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RICO ILGATTO racconto (53) di Dino Secondo Barili

Post n°15724 pubblicato il 03 Ottobre 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

 con persone reali o fatti realmente avvenuti)

53

Rico … “il gatto”

Questo racconto è dedicato alle sorelle Lisa e Linda di Lugano. La trama è ambientata, in parte nel Canton Ticino. Molti anni fa, in un paesino vicino a Pavia c’era un ragazzino mingherlino di nome Rico, il settimo ed ultimo di sette fratelli. Siccome era piccolo, e magro come un chiodo, tutte le persone adulte del paese pensavano che avesse vita breve. Invece, per quanto magro come un osso, aveva una resistenza che lasciava allibiti. Inoltre, aveva la capacità di arrampicarsi ovunque… su qualsiasi parete, attaccarsi a qualsiasi aggancio… Così venne soprannominato “Rico… il gatto”. Nei paesini, allora, c’era poco lavoro… e per “il gatto”… ancora meno. Gli agricoltori di allora voleva uomini ben piazzati, muscolosi, che avessero forza fisica …evidente. Quando Rico si rese conto che per lui non c’era prospettiva… si recò a Pavia, nei pressi della Chiesa di San Teodoro… il primo giorno del mese. Si raccontava, infatti, in città e dintorni che il “primo giorno del mese”, davanti alla Chiesa sostava sempre una vecchietta… ogni volta diversa. La leggenda raccontava anche che la vecchietta… altra non era che Sant’Agata in persona. Rico, venuto a conoscenza della leggenda volle parlare con la vecchietta e chiedere un suo consiglio. La vecchietta appena lo vide lo chiamò per nome, “Ciao Rico”…e l’abbracciò calorosamente. Con la mano destra accarezzò delicatamente il viso del ragazzo. Poi, disse la sua. “Caro Rico, Pavia non è il tuo luogo migliore. Se vuoi il mio consiglio, devi recarti a Milano in Piazza del Duomo. In quel luogo c’è un signore alto, ben vestito che cerca operari specializzati… ed uno in particolare… un operaio agile e capace di arrampicarsi come sei capace tu. Vai e guarda sempre avanti senza fermarti mai” Rico ringraziò e partì subito per Milano. In Piazza del Duomo c’era, infatti, un signore alto e ben vestito che cercava un operaio che non soffrisse di vertigini… per pulire e mettere in ordine i vetri istoriati di un Palazzo nobile nei dintorni di Lugano nel Canton Ticino. Rico si presentò e si offrì di svolgere il lavoro richiesto. Il Signore avanzò dei dubbi… Come poteva un ragazzino così mingherlino, pelle e ossa, svolgere un simile lavoro? Con molti dubbi… lo mise alla prova. Dopo averlo visto arrampicarsi sulla parete di un palazzo di Piazza del Duomo, rimase di stucco e l’assunse immediatamente. A Lugano, Rico “il gatto” trovò il suo ambiente ideale. Ormai era fatta. Le finestre istoriate da pulire e sistemare erano numerosissime… poteva metterci tutto il tempo necessario. Dopo un anno di dura fatica, però, una mattina Rico “il gatto” non si presentò al lavoro. Il Conte proprietario del Palazzo in manutenzione si preoccupò. Non voleva assolutamente perdere un simile operaio. Invece, la malattia di Rico “il gatto” si prolungò. Il Conte, allora, fece vistare il ragazzo dal suo medico personale il quale individuò la ragione. Rico “il gatto” era ammalato di nostalgia… Ogni anno doveva ritornare a Pavia, almeno un mese, per rivedere la sua città. (53)

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annamariamennitti
annamariamennitti il 03/10/14 alle 21:10 via WEB
Povero Rico brutta bestia è la nostalgia specie per un giovane , però che Rico ci riscisse molto bene ad arrampicarsi ci credo, ma i milanesi ne approfittavano del ragazzo e se fosse caduto? gli mettevano almeno la cinta di sicurezza.....notte Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 04/10/14 alle 08:21 via WEB
Ciao Annamaria - stai tranquilla. I bravi operai sono cercati e conservati nella salute del corpo e dell'anima. Buona giornata. Dino
(Rispondi)
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