dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 19/04/2014
STEFANO BROCCA ...
E
LA BUONA PASQUA
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PIERLUIGI VALLI ...
E
IL BELLO DELLE PRIMAVERE
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MENEGI53...
E
LO SPIRITO SOPRATTUTTO
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AN520... E LA SPERANZA
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GIOVANNA CATTANEO ...
E
L'UOVO DEI DESIDERI
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GARDENIAGARDENIA ...
E
LA BUONA PASQUA
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Mercoledì
L’Architetto Benvenuto (382)
Se a cinquant’anni, un uomo si fa ancora delle illusioni…a sessanta le illusioni scompaiono del tutto. Si sa che i giorni passano veloci e una persona non è eterna. Il tempo non perdona. Se ne rendeva conto anche l’Architetto Benvenuto il quale si impegnava nel lavoro… ma non faceva mai troppi conti… “senza l’oste”. Infatti, diceva. “Prima di prendere troppi lavori, con il rischio di farsi venire un “colpo”… preferisco fare bene un lavoro alla volta e … lasciar fare al destino.” I suoi colleghi Architetti, lo prendevano in giro. Dicevano. “Adesso che ti sei fatto un nome … perché non sfrutti il tuo momento magico?” Benvenuto ascoltava, ma non replicava. Era convinto che nella vita …”quello che deve accadere … accade comunque”. Del resto aveva due matrimoni falliti alle spalle. Il primo, Claudia, l’aveva lasciato dopo due anni senza dire perché. Il secondo Marzia. L’Architetto aveva fatto di tutto per accontentarla… Non ci era riuscito. Aveva lasciato Pavia per Milano. Perché Pavia sembrava, a Marzia, troppa provinciale. Tutto inutile. Cinque anni di tira e molla. Alla fine … ognuno per la propria strada. Ora l’Architetto Benvenuto, sessant’anni, fisico da atleta, spirito da “conquistatore del mondo” … viveva per il suo lavoro, per la soddisfazione dei suoi clienti… i quali lo inondavano di complimenti. Tutto inutile. Benvenuto, prendeva il suo lavoro come una missione. Una villa? Una villa da Dio… con estrosità di ogni genere. Un palazzo? Un Palazzo da Dio… come se tutti gli appartamenti dovessero essere occupati da Lui… dall’Architetto Benvenuto in persona. Due anni fa, però, l’Architetto Benvenuto ricevette una proposta interessante. La ristrutturazione di Castello diroccato… Veramente più che un Castello era un rudere che la “voce popolare” chiamava Castello. Forse, in passato, era stato veramente un Castello, ma ora ne aveva perso le caratteristiche. A sessant’anni un uomo ha diverse possibilità. Lavorare… o giocare. Benvenuto giocava lavorando. Giocava con il lavoro. Si divertiva. Appena avuta l’ordinazione, l’Architetto Benvenuto si mise a sognare… Veramente, era un professionista serio, perciò prendeva sul serio ogni impegno. Per il Castello, però, aveva “perso la testa”. Avrebbe realizzato un capolavoro. Il suo capolavoro. La Proprietà gli aveva dato carta bianca… sia nella ristrutturazione… sia nella spesa. Il sessantenne Benvenuto si sentì come se avesse avuto vent’anni… gli anni in cui aveva scelto di diventare Architetto. A vent’anni, inoltre si era innamorato di Matilde, la sua compagna di corso … una ragazza bellissima… da far perdere i sensi. Si dice, però, che “beltà e follia spesso si tengono compagnia”. Matilde era la traduzione pratica di quel detto. La ragazza compariva e scompariva nella vita di Benvenuto come fosse un “fantasma”. Mai un si. Mai un no. Prendere o lasciare. E Benvenuto lasciava fare … Tuttavia erano stati giorni indimenticabili, irripetibili… per lui e per lei. Ora l’Architetto Benvenuto doveva ristrutturare un Castello… Perché non farlo per Matilde, la “follia” dei suoi vent’anni? Non ha più rivisto la donna del “sogno”… ma per lei avrebbe creato un Castello da Sogno: il Castello di Matilde. Si mise subito all’opera come un forsennato… In brevissimo tempo … il “rudere era diventato un sogno”. L’idea di Benvenuto era sulla bocca di tutti… specialmente dei Colleghi Architetti (invidiosi). Un giorno, Benvenuto ricevette una mail dall’America. Diceva. “Ciao Benvenuto, sono Matilde. Sono io che ti ha commissionato il Castello che stai ristrutturando. Ti ringrazio per averlo chiamato il Castello di Matilde in ricordo dei nostri bei vent’anni. Continua nel tuo lavoro e nel tuo sogno. Anzi, puoi viverci… in attesa che anch’io possa venire e vivere con te… o forse… no.” (382)
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19 APRILE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 19 aprile 2014 – Sabato - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
595
I racconti di Primavera
Goffredo e la “guida turistica”
