Messaggi del 18/09/2014

KATY racconto (20) di Dino Secondo Barili

Post n°15464 pubblicato il 18 Settembre 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

 con persone reali o fatti realmente avvenuti)

20

Katy… e il giorno di San Matteo

Caterina, Katy, per le amiche, non era molto socievole. Aveva si, parecchie amiche, ma preferiva stare sola. Trent’anni, una laurea in lettere … e molti sogni nel cassetto. Uno di questi sogni era quello di trovare un lavoro e con la sua laurea e il suo carattere non era cosa facile. Katy ci sperava e cercava ogni possibile appiglio per aprire qualche varco. Si era data da fare con lezioni private a ragazzi e ragazze (svogliati) per nulla interessati a quello dovevano studiare. L’attività di “ripetitrice”, però, non la soddisfaceva. Ad una madre che supplicava Katy di far venire un po’ di voglia di studiare al proprio figlio… la trentenne aprì le braccia disperata: “Ci vorrebbe un miracolo!”- rispose. Fu in quel momento che Katy si rese conto dell’importanza dei “miracoli” e del modo in cui “ottenerli”. Per esempio, nei paesi della bassa pavese, molti anni fa, si raccontava che “pregando San Matteo (21 settembre) era possibile ottenere diversi e svariati miracoli”. La laureata Katy capì che se era possibile aiutare la madre di quel figlio di prima media… lo stesso aiuto poteva ottenere lei stessa per il suo lavoro e la sua vita. Si informò al riguardo presso un amico prete. Studiò…e pregò San Matteo. Un giorno di settembre (proprio il giorno 21) dello scorso anno, Katy era a Pavia per assistere ad una conferenza e si trovò seduta accanto ad un ex-compagno di liceo di nome Matteo. Al termine della conferenza Matteo e Katy presero un caffè in Piazza della Vittoria. “Cosa fai di bello nella vita? Quale attività svolgi?” – chiese Katy a Matteo. Questi cercò di cambiare discorso. Si vedeva lontano un miglio che avrebbe preferito parlare d’altro. Dietro, però, alle insistenze di Katy, Matteo si lasciò andare. “Purtroppo, io mi sono fermato alla quinta liceo…” – rispose il coetaneo – “Faccio il rappresentante di una ditta chimica e sono sempre in viaggio. Vorrei raggiungere la Laurea, perché, nel mio ambiente ogni promozione è subordinata alla Laurea. Avrei bisogno di un’assistente per i contatti con l’Università…” Katy, dopo aver ascoltato dettagliatamente il problema si offrì di dargli una mano. A distanza di un anno Matteo ha superato diversi esami e quasi con certezza arriverà alla Laurea. I due sono “morosi” e si frequentano con assiduità. Katy ha ricevuto la proposta di collaborazione ad una rivista femminile ed “ha visto” il primo bonifico di “collaborazione” in questi giorni. C’è un proverbio che dice: “Tutte le strade portano a Roma … e tutte portano verso uno sbocco lavorativo...” L’importante è insistere, avere stimoli e non perdere di vista l’obiettivo da raggiungere. – Buona giornata a tutti. Dino (20)

 
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MARIA MONTESSORI di Teresa Ramaioli

Post n°15463 pubblicato il 18 Settembre 2014 da dinobarili
 

MARIA MONTESSORI 

di

Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo il 18/09/14 alle 13:51 via WEB
MARIA MONTESSORI---Suo padre avrebbe voluto che facesse la maestra, ma il destino aveva progetti più ambiziosi per Maria Montessori. Prima donna ammessa e laureata a una facoltà di medicina in Italia, futura genitrice di un metodo pedagogico rivoluzionario per il quale diverrà famosa in tutto il mondo e prenderà il posto dell'effige di Marco Polo sulle ultime banconote da mille lire che ricordiamo, la Montessori ha nascosto, dietro una vita pubblica di successi, un privato di grande sacrificio. . È il 1889 quando Maria Montessori, sostenuta dalla madre, si iscrive al­la Facoltà di Medicina. Tra aule popolate da soli uomini, incontra Giuseppe Montesano, un professore di Psichiatria che la coinvolge nel recupero di bambini rin­chiusi in manicomi. Tra i due nasce una relazione segreta e Maria, nel frattempo laureatasi, si scopre incinta. Per evitare scandali, il figlio, di nome Mario, le viene allontanato da Giuseppe, che si limita a riconoscerne la paternità. Distrutta dalla delusione affettiva, Maria si dedica senza soste ai suoi studi e al suo lavoro. Inse­gna con ottimi risultati a bambini disagiati e nel 1907 apre la prima "Casa dei bambini", per i piccoli da 3 a 6 anni ,nel quartiere poverissimo di San Lorenzo, dove sperimenta e applica il suo rivoluzio­nario metodo incentrato sul bambino. Ma mentre esorta il mondo a far emergere le potenzialità dell'infanzia e a regolare l'insegnamento sull'interesse spontaneo del bambino, Maria deve reprimere il suo desiderio più profondo, quello di poter vivere con il figlio che ha avuto da Montesano e che l'uomo ha poi affidato a una famiglia di campagna, spaventato da un possibile scandalo ma soprattutto dalle esigenze di una ragazza forte e libera come lei. La donna che ha educato e aiutato bambini di ogni genere non ha potuto crescere il suo stesso figlio.. Maria Montessori è stata una grande pedagoga, ma soprattutto una madre, e non solo dei suoi tanti bambini sparsi, ancor oggi, in tutto il mondo ma del suo stesso figlio. Un figlio per il quale ha dovuto combattere contro le ipocrisie, e le resistenze del suo tempo. Ciao Teresa Ramaioli

