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GIACOMO PUCCINI di Teresa Rmaioli

Post n°15392 pubblicato il 14 Settembre 2014 da dinobarili
 

GIACOMO PUCCINI

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 13/09/14 alle 18:06 via WEB
GIACOMO PUCCINI----Giacomo Puccini nacque a Lucca da una famiglia di musicisti, dimostrando di possedere fin da piccolo un grande talento musicale. Poco incline allo studio, in quel periodo della sua vita si limitò ad accompagnare con l'organo le funzioni religiose. L'ascolto della “Aida” a Pisa, dove il giovane si era recato a piedi "consumando un paio di scarpe", fu la scintilla che lo spinse a studiare musica presso il conservatorio di Milano. Giacomo Puccini non è stato soltanto un grande compositore di melodrammi e un uomo sensibile alla bellezza delle donne, era anche un provetto cacciatore che amava girare col barcone nella sua Torre del Lago, oltre che un raffinato buongustaio della cucina toscana e in particolare dei salamini lucchesi e dei fagioli. Di questi ultimi era un fanatico sostenitore, come testimonia la ricetta inviata all'amico Giulio Ricordi, nel 1895, con indicazioni ben precise sui tempi di cottura, l'uso di foglie di salvia, di aglio, pepe e sale. Al pane preferiva i grissini croccanti , ma si rifaceva con la zuppa di cavolo. Negli anni giovanili Puccini divenne, molto attento ai piaceri della tavola. Se i soldi mancavano, da buona forchetta si divertiva a creare personalmente ricette come “pasta con le anguille” o “aringhe coi ravanelli”. Anche dopo gli anni delle ristrettezze economiche, Giacomo continuò a coltivare l’arte del cucinare. Con gli amici di Torre del Lago (LU) condivise la passione per le battute di caccia e le allegre tavolate che ne seguivano, fatte a base di fagiani arrosto, folaghe rosolate e pernici fritte. Il Maestro amava ingentilire il pasto con mandarini, vino frizzante e latte alla portoghese (anche chiamato fiordilatte). Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/09/14 alle 18:50 via WEB
TRANQUILLO CREMONA –pittore- (Pavia ,10 aprile 1837- Milano, 10 giugno 1878)- Formatosi prima a Venezia e poi a Milano nella scuola di Francesco Hayez, avviato all’arte da Giacomo Trecourt, studiò pittura a Pavia, dove il suo linguaggio fu influenzato dalla pittura di Giovanni Carnovali, detto il Piccio, con La ricerca di effetti morbidi ottenuti dalla predominanza d sfumature nei contorni delle figure. Si creò così quell’inconfondibile stile ricco di effetti chiaroscuri che lo colloca come caposcuola della pittura lombarda post-romantica. Nel 1852 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Venezia , dove fu alilevo di Lipparini, Grigoletti, Zona e Momenti. Nel 1860 frequentò l’Accademia di Brera a Milano. Qui entrò in contatto con Mosè Bianchi, Daniele Ranzoni e Federico Faruffini e con i letterati della Scapigliatura. Ottenne uno dei maggiori successi nel 1867, a Torino, con la realizzazione del dipinto “I cugini”. Le sue ricerche si attestarono, senza dubbio, all’avanguardia della Scapigliatura; infatti egli riuscì a rappresentare pittoricamente , con novità formale, le caratteristiche della società dell’epoca. Nei quadri di Cremona sono del tutto assenti i temi principali al romanticismo italiano: il paesaggio e la storia.Egli si concentra solo sulla figura umana che diviene la protagonista unica nei suoi dipinti. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/09/14 alle 18:52 via WEB
PIERO BUSCAGLIA calciatore- (Torino, 1911- Vigevano, 1997)- Nato a Torino da genitori vigevanesi, allo scoppiò della prima guerra mondiale, dopo che il padre partì per il fronte, si asserì a Vigevano con la madre. Le sue grandi capacità calcistiche erano evidenti sin da bambino: già a dodici anni giocava nei “Giovani”(affettuoso nomignolo con cui sono sempre stati indicati i giocatori del “Vigevano calcio “) e nel campionato tra il 1928 e 1929 con il Vigevano conquistò la promozione alla Prima Divisione . Durante il servizio militare a Tortona incontrò l’allenatore austriaco della Lazio, Sturmer, che gli propose di trasferirsi nella capitale. Vi rimase per due anni, fino al 1934, per passare poi al Torino, allenato da Tony Cargnelli . Nel 1937 l’allenatore della Nazionale Vittorio Pozzo lo convocò per la partita contro l’Ungheria, vinta poi dall’Italia 2-0. Bloccato da un