Le vacanze pasquali e la Primavera sono un po’ come la “sveglia” che al mattino si mette a suonare… E’ il momento in cui una persona fa piccole riflessioni personali e tira le proprie conclusioni. Così ha fatto, un anno fa, il Dott. Goffredo, Consulente Assicurativo a Milano, abitante a Pavia. Cinquant’anni ben portati ed “un principio” al quale si è sempre attenuto fin dall’inizio del suo lavoro: “Chi fa da sé… fa per tre” Con tale principio il Dott. Goffredo si era creato il proprio “portafoglio clienti”. Aveva organizzato il suo Ufficio “mentale” e si era dedicato anima e corpo al lavoro e ai clienti. In breve era diventato il “confessore”. Appena un cliente aveva un problema… formava il numero telefonico di Goffredo e tutto era risolto. Questo atteggiamento l’aveva portato a privilegiare il cliente rispetto a tutto il “resto del mondo”… famiglia compresa. Infatti, non aveva mai trovato il tempo per farsi una fidanzata e sposarsi. Un anno fa, però, al compimento del cinquantesimo anno Goffredo si sentì stanco. Il telefono continuava a suonare …anche per cose da nulla. Comprese che entro breve tempo sarebbe crollato. Si consultò con sua sorella Edvige e prese la decisione. Per le feste pasquali (di un anno fa) avrebbe spento il cellulare e si sarebbe reso irreperibile. Sapeva che per qualche giorno i suoi clienti non avrebbero sofferto. Lo scopo era quello di fare un viaggio. Un viaggio qualsiasi… purché fosse un viaggio. Un viaggio per “staccare la spina”. Per fare un viaggio basta scegliere l’itinerario o la località… e versare quanto stabilito. Al resto ci pensa la “Guida Turistica” quella fantastica “Fata Turchina” che accompagna passo passo i gitanti e risolve tutti i loro problemi. Nulla a cui pensare. Proprio quello di cui Goffredo aveva bisogno. Un viaggio in comitiva! Infatti, da una cittadina della Provincia di Pavia partiva una comitiva di gitanti diretta in Francia: “Parigi e i Castelli della Loira”. Il cinquantenne si aggregò. Poteva esserci occasione migliore? No. Goffredo, nel periodo pasquale di un anno fa…preparò il bagaglio e via. Via per mete lontane. Lontane dalle telefonate dei clienti i quali, giustamente, si erano lasciati viziare da un Assicuratore troppo gentile. Appena salito sul pullman, Goffredo si sentì “un Re”. Un “Re” nel vero senso della parola. Solo… con il suo mini bagaglio. Sul pullman… nessuna persona conosciuta…e la Guida Turistica. Una fantastica trentenne, bellissima, gentilissima… di nome Desideria (un nome, un programma). Cosa poteva desiderare di più il Dott. Goffredo? Le Guide Turistiche, oltre al fascino che emanano sono delle autentiche psicologhe. Di ogni gitante comprendono al volo “vita, morte, miracoli… e attese”. Desideria comprese subito che il Dott. Goffredo aveva “staccato la spina” e voleva sognare… almeno per qualche giorno. Non lo perse mai d’occhio. Sempre cordiale, cortese e disponibile. Proprio l’atteggiamento che Goffredo aveva usato con i suoi clienti. In breve, il cinquantenne si sentì in paradiso. Era come avere una “babysitter”. Lui doveva solo farsi accompagnare, suggerire, cullare. Il viaggio, inoltre, era fatto apposta per far innamorare. Parigi, la Senna, la Tour Eiffel… e tutte le altre meraviglie. In due giorni tra viaggio e primo soggiorno nella magica Parigi, Goffredo aveva dimenticato tutto ciò che aveva lasciato a Milano e a Pavia (compresi i numeri di telefono). L’unica preoccupazione… non perdere mai il contatto con la Guida Turistica, con Desideria. Quando la mente si libera (e va in vacanza) i desideri emergono dal profondo del subconscio. Goffredo avrebbe voluto la vicinanza di una donna … una donna meravigliosa come Desideria. Come fare? Quando il pullman lasciò Parigi per i Castelli della Loira, accadde qualcosa di strano. Ogni tanto, Desideria si sedeva nell’unico posto libero del pullman. Quello accanto al Dott. Goffredo. Per il cinquantenne è stato come sognare. Dapprima sono iniziate le domande. “Quale Castello andiamo a vedere?” Oppure “Qual è la prossima fermata?” Poi, il discorso ha preso un’altra piega. Si vedeva lontano un miglio che Desideria “voleva” il Dott. Goffredo. Quando una donna vuole … l’uomo è come una piuma al vento…va dove il vento vuole. La vacanza per Goffredo era diventata un sogno… un dire e non dire… un fare e non fare. Si sa che le Guide Turistiche hanno un loro codice deontologico. Devono assecondare i tutti i propri assistiti… entro certi limiti. Così il viaggio si svolse senza che alcun gitante avesse a lamentarsi. Però, Desideria aveva già deciso. Goffredo era la preda che non si sarebbe lasciata scappare. Era un bel cinquantenne. Con una bella professione. La ricchezza doveva essere una componente non secondaria. Perché attendere? L’ultima notte del viaggio, Desideria, fece e disfece fino a quando Goffredo non l’invitò a prendere un drink nella sua stanza. Ormai, era fatta. Il cinquantenne aveva trovato la donna del sogno, la donna delle coccole infinite… E Desideria?- Questo è il racconto 595, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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MILANO
PIAZZA VETRA E LA COLONNA INFAME
di
Teresa Ramaioli
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