dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 20/09/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
24
Giulio… e la vipera
Giulio non è un credulone… Ha cinquant’anni, non è sposato, vive con sua madre anziana, lavora in un’importante ditta, ma … Nella vita di un uomo c’è sempre un “ma”… che non si sa mai da dove arriva… O meglio, Giulio, lo sa da dove è arrivato quel “suo …ma”. Aveva si e no dieci anni (quindi, quarant’anni fa). Frequentava la quarta elementare … ed aveva una passione: andare a pesca. Suo padre, per accontentarlo, lo portava tutti i giorni a Ticino. Un’ora di pesca tutte le sere… Quella sera, però, suo padre non aveva potuto portarlo al fiume… distante cinque chilometri da casa sua… Lui, Giulio, aveva fatto “fuoco e fiamme” per andarci lo stesso… da solo. Sua madre Amelia aveva insistito per trattenerlo, ma era stata fatica sprecata. Giunto al limitare del bosco, Giulio, si era avventurato lungo il sentiero; lo stesso sentiero che percorreva ogni sera con suo padre. A metà percorso, il ragazzo si vide sbarrata la strada da una vipera lunga quasi un metro… con la bocca aperta e la lingua… che sembrava di fuoco. Giulio si spaventò a morte. Si bloccò in mezzo al sentiero come impietrito. La vipera parlò: “Un giorno, io sarò la tua sposa…” Il ragazzino di dieci anni, dopo aver sentito una simile frase cercò di riprendere il controllo di sé stesso. Girò sui tacchi e ritornò come il vento da dove era venuto… A casa arrivò con gli occhi fuori della testa e senza fiato. Alla madre non raccontò mai ciò che era avvenuto. A distanza di quarant’anni, Giulio, ha ancora nelle orecchie le “parole della vipera”… Non fece il pescatore… E su quel sentiero non si è più avventurato.
Sei mesi fa, però, insieme al coetaneo Giuseppe, Giulio stava facendo una passeggiata in bicicletta lungo i sentieri del fiume Ticino. La passeggiata era di quelle che “liberano la mente”… e Giulio, dopo molti anni, raccontò all’amico quanto gli era successo quarant’anni prima… Senza rendersene conto si trovava a passare proprio nel luogo dove “l’allora ragazzino… si era incontrato con la vipera”. Giuseppe si mise a ridere… ma Giulio no. Proprio in quel punto c’erano due ragazze bionde sui trent’anni… spaventatissime. Si erano perse nel bosco. Giuseppe si offrì di aiutarle. A Giulio venne “il gelo” nella schiena. Offri anch’egli il suo aiuto… ma aveva capito subito come sarebbe andata a finire. A distanza di sei mesi, una delle ragazze bionde è già in casa di Giuseppe (il quale non aveva mai avuto una fidanzata). Giulio era in procinto di seguire la stessa sorte… Per fortuna che in casa di Giulio c’era ancora la madre anziana, con la mente ferma, le “antenne” che spaziavano a tutto campo e nessuna voglia di lasciare campo libero… – Buona giornata a tutti Dino (24)
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IL FERRO DA STIRO
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
I MISTERI
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FRANZKLINE...
E
IL TERDOPPIO
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PENSIERI
di
PIERLUIGI VALLI
(via Mail)
Ho letto ieri sul Blog che l’amico Stefano Brocca
franzkline
organizza una Mostra di Pittura…
Dino, perché non facciamo
qualcosa anche noi
per i nostri paesi?
Pierluigi
R.
Pierluigi – hai ragione. Si potrebbe fare.
Si potrebbe iniziare a parlare di Bereguardo,
Trivolzio, Torre D’Isola…
Del resto in questi anni, Teresa ed io, abbiamo
continuato a parlare di Pavia, Milano…
Perché non parlare di Bereguardo,
Trivolzio e dintorni?
Bella idea la tua…
Dino
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MISTICOCAV...
E
I MISTERI
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SANTA LUCIA
di
Annamaria Mennitti
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FAUSTINA.SPAGNOL...
E
I MISTERI
(Rispondi) (Rispondi)
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MARION ...
