Messaggi del 17/04/2014

FRANCESCO racconto (380) di Dino Secondo Barili

Post n°13306 pubblicato il 17 Aprile 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

racconto del Lunedì

Francesco (380)

E’ noto che le persone impegnate nel lavoro, nella famiglia e nel sociale hanno una vita sentimentale migliore rispetto a coloro che sono emarginati. Uno dei motivi è da ricercasi nel numero di contatti umani. Il vecchio proverbio … “l’occasione fa l’uomo ladro” non è espressamente riferita solo ai ladri veri e propri, ma a tutto “quel complesso” di rapporti che mettono in contatto… un uomo ed una donna. Francesco, aveva sessant’anni e faceva l’idraulico come suo padre. Era un mago nel suo mestiere, ma non si era mai sposato. Era allergico al matrimonio… di un allergia “sospetta”. Infatti, i suoi colleghi di lavoro lo prendevano in giro (benevolmente). “Francesco, non dire che non ti sia mai capitata l’occasione per sposarti… Non ci crediamo , neppure, se giuri sulla testa di tua madre.” L’idraulico sorrideva con fare misterioso… e non parlava. Forse non voleva svelare il lato “oscuro” e riservato della sua vita privata. Un sabato al mese, cinque colleghi idraulici pavesi si ritrovavano all’Osteria della Serenella in riva al fiume Ticino. Erano incontri all’insegna di “favolose mangiate e bevute” (dicevano loro… ma tre erano a dieta e due erano astemi). Era l’occasione, invece, per scambiarsi informazioni, sentirsi aggiornati sugli “affari del mondo” e lanciarsi “velenose frecciate”. L’organizzatore degli incontri era da anni Giacomino. Un sessantenne compagno di scuola di Francesco. Giacomino era idraulico, “figlio d’arte” come suo padre. Non si era mai sposato, ma aveva una “morosa” fissa con la quale passava i fine settimana. Gli altri tre colleghi idraulici lo prendeva in giro. “Giacomino, noi sappiamo perché non ti sposi… Hai paura di essere “piantato” da uno più bello di te.” L’Organizzatore degli incontri masticava amaro, ma non poteva farci niente. Gli idraulici hanno una cattiva nomina… Sanno di essere “i preferiti dalle donne”. Francesco, invece, non parlava e rimaneva misterioso. Un anno fa, l’Ostessa dell’Osteria la Serenella notò l’atteggiamento di Francesco e (contrariamente alla regola di “non” entrare mai nei discorsi dei clienti) intervenne nel battibecco tra gli “idraulici”. “Francesco, perché non parli? Perché non difendi le donne che sono la tua passione? Le donne sanno amare … e amano un solo uomo.” Francesco divenne rosso come un peperone …e non riuscì a pronunciare parola. Aveva un tarlo nel cervello che lo metteva a disagio. In effetti, Francesco, era innamorato della “morosa” di Giacomino. L’innamoramento era avvenuto per caso. Un anno prima, Giacomino aveva avuto la febbre ed era stato ricoverato all’Ospedale per qualche giorno. Durante quel periodo la “morosa” di Giacomino aveva avuto difficoltà con lo scarico del bagno della camera da letto. Francesco, chiamato per l’emergenza, era subito intervenuto. Come qualche volta capita… aveva perso la testa per la “morosa” del collega. Da quel giorno ha fatto molte notti in bianco…ed altre ad occhi aperti… sognano la donna di Giacomino. Ora, si sentiva provocato dall’Ostessa dell’Osteria della Serenella, la quale, era una strega bella e buona (cioè… ne sapeva una più del Diavolo). “Francesco, io lo so perché tu non parli. Capita spesso ai sessantenni di avere qualche “peccato sulla coscienza”… ma le cose non stanno esattamente così…” Stava per finire la frase quando entrò nella sala degli idraulici… una bellissima donna quarantenne, alta, mora dagli occhi di fuoco. Era la “morosa” di Giacomino la quale lo abbracciò “molto” affettuosamente. Francesco era diventato rosso… più rosso di un peperone rosso… Stava per lasciare il tavolo della compagnia quando entrò nella sala la sorella gemella (e identica in tutto e per tutto) della “morosa” di Giacomino. Abbracciò Francesco, baciandolo a lungo… appassionatamente… lasciando a bocca aperta tutti coloro che parlano male degli idraulici. - (380)

