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LOMELLO (PAVIA) di Teresa Ramaioli

Post n°18237 pubblicato il 03 Marzo 2015 da dinobarili
 

LOMELLO (PVIA) 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 03/03/15 alle 18:05 via WEB
Basilica di Santa Maria Lomello (Pavia) Nel 590 d.C. nella chiesa di Lomello furono celebrate le nozze tra Agilulfo e Teodolinda ,regina dei Longobardi. Queste nozze avrebbero unito due popoli e segnato la fine delle guerre tra questi, ma provocò l'ira del Diavolo, che secondo la leggenda si era innamorato di Teodolinda. La rabbia del Maligno fu tale da distruggere la Chiesa il giorno prima delle nozze. La chiesa di Lomello era una costruzione straordinaria, poggiata alle mura Romane costruite attorno alla città. La facciata stessa era una sezione della mura, e dietro di essa una lunga serie di forti arcate ospitava l'altare di Santa Maria Maggiore. Alla vigilia del matrimonio il Diavolo scatenò una violenta tempesta sopra la pianura circostante, con spaventosi fulmini diretti alla chiesa che fecero presto crollare le belle arcate. Alla vista di tale desolazione Teodolinda pianse e pregò il Signore .L’Arcangelo Gabriele ordinò al Diavolo di ricostruire la Chiesa, mettendogli a disposizione illustri architetti: la chiesa doveva essere ricostruita in una notte di intenso lavoro. Per celare la sua vergogna, il Diavolo avvolse l'intera zona in una fitta nebbia dietro cui nascondersi mentre lavorava alla ricostruzione. Al sorgere del sole le forti arcate erano nuovamente lì ad ospitare l'altare, e il matrimonio venne celebrato: Agilulfo fu talmente toccato da ciò a cui aveva assistito che decise di convertirsi al Cristianesimo. Oggi la Basilica , consta di Battistero a pianta ottagonale, un campanile visibile da ogni punto di Lomello, e affascinanti rovine, una sezione della mura Romane parzialmente crollate (una serie di gradini conduce a quelli che erano una volta i bastioni), grandi archi si proiettano verso l'alto sbucando dalle macerie davanti alla chiesa .Il Diavolo non è un buon architetto, e in una notte di lavori forzati, non fu in grado di ricostruire tutto come era prima. Questa è una leggenda, (la chiesa è stata costruita 4 secoli dopo Teodolinda, la sezione frontale è stata rovinata da un terremoto durante il secolo successivo.), ma… avvicinandosi alle rovine in una nebbiosa notte d'autunno, si ha la sensazione di camminare tra ombre antiche di mito e magia. Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 04/03/15 alle 08:57 via WEB
La Regina Teodolinda---- Le origini del Duomo di Monza sono legate alla figura di Teodolinda, principessa di fede cattolica andata in sposa nel maggio del 589 ad Autari, re dei Longobardi, e dopo la sua morte nel settembre del 590, al duca di Torino, Agilulfo. Scelta Monza come sua residenza preferita, Teodolinda fa erigere intorno al 595-600 un palazzo e una cappella in onore di san Giovanni Battista, trasformata poi nell’omonima basilica.Adibita anche a mausoleo reale: vi furono sepolti re Agilulfo (nel 616), il figlio Adaloaldo (nel 626) e la stessa Teodolinda (nel 627), scomparsa dopo 28 anni di regno, trascorsi prima nel ruolo di regina e poi, dopo la morte del secondo marito, come reggente per il figlio minorenne. Teodolinda è descritta come una sovrana saggia, pia, capace, nonostante la complessa situazione in cui si trovò a operare, di svolgere un ruolo di rilievo nelle vicende politiche e religiose della sua epoca, affiancando entrambi i mariti nel difficile tentativo, di superare le divisioni religiose e della pacifica unione dell’etnia longobarda e di quella romana. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 04/03/15 alle 08:59 via WEB
