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DANIELA E LA COLLEZIONE DI QUADRI racconto (602) di Dino Secondo Barili

Post n°23939 pubblicato il 06 Giugno 2016 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache

vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)

racconto del giorno

602

Daniela e la Collezione di quadri

A volte la Primaveraoffre la possibilità di scoprire sé stessi. Daniela, trent’anni, bellissima,era nata a Milano, cresciuta a Milano …e, raggiunto il diploma… a Milano avevatrovato subito lavoro. Milano, per Daniela, era il centro del mondo. Per leinon esisteva altro che Milano. A trent’anni, però, una persona comincia acambiare. Ad avere nuovi gusti, altre aspettative. Uno dei motivi erano statealcune delusioni amorose. Quando una persona passa attraverso certe esperienzepoco edificanti… comincia a porsi parecchie domande. Domande che non hanno unarisposta… come se fossero delle cose di là da venire. In quel caso la mentecomincia ad elaborare nuovi modi di pensare. Le intime istanze personalicominciano ad emergere. Per esempio. Daniela aveva un debole per le Mostre diPittura. Milano è una miniera sotto quell’aspetto. Gli uomini con i quali siera accompagnata erano la negazione in fatto di arte. Cosa fare? Daniela,quando poteva, andava da sola a visitare le Mostre di Pittura. Le Mostre, però,sono come i viaggi… si gustano meglio se vissuti in due. Daniela non era mairiuscita una volta a visitare una Mostra in compagnia di un uomo. Un anno fa,la trentenne, aveva deciso. Quell’esigenza meritava di essere soddisfatta. Danielasi iscrisse ad un corso di Storia dell’Arte. Pensava di trovare giovani dellasua età appassionati di arte. Un fallimento. Al Corso c’erano persone avantinegli anni, uomini e donne, con parecchi tic. Impossibile, in quel luogo,trovare la persona giusta per visitare una Mostra di Pittura. Dopoquell’esperienza, per puro caso, Daniela ne parlò con il suo Medico di Fiducia,il Dott. Felice. Il Dott. Felice oltre che medico era un appassionato di“pittura del settecento”… quando (nel 1700) la pittura (specialmente ilritratto) aveva un’eleganza sorprendente. Certi ritratti del settecento sonoqualcosa di più e di diverso rispetto alle fotografie di oggi. Erano opered’arte. I ritratti, allora, coglievano… non solo l’attimo fuggente, ma l’animastessa della persona ritratta. Il Dott. Felice ne era appassionato… oltre chemedico specializzato in psicologia. I ritratti del settecento sembrano fattiapposta per “raccontare” caratteri, vizi e virtù. Quando una persona entra inquell’indagine conoscitiva è come se entrasse nel “Labirinto di Cnosso”.Un’esperienza ineguagliabile, unica, incredibile. Per Daniela è stata una scoperta.L’incontro con il Dott. Felice si è trasformato in un appassionato dialogosulla funzione sociale dell’arte. Anzi, il Dott. Felice invitò Daniela adiscriversi nel suo Club dell’Arte di cui era Presidente. Una simile fortuna perDaniela era stata del tutto inaspettata. Alla prima riunione c’erano quasitutti i soci del Club. Tra di essi, giovani,  donne e uomini di mezza età. FinalmenteDaniela aveva trovato il posto giusto. Finalmente poteva soddisfare le sueaspettative. Infatti, il Club dell’Arte del Dott. Felice organizzavaperiodicamente visite guidate riservate ai soci a parecchie Mostre di Pittura.Un modo per socializzare e parlare dell’arte dai vari punti di vista. Duranteuna delle visite a Mostre, Daniela si sentì osservata, anzi, attratta dal Dott.Benedetto, un cinquantenne, gentile, educato, fisico da atleta. Insomma queltipo d’uomo che Daniela aveva sempre sognato e non aveva ancora incontrato. Lavisita alla Mostra è stata l’approccio dal quale ha preso il via un discorsomolto più ampio e complesso. Dall’arte si è passati alle città d’arte. Ormai,Daniela e Benedetto erano diventati inseparabili. Cominciarono a telefonare l’unl’altro almeno venti volte al giorno… fino a quando Benedetto invitò Daniela avisitare la propria collezione privata di quadri del settecento. La trentenne,davanti ad una simile collezione, non ha avuto più parole. Si sentì piccola,anzi piccolissima. Non è stata  più capacedi dire una sola parola. E’ stato Benedetto a parlare. “Daniela, cosa ti hapreso? Hai perso la parola? Non farti delle cattive idee. L’arte è l’arte e lavita è la vita. Io, posso avere un’interessante collezione d’arte, ma se guardoi quadri da solo non mi dicono niente… Per vivere l’arte bisogna viverla e goderlain due… Due persone che a loro volta creano la vita, il volano dell’interesse”.Daniela comprese che l’arte “non” era fine a sé stessa, ma il mezzo perraggiungere l’estasi. L’arte serve a vivere meglio, ad assaporare la partemigliore della vita, l’amore. Attese che il Dott. Benedetto fosse abbastanzavicino. Gli prese la mano… e la tenne stretta. Con l’altra accarezzò il viso.Era proprio un bell’uomo ed aveva una bocca stupenda. Daniela avvicinò le suelabbra a quelle del cinquantenne e scatto la scintilla che fece “scoppiare iltemporale”. Certe cose si sa quando incominciano … non si sa come si evolvono.Daniela sentì le mani di Benedetto accarezzarle il viso, il collo, scendereall’altezza dei seni… ormai non era più possibile interrompere ciò che stavaavvenendo. Daniela e Benedetto si trovarono nudi… coricati sul tappeto delpavimento… Dai quadri… volti di uomini e di donne che guardavano la scena conindifferenza (oppure, no). Era quell’indifferenza che eccitava Daniela… quelsentirsi osservata da secoli di storia. Come se quei volti rivivessero lepassioni di un tempo… e ringraziassero per i nuovi momenti di felicità. -(602) 

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dinobarili
dinobarili il 07/06/16 alle 06:13 via WEB
Grazie del bellissimo giudizio. I complimenti sono l'ossigeno di chi scrive. Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 07/06/16 alle 06:13 via WEB
I racconti, spaccati di vita, sono come le ciliegie. Uno tira l'altro. Dino
(Rispondi)
 
 
dinobarili
dinobarili il 07/06/16 alle 06:14 via WEB
I racconti d'amore sono vita e aiutano a vivere bene. Dino
(Rispondi)
 
 
 
dinobarili
dinobarili il 07/06/16 alle 08:33 via WEB
Felicissima giornata. Dino
(Rispondi)
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