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°13305 pubblicato il 17 Aprile 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Venerdì ...a tutti"

DIARIO CORALE

 del

18 aprile 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 17 APRILE 2014

Post n°13304 pubblicato il 17 Aprile 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 16 APRILE 2014

“Il fiore della vita…sboccia ad ogni età”

Dino

 
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FILIPPO E GLI OCCHI DI PALMIRA racconto (593) di Dino Secondo Barili

Post n°13303 pubblicato il 17 Aprile 2014 da dinobarili
 

17 APRILE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 17 aprile 2014 – Giovedì - ore 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Giovedì

593

I racconti di Primavera

Filippo e gli occhi di Palmira

La Primavera è la stagione del coraggio. Basta vedere come si comporta la natura. Erba e fiori spuntano dappertutto. Nei posti più impensati. Agli angoli delle strade trafficate. Sopra ai tetti, nei luoghi più impervi e difficili. Come mai? E’ la natura… dirà qualche lettore o lettrice. Invece, no. Anche noi siamo “natura” eppure continuiamo a lamentarci per cose da nulla. A farci dei problemi quando basterebbe un po’ di buona volontà. Un anno fa, la pensava così anche il Dott. Filippo,cinquantenne, single, con avviato Studio in Milano, abitante a Pavia. Ogni tanto doveva richiamare qualche impiegata perché si lasciava andare, non reagiva. I motivi erano sempre gli stessi. Screzi con il “moroso”, difficile dialogo con “l’altra metà del cielo”… il coniuge o il convivente. “Possibile” – diceva il Dott. Filippo – “che ogni tanto succedano questo cose? Possibile che un uomo ed una donna non riescono ad andare d’accordo? La vita è fatta per essere vissuta… e, possibilmente, vissuta bene.” Certe cose sono facili a dirsi, difficile a farsi. La reazione dell’impiegata di turno era stata immediata. “Dott. Filippo, lei parla così, perché non è sposato o fidanzato. Se avesse una fidanzata o una moglie capirebbe il problema.” Effettivamente, il Dott. Filippo, si dedicava anima e corpo al lavoro. Al suo Ufficio. Non aveva altri interessi. Un anno fa, però, il cinquantenne, una mattina, si guardò allo specchio e notò una leggera pinguedine. Nulla di allarmante. E’ bastato per mettere il Commercialista in allarme. Chiese consiglio al suo Medico di Fiducia. “Dott. Felice, cosa devo fare?” Il medico lo guardò con fare interrogativo. “Tutto lì? Non penso sia il caso di preoccuparsi. Basta seguire qualche gruppo che si riunisce al Ponte Coperto di Pavia, il sabato mattina … e in poco tempo… è tutto risolto. Il Dott. Filippo diede subito pratica attuazione al consiglio. Un sabato mattina di un anno fa, alla sette del mattino, si presentò in tenuta da ginnastica firmata pronto a riprendere il suo fisico da vero atleta. La Presidente del Gruppo Camminatori del Ticino, accolse il Dott. Filippo nel migliore dei modi. Lo presentò a tutti i partecipanti. Il cinquantenne si mostrò orgoglioso. Aveva fatto centro. I camminatori maschi l’accolsero con sufficienza, freddezza, come dire: “Ecco qui un altro”. Le camminatrici femmine, invece, l’accolsero con entusiasmo inondandolo di complimenti. Naturalmente, la Presidente del Gruppo, Dott. Palmira, fece subito valere le sue prerogative. Tenne il Dott. Filippo sotto controllo… anzi, con la scusa di salvaguardarlo da eventuali pericoli cominciò a dargli velati consigli di comportamento. Il Dott. Filippo aveva raggiunto i cinquant’anni. Aveva una lunga conoscenza delle sue impiegate. Sapeva che quando una donna comincia a mettere gli occhi addosso ad un uomo… comincia ad accampare dei diritti. Purtroppo non era nel suo Ufficio. Il suo potere era assai limitato. Inoltre la Dott. Palmira era proprio una bella donna… alta, bionda, occhi azzurri… gambe da fine del mondo. Poteva un uomo come il Dott. Filippo, Commercialista cinquantenne, (sensibile al fascino femminile) resistere alla bellezza esplosiva della trentacinquenne? Era come affidare “le pecore al lupo”. Infatti, adagio, adagio, il Dott. Filippo si lasciò guidare… Guidare è dire poco. Palmira, non solo lo tenne d’occhio. Cominciò a dargli sempre nuovi suggerimenti. Cammina così, attenzione alle buche…il sentiero lungo il Ticino è pieno di pozzanghere. No. No. I piedi nelle pozzanghere no… si sporcano le scarpe firmate ultimo modello… Il Dott. Filippo cominciò a comportarsi come un bambino. Lasciava dire …e ogni tanto metteva (apposta) il piede in qualche pozzanghera… solo per vedere le reazioni di Palmira. Lei si agitava, si preoccupava. Un sabato mattina, al termine della “camminata obbligatoria”, Palmira volle portare a casa sua il Dott. Filippo… per ripulirlo a dovere. Un bel bagno caldo … una doccia fredda … per ritemprare i muscoli. La Dott. Palmira era una salutista… amante della natura … al naturale. Per esempio. Quando era a casa sua … si metteva nuda… e girava nuda per casa … come mamma l’aveva. Senza dubbio, la mamma, aveva fatto un capolavoro. Anche il Dott. Filippo ne aveva preso atto. Lui, però, proveniva da un’altra cultura. E’ stata la Dott. Palmira ad incitarlo. “Filippo, come mai stai vestito? Perché non ti metti nudo come sono io?” Filippo diventò rosso come un peperone. Non sapeva cosa fare. Alla fine si rese conto che aveva cinquant’anni. Di donne nude ne aveva viste parecchie…e Palmira non era una beghina, ma una donna all’altezza dei tempi. Così, il cinquantenne si tolse i vestiti. Ora, Palmira e Filippo erano come Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre. L’albero della conoscenza era a loro completa disposizione. Cosi la natura ha completato il suo corso. Il Commercialista Filippo è entrato a far parte del “Club degli ammogliati” con relativi, immancabili, perché. …- Questo è il racconto 593, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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PIAZZA VETRA A MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°13302 pubblicato il 17 Aprile 2014 da dinobarili
 