San Colombano,Teodolinda e la colomba-- Narra la leggenda che, intorno al 612, il santo abate irlandese San Colombano si recò a Pavia. Teodolinda,desiderava tanto incontrare quel Santo monaco.La fama della sua santità si stava spargendo per tutta Europa., e non appena aveva saputo che Colombano era entrato nel suo regno, aveva fatto di tutto per poter averlo come ospite insieme ai suoi monaci. Ora Colombano era suo ospite, nella regia città di Pavia. Colombano e i suoi monaci avevano viaggiato per tutta la mattina, era ora di pranzare e Teodolinda, aveva dato ordine che a quei monaci fosse servito un pranzo regale: intingoli profumati ,carni arrostite ,paste ripiene, salsicce, vassoi di cacciagione fresca facevano bella mostra sulla tavola.Alcuni dei monaci di Colombano, abituati alla povertà e al digiuno, sgranarono visibilmente gli occhi, alla vista di tutto quel ben di Dio. Colombano ringraziò i monarchi con un segno del capo, e poi si sedette a tavola. Il banchetto ebbe inizio, e tutti gli invitati mangiarono voracemente il loro pasto. Solo i monaci irlandesi se ne stavano perfettamente immobili, senza avvicinare a sé i loro piatti. I più giovani deglutivano sconsolatamente; i più anziani sospiravano. Sant’Attala, che era alla destra di Colombano, fece scorrere il suo sguardo su tutto il tavolo , poi… un po’ a disagio disse: “c’è solo carne…”. San Colombano. annuì “E questi mangiano carne in piena Quaresima?” commentò un terzo monaco. Colombano alzò le mani :. “Sono re”, osservò : “devono mangiare come re”. Il monaco più giovane, spaventato e affamato, domandò:. “Noi che siamo monaci, dobbiamo digiunare? Dopo tutto il cammino che abbiamo fatto?”. Colombano ed Attala, silenziosamente, si scambiarono un’occhiata. Poi, San Colombano incrociò le braccia e rimase seduto sulla sedia, nell’ attesa che succedesse qualche cosa. Dopo venti minuti, la regina Teodolinda lanciò un’occhiata ai monaci, per controllare che tutti si stessero godendo il pasto, e si meravigliò nel vedere che non avevano toccato cibo. Per dare il benvenuto a quei monaci, aveva portato in tavola piatti prelibati … e quelli si rifiutavano di mangiarli? Teodolinda si pentiva di aver invitato a corte quei monaci ingrati. “Voi non mangiate, fratelli?”, domandò lanciando un’occhiata gelida a Colombano ed ai suoi monaci. “No che non mangiamo!”, sbottò il monaco più giovane, la cui pazienza era stata messa a dura prova dal digiuno prolungato e dalle fatiche del viaggio. San Colombano gli tirò un calcio da sotto il tavolo. “Non possiamo mangiare questo cibo che non è benedetto, maestà”, lo interruppe in tono pacato. “Chiedo umilmente il vostro permesso per poter benedire il cibo che ci avete offerto”. Teodolinda annuì con rassegnazione. San Colombano chinò il capo in segno di ringraziamento, e si mise in piedi per benedire il cibo. Tirò a sé un grosso vassoio decorato, che conteneva una grande colomba arrosto. Il monaco sorrise, alzò la mano destra in segno di croce e le pietanze si trasformarono in candide colombe di pane, bianche come le loro tuniche monastiche. Nel bellissimo vassoio imbandito sulla tavola regale, ormai, se ne stava solo un’umilissima pagnotta. Una pagnotta che aveva conservato la sua forma di colomba, ma che era semplicemente pane “Questo sì che è un cibo che s’addice alla Quaresima”, disse Colombano a Teodolinda, sorridendole e mentre Teodolinda abbassava lo sguardo, imbarazzata, Colombano si sedeva a tavola, e con i suoi monaci, cominciava a godersi il pasto. Il prodigio colpì molto la regina che comprese la santità dell'abate e decise di donare il territorio di Bobbio dove nacque l'Abbazia di San Colombano. La stessa regina Teodolinda salì sul Monte Penice con San Colombano per mostrargli il territorio e fargli promettere di costruire lì in cima, una chiesetta dedicata alla Madonna. La colomba bianca è anche il simbolo iconografico del Santo ed è sempre raffigurata sulla sua spalla. (Il re longobardo Agilulfo e sua moglie la regina Teodolinda, chiesero a San Colombano un aiuto sulla questione tricapitolina, ovvero su un avvicinamento tra il popolo longobardo e la chiesa vaticana. L'alleanza ebbe successo e come ricompensa gli venne regalato un ampio suolo per costituire un centro di vita monastica a Bobbio. ) Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli
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