Messaggi del 19/08/2014

ESTER A PARIGI racconto (508) di Dino Secondo Barili

Post n°14975 pubblicato il 19 Agosto 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Mercoledì

508

Ester …a Parigi

Era solo martedì. Doveva ancora ricevere il primo cliente della giornata e la Dott. Ester, era già stufa di stare in Ufficio. Avvocato, bella presenza, 40 anni (che non dimostrava), carriera brillante, Studio avviato, denaro quanto basta… non era contenta. Era soddisfatta del successo lavorativo, ma sul piano sentimentale si sentiva una “frana”. Due relazioni andate male… crisi di nervi e dubbi di ogni genere. “Non sarà mica colpa mia?” Si chiedeva l’Avv. Ester. Carlo, il suo primo fidanzato. Era un bravo ragazzo, ma taciturno. Non si sapeva mai se era contento o arrabbiato. Quando una persona non dice mai ciò che vuole… alla fine finisce per stancare… Ed è ciò che è avvenuto. Ester, un giorno, non ha resistito ed ha restituito l’anello di fidanzamento. Carlo lo ha preso e non ha detto una parola. Da quel giorno Ester e Carlo non si sono più incontrati… e all’Avvocato è sembrato avere ancora “un discorso in sospeso”. Giuseppe, il secondo fidanzato era l’esatto contrario del primo… Parole, parole… un mare di parole. Sembrava che tutto andasse bene. Poi un giorno, l’Avv. Ester ha ricevuto una telefonata. Era Giuseppe. “Ester, stasera non vengo da te. E neppure domani… Ho preso un lavoro che mi impegnerà per i prossimi sei mesi… Forse, ti chiamo.” Da quel momento Giuseppe non si è fatto più vivo… né per telefono, né in altri modi. Ora, era martedì. Il pensiero di Ester vagava senza meta per monti e città. Ad un tratto il cliente che si trovava in sala d’attesa bussò. “Scusi Avvocato Ester. Non posso fermarmi. Passo un’altra volta… La vedo un po’ corrucciata. Esca… e vada a prendere un po’ d’aria sul Ponte Coperto, il luogo magico di Pavia. Oggi, l’aria viene dal Lago Maggiore… porta buone notizie.” Il cliente salutò e se ne andò. Era proprio il consiglio di cui l’Avvocato Ester aveva bisogno. La quarantenne fece una camminata fino al Ponte Coperto. Si sentì meglio. Ora, poteva respirare a pieni polmoni… Decise di passeggiare su e giù per il Ponte. Ormai soddisfatta, poteva rientrare in Ufficio. I cattivi pensieri se ne erano andati. Ad un tratto si sentì chiamare. “Ester, Ester.” Era il suo compagno di giochi, Emanuele, che non vedeva dalla terza media. Un uomo fatto. Alto, biondo, sguardo fiero. Si vedeva lontano un miglio che aveva avuto fortuna. “Ester… sono contento di vederti. Siccome ho poco tempo. Devo esporti il mio desiderio. Che ne diresti di venire con me a Parigi per una vacanza? Devo portare a termine alcuni affari. Intanto che io concludo i miei affari, tu puoi goderti la più bella città del mondo.” Era proprio quello di cui Ester aveva bisogno e desiderava da una infinità di tempo. Rispose di si. Al resto ci pensò il Destino perché a Parigi Emanuele, durante le trattative ebbe un calo di pressione. Chiamò Ester che corse in suo aiuto. Grazie proprio a Ester Emanuele concluse ottimi affari che meritavano adeguati festeggiamenti. Parigi, poi, è fatta per far innamorare … Ester e Emanuele si innamorarono… e sulla Tour Eiffel ai scambiarono il loro primo bacio… (il primo di una serie infinita). (508)

 
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MILANO LA BASILICA DI SANT'AMBROGIO di Teresa Ramaioli

