Messaggi del 11/04/2015

LA BICICLETTA DELLA SIGNORA SILVIA racconto (319) di Dino Secondo Barili

Post n°18880 pubblicato il 11 Aprile 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

319

La bicicletta della  Signora Silvia

Cinque anni fa, al compimento dei sessant’anni, Pietro e Ulisse sono andati in pensione… nello stesso giorno. Erano coetanei. Avevano frequentato le Scuole nel loro paesino poco distante da Pavia. Dopo gli studi erano andati a lavorare nella stessa Ditta e… dopo quarant’anni (cinque anni fa) sono andati in pensione. Per scelta, erano scapoli… nel senso che non avevano mai avuto una donna. Siccome erano amici, avevano “una comune passione”: la bicicletta. Durante i quarant’anni di lavoro, a fine giornata, facevano lunghe passeggiate in bicicletta. Subito dopo la pensione, la bicicletta era la loro “sola ed unica passione”. Anche alla Domenica. Anzi, alla Domenica… ancora di più. A Pietro e Ulisse si erano aggregati tre amici ciclisti pavesi. Ogni domenica, i cinque, partivano da Pavia per raggiungere Zavattarello, Monte Penice, Brallo di Pregola. In tali località si svolgeva la “sosta”… Un frugale spuntino in mezzo ad un campo all’ombra di qualche albero… e poi… via, verso nuove mete. Sei mesi fa, però, mentre nella Piazza del paesino alle porte di Pavia, Ulisse, bardato con una tuta multicolori… nuova fiammante, aspettava l’amico Pietro, si sentì chiamare da una donna. Era la Silvia, una sessantenne rimasta vedova da pochi mesi. “Ulisse. Ulisse… ho bisogno di te. Sono rimasta a piedi con la mia bicicletta … non poteresti darle una occhiata?” Ulisse non voleva far aspettare l’amico Pietro, così, disse alla Signora Silva che sarebbe passato nel tardo pomeriggio. Quello stesso giorno, verso sera, Ulisse sistemò la bicicletta. La Silvia, per sdebitarsi volle a tutti costi che il sessantacinquenne si fermasse a cena… Come poteva, Ulisse, rifiutare? Viveva da solo… nessuno a casa sua si sarebbe lamentato per un’eventuale ritardo. Silvia aveva preparato una cena eccezionale… innaffiata con vino favoloso. Causa la cena, o forse del vino… il giorno dopo, Ulisse, non ricordò nulla di come erano andate veramente le cose. Il giorno dopo, la Silvia telefonò al sessantacinquenne… perché la sua bicicletta aveva degli scricchiolii. Ulisse, da un uomo di parola, si impegnò a far funzionare la bicicletta … solo dopo aver fatto il giro con il suo amico Pietro. E così fece… Anche quella sera la Signora Silvia, aveva preparato una splendida cena.. Ulisse poteva rifiutare? La Signora Silvia, aveva preparato “anche il dopo-cena”… Alla cinquantenne piaceva ballare… Peccato che Ulisse non lo sapesse fare… “Non temere” – rispose la Silvia –“Ci penso io a insegnarti come si fa…” Così dagli di qua… dagli di là … Ulisse cominciò a muovere i primi passi. Si dice che “un uomo va preso prima (e sempre) per la gola… poi per il resto”… e così l’uomo - Ulisse non si staccò più… dalla donna-Silvia. La persona che rimase delusa e amareggiata fu Pietro… il compagno di lavoro e delle indimenticabili passeggiate in bicicletta. Ogni giorno Pietro si ritrovava solo nella Piazza del paesino poco lontano da Pavia dov’era nato… Dopo una breve sosta… partiva in bicicletta per la solita passeggiata… in solitario. La scorsa settimana, però, mentre era “in sosta” nella Piazza del paese, si fermò “una ciclista”, sui sessant’anni, con una tuta multicolore all’ultima moda. Si fermò davanti a Pietro. “Non ti ricordi me? Sono la Wilma, l’impiegata della Ditta presso cui lavoravi cinque anni fa. Anch’io sono in pensione… Ora, mi dedico alla bicicletta… Cosa dici se facessimo coppia io e te?” Il viso di Pietro si illuminò all’improvviso… “Perché, no!... in fondo la ruota della fortuna gira sempre …gira per te… per me… per noi… (e per tutti i lettori di questo Blog)” (319)

 
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FELICITA' di Teresa Ramaioli

