 NULLE 10 Le nulle erano tutte per il no. Ma riporto altri dati molto interessanti: Chimici di Brescia (dato provinciale)... 2.188 no - 1.833 sì Bitron di Savona................................. 115 no - 106 sì Saf di Jesi.......................................... 37 no - 17 sì Comune di Dalmine............................. 54 no - 43 sì Gruppo Tsf.......................................... 245 no - 159 sì Tsf Roma (aziende fornitrici)............... 58 no - 22 sì Ipercoop Nova di Bologna................... 218 no - 69 sì Comune di Padova (assemblea precari)... 28 no - 1 sì Ikea di Corsico (Milano)...................... 293 no - 25 sì Università di Siena: ............................... 132 no - 96 sì Università di Torino: .............................. 268 no - 182 sì Ferrari di Maranello:................................ 685 no - 528 sì Piaggio di Pontedera:............................... 1.241 no - 771 sì Telecom Italia Sparkle di Roma:................ 279 no - 194 si Telecom di Firenze................................. 463 no - 302 sì Vodafone di Bologna............................... 234 no - 14 sì Atesia/Almaviva di Roma......................... 353 no - 103 sì Maserati di Modena................................ 282 no - 118 sì Aziende artigiane di Lucca (tutti i settori)...... 177 no - 83 sì Unilever di Casal Pusterlengo..................... 230 no - 64 sì Banca del Fucino.................................... 230 no - 30 sì Sammontana di Empoli............................ 261 no - 19 sì Camera di Commercio di Padova............... 48 no - 40 sì Parziale grandi aziende metalmeccaniche (escluse quelle sopra indicate) .......................................................... 22.427 no - 10.562 sì Ma la ragione che a mio pare, come nel passato, ha inciso in maniera determinante, è stata l'assoluta mancanza di trasparenza e democrazia di tale evento che ha permesso di perpetrale brogli e furberie neanche tanto nascosti: persone fatte votare più volte, assenza di rappresentanti elettorali per il NO, persone fuori dal mondo del lavoro mandate in massa a votare, annullamento di schede valide per il NO, manipolazioni dei verbali, votanti fantasma ecc… Troppo interessi c’erano dietro al fronte del SI a cominciare dal Governo che avrebbe subito un colpo mortale, in caso di vittoria del NO, alla Confindustria che vede con l’accordo tutelati i suoi interessi strategici, ai sindacati che vedono tutelati i loro interessi economici e politici, mentre dall’altra parte c’erano solo i lavoratori sprovvisti persino della tutela dei partiti di sinistra. E' come se il democratico Putin organizzasse un referendum per l'indipendenza della Cecenia, dove possono votare anche i russi, dove vengono usati degli strumenti di persuasione non molto ortodossi e dove non è ammesso il controllo della regolarità delle consultazioni da parte degli indipendentisti.
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