infortunio al ginocchio , non potè partecipare ai mondiali di Parigi del 1938 e nello stesso anno fu ceduto al Milan. Nel 1941 giocò in serie B con il Savona; l’anno successivo ritornò nel Mlan per poi diventare allenatore dell’Abbiategrasso. Rientrò a Vigevano l’8 settembre 1943 per disputare il campionato misto ligure – lombardo. Giocò fino a quarant’anni; negli anni successivi ebbe esperienze da allenatore e saltuariamente come giocatore. Tra i vanti della sua carriera di goleador ( nell’anno agonistico 1929-30 segnò ben 61 reti)esiste un record storico: “rifilò”sei gol in una sola partita a quello che viene considerato il miglior portiere di tutti i tempi, il mitico Zamora. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/09/14 alle 18:53 via WEB
CESARE ANGELINI- sacerdote, letterato educatore- (Albuzzano, 1886- Pavia, 1976)- Sesto figlio di modesta famiglia di contadini, frequentò- tra il 1906 e il 1910- il seminario di Pavia,dove fu particolarmente attratto dallo studio della teologia. Ordinato sacerdote (1910), fu inviato a Cesena in qualità di segretario particolare del vescovo Giovanni Cazzani , già parroco della sua città natale, lo stesso che lo aveva indirizzato agli studi teologici.Angelici nel 1915 seguì il vescovo Cazzani a Cremona, città in cui rimase cinque anni, nel corso dei quali gli si aprirono nuovi orizzonti culturali. Fu in special modo la conoscenza di Renato Serra, allora direttore della Biblioteca Malatestiana e collaboratore del quotidiano “La Voce”, a spingere Cesare Angelici a una ricerca interiore che conciliasse la predisposizione letteraria co la vocazione religiosa. Nel 1916 fu arruolato nell’esercito , dal quale fu congedato nell’ottobre 1919 con il grado di tenente cappellano. Rientrato a Pavia, iniziò, nel seminario che lo aveva visto studente, l’impegno didattico al quale unì ben presto un’attività letteraria sempre più intensa, integrata dalle collaborazioni a riviste cattoliche e a prestigiosi quotidiani (scrisse pregevoli elzeviri per il “Corriere della Sera”). Nel 1939 fu nominato rettore del Collegio Borromeo di Pavia, incarico che mantenne fino al 1961. Tra le sue numerose opere, più volte ristampate, ricordiamo: Il dono del Manzoni(1924),; Commenti alle cose(1925); Conversazioni sul Vangelo(1930); Invito al Manzoni(1928); Carta, penna e calamaio (1944); Acquerelli(1948). Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 14/09/14 alle 18:56 via WEB
CAMILLO GOLGI- medico-(Corteno,7 luglio 1843- Pavia, 21 gennaio 1926)- Camillo Golgi nasce il 7 luglio 1843 a Corteno. La famiglia è di origini pavesi. Il padre Alessandro si laurea in medicina nel 1838 a Pavia e, poco dopo, accetta il posto di medico condotto a Corteo, dove Camillo trascorre i primi anni della sua infanzia. Intorno al 1850 si trasferisce a Pavia, mentre dal 1852 al 1856 frequenta il Ginnasio di Lovere in provincia di Bergamo. Fa poi ritorno a Pavia iscrivendosi all’Imperial Regio Ginnasio Liceale dove, nel 1860, ottiene la licenza liceale. Nello stesso anno si iscrive all’Università per diventare medico come il padre e nel 1865 si laurea. Biologo e medico, docente all’Università di Pavia, dopo aver lavorato all’Ospedale per Malati Cronici di Abbiategrasso, tornò all’Università di Pavia, dove condusse ricerche sulla malaria (individuando i tre parassiti e i tre tipi di febbre)e sulla struttura cellulare (Apparato di Golgi). La sua scoperta più importante (1873) è la “reazione nera”, metodo per la colorazione di singoli nervi e strutture cellulari, fondamentale per poter osservare i processi nervosi. Ricevette il Nobel nel 1906, condiviso con Santiago Ramon y Cajal. Visse sempre a Pavia, con la moglie Lina, e durante la prima guerra mondiale fu il responsabile dell’Ospedale Militare di Pavia, creando un centro per il trattamento delle lesioni al sistema nervoso periferico. Istologo e patologo di fama mondiale, nel 1873 mise a punto un metodo di colorazione dei tessuti del corpo umano, fondato sulla loro impregnazione cromo-argentica, adatto a mettere in risalto le fibre anche più sottili. Avvalendosi di tale metodo studiò la struttura del tessuto nervoso , contribuendo in misura fondamentale all’approfondimento della conoscenza delle cellule nervose e dei loro prolungamenti. Ciao Teresa Ramaioli
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