Post n°14974 pubblicato il 19 Agosto 2014 da dinobarili
 

MILANO

LA BASILICA DI SANT'AMBROGIO

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 18/08/14 alle 19:49 via WEB
SANT' AMBROGIO -MILANO-- Nella navata centrale della basilica, sulla sinistra accanto al terzo pilastro, montato su una colonna in porfido d’Elba,c'è un serpente di bronzo. La leggenda narra che sia stato forgiato dalle mani di Mosè per difendere il suo accampamento dai serpenti del deserto. Chiunque fosse stato morso, guardando il serpente di metallo, avrebbe avuto salva la vita. Il serpente arrivò nella Basilica di Sant’Ambrogio per mano di Arnolfo, arcivescovo milanese, che intorno all’anno mille, si recò a Costantinopoli per condurre dall’imperatore Ottone III la sua promessa sposa bizantina. Alcuni storici sostengono che il serpente venne prelevato da un monumento collocato al centro dell’Ippodromo della capitale dell’impero bizantino. Una volta collocato nella basilica, i milanesi accorsero per ammirarlo e in breve venne considerato un oggetto magico con proprietà taumaturgiche. Molti toccavano il serpente per guarire dalle malattie intestinali e le donne deponevano i loro bambini malati all’ombra del serpente. Carlo Borromeo, lo considerava fonte di superstizione, ne vietò il culto. La leggenda narra che il giorno del giudizio universale il rettile prenderà vita e striscerà verso la Valle di Josafat dove le mani di Mosè lo forgiarono. Ciao Teresa Ramaioli

 
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ANNAMARIA ...E LA LOTTA QUOTIDIANA

Post n°14973 pubblicato il 19 Agosto 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

LA LOTTA QUOTIDIANA

annamariamennitti
annamariamennitti il 19/08/14 alle 14:59 via WEB
La nostra vita è una continua sfida gli avversari sono gli eventi ,gli mimprevisti, se ti vengono bene ..."hai vinto" se operi bene hai vinto.....non c'è l'avversario. sei tu è la tua vita , è una continuua sfida con te stesso.... ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/08/14 alle 18:22 via WEB
Ciao Annamaria - hai ragione. Hai descritto la realtà in modo perfetto. Lottare per vincere... ed è una lotta quotidiana. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 

 
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MARION ...E LA SPERANZA

Post n°14972 pubblicato il 19 Agosto 2014 da dinobarili
 

MARION ...

E

LA SPERANZA

Marion20
Marion20 il 19/08/14 alle 16:28 via WEB
Il mio pensiero del giorno: "Non bisogna scoraggiarsi... La fatica, l'esercizio, l'intelligenza, la capacità di adattarci permettono sorprendentemente di superare tante situazioni difficili". Buon pomeriggio! Marion
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/08/14 alle 18:18 via WEB
Ciao Marion - hai ragione. Non bisogna cedere mai. Neppure un minuto. La vita è fatta di sfide e bisogna aguzzare l'ingegno. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 
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RICAMIAMO... E IL RACCONTO DI LILIANA

Post n°14971 pubblicato il 19 Agosto 2014 da dinobarili
 

RICAMIAMO ...

E

IL RACCONTO DI LILIANA

RicamiAmo
RicamiAmo il 19/08/14 alle 12:46 via WEB
Ciao Dino felice giornata, come sempre un bellissimo racconto.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/08/14 alle 18:14 via WEB
Ciao - felice giornata a te. Grazie per la visita e per il commento. Dino
(Rispondi)

 

 
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VIAGGIO IN LOMBARDIA

Viaggio in Lombardia

Da   “Cortile..story”  

a   “Pavia.. story”

Per alcuni mesi, ogni giorno, ho raccontato le storie del “Cortile di Trivolzio” di sessant’anni fa… Ora, però, è giunto il momento di “allargare il discorso”… Di uscire dal Cortile … e arrivare alla città … a Pavia, che da Trivolzio dista 12 Km. Una volta, 12 Km si “facevano piedi”, passo dopo passo. Poi venne la corriera, e oggi, la strada Trivolzio – Pavia  si percorrere in 5 (cinque) minuti… in automobile. Praticamente Trivolzio… è un sobborgo di Pavia… e la città è l’approdo naturale di tutto il circondario. A Pavia si incontrano persone di San Genesio, San Martino, Belgioioso… Praticamente è come se la città si fosse allargata… e il mercato del mercoledì e del sabato a Pavia è il mercato di tutto in circondario… “Pavia…Story”  quindi è “il condensato delle storie” del circondario… ma non solo. E’ una “passeggiata attraverso il tempo, i personaggi di ieri e di oggi”… dai quali, forse, è ancora possibile attingere briciole di saggezza. Buona giornata a tutti. Dino

