dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 07/08/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Venerdì
Raimondo (496)
Raimondo, cinquant’anni, impiegato presso una Agenzia Commerciale a Milano, ma abitante a Pavia, un anno fa era negli affanni. Nella sua Agenzia correva voce che ci sarebbe stata una riduzione di personale. Tutti i dipendenti erano in allarme. Specialmente coloro che avevano impegni di famiglia, figli da mandare a scuola, mutui da pagare. Per fortuna che Raimondo era single… Ciò non voleva dire che potesse sentirsi al riparo da preoccupazioni. A Pavia aveva un bel appartamento in periferia, frutto del lavoro dei suoi genitori e suo. Raimondo era preoccupato di perdere quel “benessere” duramente conquistato e caparbiamente conservato. Di fronte alle crisi economiche nessuno si sente al riparo da “sorprese”. Undici mesi fa, Raimondo ricevette la lettera di “cassa integrazione” per sei mesi. Quando un cinquantenne riceve una simile “notizia” comincia a guardarsi allo specchio e capire cosa vuol dire “avere cinquant’anni”. E’ il momento in cui “non sei più giovane… e non sei ancora vecchio”. Cosa fare?. Raimondo ne parlò con il suo amico e coetaneo Flavio il quale aprì le braccia come dire… “Siamo tutti nelle mani di Dio.” Raimondo non si fermò. Non poteva stare con le mani in mano. Fece una quantità infinita di telefonate. Prese appuntamenti che non approdarono a nulla. Un sabato di otto mesi fa, Raimondo, si ricordò di una storia raccontata da suo padre. “Quando ai bisogno di un consiglio recati lungo la riva del fiume Ticino. Osserva la corrente e ricordati che il fiume non si ferma e non si fermerà mai. Così devi fare tu. Se non basta bussare a cento porte… bussa a duecento… e non stancarti mai.” Quel sabato, Raimondo si sentì meglio. Nella sua testa era rinata la fiducia. Aveva soltanto bisogno di un po’ di relax. Il cinquantenne si ricordò di avere una barca al fiume Ticino che usava ormai in casi rari. Ora, era giunto il momento di riprendere a correre. La barca era in cattivo stato. Aveva bisogno di un urgente completo e radicale restauro. Raimondo si mise di buona lena e nell’arco di una settimana trasformò la sua barca in un “piccolo naviglio”, un oggetto da collezione. Ora si trattava di riportare la barca nella corrente del fiume per vedere come avrebbe reagito. Intanto, Raimondo non si era accorto di aver attirato l’attenzione di una bellissima ragazza bionda (di nome Rossella), sui trent’anni, che ogni giorno portava a spasso il cane, Joj, lungo la riva del Ticino. Raimondo non si era accorto di essere osservato, ma Rossella non perdeva di vista “quel bel cinquantenne” indaffarato intorno alla sua barca. Visto che la barca era diventata un “piccolo gioiello”, Rossella decise di avanzare una richiesta. “Scusi. (rivolta Raimondo) Mi porterebbe a fare un giro in barca?” Il cinquantenne rimase sorpreso per aver attirato l’attenzione di una così bella ragazza. “Ma, certo” rispose. “Se vuole posso portarla anche subito” Ormai era fatta. Raimondo, Rossella e Joj partirono come dovessero raggiungere un “luogo incantato”. Infatti, dopo aver percorso un buon tratto di fiume, Raimondo raggiunse “l’isola delle libellule”. Rossella chiese di attraccare e fare un giro sull’isola che era la sua preferita. Anche Raimondo ci aveva pensato, ma non aveva osato proporlo. Il cane Joj ne fu entusiasta. Libero dal guinzaglio, Joj cominciò a correre da tutte le parti. Raimondo e Rossella rimasero a guardare estasiati. Ad un tratto Joj si fermò. Cominciò a scavare una buca come se avesse scoperto qualcosa. Effettivamente aveva trovato una cassetta di ferro arrugginito sepolta sotto una decina di centimetri di sabbia. Raimondo e Rossella si guardarono in faccia. Compresero che stava per accadere qualcosa. Raimondo sollevò la cassetta e constatò che era pesantissima. Sulla barca aveva degli attrezzi. Aprì la cassetta… era piena di monete d’oro del 1500. Raimondo e Rossella mantennero i nervi saldi. Era “scoppiata” la fortuna. Senza parlarsi, i due, si guardarono negli occhi. Da quel momento non si lasciarono più… Decisero di vivere insieme… e insieme avviare una attività in proprio. Quando ci sono i soldi… nasce l’amore, e …arrivano anche le idee. Raimondo aveva sempre pensato di dare una svolta alla propria vita… Ora c’era Rossella … la donna che aveva sempre sognato. Il resto era questione di tempo.”(496)
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GENGIS KHAN
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DI
MASSIMO E LORENZO
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DONADAM68...