 
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ANNAMARIA ...E I PENSIERI SPARSI

Post n°15462 pubblicato il 18 Settembre 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA...

E

I PENSIERI SPARSI

annamariamennitti
annamariamennitti il 18/09/14 alle 13:38 via WEB
L'amore se non ci fosse ,certamente non sarebbe una bella vita (se sei giovane ) ,ma ci sono tante persone che vivono soli ,però hanno altri amori i figli i nipoti pronipoti non è forse amore...è un amore ricostruito dall'amore ancora più forte..L'amore c'è sempre
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 18/09/14 alle 18:03 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento. L'amore è tutto nella vita... La vita stessa è amore. Dino
(Rispondi)

 

 
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LE CASCINE AGRICOLE PAVESI di Teresa Ramaioli

Post n°15461 pubblicato il 18 Settembre 2014 da dinobarili
 

LE CASCINE AGRICOLE PAVESI 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 17/09/14 alle 14:11 via WEB
LE CASCINE---Vivevano in cascina i contadini che svolgevano una mansione essenziale per l'azienda agricola. Le figure principali residenti in Cascina erano le seguenti: • Campari: si occupavano della manutenzione dei canali d'irrigazione. • Bergamini: si occupavano del bestiame, in primo luogo della mungitura. • Casari: preparavano il formaggio. • Contadini: s'occupavano di vari lavori, ma in primo luogo del taglio del fieno per il bestiame. • Bifolchi o Cavallanti: avevano lo stesso ruolo, ossia dell'aratura, erpicatura e dissodamento dei campi tramite l'ausilio d'animali da lavoro. Il loro nome cambiava a seconda dell'animale che avevano a disposizione: i Bifolchi avevano una coppia di buoi, mentre i Cavallanti uno o due cavalli. Essi si preoccupavano anche della cura degli animali da lavoro a loro affidati. • Campagnoni: si occupavano della gestione delle acque. Oltre a queste categorie c'erano garzoni di vario genere: famigli, manzolai, stallieri, mietitori . Nelle cascine più grandi c'erano anche artigiani di vario genere :maniscalco, sellaio, falegname, muratore, fabbro . Tra i salariati stagionali vi erano: mietitori, tagliariso, mondine. Ciao Teresa Ramaioli

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°15460 pubblicato il 18 Settembre 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“Pensare solo al domani…

si rischia di perdere l’oggi…

per sempre.”

Dino

 

 

 

 
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CAMILLO racconto (19) di Dino Secondo Barili

Post n°15459 pubblicato il 18 Settembre 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

 con persone reali o fatti realmente avvenuti)

19

Camillo… e “gli occhi neri…”

