dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 14/09/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
535
Cornelia e Raffaella
Sotto alcuni aspetti il Carnevale ha una funzione liberatoria. Serve a scacciare le tensioni, il male e le cose che non vanno bene e sostituirle con qualcosa di migliore e di piacevole. Un anno fa, Cornelia, quarant’anni, impiegata presso una Agenzia Commerciale di Milano era di questo parere. Ne parlava con la sua collega, amica e coetanea, Raffaella, la quale stava attraversando un periodo tribolato. A Raffaella non gliene andava bene una. Dopo un fidanzamento burrascoso, stava per sposarsi, aveva già arredato la casa… quando il fidanzato l’ha lasciata. Come fa una persona a non andare in crisi? Infatti, Raffaella si stava ancora leccando le ferite. Per fortuna che c’era la Cornelia che non l’ha mai lasciata sola. Una anno fa, a Carnevale, però, anche la Cornelia voleva buttare dietro le spalle “le cose storte della vita”. Si sfogò con la Raffaella. “Basta. Non ne posso più. Quest’anno a Carnevale mi voglio divertire… E dovresti farlo anche tu!” Raffaella non era nelle migliori condizioni, ma capiva che la collega, amica e coetanea aveva ragione. Accennò ad un mezzo sorriso e non disse né si, né no. Per Cornelia è stato un successo. Erano mesi che non vedeva l’amica Raffaella accennare ad un sorriso. Cornelia cominciò a guardare il giornale. Le notizie che comparivano su Internet. Milano è grande. Offre mille opportunità. Ne parlò per telefono con alcune amiche. “Cosa fate a Carnevale?” Alcune accennarono alle solite attività: ballo in maschera, cene più o meno mascherate, e poco altro. Solo Rita, un’amica della Costa Azzurra, rimase sul vago. Cornelia capì che stava nascondendo qualcosa. Insistette fino a farsi dire “cosa bolliva in pentola”. Rita, abboccò, all’amo. “Quest’anno a Carnevale, alcuni amici ricchissimi della Costa Azzurra hanno indetto una gara per la più bella maschera dell’anno. Alla vincitrice della gara verrà consegnato un premio molto consistente. Se voi puoi partecipare con l’amica Raffaella.” Per Cornelia è stato come il sorgere del sole. Il cielo era diventato azzurro … e le nuvole (cioè, i cattivi pensieri) completamente scomparse. Ne parlò subito con Raffaella. Si fece spiegare da Rita le modalità della gara e quali caratteristiche doveva avere la maschera. Avuto tutte le informazioni, Cornelia e Raffaella si misero all’opera. Crearono mille modellini. Mille idee messe una accanto all’altra. Alla fine cominciarono a scartare le maschere meno riuscite. Alla fine ne rimasero due. Una per Cornelia e una per Raffaella. Ora si trattava di farne la pratica realizzazione. Quando si ha un obbiettivo da raggiungere il tempo vola via in un attimo. Cornelia e Raffaella erano giunto a tre giorni dalla presentazione della maschera ed il lavoro da fare era ancora molto. Non dormirono per due notti di seguito. Alla fine la due amiche quarantenni si ritrovarono sulla Costa Azzurra per la presentazione dei capolavori. La Giuria era costituita da due ricchissimi gemelli cinquantenni proprietari di un Palazzo a mo’ di Castello nel quale avevano allestito il Museo Permanente della Maschera. I due Signori si chiamavano Miglio e Emilio ed erano dei veri Esperti in materia. Come videro le due maschere presentate da Cornelia e Raffaella se ne innamorarono e non ebbero occhi che per i due capolavori. Il premio in palio venne assegnato ex-equo … ma accadde molto di più. Milio ed Emilio, erano alla ricerca dell’anima gemella. Si innamorarono pazzamente delle due Autrici, Cornelia e Raffaella e le sposarono nell’arco di pochissime settimane. Come dire che quando la fortuna vuole … non ci sono limiti. (535)
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TRANQUILLO CREMONA
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO 743
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ANNAMARIA ...