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°14969 pubblicato il 19 Agosto 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Mercoledì...a tutti"

DIARIO CORALE

del

20 agosto 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 19 AGOSTO 2014

Post n°14968 pubblicato il 19 Agosto 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 19 AGOSTO 2014

“La vita è una sfida …

prendere o lasciare”

Dino

 
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IL FERRAGOSTO DELLA DOTT. LILIANA racconto 717) di Dino Secondo Barili

Post n°14967 pubblicato il 19 Agosto 2014 da dinobarili
 

19 AGOSTO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 19 agosto 2014 – Martedì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Martedì

717

I racconti dell’estate

Il Ferragosto della Dott. Liliana

Bastano pochi giorni di ferie perché una persona si senta diversa. Non diversa nel suo modo di essere fisicamente, ma nel suo modo di pensare e di vedere il mondo. La Dott. Liliana, quarant’anni, bellissima, impiegata presso un Ufficio di Milano, abitante a Pavia, aveva passato un anno sotto pressione. Era arrivato un nuovo Dirigente e aveva ribaltato tutto il sistema di lavoro. Rinnovato totalmente i sistemi di svolgimento delle pratiche con i necessari adeguamenti. Cambio dei computer e dei programmi …e Corsi di Aggiornamento a ripetizione. Alcune impiegate non erano riuscite a stare al passo con i nuovi ritmi ed avevano preferito cambiare lavoro. La Dott. Liliana, no. Aveva resistito. Aveva superato ogni prova con il massimo dei risultati, ma a Ferragosto di un anno fa, si è sentita a pezzi. Non vedeva l’ora che l’Ufficio chiudesse per le ferie, per poter ritrovare un minimo di “sé stessa”. Oggi, il lavoro è prezioso come l’oro. Coloro che ce l’hanno si sentono fortunati e fanno ogni sforzo per tenerselo. A Ferragosto, però, una persona si rilassa completamente ed il confronto tra ciò che è e ciò che era soltanto il giorno prima … diventa evidente. Per il lavoro la Dott. Liliana si era un po’ trascurata. A Ferragosto di un anno fa si era crogiolata nel letto. Si era messa a pensare. In un anno di super attività non aveva pensato a sé stessa, alla sua vita, all’amore. Alla parola amore era stata presa dall’ansia. Si era alzata di scatto. Si era guardata allo specchio e si era vista invecchiata, con le borse sotto agli occhi. Comprese che così facendo, in poco tempo, avrebbe visto la sua vita sfumare in cambio di niente. Il pensiero l’irritò. Si mise in ordine e uscì di casa a fare quattro passi per la città, per Pavia. Un anno fa, Pavia, a Ferragosto si stava svegliando lentamente. Poca gente in giro… un po’ annoiata o , forse, appisolata. In Strada Nuova, Liliana incontrò il suo vicino di casa, il Dott. Calogero, un sessantenne che praticava la sua immancabile passeggiata mattutina. Oltre al saluto, il Dott. Calogero azzardò un’osservazione. “Dott. Liliana lei lavora troppo… non è il lavoro che da soddisfazione, ma l’amore” La quarantenne si sentì impreparata, ma rispose nel migliore dei modi. “Ha ragione, Dott. Calogero, ma la vita è diventata dura… direi impossibile” Il sessantenne capì che poteva continuare il discorso. “Dott. Liliana la vita è sempre stata dura… è da come la si vede … che fa la differenza” Ormai il discorso aveva preso la sua