E
IL CORAGGIO DI NON FIDARSI MAI
(Rispondi) (Rispondi)
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PENSIERO DEL GIORNO
“Per evitare il grigiore della vita attuale… bisogna sempre avere un sogno (nuovo) nel cassetto” Dino
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
23
Elvira… e la ricerca del “primo amore” a Milano
La neo-pensionata Elvira ha tratto un lungo sospiro quando ha avuto tra le mani la lettera con il “certificato di pensione”, ma… subito dopo ha cambiato umore. Si fa presto a dire “pensione”… ma solo fino quando questa è nella prospettiva degli anni a venire… Quando, invece, una persona si trova tra le mani… “la sentenza”, non ride più. Si guarda allo specchio, controlla la carta di identità (“Ho proprio compiuto gli anni”), si fa mille domande… e una fra queste diventa un tormentone: “Possibile che il tempo sia passato così in fretta?” Effettivamente il tempo per Elvira è passato in fretta, troppo in fretta... Aveva vent’anni anni quando varcò la soglia dell’Ufficio Pratiche Libere… A darle il benvenuto fu il Cav. Arnaldo, un pezzo d’uomo, uno e ottanta, sulla sessantina, dall’aspetto burbero… ma dal cuore d’oro. Infatti, In un “ufficio di soli uomini…” era arrivata una donna, una femmina: Elvira. Dieci uomini ….e una donna! Sembrava che in quell’Ufficio fosse entrato “il sole”. Tutti buoni, tutti gentili, tutti disponibili… Ma… il Cav. Arnaldo, la volle tutta per sé… nella scrivania accanto alla sua … Tutte le pratiche dovevano passare prima sulla scrivania di Elvira, per poi passare su quella del Capo Ufficio, Cav. Arnaldo. L’inizio non fu così facile come potrebbe sembrare… Elvira ha dovuto usare molta intelligenza, caparbietà, volontà per resistere ad un “urto” del genere. Perché, quando una persona finisce per mettersi al centro di una situazione e diventa “il punto di riferimento”, diventa anche l’origine di tutti gli errori (non commessi), delle mancanze (di altri), delle colpe (non sue). Così è stato per Elvira … il primo anno di lavoro. Quell’anno era finito ormai in fondo alla memoria della neo-pensionata… e insieme al ricordo… la nostalgia di un amore. Perché, proprio in quel primo anno Elvira si era innamorata di un collega, Fausto. Fu un amore nato senza volerlo, sia da parte dell’uno sia da parte dell’altra. Durò solo due anni… ma fu un “temporale con molti fulmini”. Elvira si era ormai convinta che Fausto sarebbe stato la sua scelta definitiva…invece. Due anni dopo, Fausto, da Pavia venne trasferito a Milano... e lì finì l’incantesimo di un amore. Eppure a distanza di anni, Elvira ricorda ancora “quell’amore lontano”. Dopo fallimenti di ogni genere… forse era giunto il momento di ritrovare quell’amore… oppure di capire dove è andato a finire. Dove sarà finito Fausto?. Elvira aveva ancora la lettera dell’Ente di Previdenza con il certificato di pensione tra le mani… Ora, però, sapeva cosa doveva fare… “cercare il suo primo (indimenticato) amore”. La neo-pensionata lasciò la lettera nella ciotola al centro del tavolo. Si vestì in fretta e corse alla Stazione Ferroviaria di Pavia per acquistare un biglietto per Milano… Come dice il famoso detto: “La vita comincia domani…” – Buona giornata a tutti. Dino (23)
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20 SETTEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 20 Settembre 2014 – Sabato - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconti di settembre
749
Cecilia e la scrittura creativa
Settembre è il mese delle iniziative, dei progetti, delle illusioni… Un anno fa, ne sapeva qualcosa la Prof. Cecilia, cinquant’anni, single, bellissima, Docente di Lettere presso un Liceo del milanese, abitante a Pavia. L’anno scolastico era appena iniziato, ma la cinquantenne voleva qualcosa di più. Si dice che nella vita bisognerebbe sapersi accontentare… ma non tutti la pensano così. Anzi, molte persone non si accontentano mai. Dopo una cosa… ne vogliono subito un'altra. Del restò cosa c’è di male nell’avere desideri? Cecilia, aveva le sue buone ragioni. Per anni aveva inseguito l’amore, il vero amore, il grande amore… ma erano stati tutti fuochi di paglia. Pur essendo bellissima…alta, bionda, occhi azzurri… e gambe da fine del mondo, la Prof. Cecilia non era ancora riuscita ad realizzare il suo grande sogno: l’amore. Un anno fa, a cinquant’anni… decise di fare ogni sforzo per incontrare l’uomo della sua vita, l’uomo che si incontra una sola volta… Come? Ne parlò con la sua amica, coetanea e collega Prof. Patrizia la quale insegnava nel suo stesso Liceo. Patrizia si era sposata due volte… ma preferiva non parlare (bene) del matrimonio. Alla