Dopo i fatti di Londra, commentando la notizia scrivevo nel blog di Corsaramora: “ provo solo sgomento... e la consapevolezza che domani potrebbe capitare a Roma, o a Milano, o a Napoli... “
Più o meno le stesse considerazioni sono state espresse ieri con la mia famiglia: mia sorella lavora a Milano, e non si può evitare di sentire una stretta al cuore ogni volta che si sa debba prendere la metropolitana o salire su un autobus.
Sono reazioni molto umane, ed é del tutto naturale il sentimento di impotenza: come scrive Giancla56 nel suo post n.616 “non c’é la soluzione... siamo in guerra, questo é poco ma sicuro, ma non é una guerra classica. possiamo blindarci, rinchiuderci, scavare trincee, alzare steccati e costruire prigioni e campi di concentramento. ma loro possono aspettare, possono scegliere il momento, l'ora, il luogo: non é sul piano della forza che possiamo sconfiggerli. Hanno il vantaggio della sorpresa, dell'anonimato, dell'amoralità.”
A ben vedere questo é stato sempre il punto con il terrorismo: quella che viene combattuta non é “la guerra delle bandiere al vento,delle fanfare, dell’audacia e della valentia, l’esibizione del coraggio e della sfida che han sempre avuto gran fascino x i maschi....quella di cui si parla è ben altra cosa, è una guerra sporca ,dove non c è il duello ma l’assassinio, il bombardamento, l’agguato...non i cavalieri ma i killers...” (occhiodivolpe, commenti al post n.108).
E’ vero, come scrive beckysharp nei commenti al post di Giancla56 citato che l'occidente non é un bambino inoffensivo e diligente, ma essere consapevoli che ci sono altri innocenti che la guerra ce l’hanno in casa, e muoiono senza neppure avere servizi sul tg, non aiuta affatto a sentirsi più tranquilli.