Ieri, per Camillo, 40 anni, idraulico, è stata una giornata di passione. Pioveva. Aveva alcuni appuntamenti urgenti, ma appena fuori del paese, il “Fiorino”, inseparabile officina, si fermò. Aveva bucato una gomma. Per fortuna che, Camillo, si era fermato vicino ad un porticato. Ha potuto accostare, ripararsi dalla pioggia e sostituire la ruota bucata con quella di scorta. Ma le vicissitudini erano appena cominciate… All’inizio della città venne fermato per un controllo ed il Vigile aveva rilevato un’infrazione… a un articolo del “codice”. Risultato: settanta euro di multa. “Concilia?” … “Certo che concilio…” (Camillo avrebbe voluto dire al Vigile… Perché qualche “responsabile” non va a controllare anche i bilanci di qualche “personaggio illustre” che spendono migliaia di euro per fare pranzi a base di caviale e Champagne con le tasse pagate dai cittadini?… ma preferì tacere). La giornata di Camillo non era finita. Nel pomeriggio, dopo non aver “saltato” parecchi impegni programmati…. si accorse di aver perduto il telefonino. E’ possibile, oggi, rimanere senza il telefonino? Ci si sente perduti… Provò a chiamare “il primo telefonino” con il secondo telefonino di scorta (bisogna sempre averne uno di scorta per le emergenze) …nessuna risposta. Dopo aver fatto diverse riparazioni, Camillo ritrovò il “suo” telefonino… Era finito dentro ad una vasca di acqua putrida… Addio numeri, addio fotografie… Tutto rovinato. Alla sera Camillo era proprio stanco, sfiduciato, non aveva parole… Per fortuna che Liliana, sua moglie era ritornata con due giorni di anticipo da Roma dove era andata a frequentare un corso di aggiornamento. Camillo e Liliana sono “dei patiti di musica popolare” e fanno parte di un “Coro” locale. Ieri sera avevano in programma la preparazione di un nuovo “pezzo”. Titolo: “Aveva gli occhi neri, neri, neri …” E’ bastata la serata di ieri sera, con canti a squarciagola, per far dimenticare a Camillo la giornataccia di ieri. La ruota bucata, la multa di 70 euro, il telefonino andato a bagno…Far parte di un “Coro” di musica popolare non è solo la risposta ad una passione, ma il recupero ad una dimensione “a misura d’uomo”, dove la voce umana ha ancora un valore… Basta parlare di spread, borse, efferati delitti, notizie deprimenti… Occorre uno scatto, una marcia in più… quella del sogno, del desiderio, del viaggio verso nuove mete… senza tempo e senza età. – Buona giornata a tutti. Dino (19)

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°15458 pubblicato il 18 Settembre 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Venerdì...a tutti"

DIARIO CORALE

 del

19 settembre 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 18 SETTEMBRE 2014

Post n°15457 pubblicato il 18 Settembre 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 18 SETTEMBRE 2014

“Cosa sarebbe la vita …

se non ci fosse l’amore?”

Dino

 
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L'ARCHITETTO GIAN MARIA E LA SEDIA racconto (747) di Dino Secondo Barili

Post n°15456 pubblicato il 18 Settembre 2014 da dinobarili
 

18 SETTEMBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 18 Settembre 2014 – Giovedì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconti di settembre