domanda “Patrizia, cosa ne dici della ricerca del grande amore?” l’amica aveva tergiversato… poi, con sguardo da sfinge …”Non hai qualche altra domanda di riserva?” Cecilia, non si perse d’animo. Ritornò alla carica. “Patrizia, nei prossimi giorni ho deciso di iniziare “un Corso di Scrittura Creativa … sulle rive del fiume Ticino”. Pavia ha uno dei fiumi più belli d’Italia, il Ticino. Cosa c’è di meglio… di passeggiare lungo le sue rive …e creare ogni volta una storia nuova? A Pavia sono arrivati Re e Regine, grandi Condottieri e Personaggi famosi… Pavia, nei secoli è cambiata… il fiume Ticino, invece, è ancora lo stesso. Con la sua corrente che non si ferma mai. Insieme alla corrente porta a valle i giorni, i mesi, gli anni… Ecco perché mi sono messa in mente di organizzare un Corso di Scrittura Creativa… riservata a una decina di persone di buona volontà che hanno voglia di camminare lungo le rive del fiume. Fermarsi. Ascoltare i miei suggerimenti…e poi scrivere su un blocnotes… storie nuove” La Prof. Patrizia, quel giorno di un anno fa, aveva dormito male. Uscì con un sbuffo. “Cecilia … se fossi in te, non me la prenderei tanto calda. Non ti basta il tuo lavoro di Docente di Lettere al Liceo? Comunque…contenta te… Buona fortuna” Per Cecilia, quel “buona fortuna”, è stata come una benedizione. Del resto nella vita ci vuole entusiasmo… molto entusiasmo. Solo con l’entusiasmo si ottengono risultati positivi. Cecilia aveva già contattato una decina di amici e amiche ai quali aveva illustrato la sua idea. Partenza… ogni sabato mattina dal Ponte Coperto di Pavia diretti al Ponte di Barche di Bereguardo, seguendo i sentieri sulla riva sinistra del Ticino. La cinquantenne Cecilia aveva già fatto le prove, calcolato i tempi, stabilito le soste… i momenti di ristoro e relax… Insomma, la cinquantenne era un’organizzatrice perfetta. Non lasciava nulla al caso. L’ultimo sabato mattina del mese di settembre di un anno fa, la Prof. Cecilia è partita dal Ponte Coperto di Pavia con la sua comitiva di dieci “studenti” per realizzare il suo Corso di Scrittura Creativa. La passeggiata era iniziate bene. Tutti i partecipanti erano entusiasti di un esperimento che, se fosse riuscito, avrebbe potuto … fare scuola. Pavia, via Riviera, Torre d’Isola… La riva sinistra del fiume Ticino è un luogo da favola. Ci sono boschi e boschetti di ogni genere. In quel tratto di percorso ogni persona deve stare attenta a dove mette i piedi … e tenersi in contatto con la persona che le sta davanti. Entrando nel sentiero che da Pavia porta a Torre d’Isola, la Prof. Cecilia si è accorta che della comitiva mancava il Dott. Filippo, un sessantenne che si era iscritto per ultimo al Corso… proveniva da Milano e non era pratico del territorio. Cecilia si preoccupò. Il Dott. Filippo si era sicuramente perso nel “boschetto delle streghe” la cui fama ha oltrepassato i secoli. Si dice che era il boschetto in cui la Regina Rosmunda, moglie del Re Alboino (anno 569-572 dopo Cristo), riuniva le sue consorelle per tenere sotto controllo i loro rispettivi mariti. La Docente di Lettere sapeva che finire in quel boschetto era molto pericoloso. Chiese al resto della compagnia di attendere. Partì alla ricerca del disperso. Per Cecilia erano momenti di ansia, di paura vera e propria. In alcuni punti sembrava di camminare sulle sabbie mobili… I piedi sprofondavano nel terreno col timore di non riuscire più a riprendere il cammino. Viste le difficoltà la cinquantenne si rese conto che il Dott. Filippo poteva essere finito in qualche pericoloso anfratto. In quell’istante, sentì una voce che chiamava aiuto: Era il Dott. Filippo finito dentro ad una profonda pozza, immerso nell’acqua fino alla cintola. Dopo sforzi immani Cecilia riuscì a far uscire dal’acqua il Dott. Filippo bagnato come un pulcino…I due si sono abbracciati come segno di scampato pericolo… ma non era finita. Fatto pochi passi… la Prof. Cecilia inciampò. Fece un capitombolo incredibile. Volle vedere l’oggetto contro cui era finita. Era una cassetta di ferro arrugginita. Il Dott. Filippo, l’aprì. Era piena di monete d’oro dell’epoca del Re Alboino. Erano sicuramente della Regina Rosmunda… Il Destino aveva detto la sua… Cecilia e Filippo si guardarono negli occhi e convennero che erano fatti uno per l’altro. Raggiunsero la compagnia e annunciarono che si sarebbero sposati quello stesso giorno… ma non svelarono il perché. …- Questo è il racconto 749, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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IL MANGIADISCHI
di
Teresa Ramaioli
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