dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 08/04/2014
ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DI SERENA (584)
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PIERLUIGI VALLI ...
E
UN RACCONTO AL GIORNO
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GIOVANNA CATTANEO ...
E
LA GIUSTIFICAZIONE DI ADAMO
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COMMENTO DI GARDENIAGARDENIA
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COMMENTO DI IOSONOLAVITA1
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
Fiamberta e Jenny (371)
Ogni epoca ha avuto i suoi problemi. Noi abbiamo la crisi economica che negli ultimi anni ha inciso su ogni cosa… specialmente “sui” rapporti umani. Infatti, è ben difficile, oggi, incontrare “compagnie affiatate”. La società è diventata competitiva, le persone sono competitive… La competizione fa a pugni con “la compagnia”. Nella compagnia tutti si sentono uguali e contano uno sull’altro. Si “crede” nel reciproco aiuto… Nella competizione vale, invece, solo l’individualismo esasperato. Quando una persona pensa solo a sé stessa (e vede negli altri suoi simili dei concorrenti o degli avversari)… diventa (psicologicamente) sola. Può e deve contare solo sulle proprie forze e non fidarsi di alcuno… Questo è il momento storico che stiamo attraversando… Ma sarà sempre così? E’ accertato che nella vita ci sono i “corsi e i ricorsi storici”. Un anno fa, Fiamberta, una commessa trentenne, bellissima, aveva parecchi dubbi e problemi. Alla sua amica Jenny, commessa nel negozio di fronte al suo, si confidava spesso. Un martedì di un anno fa aveva bisogno di sfogarsi. “Jenny non è più possibile andare avanti così. Bisogna trovare una soluzione.” Jenny sapeva che Fiamberta era “passionale”… si prendeva a cuore i problemi più complicati e insolubili. Ascoltò con attenzione. “Vedi, Jenny. Non possiamo più andare avanti… a “saldi”. Ogni giorno è una battaglia per la sopravvivenza. I denari a disposizione delle persone sono sempre meno… Di questo passo saremo costretti a chiudere le nostre attività. Quando le persone aspettano i “saldi” per sostituire i capi di abbigliamento di cui hanno bisogno… significa che siamo ridotti male. Una persona vive di “passioni”, di desideri, di aspettative. Quando i desideri, le passioni e le aspettative vengono a mancare…”non è” la cosa migliore.” Jenny cercò di entrare nel discorso. “E noi cosa possiamo fare?” – Fiamberta rispose come una freccia lanciata dall’arco. “Reagire… Prendere coscienza del fenomeno. Studiarlo e cercare possibili soluzioni. Stare con le mani in mano non è la cosa migliore….” Lo aveva detto come se già avesse in mente qualcosa. Jenny aveva cercato di parlare, ma Fiamberta era già partita in quarta. “Perché non invitiamo qualche nostra collega ad una cena … “di lavoro”? Io abito in una casetta fuori Pavia. Ho un bel giardino con un paio di piante che fanno ombra. Con poca spesa potremmo organizzare “una cenetta di fine estate”. Siccome tutte noi abbiamo problemi di linea … ci basta pochissimo per realizzare le premesse per una chiacchierata. Sono convinta che solo riunendo alcune addette ai lavori, coinvolte anche emotivamente, è possibile trovare “idee nuove”. La chiacchierata si concluse con la data della cenetta… un sabato sera… di un anno fa. Alla cena avevano aderito, oltre a Fiamberta e Jenny, anche Marisa e Umbertina… tutte commesse in negozi di abbigliamento per Signora. Quando, quattro giovani donne “addette alla stessa attività” si mettono insieme diventano “un vulcano in eruzione”. Per fortuna che Fiamberta non voleva lasciarsi sfuggire di mano la situazione. Aveva preso nota e, dopo un’animata discussione, aveva tirato le somme. Tra le migliori idee