747

L’Architetto Gian Maria e la sedia

La ripresa delle attività nel mese di settembre è sempre difficile e complicata per buona parte delle persone. Un anno fa, ne sapeva qualcosa l’Architetto Gian Maria, quarantacinque anni ben portati, fisico atletico, single… con Studio d’Interni ben avviato in Milano. Per un personaggio così… nessuno penserebbe a problemi… Invece, la testa dell’Architetto era incasinata. Veramente non era incasinata dal punto di vista del lavoro. In questo campo aveva dei validissimi collaboratori a cominciare dalla sua Segretaria, Dott. Luisa, che era il suo angelo custode. La testa dell’Architetto era incasinata dal punto di vista emozionale. Stava uscendo da una esperienza un po’ particolare. Ci era finito dentro quasi per gioco…e ne era uscito con le ossa rotte. All’inizio è stata una sfida tra lui, Architetto d’interni Gian Maria, e la sua Collega Architetto Dolores, quarant’anni, alta, bionda occhi azzurri …e gambe da fine del mondo. I due si erano trovati a lavorare insieme quasi per caso (o forse il Destino). Erano stati chiamati a partecipare ad un concorso per … una sedia. Una sedia? Dirà qualche lettore. Si, proprio per una sedia. Una fabbrica di sedie del milanese aveva bisogno di una “nuova sedia”. Come fare? Ha interpellato due Architetti d’Interni e li ha messi in competizione tra loro. Per un po’ Gian Maria e Dolores si sono guardati in cagnesco… poi hanno pensato che se avessero collaborato … sicuramente ci sarebbero stati dei risultati. Qui è intervenuta Dolores. “Gian Maria … io lo so che tu hai più fantasia di me (sei un uomo). Tu disegni il progetto …ed io lo critico. Vediamo cosa ne esce” Il quarantacinquenne si sentì orgoglioso. Accettò la sfida. Gian Maria aveva già una “sua” idea della sedia che avrebbe voluto disegnare… ma non aveva il coraggio di proporla a Dolores. Questa si spazientì. “Allora, Gian Maria … vuoi sputare il rospo oppure no?” L’Architetto lanciò la sua sfida. “Dolores se vuoi che io disegni una sedia da fine del mondo … devi metterti seduta sopra …e muoverti come se io non fossi presente…” Per Dolores è stato un gioco. Lo Studio d’Interni di Gian Maria divenne immediatamente un “teatro di posa”… un luogo dove Dolores era seduta sulla sedia e si muoveva secondo i propri desideri…e Gian Maria, con un grande blocnotes tra le mani disegnava un’ipotetica sedia… Due persone… due mondi… due obiettivi… un risultato: “una sedia!” Per giorni e giorni Dolores e Gian Maria hanno continuato nel loro esperimento. Risultato … zero… meno di zero. Dolores cominciò ad arrabbiarsi. “Gian Maria … possibile che dalla tua testa non esca nulla di buono? Proprio nulla. Devi dirmi la verità. Non ti basta vedermi seduta o in movimento sulla sedia. Tu vuoi qualcos’altro…” Gian Maria sputò il rospo. “Vestita così non mi dici nulla… ti preferirei nuda…” E’ stato come un fulmine a ciel sereno. Dolores l’aveva già capito. Da quel momento è stato un esplosione di emozioni. Gian Maria si scoprì impacciato… incapace di controllare le proprie emozioni. Come poteva rimanere indifferente davanti al favoloso corpo di Dolores che si muoveva nudo sulla sedia? … alta, bionda, occhi azzurri…e gambe da fine del mondo? Si fa presto a dire … sedia…. Quando su una sedia ci sta una dea della bellezza come Dolores… come fa un uomo a guardare la sedia? Ovviamente, guarda il capolavoro che vi sta sopra. Come fa a disegnare una sedia quando la sua mente veleggia sui mari della fantasia? Con un sforzo sovrumano, Gian Maria ha disegnato, finalmente, una nuova sedia… un oggetto da fuori di testa… un capolavoro! Anche, Dolores ha dovuto convenire che quella era la sedia da presentare. La Ditta promotrice ne è rimasta entusiasta… Da quel momento, però, Gian Maria ha avuto sempre davanti agli occhi il favoloso corpo di Dolores che si muoveva sulla sedia. Alla fine sbottò. “Dolores non resisto più. Il tuo corpo è sempre davanti ai miei occhi… Cosa devo fare?” L’Architetto Dolores, quarant’anni, era felicemente accompagnata con il suo uomo dei sogni, il ricchissimo imprenditore Gerardo. Non voleva mettere in crisi il proprio rapporto di coppia. Rispose nel modo più semplice possibile. “Gian Maria, cercati la tua anima gemella…e sarai felice” Da quel momento L’Architetto d’Interni Gian Maria, ha cominciato a non dormire più di notte. Nel mese di settembre di un anno fa, la sua Segretaria Luisa, se ne accorse. “Gian Maria ... hai dei problemi?” L’Architetto non parlò …e non parlò per diversi giorni. La Segretaria Luisa non si perse d’animo. Con le belle maniere. Giocando come i gamberi… due passi avanti e uno indietro…riuscì a far sputare il rospo al suo Principale. Gian Maria, dopo essersi liberato il gozzo, si sentì finalmente tranquillo. Luisa, aveva già intuito tutto ed aveva la sorpresa pronta. “Gian Maria… ho convocato per questa mattina un nuovo Architetto, la Dott. Desideria, trent’anni. Vorrebbe iniziare la sua esperienza in questo Studio d’Interni” In quell’istante il campanello dello Studio si è messo a suonare. Era Desideria… alta, bionda, occhi azzurri …e gambe da fine del mondo… L’Architetto Gian Maria, prima di iniziare il colloquio ha preferito bere un bicchiere d’acqua… Guardarsi allo specchio... Controllare che fosse in perfetto ordine… Stava per iniziare un nuovo giorno. …- Questo è il racconto 747, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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MILANO CHIESA DI SAN SEPOLCRO di Teresa Ramaioli

Post n°15455 pubblicato il 18 Settembre 2014 da dinobarili
 

MILANO

CHIESA DI SAN SEPOLCRO

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 17/09/14 alle 14:09 via WEB
Chiesa di San Sepolcro-- MILANO-- La chiesa fu fondata poco dopo il Mille da Benedetto Ronzone, per poi essere ricostruita nel 1100 da un suo pronipote con le forme del Santo Sepolcro di Gerusalemme. I due campanili furono aggiunti nel XII secolo, la facciata fu ritoccata alla fine del Cinquecento, mentre l'interno fu radicalmente rinnovato più tardi, in chiave barocca, sotto il cardinal Federico Borromeo. L'ultimo intervento ottocentesco demolì interamente la facciata per ricostruirla in stile romanico-lombardo. All'interno la pianta presenta un'impostazione romanico-lombarda. Cinque navate, divise da esili colonnine, conservano un sarcofago trecentesco di fronte al quale è collocata la statua cinquecentesca di san Carlo Borromeo.Ciao Teresa

 
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