Post n°18879 pubblicato il 11 Aprile 2015 da dinobarili
 

FELICITA' 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 11/04/15 alle 13:17 via WEB
Il vero valore della felicità Un maestro spirituale che predicava continuamente l’importanza di staccarsi dalle cose materiali, venne invitato assieme ai suoi discepoli a una fiera dell’artigianato, con oggetti provenienti da tutti i continenti. Entrato nel primo padiglione, il maestro ci rimase il triplo del tempo impiegato dagli altri per guardare gli oggetti esposti. Stupiti, i discepoli tornarono indietro per capire perché ci mettesse tanto e lo trovarono che ammirava incantato tutti gli oggetti esposti, uno per uno. “Maestro”, dissero i discepoli, “tu che parli tanto di spiritualità e di distacco, come mai ti sei fermato tanto davanti a questi oggetti?”. Sorridendo, il maestro li guardò negli occhi e rispose: “Cari discepoli, avete ragione. Il fatto è che sono veramente stupefatto dal vedere la quantità di cose materiali che non mi servono per essere felice”. Buona giornata a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO DONA ... DONADAM68

Post n°18878 pubblicato il 11 Aprile 2015 da dinobarili
 

CIAO DONA ...

DONADAM68

 
donadam68
donadam68 il 11/04/15 alle 09:38 via WEB
ogni attività, per dare dei risultati ha bisogno di passione e di un impegno senza limiti.....aver tra le mani quel pennello che intinge dal cuore per solamente dar respiro all'anima e spaziare sulle emozioni :)D
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 11/04/15 alle 19:36 via WEB
Ciao Dona - bel commento. Hai ritratto lo spirito del racconto: passione e impegno ... e domani il finale. Cosa succederà? Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO DONA ... DONADAM68

Post n°18877 pubblicato il 11 Aprile 2015 da dinobarili
 

CIAO DONA ...

DONADAM68

 
donadam68
donadam68 il 11/04/15 alle 09:33 via WEB
un fluire che tra i battiti del cuore per sempre va :)D
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 11/04/15 alle 19:33 via WEB
Ciao Dona - Hai ragione. "i battiti del cuore per sempre va" Proprio come vuole l'amore. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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SALUTI DA PAVIA

Post n°18876 pubblicato il 11 Aprile 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA

buon sabato 11 aprile 2015

 
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PENSIERI SPARSI DEL 10 APRILE 2015

Post n°18875 pubblicato il 11 Aprile 2015 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 10 APRILE 2015

“L’amore è la sorgente di ogni felicità”

Dino

 
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ROBERTO E LA MOSTRA DI PITTURA racconto (951) di Dino Secondo Barili

Post n°18874 pubblicato il 11 Aprile 2015 da dinobarili
 

        10 APRILE 2015

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 10 aprile 2015 – Venerdì  - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