LA SAPIENZA E IL DENARO
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RICAMIAMO ...
E
IL BUON INIZIO SETTIMANA
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NAPOLI
di
Annamaria Mennitti
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NAPOLI
di
Annamaria Mennitti
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COMMENTO DI PAOLA110
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
15
La dott. Clara… e il suo 45° compleanno
Si sa che i compleanni non si possono eliminare… Una volta all’anno il compleanno arriva… e bisogna accontentarsi di ciò che “passa il convento”, sperando che tutto vada bene. La dott. Clara, però, era ancora nella fase delle illusioni (beata lei) e pensava di predisporre ogni cosa affinché avvenisse nel migliore dei modi. Oltre tutto era il suo 45° compleanno e… 45 anni si compiono una volta sola nella vita (anche gli altri compleanni! … ma è meglio non dirlo). La vita aveva fatto il suo corso e molte aspettative (di Clara) erano andate deluse specialmente sul piano sentimentale… Altre, invece, in special modo quello professionale, avevano dato buoni risultati. Tutto sommato, la dott. Clara, poteva chiamarsi fortunata… essere soddisfatta… e sperare. Il 45° compleanno (accaduto l’anno scorso) cadeva di domenica e come premessa non era male. Decise, quindi, di organizzare un pranzo presso un Ristorante cittadino per parenti e amici stretti. Prima di decidere, la dottoressa stese un elenco che corresse diverse volte. Alla fine (dopo molti scrupoli, ripensamenti e sensi di colpa) decise quello definitivo: totale dodici persone. Tra gli invitati c’era la sua migliore (e inseparabile) amica, la dott. Claudia. Lì cominciarono i problemi. Claudia non poteva accettare l’invito perché non voleva partecipare da sola. Inoltre, non poteva chiedere di farsi accompagnare da Rinaldo in quanto era stato l’ex fidanzato di Clara. La dottoressa si arrabbiò (con sé stessa), ma capì la situazione dell’amica. Convenne che poteva sostituirla con la dott. Rachele, ma se questa fosse venuta a sapere che era stata invitata in sostituzione di Claudia avrebbe fatto fuoco e fiamme. Si accontentò, quindi, degli altri dieci invitati (totale: undici con lei). Gli intoppi non erano finiti. Per una ragione o per un’altra anche gli altri avevano dei problemi ad essere presenti la domenica stabilita… e tra giustificazioni… e “faccio di tutto per esserci”, la dott. Clara era rimasta sola a festeggiare il suo 45° compleanno…. Cosa fare? Decise di annullare il pranzo al Ristorante e recarsi (da sola) in gita con la sua automobile sulla Riviera Ligure. Anche questo poteva essere un modo per festeggiare il suo 45° compleanno… anche se non era quello desiderato. Clara non è mai stata un’esperta automobilista. Questa volta, però, raggiunse con facilità la Riviera Ligure. Dopo aver parcheggiato, fece quattro passi sul lungomare dove incontrò Gisella, la sua compagna di Università con il marito. Convennero di pranzare insieme. Nello stesso Ristorante Clara era vicina di tavolo di una comitiva di colleghi della sua stessa Università, scapoli (o “di stato libero”… in cerca di compagnia). Alla fine del pranzo, Clara, si trovò seduta accanto a Michele, con il quale, parecchi anni prima, aveva condiviso una vacanza a Rapallo. Ora, causa alcuni bicchieri di troppo, sia Clara, sia Michele si sentirono liberi di dare sfogo alle loro effusioni… Fu allora che scattò, per i due, il classico “colpo di fulmine”… e a distanza di un anno … sono ancora felicemente insieme e sperano di rimanere tali anche per il futuro. – Buona giornata a tutti. Dino (15)
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13 SETTEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 14 Settembre 2014 – Domenica - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconti di settembre
743
Maura, Giansiro e il Castello delle Allodole