PIAZZA VETRA A MILANO 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 16/04/14 alle 13:35 via WEB
MILANO--PIAZZA VETRA era(in passato) una delle zone più temute della città, era il luogo destinato alle esecuzioni capitali. Dove ora passeggiamo con i nostri bambini, ci sediamo sulle panchine a chiacchierare,un tempo si sentivano le urla dei ladri impiccati. Piazza Vetra (piazzale Vetra) prende il nome dal canale da cui era attraversato, una diramazione dell’Olona,( Platea Vetus – Piazza Vecchia) Il ponte sul canale,che collegava la piazza , era chiamato, ‘ponte della Morte’. Dal Mille circa fino al 1814, ladri, assassini, eretici, streghe ed untori (coloro che diffondevano la peste) venivano giustiziati in piazza Vetra. La storia racconta che l’untore Giangiacomo Mora, proprietario di un negozio di barbiere in zona di Porta Ticinese, fu accusato di diffondere la peste, con il suo complice Guglielmo Piazza , venne condannato a morte. La sentenza viene riportata anche nel testo di Alessandro Manzoni ‘La colonna infame’: “.. Che i nominati Piazza e Mora, denunziata ad essi prima la morte, sieno torturati, adoperando anche il canape. … Che posti sur carro sieno condotti al luogo solito del supplizio, per via sieno tanagliati con ferro rovente nei luoghi ove hanno commesso il delitto; davanti alla bottega del Mora sia ad entrambi mozza la mano destra; sien loro sfracellate le ossa all’usato; si innalzi la ruota, essi vi sieno intrecciati vivi: dopo sei ore scannati; poi si ardano i cadaveri, le ceneri si gettino al fiume; la casa del Mora sia spianata, e sullo spiazzo eretta una colonna che abbia nome d’infame, e porti una iscrizione del fatto. ..” Morti i due, si diede seguito alle disposizioni della sentenza del Senato, demolendo dalle fondamenta la casa del barbiere, e sullo slargo così creatosi si innalzò una colonna di granito, con in cima una sfera di pietra, la colonna infame, a perenne ricordo della malvagità degli artefici dell'epidemia. Sul muro della casa di fronte venne affissa una grossa lapide, la quale ricordasse quali furono le colpe dei due criminali, quale la pena loro riservata, e il monito affinché nessuno mai osasse riedificare sui resti della bottega del barbiere Mora. ( che rimase dal 1630 fino al 1778 quando venne abbattuta). "Qui dov'è questa piazza sorgeva un tempo la barbieria di Gian Giacomo Mora il quale congiurato con Guglielmo Piazza pubblico commissario di sanità e con altri mentre la peste infieriva più atroce sparsi qua e là mortiferi unguenti molti trasse a crudele morte questi due adunque giudicati nemici della patria il senato comandò che sovra alto carro martoriati prima con rovente tanaglia e tronca la mano destra si frangessero colla ruota e alla ruota intrecciati dopo sei ore scannati poscia abbruciati e perché d'uomini così scellerati nulla resti confiscati gli averi si gettassero le ceneri nel fiume a memoria perpetua di tale reato questa casa officina del delitto il senato medesimo ordinò spianare e giammai rialzarsi in futuro ed erigere una colonna che si appelli infame lungi adunque lungi da qui buoni cittadini che voi l'infelice infame suolo non contamini. 1° agosto 1630"(traduzione del Verri). (prima parte, continua). Ciao Teresa

