dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 04/04/2014
MENEGI53...
E
IL CASTELLO IN OLTREPO'
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ANNAMARIA ...
E
L'AMORE CHE SA PROGETTARE
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PIERLUIGI VALLI ...
E
IL PATRIMONIO LOCALE
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CARLO VERGANI ...
E
LA MAGIA DEI CINQUANT'ANNI
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KAMOLLIA ...
E
I RACCONTI
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Martedì
Luisa (367)
Il rientro in Ufficio dopo le vacanze è il momento delle... “bugie”. Specialmente negli Uffici dove lavorano parecchie impiegate giovani… Anche nell’Ufficio dell’impiegata Luisa, un anno fa, è stato così. Nessuna voleva dire che la sua vacanza era stata una “m…”… e tutte raccontavano cose mai avvenute… Non tutte. Una che non voleva raccontare la “solita bugia” c’era… era appunto l’impiegata Luisa, trentacinque anni… single (per forza)… perseguitata da una “sfiga spaventosa”(in fatto di uomini). Ormai, per lei, non aveva alcun interesse a raccontare bugie… preferiva ascoltare “le bugie” delle colleghe…(una era andata di qua, l’altra era andata di là … con questo … con quello. Tutte bugie. Non era vero niente). Lo scorso anno, però, il Capo Ufficio, dopo aver ascoltato per l’ennesima volta la filastrocca della avventure mai avvenute… chiamò Luisa nel suo Ufficio. “Senti, Luisa. Ho ascoltato per la centesima volta le avventure delle tue colleghe e ho notato che l’unica che non ha raccontato bugie… sei stata tu. Possibile che non hai nulla di importante riguardante le vacanze?” Luisa abbassò gli occhi e non disse nulla… Il Capo Ufficio continuò. “Mia cara Luisa, fatti furba… altrimenti finisci per cadere in depressione. Devi reagire…” – “E come?” rispose quasi senza volerlo l’impiegata che “non raccontava bugie”. – Il Capo Ufficio ci pensò un attimo poi avanzò una proposta… “Luisa… inventati un amore. Un amore… non importa che esista o no… Quel che conta è che tu lo immagini, lo desideri, lo descrivi… Anzi, facciamo una prova. Questo pomeriggio, entra nel mio Ufficio e fammi la richiesta di uscire con un ora di anticipo… per un appuntamento… al resto penso io.” L’impiegata, non avendo altra alternativa, approvò. Nel pomeriggio di quello stesso giorno, Luisa chiese un’ora di permesso. Era la prima volta. Non lo aveva mai fatto nei sette lunghi anni in chi lavorava in quell’Ufficio. La altre Colleghe si incuriosirono… Ormai, le “avventure (inventate) delle vacanze” erano passate nel dimenticatoio. Le impiegate erano diventate tutte curiose di ciò che era avvenuto a Luisa… la quale… enigmatica e sorridente, un’ora prima dell’orario di chiusura, era sparita come un fulmine… Effettivamente, nella mente di Luisa era apparso un ricordo… il ricordo del suo primo bacio parecchi anni prima, quando frequentava la terza media. Quell’anno Laura si era innamorata di Alfredo, il quale, essendo della sua età era il più imbranato della classe. Ci è voluto un mese… prima che Alfredo baciasse Laura. Il ragazzo era un po’ timido… non aveva mai dato un bacio ad una ragazze e… non sapeva neppure come fare… Alla fine era stata Luisa a prendere l’iniziativa. L’occasione venne quando Laura e Alfredo erano a passeggio in Corso Cavour… mano nella mano come i fidanzatini della pubblicità. Quella volta, Luisa, non vedeva l’ora di essere baciata… e di baciare. Ad un tratto, lasciò la mano del ragazzo e si mise a correre… Alfredo la rincorse… Luisa si nascose nel Vicolo del Senatore, una vietta stretta e sghemba, dove non passa mai nessuno. Un Vicolo fatto apposta per “i baci furtivi”… E così è stato… quel suo primo bacio. Ora, con una ora “libera” dal lavoro, Luisa ripensò a quell’indimenticabile momento di felicità. Perché non ritornare nel Vicolo del Senatore? Detto fatto, lasciato l’Ufficio, attraversò parecchie vie di Pavia, raggiunse Corso Cavour e si “infilò” nel Vicolo del Senatore… Nel Vicolo c’era un giovanotto, inginocchiato per terra, che stava raccogliendo dei fogli sparsi un po’ dappertutto. Gli erano caduti da una cartella che si era aperta improvvisamente… Era Alfredo, il suo compagno di classe della terza media. Il ragazzo del “primo bacio”. Luisa, rimase di stucco. Sembrava un appuntamento preparato dalla “mano del Destino”. Laura aiutò Alfredo a raccogliere i fogli di carta. Presero una pizza insieme. Insieme passarono la serata… Per Luisa ci volle tutta la sera per “conquistare un nuovo bacio”. Alfredo era rimasto lo stesso imbranato del tempo che fu... ma questa volta c’era Luisa …a “guidare il treno… della vita”. (367)
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4 APRILE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 4 aprile 2014 – Venerdì - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Venerdì
580
I racconti di Primavera
Un Castello in Oltrepò Pavese