piega ed il sessantenne continuò. “Vede Dott. Liliana, sono le paure che fanno perdere la voglia di vivere perché ci costringono ad accettare situazioni insostenibili. L’importante, quindi, è liberarci dalle paure…e vivere dando spazio a noi stessi, cioè all’amore” La Dott. Liliana aveva capito tutto. Il messaggio del Dott. Calogero era stato chiarissimo. Si riferiva a lei, ai suoi ritmi che non erano naturali. Capiva che aveva dato troppo spazio al lavoro… proprio per la paura di perderlo. Era ora di cambiare modo di pensare. Il Dott. Calogero continuò la sua passeggiata mentre la Dott. Liliana decise di prendere un caffè in Piazza della Vittoria. Non sembrava neanche Ferragosto. Parecchia gente era già al Bar. Occupava i tavolini. Sorrideva e chiacchierava con una certa spensieratezza. Le cameriere avevano il loro bel da fare per stare al passo con le ordinazioni. Liliana si calmò. Nella settimana di Ferragosto si sarebbe data una mossa. Avrebbe reagito. Prima di tutto si sarebbe messa in ordine dalla sua parrucchiera di fiducia. Secondo sarebbe passata dal Salone di Bellezza per un esame approfondito delle necessità del suo corpo. Ormai il lavoro dell’Ufficio di Milano che l’aveva massacrata per un anno intero… era lontano mille miglia. Ora, al centro dell’attenzione c’era lei, Liliana, la Dott. Liliana, la quarantenne che si era dimenticata di essere bellissima …e di avere una sua vita. Una vita che poteva darle soddisfazioni ed emozioni. A quarant’anni la vita è fatta di emozioni. Sono le emozioni che danno colore ai giorni, alle ore, ai minuti. Per Liliana è stato come aver scoperto la Luna. Sarebbe stata diversa … qualunque cosa potesse accadere. Prima lei…e poi, tutto il resto. La quarantenne prese il caffè e volle gustare una buonissima brioche. Si rese conto di non averne gustata una così buona. Stava per alzarsi dal tavolino, quando Liliana incrociò lo sguardo un bell’uomo che si stava avvicinato. Lo riconobbe subito. Era il suo compagno di Università, il Dott. Germano, un fusto da fine del mondo. I due si salutarono come fosse una novità assoluta. In effetti l’ultima volta che si erano visti era all’esame di Laurea, quindici anni prima. Stesso giorno. Stessi voti. Centodieci e Lode. Poi, ognuno dei due aveva preso la propria strada. Ora, l’incontro. Per Germano c’era il bisogno di incontrare la donna giusta. Aveva sudato le famose sette camice, ma ora aveva una buonissima e solidissima posizione. Liliana non aveva tempo da perdere… quella poteva essere l’occasione giusta. Germano e Liliana presero posto ad un nuovo tavolino e iniziarono il loro primo incontro… d’amore. Si dice che le persone stanno bene insieme quando entrambe vogliono le stesse cose. Germano voleva la donna del cuore, quella che si incontra una sola volta nella vita. Liliana l’uomo ideale, un fusto da fine del mondo. La Fortuna aiuta gli audaci. Germano ha proposto a Liliana una settimana in Toscana per un tour alla scoperta di una delle più belle Regioni d’Italia. Perché non approfittarne? La vita è una sola: prendere o lasciare. Liliana non aveva alcuna intenzione di lasciare. Le paure erano scomparse. - Questo è il racconto 717, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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GARIBALDI A PAVIA di Teresa Ramaioli