uscite quella sera ce n’era una particolarmente interessante. Diceva. “Le donne sono l’anima dell’economia. Sono le donne che amano mettersi in mostra. Non per puro esibizionismo ma anche per dare “un senso all’eleganza. Perché non rimettere in circolazione “i vestiti d’epoca”? Le donne che li possiedono possono diventare esse stesse delle modelle e far rivivere un mondo che non c’è più… Può essere la premessa (ed il volano) per un mondo migliore.” Dopo aver letto le ultime righe. Fiamberta, Jenny, Marisa e Umbertina si offrirono di fare da modelle per la presentazione dei migliori abiti d’epoca … un’idea con molte potenzialità. A distanza di un anno le quattro commesse sono diventate anche “modelle (molto richieste) di abiti d’epoca”. (371)
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8 APRILE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 8 aprile 2014 – Martedì - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Martedì
584
I racconti di Primavera
Serena e la “Compagnia delle Dolci Primavere”
La Primavera è la stagione in cui si formano le compagnie. Ne sapeva qualcosa, la Dott. Serena, quarantenne, fisico da favola e una bocca da baciare che, un anno fa, era in crisi. Non era una vera e propria crisi. Era uno di quei malesseri di cui spesso si ignora l’origine. La Dott. Serena cercava di indovinare l’origine del suo malessere… ma non arrivava a capo di nulla. Nell’Ufficio di Milano presso cui lavorava (dodici uomini e dodici donne) era arrivato un nuovo Capo Ufficio. Un bell’uomo sui cinquant’anni il quale aveva “il dente avvelenato… con le donne”. La voce era passata di bocca in bocca e “la voce del popolo” diceva che il Cav. Tommaso, (quello era il nome del nuovo Capo Ufficio) aveva avuto dei problemi con la sua prima (e unica) morosa che (un bel giorno) l’aveva piantato in asso. Da quel momento era nato il suo “dente avvelenato”. Quando un uomo ha dei problemi suoi personali, è ovvio, che se la prende con l’universo intero… specialmente in Ufficio. La Dott. Serena cercava di stare tranquilla, ma non riusciva più di tanto. Ogni volta che il Cav. Tommaso si avvicinava alla sua scrivania, le venivano i brividi. Si confidò con la sua collega Roberta, quarantenne pure lei. “Cosa ne pensi del nuovo Capo Ufficio? Ogni volta che si avvicina alla mia scrivania mi fa venire i brividi. Se ha avuto dei problemi con la sua prima morosa… non è il caso di prendersela con il mondo intero” Roberta era un tipo ottimista ed estroverso. Vedeva il lato positivo in ogni cosa. “Vedrai che presto si calmerà. Basta scoprire il “suo Tallon d’Achille”… - “Tallon d’Achille?...di cosa si tratta? Non lo conosco.” Roberta si meravigliò. “Come? Non sai che cos’è il Tallon d’Achille? Si vede che non conosci gli uomini. Ogni uomo ha il “suo” punto debole… il punto in cui è più sensibile … quello è appunto il Tallon d’Achille. Per ora non ho ancora individuato “il punto debole” del Cav. Tommaso. Presto lo scoprirò. Sto già facendo le dovute indagini.” La Dott. Serena tacque … non voleva entrare in argomenti che non conosceva. La settimana successiva è stata Roberta ad avvicinarsi alla scrivania della collega. “Serena cosa ne dici se organizzassimo una domenica al mare? E’ Primavera le persone hanno bisogno di respirare aria pura, aria nuova. Lo chiedo anche al Cav. Tommaso.” – La Dott. Serena si accavallò le dita di ambo le mani. “Che Dio te la mandi buona” Roberta era una “marpiona” che non aveva uguali. Il Cav. Tommaso era nel suo Ufficio assorto nell’interpretazione di una nuova circolare, la quarta… quella che avrebbe dovuto spiegare le tre precedenti. Roberta si era vestita per l’occasione. Seno leggermente scoperto. Voce melliflua. Si presentò con un ampio sorriso e … “Cav. Tommaso, sono latrice di un messaggio da parte di tutto il personale (…non era vero. Il messaggio era solo il suo). Come ogni anno a primavera (non era vero nemmeno questo) organizziamo una gita al mare con pranzo e gara da ballo. Sappiamo da fonti certe che lei è bravissimo ballerino. Non possiamo fare a meno della sua insostituibile presenza in qualità di Presidente della Comitiva. Il personale dell’Ufficio la ringrazia anticipatamente” Il Cav. Tommaso cerco di mantenere una certa superiorità, ma si vedeva lontano un miglio che era andato in brodo di giuggiole. Dopo aver ingoiato la saliva un paio di volte …accettò l’invito. Era fatta! Con la risposta del Capo, Roberta avvisò tutto il personale eleggendo, ipso facto, la Dott. Serena “Segretaria della Compagnia delle Dolci Primavere”. Quando una Compagnia ha un Capo ed una Segretaria … le primavere fioriscono e riescono alla grande. Il vero “leader”, però, era Roberta … la marpiona, la “fugnona”, la “diavolessa” che metteva insieme “il Diavolo e l’Acqua Santa”. Infatti, nella testa di Roberta si era fatto strada l’idea di far sposare il Cav. Tommaso con la Dott. Serena. Come fare? Ormai Tommaso e Serena erano agli ordini di Roberta, la quale “tirava i fili” in tutti i sensi. Per esempio. Aveva avvisato le sue colleghe perché facessero “complimenti a volontà al Cav. Tommaso… “ma che bell’uomo”… “che fisico da atleta”… “con un fisico così nessuna donna può resistere”… e via di questo passo. Roberta aveva pure manipolato gli uomini dell’Ufficio. Il tam tam maschile doveva essere rivolto alla Dott. Serena… “Se fossi il Cav. Tommaso… mi innamorerei di te... delle tua bocca, del tuo naso, dei tuoi occhi, del tuo seno… ecc. ecc.” Ormai era fatta. Più che un Ufficio sembrava il palcoscenico di un teatro di varietà. La “Compagnia delle Dolci Primavere” si trasferì da Milano a Santa Margherita Ligure in pullman in modo da rimanere uniti. Il pranzo? Semplicemente favoloso. Alla Gara da Ballo partecipò, ovviamente, la coppia Tommaso – Serena che vinse il primo premio (poteva essere altrimenti?). Presidente della Giuria era la stessa Roberta… la marpiona). Il bello iniziò… quando Roberta consegnò il premio alla coppia vincitrice. Chiese alle colleghe e ai colleghi di gridare: “Bacio, bacio, bacio…” Al che, Tommaso e Serena si baciarono… Si baciarono con passione. Una, due, tre volte… Poi, Serena ci trovò gusto. Tommaso si lasciava baciare proprio come voleva lei… (da uomo oggetto). Si sa che… “gira e rigira” chi comanda è sempre la donna…e l’uomo può fare il “duro” finché vuole, ma sarà solo e sempre … “ciò che la donna vuole”. - Questo è il racconto 584, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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GIUSEPPE VERDI
di
Teresa Ramaioli
5 FEBBRAIO 1887—Giuseppe Verdi scelse, dal 1872 in poi, di soggiornare nella Suite 105 di quello che allora si chiamava “Albergo di Milano”, in modo da poter alternare la vita cittadina a quella più tranquilla della sua tenuta di campagna di Sant’Agata di Villanova d’ Arda .Fu in questa suite che fu a lungo impegnato nella composizione dell’Otello e in seguito dal Falstaff. In occasione della prima di Otello, il 5 febbraio 1887, la carrozza che riportava Verdi dalla Scala all’albergo fu staccata dai cavalli e, come si usava allora per i trionfi teatrali, fu trainata a braccia dalla folla in delirio. Acclamato dal popolo adorante, il Maestro dovette affacciarsi al balcone del suo appartamento con il tenore Tamagno che, senza accompagnamento musicale, intonò alcune romanze dell’opera .Ciao ciao Teresa
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MARION ...
LA VITA, L'AMORE
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