Un anno fa, la Prof. Maura, quarant’anni, bellissima Docente di Lettere presso un Liceo del milanese, abitante a Pavia, aveva la testa in ebollizione. Era settembre. L’anno scolastico era appena iniziato… ma non era quello il pensiero della quarantenne. Nei mesi precedenti aveva rotto, dopo cinque anni, con il fidanzato Gabriele, e voleva rifarsi velocemente una nuova vita. Aveva ragione. La Prof. Maura, si era accorta che, restando con Gabriele, il suo spirito estroso si sarebbe spento. La sua vivacità, la sua voglia di vivere sarebbero andati a farsi benedire. Ecco, quindi, il nuovo sogno. Organizzare una Compagnia Teatrale Itinerante e cercare un nuovo amore. La Prof. Maura, alta, bionda, occhi azzurri, e gambe da fine del mondo non faceva mistero delle sue aspettative. La sua amica Elisabetta, l’aveva, però, messa in guardia. “Maura non divulgare troppo le tue idee… altrimenti incontrerai persone, uomini o donne, che ti metteranno il bastone tra le ruote. Come donna e come amica ti do un consiglio. Applica la regola delle nonne di una volta… “fai tutto quello che vuoi… ma non dire mai niente” Con tale sistema, le donne (di una volta) hanno sempre governato il Mondo… lasciando agli uomini l’illusione di essere il sesso forte” Maura era una ascoltatrice attenta. Aveva una memoria superlativa… e ne avrebbe tenuto conto. Tuttavia, era di parere diverso. “Elisabetta, i tempi sono cambiati. In passato le iniziative le prendevano gli uomini… Ora è venuto il nostro momento. Le iniziative devono essere prese dalle donne in prima persona. Le donne sono diventate il “motore della società”. Solo in questo modo riusciremo a superare l’attuale crisi… e le crisi che verranno” Dopo lo scambio di vedute tra le due amiche, la Prof. Maura, si era data da fare. Aveva riunito alcune mamme con figli alla scuola media ed ha proposto loro di organizzare una “Scuola di teatro”. Scopo. Creare una Compagnia Teatrale Itinerante. La mamme si sarebbero suddivise il compito di creare i costumi di scena. L’idea ha avuto successo ed è stata accolta con entusiasmo. Del resto è noto che soltanto la partecipazione vera, reale delle persone produce effetti straordinari. Per esempio. Il palcoscenico è sempre stimolante per tutti, ad ogni età. Specialmente per i ragazzi e le ragazze i quali hanno la possibilità di mettere in mostra le proprie capacità e il proprio sapere. Inoltre, quando in un Teatro sono coinvolte le mamme, il successo è garantito. L’iniziativa della Prof. Maura, però, non si è fermata. E’ giunta fino nell’Oltrepò Pavese. Precisamente alle orecchie del Conte Giansiro, un cinquantenne dal fisico atletico, proprietario del Castello delle Allodole. L’antico maniero aveva bisogno di idee nuove per il rilancio. Il Conte Giansiro ha preso contatto con la Prof. Maura per sentire se era disposta ad usare il Castello delle Allodole per le proprie iniziative. Per la quarantenne è stato un colpo da fortuna. Entusiasta lei …e soprattutto entusiaste le mamme dei ragazzi e delle ragazze della Compagnia Teatrale Itinerante. Si sa che le idee sono come le ciliegie … dopo una… ne arriva un’altra. Prima ancora di incontrare il Conte Giansiro, la Prof. Maura aveva già elaborato nuovi ed originali progetti. E venne il giorno del grande incontro tra Maura e Giansiro. Il Conte voleva fare le cose in grande. Un sabato del mese di settembre di un anno fa, Giansiro invitò Maura ad un pranzo nel Castello delle Allodole. La Professoressa vedeva per la prima volta il Castello delle Allodole. Si era preparata in modo perfetto, ma non si aspettava di essere accolta da un caratteristico gruppo musicale con… rullo di tamburi e squilli di tromba… Alcune giovani damigelle l’hanno accolta all’ingresso del Castello e l’hanno scortata fino al grande Salone delle Feste dove il Conte Giansiro era pronto a dare il benvenuto all’ospite. Un grande Salone preparato solo per due… Maura e Giansiro… e un’ orchestrina per