Post n°14966 pubblicato il 19 Agosto 2014 da dinobarili
 

GARIBALDI A PAVIA

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 17/08/14 alle 13:45 via WEB
GARIBALDI A PAVIA--Cleto Arrighi, il «principe» degli scapigliati milanesi, coordinò e diresse nel 1888 la pubblicazione di un'opera collettiva dal titolo Il ventre di Mi­lano. Sono due volumi pieni di vita, di personaggi, di aneddoti. Si legga ad esempio questa cronaca di un pranzo allestito a Pavia - in tutta fretta e con qualche problema organizzativo - per la venuta di Garibaldi Correva il 1861. Era il tempo degli entusia­smi per Garibaldi... I pavesi un giorno vengono a sapere che il grand'uomo doveva venir nella loro città a trovare la madre di Cairoli, e organizzano il banchetto... A tavola erano quattrocento. Sedevano nella grande sala a primo piano dell'albergo dei Tre Re di proprietà del signor Pietro Galli. Il menu del pranzo era stato dettato da quel De Vecchi, ... Lui s'era assunto di provvedere, di disporre, di ordinare. Ci dovevano essere tra gli altri piatti del branzino in bianco e delle pernici in salmì. Il signor Galli sulle prime si grattò in capo. Dove si pigliano lì per lì dei branzini e delle pernici per quattrocento garibal­dini, giovani pieni di valore ma anche di appetito? Eppure non si poteva far a meno. C'era in quel tempo a Pavia il signor Federico Carini, uno de' più strenui camerieri di albergo e di restaurant ch'io conosca. Egli è capace di servire quaranta persone, disperse in molti tavoli, da solo. Tant'è vero ch'egli è unico nel re­staurant della Porta Lunga in piazza Santo Stefano, frequen­tatissimo specialmente nelle domeniche, e nessuno si lamen­tò mai d'essere stato lasciato in dimenticanza. Egli è il Pico della Mirandola dei camerieri. Con lui stava anche un certo Baldi, che ora fa il mediatore. Carini fu chiamato dal Galli, il quale gli confidò d'aver preparati sessanta piccioni e venti fra trote e lucci, che dovevano passare per pernici e per bran­zini. Mancargli soltanto ventisei teste e ventisei code di vere pernici per la presentazione in tavola. Carini a queste finzio­ni non era nuovo certamente. Pure pensando che il trucco si doveva farlo a Garibaldi, sulla prima reagì. Ma necessità non ha legge. Il tempo stringeva. Per quattrocento persone ci volevano almeno sessanta pernici. E si sa bene che non si trovano sempre lì covate e a giusto punto sessanta pernici. Di teste e di code perniciose invece v'ha sempre buona scorta ne­gli alberghi. Vada dunque pei piccioni. Tanto e tanto il salmì saprà far miracolo. Si è cuochi o non si è cuochi? Garibaldi del resto non ne toccò. Egli mangiò due fettine di prosciutto, un'aringa, e un po' di luccio-branzino. Rifiutò tutto il resto. Il pranzo costò ai sottoscrittori ottocento lire. Da: Massimo Montanari. Convivio oggi: storia e cultura dei piaceri della tavola nell'età contemporanea. Roma Laterza, 1992. --Ciao Teresa Ramaioli

 
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ANNAMARIA ...E LE POESIE DELLE SCUOLE ELEMENTARI (DI UNA VOLTA)

Post n°14965 pubblicato il 19 Agosto 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

LE POESIE DELLE SCUOLE ELEMENTARI

(DI UNA VOLTA)

annamariamennitti
annamariamennitti il 18/08/14 alle 19:09 via WEB
ciao Teresa.ricordo la mia maestra delle elementare che ci fece imparare la poesia Sant'Ambrogio tutta a memoria Iniziava così..".Vostra eccellenza che mi sta in cagnesco per quei pochi scherzucci da dozzina mi gabella per antitedeco ,perchè metto le birle alla berlina" e poi basta non la ricordo più.....So solo che il poeta osservava bene , durante la messa nella chiesa di Sant'Amborgio molto bella...sai perchè non la ricordo...avevo imparato solo una strofa ,non ricordo nemmeno il poeta ciao buona serata
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/08/14 alle 09:09 via WEB
Ciao Annamaria - bel ricordo quello della poesia "Sant'Ambrogio" studiata alle elementari. Quella poesia è stata scritta da Giuseppe Giusti (1809-1850)... dovrebbe essere studiata oggi... (per i reconditi significati...vedi:crisi). Oggi, però, ne serve anche un'altra di Giusti: "Girella"... molto attuale ai giorni nostri. Ne riparleremo. Dino
(Rispondi)

 
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ANNAMARIA ...E IL RACCONTO DI ELISA E DEL CONTE DANILO

Post n°14964 pubblicato il 19 Agosto 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL RACCONTO DI