La Primavera mette in moto molti lavori. Costruzioni nuove e ristrutturazioni. Anche l’Architetto Federico, un anno fa, era alle prese con la ristrutturazione di un Castello nell’Oltrepò Pavese. La ristrutturazione, però, non andava né avanti, né indietro. Era sospesa, come si dice, tra la terra e cielo. Il motivo era semplice. La Dott. Melania, ricchissima quarantenne, proprietaria del Castello insieme alla sorella Barbara, aveva la mente incasinata. Nulla di eccezionale. Era innamorata pazza dell’Architetto Adolfo, amico di Federico, due cinquantenni scapoli … che erano assediati dalle donne. Si difendevano come potevano. Adolfo, per esempio, passava parecchio tempo a Milano e altrettanto a Parigi. Melania cercava in tutti i modi di avere incontri, ma l’Architetto Adolfo il quale era sempre ora di qua, ora di là. L’unico modo per incontrarlo era stare vicino a Federico il quale si trovava spesso con l’amico Adolfo. Ecco perché i lavori di ristrutturazione del Castello in Oltrepò andavano a rilento. Melania non voleva perdere tale opportunità. Federico, però, era sulle spine tra scadenze di permessi e il brontolare delle maestranze edili, idraulici ed elettricisti. L’Architetto cercava di salvare capre e cavoli. Da una parte assecondava Melania favorendo gli incontri con Adolfo, dall’altra cercava di tamponare le richieste degli operai. Visto che Adolfo aveva un impegno a Parigi si inventò un lavoro pure lui chiedendo a Melania di seguirlo. La ricchissima proprietaria del Castello in Oltrepò ne fu felicissima. Diede pure il benestare al via ad altri lavori. A Parigi, le cose andarono benissimo. Federico lasciò campo libero a Melania la quale usando tutta la sua astuzia ed intelligenza fece in modo di affascinare Adolfo. Questi, credendosi superiore ad ogni donna, cascò nella rete come un pesce in alto mare. Il soggiorno parigino è stato così positivo che Melania non finiva di ringraziare Federico. Questi, però, non aveva in mente solo la ristrutturazione del Castello, ma era affascinato dalla sorella di Melania, la Dott. Barbara, comproprietaria del Castello, una bellissima trentacinquenne, alta, bionda, occhi azzurri, e gambe che arrivavano al cielo. Era proprio il tipo di donna che Federico aveva sempre sognato. Ora, era là, proprietaria di una metà del Castello che stava ristrutturando. Lui aveva favorito l’incontro tra Melania e Adolfo… perché non chiedere alla stessa Melania di favorire il suo… con Barbara? Le donne sanno come muoversi e la quarantenne Melania si impegnò al massimo. La sorella Barbara sapeva di essere l’oggetto del desiderio di molti uomini. Sapeva gestire bene e con intelligenza il suo “patrimonio” di bellezza. Alle parole di Melania, Barbara rispose che ci avrebbe pensato, ,ma non accettò alcun incontro. Conosceva l’Architetto Federico. Ci aveva parlato alcune volte, ma non lo aveva mai preso in considerazione come possibile compagno di vita. Ora, invece, coglieva ogni occasione, senza farsi accorgere, di osservarlo. Il cinquantenne Federico era proprio un bell’uomo. La bellezza di un uomo si nota soprattutto a cinquant’anni, l’età della maturità, quando l’uomo ha quel fascino misterioso che manda in visibilio le donne. Federico poteva scegliere tra moltissime pretendenti, ma si era “incapricciato” con Barbara. Quando un uomo si “inzucca” su una donna, finisce per non vederne altre. Barbara intanto tergiversava e Federico era sulla spine. Ogni tanto chiedeva qualcosa a Melania la quale rispondeva: “Abbi fede… so io come è fatta mia sorella.” Una mattina di sabato, Federico era nel Castello dell’Oltrepò per seguire i lavori di ristrutturazione. Stava camminando all’altezza di merli, quella parte del Castello che affascina in modo particolare. L’Architetto si muoveva adagio, solo lungo la linea del camminamento. Ogni tanto pensava ai soldati che, in un lontano passato, di notte, facevano la ronda e scrutavano il paesaggio in lontananza tra un merlo e l’altro… Ad un tratto Federico vide una figura di donna avvicinarsi avvolta in un mantello rosso. Era Barbara, la donna che sognava ogni notte. E’ stata la donna ad aprire il discorso. “Ciao Federico. Melania mi ha detto che ogni notte pensi a me.” Federico fece fatica a controllarsi. Cercò di dire qualcosa…ma farfugliò soltanto… come un imberbe quindicenne. Barbara continuò il discorso. “Se sono qui è perché ho fatto la mia scelta. Non è una scelta definitiva… ma per vedere se siamo compatibili…” Barbara prese per mano Federico e insieme fecero il giro dei merli lungo tutta l’area del Castello… più volte. Una leggera brezza muoveva appena le foglie dei boschi che circondavano l’enorme e massiccia costruzione. Ogni tanto Federico raccontava le storie del Castello. Il suo sogno di ristrutturare i merli e le torri angolari in cattivo stato. Raccogliere le storie passate dei proprietari che si erano avvicendanti nella proprietà… Anzi, il suo sogno era quello di fare un film da mostrare ai turisti. Barbara ascoltava e si perdeva nei sogni di Federico. Ad un tratto sentì il bisogno di stringersi all’uomo che le stava accanto, di baciarlo, di stringerlo tra le braccia …ed è stato l’inizio di una bellissima storia d’amore… che ancora continua. - Questo è il racconto 580, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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LA MADONNA DELLE BOZZOLE
DI GARLASCO (PAVIA)
di
Teresa Ramaioli
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EST.LA.BELLA.EPOQUE...
E
IL BUON VENERDI'
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