allietare l’evento. Se la coreografia è importante…. Sono sempre le persone che fanno la differenza. Appena Maura vide Giansiro rimase allibita. Un uomo così non l’aveva mai visto…o, forse, solo nei film di cappa e spada. Ora, invece, quell’uomo era lì, in carne ed ossa. Un Dio greco… tutto per lei… per la favolosa Prof. Maura, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Anche per Giansiro… cinquantenne scapolo, Conte del Castello delle Allodole nell’Oltrepò Pavese è stata una sorpresa. Si sa che ha cinquant’anni si ha bisogno di emozioni forti ed esagerate… Maura era l’emozione di cui Giansiro aveva bisogno… Anche il Castello delle Allodole. Quello che è successo quel sabato di un anno fa… merita, però, di essere raccontato per filo e per segno. Ecco perché, domani… i lettori di questo Blog potranno leggere ciò che è avvenuto tra Maura e Giansiro. - Questo è il racconto 743, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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GIACOMO PUCCINI
di
Teresa Ramaioli
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LE NOZZE DI LORENZO IL MAGNIFICO
di
Teresa Ramaioli
Le nozze di Lorenzo il Magnifico---A soli venti anni Lorenzo De’ Medici governò a Firenze, con grande fermezza e larghezza di vedute. Nello stesso anno furono celebrate le sue nozze con Clarice Orsini, giovane dell'aristocrazia romana. L'avvenimento fu celebrato con molti, fastosi festeggiamenti. Per l'occasione molti furono i regali offerti dal contado fiorentino e dalle città toscane. Questi avvenimenti sono narrati con ricchezza di particolari da Piero di Marco Parenti, (Storia fiorentina). “Arrivarono al Palazzo di Via Larga centocinquanta vitelle, quattromila fra galline e papere, pesci, cacciagione e moltissime botti di vini "nostrali e forestieri" che Lorenzo generosamente distribuì al popolo anche prima di imbandire i veri e propri banchetti che si svolsero dalla domenica al martedì. Questi festeggiamenti fastosi sono richiesti dall'importanza della stirpe Orsini cui appartiene la sposa Clarice che fa il suo ingresso al palazzo a cavallo, accompagnata da un corteo di cavalieri. Le finestre della camera di Lorenzo sono ornate di rami d'olivo, simbolo di pace. Vengono allestiti cinque banchetti nel portico, nella loggia e nel cortile del palazzo; le tavole delle dame e quelle dei cavalieri - come vuole la regola del tempo - sono rigorosamente separate. Il tavolo della sposa si trova nella loggia e ad esso sono sedute cinquanta giovani nobildonne, mentre quelle anziane siedono all'interno del palazzo presiedute dalla madre dello sposo, nell'androne sono i giovani con Lorenzo e in altro tavolo gli anziani della città. Ma altre mense imbandite di vivande sono sistemate sia all'interno del palazzo sia sulla strada Tutte le portate sono precedute da squilli di tromba; i portatori si fermano ai piedi dello scalone e solo a un cenno stabilito dello scalco si dirigono parte al piano superiore e parte nelle logge in modo che le vivande a un tratto si posavano in ogni luogo. Anche l'apparecchiatura della tavola è accuratissima. Circondavano il David, la famosa statua bronzea di Donatello, alte tavole ricoperte da tovaglie; agli angoli enormi bacili d'ottone con i bicchieri; così anche è apparecchiato nell'orto attorno alla fontana. Sulle tavole una grande tazza d'argento colma d'acqua per rinfrescare bicchieri e bibite. Poi eravi le saliere d'argento, forchette e coltellerie…. Ogni tavolo era inoltre rallegrato da danze, musiche e piccoli spettacoli. L'abbondanza e la generosità dei festeggiamenti per le nozze di Lorenzo de' Medici e Clarice Orsini sancirono in qualche modo la politica di relazione fra la città e la Signoria che la governava basata sulla magnificenza. Buona giornata Teresa
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COMMENTO DI PAOLA110
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