951

Roberto e  la Mostra di Pittura

Milano è una bellissima città dove il lavoro non manca mai. Il lavoro, però, è un’arma a doppio taglio. Se da una parte serve per vivere e produrre benessere … dall’altra non bisogna dargli troppo spazio. Cioè, non farne il fine ultimo dei propri pensieri. Due anni fa, ne ha saputo qualcosa il Dott. Roberto, quarant’anni, single, Dirigente di una Agenzia Commerciale. Era talmente preso dal lavoro che pensava di essere diventato un Robot. Lavorava anche sette giorni su sette. Quando si esagera con il lavoro i risultati sono dei tracolli psicologici pirotecnici. Per fortuna che il Dott. Roberto se ne è accorto in tempo. Cominciò a svegliarsi dieci volte per notte … e, questo fatto, lo mise “sull’allerta”. Ne parlò con il suo coetaneo, amico e Collega Federico il quale era passato da un’analoga esperienza. “Roberto, anch’io mi sono accorto in tempo che il lavoro non è tutto. Anzi, mi sono subito scelto un’attività alternativa dove posso liberarmi la mente … e ricrearmi lo spirito. Ogni sabato mi dedico alla pittura. Vado in Lomellina. Cerco qualche Cascinale abbandonato e mi diverto a ritrarlo … come fosse un gioco. Un gioco il cui fine ultimo è il piacere mio … totale e assoluto” Per il Dott. Roberto, il suggerimento, è stata l’ancora di salvezza. Anche lui quando era una ragazzino delle scuole elementari si divertiva a dipingere. Amava i paesaggi, i cascinali, i torrenti e le rogge vicino a casa sua. Una volta sua nonna Marina ha fatto incorniciare dei suoi disegni colorati. A volte le nonne sanno sempre cosa dire per far piacere ai nipoti. “Roberto, quando sarai grande … farai il Pittore” Immaginarsi un ragazzino della terza elementare sentirsi dire una cosa del genere dalla nonna. Era come  diventare alto un centimetro in più. Ora, però, il Dott. Roberto era il Dirigente di una Agenzia Commerciale. Una persona seria e stimata. Non era più quel ragazzino della terza elementare. Però, il Dott. Roberto era in crisi per il troppo lavoro. Perché non accarezzare l’idea suggerita dalla nonna Marina? Decise di prendersi due giorni alla settimana di riposo per ritrovare l’equilibrio perduto. Si recò presso un Colorificio e trovò tutto ciò che serviva ad un pittore dilettante. Anzi, è entrato subito nelle grazie del Proprietario del Colorificio, il Signor Daniele, il quale lo ha  spronato nell’attività. “Dott. Roberto, quando ha terminato un quadro me lo porti. Lo espongo in vetrina. E’ un modo per saggiare i gusti delle persone” Sembrava che “il mondo” volesse che diventasse pittore. Il Dott. Roberto si mise di buona lena e abbozzò un quadro. Quando lo terminò ne rimase totalmente deluso. Schifato. Lo considerò un vero e proprio obbrobrio. Comprese immediatamente che ogni attività, per dare dei risultati ha bisogno di passione e di un impegno senza limiti. Ormai, il Dott. Roberto aveva fatto la sua scelta. Lesse, prese appunti, chiese informazioni, frequentò corsi accelerati per il recupero di tutto ciò che non sapeva o ignorava … Alla fine, un anno fa, il Dott. Roberto, non solo aveva ritrovato il giusto equilibrio tra vita lavorativa e personale … ma, al sabato e alla domenica, poteva dedicarsi alla sua attività preferita: il disegno e la pittura. Ormai a Roberto bastava un foglio di carta e una matita per creare un capolavoro. Intanto, la sua passione l’aveva spinto a ricercare sulle bancarelle dei Mercatini dell’usato, cartoline e vecchie fotografie di Cascinali Pavesi … molti dei quali sono scomparsi. Di essi sono rimasti, spesso, solo il nome e quelle vecchie fotografie. Era proprio da quei soggetti che Roberto era attratto. Su una bancarella di un Mercatino di Broni (Pavia) nell’Oltrepò Pavese, Roberto acquistò alcune vecchie fotografie di una Cascina abbandonata. Dietro alle fotografie c’erano delle scritte a mano … “immagini della Cascina della Lupa” con parecchi nomi di donna. Roberto ne rimase affascinato. Fece ricerche. Chiese informazioni. Nessuna notizia. Sembrava che la Cascina della Lupa non fosse mai esistita. Un sabato mattina di un anno fa, Roberto si recò in Lomellina. Stava prendendo un caffè in un Bar di Mede Lomellina (Pavia) quando ha incontrato un vecchio compagno di Università, il Dott. Lamberto. A Lamberto, Roberto mostrò le vecchie fotografie della Cascina della Lupa. “Lamberto conosci o hai conosciuto per caso una Cascina così?” L’ex-compagno di Università ne aveva sentito parlare e sapeva a chi rivolgersi per sapere dove si trovava. Era il Signor Mario. Un arzillo novantenne che per una vita aveva fatto il camparo, l’addetto all’acqua delle rogge. E’ stato lo stesso Signor Mario ad accompagnare Roberto sul luogo, in mezzo alla campagna dove si trovava, una volta, la Cascina della Lupa. Roberto aveva trovato il suo ambiente ideale. Il luogo dove ricostruire la Cascina che non c’era più … ricrearla sulla base delle fotografie in suo possesso. Per una settimana Roberto ha continuato a fare schizzi, bozzetti, disegni nei quali ricompariva un mondo ormai scomparso. Alla fine aveva abbozzato una serie di quadri come se la Cascina della Lupa fosse ridiventata realtà. Dodici quadri perfetti. Quadri nei quali, oltre alla Cascina, avevano trovato posto anche le persone che l’avevano abitata … immortalate nelle fotografie. Alla fine con i dodici quadri, Roberto, il Pittore Roberto …  poteva cimentarsi un una Mostra di Pittura sua personale. Quando il Destino ci mette lo zampino la vita diventa un gioco, un sogno, un puzzle … come fare un quadro. Roberto mostrò uno dei suoi quadri ad un amico di Milano, il Dott. Ulisse, appassionato collezionista, il quale appena lo vide si illuminò in viso. “Roberto voglio presentare i tuoi quadri con una Mostra di Pittura in un Albergo di Lugano” (il seguito del racconto lo leggeremo domani su questo Blog) - Questo è il racconto 951 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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IL CERTOTTO di Teresa Ramaioli