 
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CARLO VERGANI ... LA PASSIONE E L'ENTUSIASMO

Post n°13301 pubblicato il 17 Aprile 2014 da dinobarili
 

CARLO VERGANI ...

LA PASSIONE E L'ENTUSIASMO

ughi51
ughi51 il 16/04/14 alle 21:35 via WEB
Ciao Dino, la seconda puntata del romanzo e sempre più intrigante. Nel racconto di oggi, come al solito, metti in evidenza il fatto che qualsiasi lavoro una persona faccia, deve essere svolto soprattutto con passione. Certo, non è facile fare un lavoro che ti appassiona, ma se alla base non c'è passione e entusiasmo, non c'è niente Carlo
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 17/04/14 alle 06:47 via WEB
Ciao Carlo - senza passione e entusiasmo nessun lavoro è accettabile. Buona Pasqua. Dino
(Rispondi)

 
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LA RICETTA DI ANNAMARIA

Post n°13300 pubblicato il 17 Aprile 2014 da dinobarili
 

LA RICETTA DI ANNAMARIA

annamariamennitti
annamariamennitti il 16/04/14 alle 19:55 via WEB
ANATRA AL FORNO uno spicchio d'aglio rosmarino q.b. 1 limone un bicchiere di vino 200 grammi di pancetta olio extravergine d'oliva q.b. sale q.b. pepe q.b. PREPARAZIONE Un tipo di carne saporita dal gusto raffinato, l'anatra al forno, non è un piatto di difficile preparazione, ma il risultato sarà davvero eccellente. Per velocizzare la preparazione, è consigliabile acquistare un'anatra già pulita e privata delle interiora. Tagliate la pancetta a dadini. In una padella fatela rosolare insieme all'olio, al rosmarino, al sale e al pepe. Usate questo composto per riempire il ventre dell'anatra. Cucire con un filo il taglio addominale, spruzziamo di limone, irroriamo con vino bianco e regoliamo il sale. Mettere in forno per un'ora a 150 gradi. Quando l'anatra al forno sarà cotta, servirla su un piatto da portata. Ideale accompagnata da un contorno semplice come un'insalata di rughetta e pomodorini pachino.
(Rispondi)

 
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ANNAMARIA ...E IL BRUTTO TEMPO

Post n°13299 pubblicato il 17 Aprile 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL BRUTTO TEMPO

annamariamennitti
annamariamennitti il 16/04/14 alle 19:33 via WEB
TE L'AVEVO DETTO CHE NON BISOGNAVA CANTARE VITTORIA E CHE C'ERANO I 5 GIORNI CHE APRILE PRENDEVA IN PRESTITO DA MARZO...EBBENE qui acqua e neve ciao ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 17/04/14 alle 06:42 via WEB
Ciao Annamaria - brutto tempo anche qui. Dino
(Rispondi)

 
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ANNAMARIA ... E LE AVVERSITA'

Post n°13298 pubblicato il 17 Aprile 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

LE AVVERSITA'

annamariamennitti
annamariamennitti il 16/04/14 alle 19:04 via WEB
Sapere significa imparare apprendere ,noi impariamo solo con l'esperienza della vita ilibri ci aiutano ad esprimerci e mi risulta che più gli anni passano e più ne faccio tesoro anche delle avversità ciao DINO
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 17/04/14 alle 06:34 via WEB
Ciao Annamaria - hai ragione... dalle avversità di impara molto e più in fretta. Dino
(Rispondi)

 
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