ELISA E DEL CONTE DANILO

annamariamennitti
annamariamennitti il 18/08/14 alle 19:42 via WEB
Il signor Conte oltre ad avere fama da gentiluomo, è stato molto furbo,devi sapere Dino che "voce di popolo voce di verità",sapeva ormai che se non avesse chiesto in moglie l'ultima arrivata e forse per lui era la donna giusta avrebbe perduta Elisa...gli restava l'unica soluzione continuare la sua raffinatezza...restavano le malelinque e lui rimaneva il solito perbenino ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/08/14 alle 09:01 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento. Furbo o non furbo il Conte Danilo ha giocato bene le sue carte. Ora c'era Elisa, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo... E poi... la "voce del popolo" aiuta gli audaci (in amore)... Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°14963 pubblicato il 19 Agosto 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“A volte le apparenze…

ingannano”

Dino

 

 

 
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FOGGIA di Annamaria Mennitti

Post n°14962 pubblicato il 19 Agosto 2014 da dinobarili
 

FOGGIA 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 18/08/14 alle 22:28 via WEB
Con il nuovo Sindaco Landella si è aperta la Cattedrale ,i fuochi pirotecnici che da anni per crisi non si facevano e in più il cantante Fausto Leali con la sua nuova moglie foggiana in piazza Cavour...Landella si e ripromesso di far rifiorire la città di Foggia ,penso che come inizio..... Il foggiano ama ringraziare la Santa Vergine nella sua dimora, la Cattedrale. Purtroppo non è consentito farlo: da anni, da quel lontano 2005 che la “Chiesa Madre” è chiusa, barricata per lavori in corso. Tutta colpa dei soldi che mancano e che nessuno riesce a portare a Foggia. Certo, la classe politica potrebbe dar una mano, ma altri impegni riempiono le “egregie e isolate” teste dei nostri “montecitorini”. Con loro, giacché fanno scuola, anche i più vicini “comunali, provinciali e regionali” politicanti di Capitanata del momento (sempre gli stessi perlopiù) si lasciano andare a investimenti pubblici di maggior rilievo e, vista la situazione, poco vantaggiosi per la collettività. Forse hanno la testa già sulla tavola imbandita col “galluccio”? Nel frattempo quel “galluccio” che lo aspetta a tavola, credo che sarà scotto e rivolto a zampe in giù. E sì, il “galluccio dei 15 d’agosto”, una tradizione legata al mondo agricolo, simbolo del grano perché il gallo si nutre di questo e il suo sacrificio permette la rinascita successiva del cerale raccolto. Un cereale che oggi non costa più nulla ma il suo derivato, il pane o la pasta, pesa sull’economia di ogni lavoratore costretto a svendersi anche la terra che gli dava sostentamento. E il caso di dirlo “Chi magne gallucce e chi gnotte velene” (Chi mangia gallucci e chi inghiotte veleno), la frase tipica del terrazzano che, non avendo terreni da coltivare, non aveva possibilità di festeggiare con il gallo la festa del 15 d’agosto. Rispondi

 
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VIAGGIO IN LOMBARDIA

Post n°14961 pubblicato il 19 Agosto 2014 da dinobarili
 

Viaggio in Lombardia

Pavia story

Due amiche al Bar

Uno dei piaceri di prendere il caffè al banco è quello di ascoltare (causalmente?) i discorsi degli avventori (…per poi metterli sul Blog?). Come il discorso, tra amiche,  ascoltato ieri mattina a Pavia. - “Come stai? E’ un pezzo che non ti vedo…” – “Oh, non parlarmene. Sono tre mesi che sono in pensiero per Forfora… il mio cane di quattro anni. Sai, è depresso.” – “E allora?” – “Da tre mesi, una volta al mese, lo porto dal mio Veterinario… una persona squisita. Mi ha prescritto delle gocce da dare a Forfora… tre gocce al giorno, tutti i giorni, durante il pasto unico quotidiano… perché altrimenti ingrassa. Inoltre mi ha dato un quadernetto sul quale devo segnare ogni giorni eventuali comportamenti anomali…” – E adesso come sta il cane?” – “Per adesso, non ho visto miglioramenti… L’unica nota positiva è che il Veterinario, visto il prolungarsi della cura, mi ha fatto lo sconto: anziché 100 euro a visita, me l’ha abbassata a 85.” Per un attimo non ho ascoltato dialogo… poi l’amica del cane depresso è uscita con una domanda, quasi sottovoce: “Non è che Forfora abbia bisogno di una cagnolina?” Buona giornata a tutti. Dino

 
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