Post n°18873 pubblicato il 11 Aprile 2015 da dinobarili
 

IL CEROTTO 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 10/04/15 alle 19:42 via WEB
IL CEROTTO (1921)Morire d'infezione per ferite e tagli non era così raro fino a un secolo e mezzo fa. Un rimedio era stato individuato nell'utilizzo di garze imbevute di acido fenico, che però irritava la cute.,si era passati a prodotti sterili, per tenere lontani batteri e germi. Le prime forme di medicazioni sterili vennero brevettate nel 1845 da due medici americani Horace Harrell Day e William H. Shecut. Consistevano in preparati ricavati dalla nitrocellulosa, che venivano sciolti in etere etilico e poi applicati sulle ferite, applicandovi sopra bende di cotone. L'idea era venuta a due imprenditori Robert Wood Johnson e George Seabury, ma fu il primo a metterla a profitto dando vita nel 1886 a una propria azienda, la Johnson & Johnson. Circa trentacinque anni più tardi, un impiegato della stessa società, Earle Dickson, si presentò ai suoi capi con un'idea geniale. L'intuizione gli era venuta osservando sua moglie Josephine mentre lavorava in cucina. Per medicarle i piccoli tagli e le scottature gli era balenata una soluzione che permettesse di tenere la ferita in condizioni sterili, consentendo di continuare le sue faccende domestiche. Prese una striscia adesiva e vi posizionò al centro un tampone di garza, ricoperta con crinolina per mantenerla sterile e sicura. Aveva inventato il cerotto moderno. L'idea conquistò il presidente James Wood Johnson ,fratello di Robert, che la trasformò in pochi mesi in un prodotto su larga scala, lanciato nei negozi il 18 maggio del 1921. La nuova medicazione incontrò il favore della gente, diventando un oggetto irrinunciabile in qualsiasi armadietto domestico o cassetta di pronto soccorso sui luoghi di lavoro. Per la J&J fu un successo commerciale, per Dickson l'occasione di una promozione professionale, che lo portò alla poltrona di vicepresidente della società. Ciao Teresa Ramaioli

 

 
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CIAO ANNAMARIA ... ANNAMARIAMENNITTI

Post n°18872 pubblicato il 11 Aprile 2015 da dinobarili
 

CIAO ANNAMARIA ...

ANNAMARIA MENNITTI

(FOGGIA)

annamariamennitti
annamariamennitti il 10/04/15 alle 20:44 via WEB
Non ho mai saputo che sia morto qualcuno per amore infatti non si muore, si soffre ci si dispera, ma sempre vivo Quando c'è..però è un sogno. EVVIVA L'AMORE ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 11/04/15 alle 09:20 via WEB
Ciao Annamaria - Hai proprio ragione. D'amore non si muore ... al massimo si scrive una canzone (come fanno i cantanti di successo) ... e di successo in successo si diventa famosi. D'amore son piene le canzoni di tutto il mondo. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO GIOVANNI ... MENEGI53

Post n°18871 pubblicato il 11 Aprile 2015 da dinobarili
 

CIAO GIOVANNI ...

MENEGI53

menegi53
menegi53 il 10/04/15 alle 22:10 via WEB
Racconto simpaticissimo bello e pieno di atmosfera di attesa il tuo Dino. Si legge tutto d'un fiato. Un abbraccio e una serena notte.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 11/04/15 alle 09:09 via WEB
Ciao Giovanni - l'attesa è metà del piacere. Senza l'attesa ogni risultato sarebbe fatuo. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANNAMARIA ... ANNAMARIA NELLITTI (FOGGIA)

Post n°18870 pubblicato il 11 Aprile 2015 da dinobarili
 

CIAO ANNAMARIA ...

ANNAMARIA MENNITTI

(FOGGIA)

annamariamennitti
annamariamennitti il 10/04/15 alle 20:37 via WEB
Bel racconto, quando la vita ti offre più del normale ,succede che rimpiangi il passato per qualcosa che non hai realizzato, e ti rendi conto che il tempo è volato ,però non è il caso di Valentina, quarant'anni è un età che può riprendersi ,infatti con il suo compagno di scuola vola per Parigi......E vero il destino ti trova la strada ( quando vuole) CIAO DINO
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 11/04/15 alle 09:07 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento completo ... Sembra di volare a Parigi. Il luogo ideale dove ogni sogno diventa realtà. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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