E
I PENSIERI SPARSI
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ANNAMARIA...
VALERIO E LA BICICLETTA
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Viaggio in Lombardia
Cortile … story
Nel mese di aprile, complice le belle giornate di sole e l’aria tiepida, il Cortile di sessant’anni fa si animava. Ogni tanto arrivava un personaggio nuovo: un mendicante, un venditore ambulante … con le ultime novità. In genere i mendicanti e i venditori ambulanti avevano la parlantina facile… cioè raccontavano “le cose a modo loro”, secondo il loro punto vista. Alle cinque della sera, di uno dei primi giorni di aprile di molti anni fa, nel cortile, era giunto un mendicante… mai visto prima. Dalle sembianze sembrava molto vecchio… ma l’età di un mendicante è sempre difficile da indovinare. Dopo aver chiesto ed ottenuto ospitalità in una stalla per passare la notte, si vide offrire un piatto di minestra da una ragazza… la più bella e gentile ragazza del cortile. Il mendicante la guardò sorpreso. La ringraziò e le disse che si sarebbe ricordato di lei. Al mattino successivo il mendicante e la bella ragazza non c’erano più. Qualcuno ha sussurrato che “siano fuggiti insieme”. Passarono alcuni anni. Un giovanotto del Cortile gli venne offerto un incarico di lavoro a Parigi. Quando ritornò, raccontò di aver visto (o gli era perso di aver visto) una ragazza identica a quella che alcuni anni prima era sparita dal cortile… con il mendicante. Era a fianco di Signore avanti negli anni, elegantissima, con gioielli da mille e una notte, e una dama di compagnia… Buona serata a tutti. Dino
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7 AGOSTO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 7 agosto 2014 – Giovedì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Giovedì
705
I racconti dell’estate
Massimo, Lorenzo e le ferie
Il sei di agosto di un anno fa, il Dott. Massimo quarantasette anni ben portati, è rientrato in Ufficio dopo tre settimane di ferie… ed era arrabbiato come una vipera. Veramente non era solo arrabbiato…ce l’aveva con tutti… Il tempo che passa troppo in fretta, il tempo meteorologico e la pioggia che condiziona le scelte…ed i programmi che vanno a pallino. Massimo aveva, trascorso tre settimane con moglie al mare in Liguria. I giorni erano volati via …e quello che si aspettava di fare da un anno, non è avvenuto. Il sei di agosto, di un anno fa, ne ha parlato in Ufficio con il suo Collega e coetaneo, Dott. Lorenzo. Ne ha parlato da arrabbiato… con sé stesso. “Lorenzo, non è possibile. Ho atteso un anno per avere tre settimane di ferie. Volevo godermi il sole sulla spiaggia più bella del mondo. Tra partenza e ritorno, non sono riuscito a capire dove sono finite le tre settimane di vacanze. Mi sono arrabbiato pure con mia moglie la quale aveva programmato tutto, giorno per giorno. Niente da fare. “Facciamo, questo… facciamo quello…” Qualcosa abbiamo fatto, ma poco o nulla si è realizzato delle aspettative che ci eravamo messi in testa. Per esempio. Volevamo fare un’escursione in una grotta nell’entroterra ligure. Ci siamo andati. Della grotta non abbiamo visto niente. Non c’era ciò che ci aspettavamo. Anche le serate a lume di candela, che dovevano essere eccezionali… sono finite in una bolla di sapone. Beato te, Lorenzo, che devi ancora partire. Non fare come me. Utilizza bene il tempo che hai a disposizione. Ricordati che il tempo fugge… Carpe Diem” Dopo una simile filippica, il Dott. Lorenzo, quarantasette anni ben portati, scapolo… era diventato di ghiaccio. Non sapeva più quali pesci prendere. Se andare in vacanza oppure rimanere a Pavia. In quell’istante decise di prendere un caffè nel solito Bar di Piazza della Vittoria. Il suo viso, però, mostrava ben chiaro ciò che pensava: umore pessimo. Nel Bar c’era la bellissima Dott. Desideria, trent’anni, alta, bionda, occhi azzurri …e gambe da fine del mondo. Quando Desideria guardò in volto Lorenzo si accorse subito che era giù di corda. “Lorenzo… cosa hai? Non stai bene?” il quarantasettenne fece una smorfia. A fatica rispose alla domanda. “Da oggi sono in ferie per tre settimane. Ho appena lasciato il Collega Massimo arrabbiatissimo. In tre settimane di ferie … non ha combinato nulla. Poche giornate di sole, escursioni fallite e serate andate male. Inoltre il tempo è volato via… in un attimo…” La Dott. Desideria si è messa a ridere. “Di cosa ti preoccupi? Quelle sono state le ferie del tuo Collega Massimo… non le tue. Se vuoi, puoi partire con me ... Ti faccio vedere io come si fanno le ferie” Per il Dott. Lorenzo è stato come il sole dopo il temporale. Una rigenerante boccata di ossigeno. Siccome non aveva programmato nulla…era l’occasione buona per affidarsi al Destino… anzi, a Desideria. Il quarantasettenne accettò l’invito. Del resto chi è quell’uomo che di fronte ad una bellissima trentenne, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … avrebbe rifiutato? Lorenzo non era molto esperto in fatto di donne, ma non era necessario. Bastava Desideria a garantire la buona riuscite delle ferie di un anno fa. Infatti, Desideria, invitò Lorenzo a salire sulla sua Ferrari rossa ultimo modello e partire per un viaggio da sogno. Destinazione: la Valle della Loira, in Francia. Il paesaggio della Valle è costellato da sontuosi Castelli. Amboise (dove riposano le ossa di Leonardo da Vinci), Azay le Rideau con le sue torrette fiabesche, Blois, Chambord, Chenonceau, Chinon e tantissimi altri. Testimonianze di un periodo d’oro…in cui la gioia di vivere era rappresentata dalla bellezza in tutti sensi. Nel mangiare. Nel vestire. Nel divertimento. Nel considerare la giornata come unità di misura del vivere quotidiano. La vita nella sua pienezza … e nella certezza che … il ieri non esiste più, il domani non esiste ancora… solo l’oggi ben vissuto … è misura del tutto. Il Dott. Lorenzo aveva nella Dott. Desideria la compagna ideale, la guida sicura. Sapeva tutto dei Re di Francia, delle Regine … e delle Grandi Amanti dei Re francesi per le quali, spesso, i Castelli erano il teatro delle loro prodezze amorose. Lorenzo era affascinato dal sapere di Desideria. Desideria aveva in Lorenzo il “pubblico ideale” per esporre le sue teorie sulla vita e sull’amore. Per il Dott. Lorenzo è stata una vacanza da sogno. Al suo rientro in Ufficio, dopo tre settimane, si presentò allegro e pimpante. “Massimo sono proprio contento…” e raccontò come aveva trascorso le vacanze. Raccontò della bellissima trentenne Desideria, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Della rossa Ferrari ultimo modello. Dei Castelli della Valle della Loira…e della vita nelle Corti francesi all’epoca dei Re di Francia. Insomma, il quarantasettenne aveva ancora gli occhi lucidi. Brillavano di gioia di vivere. Lo si vedeva dal suo modo di esprimersi. Il Dott. Massimo si arrabbiò nuovamente. “Ecco l’ho sempre detto che la fortuna capita solo ai quarantasettenni scapoli… Solo loro incontrano le trentenni alte, bionde, occhi azzurri e gambe da fine del mondo…con la Ferrari rossa ultimo modello. Non dirmi che ti si innamorato di lei… Non dirmi che hai vissuto notti d’amore… da mille e una notte… altrimenti mi faccio frate”. Il Dott. Lorenzo con occhio malandrino non disse né si né no. Accennò ad un sorriso malizioso… ma i suoi occhi parlavano per lui. - Questo è il racconto 705, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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VIRGINIA GALILEI
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
IL 12 MARZO 2012
Commento inviato da: annamariamennitti al messaggio N° 4536 | alle ore 21:30 del giorno 06/08/2014 |
Taccino del 10 marzo 2012 MARZO cominciano i primi fiori i primi profumi della primavera le prime giornate in cui ci fanno allontanare il ricordo dell'inverno....anche se all'improvviso arriva il tuono di marzo è sempre una bella speranza che ci mette in agitazione sul da farsi Marzo è simile ad un bambino capriccioso ,ma non fa niente è la speranza della vita anche se nell'ottocento ne capivano di più noi godiamo la loro sapienza |
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MESSAGGIO DI
TERESA...
PER
MARION
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TOS.LUIGI...
E
IL RACCONTO DEL PROF. VALERIO
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Viaggio in Lombardia
La propria casa, oggi…
La propria casa, oggi, richiede un grande impegno, sotto tutti gli aspetti, finanziario, operativo… e per tutte le necessità che essa richiede. Nella casa, si vive, si hanno gli affetti, c’è di tutto e di più… Il divertimento oggi, occupa una larga parte della giornata. Ciò non toglie che la casa è anche un laboratorio, un luogo dove si vive, si lavoro, si studia, si crea, si immagina…(basta vedere il computer) Ogni casa, inoltre, è una biblioteca, piccola o grande non importa. Tutto questo comporta che nella casa non si sta mai fermi…C’è sempre qualcosa da fare. Ne sanno qualcosa le donne, le quali da sempre, sono l’anima della casa. Lavorando in casa, creando dentro e intorno alla casa … il guadagno è certo. Basta vedere le donne: La loro longevità. Rispetto agli uomini campano 8 – 10 anni in più. Ciò è dovuta proprio a quel loro modo di condurre la vita (attraverso i secoli). Buona giornata a tutti. Dino
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