dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 14/10/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
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Pensionati a passeggio… chiacchiere e nostalgia
Camminare fa bene alla salute. Lo dicono i medici, i giornali e i settimanali alla pagina “benessere”… Lo ripetono spesso in TV. Con un simile “tam tam” i pensionati non possono rimanere indifferenti. Cosi si vedono sempre più di frequente gruppi di uomini e donne, avanti negli anni, armati di giacche a vento e “bastoni” (non si sa mai), che si avventurano in lunghe e piacevoli passeggiate… strade, stradine e sentieri in mezzo ai boschi. Naturalmente, tale esercizio, oltre a creare “movimento del corpo”, crea anche un’eccitante voglia di “chiacchierare”. E quali potrebbero essere gli argomenti più gettonati? … il tempo meteorologico … e “il tempo che fu”, ovvero, “come eravamo”… e non siamo più. Per esempio, ieri, cinque pensionati pavesi (Peppino, Lino, Guglielmo, Francesco e Mario) hanno percorso a piedi il lungo Ticino sulla riva sinistra del fiume, quella che fiancheggia la Pavia… dei monumenti. I cinque pensionati camminavano come fossero dei “garibaldini”. Ad un certo punto è subentrata la “nostalgia”. Peppino, classe 1933 (79 anni), ha cominciato a parlare della sua infanzia. E’ nato in provincia di Brescia, ma la sua famiglia contadina si è trasferita nel 1938 in un paesino vicino a Pavia. Peppino ha ricordato i fatti. “Nella mia famiglia c’era mio padre, mia madre e undici bocche da sfamare … sette femmine e quattro maschi. Ricordo quel tempo. Non mi sembra vero che sono giunto fino a questa età. Dopo la quinta elementare (undici anni) mio padre mi ha messo a fare il “giardiniere” nella casa del Fittabile. Ero “garzone” del giardiniere che doveva tenere in ordine il “giardino del proprietario terriero” locale. Mio padre mi ha dato un solo consiglio, un’unica regola. “Ricordati di farti volere bene e lavorare sodo…altrimenti resterai senza mangiare” Una frase sola, poche parole sono bastate per svegliare in me “cosa voleva dire vivere”. Parole mai dimenticate! Adesso quando cammino per Corso Cavour e vedo dei ragazzotti ben piantati e ben pasciuti, di 13 – 14 anni, che bighellano di qua e di là, annoiati (marinando la scuola)… magari con una bottiglia di birra in mano alle nove del mattino… mi dico: “ma come è cambiata la società”. E, domani? Come sarà? Certo che, oggi, nessuna coppia di sposi si metterebbe in mente di mettere al mondo undici figli… Allora era così. Oggi, le coppie, quando hanno un figlio è già troppo. Il marito, si mette il grembiule e aiuta la moglie nelle faccende di casa. In molti casi la moglie non è contenta … Spesso, molto spesso … ci sono mogli, sui 40 – 45 anni che, annoiate, esprimono il loro disappunto: “Non mi sento realizzata”. Io non ho mai sentito mia madre, con undici figli, dire una cosa del genere… Anzi, era felice ed orgogliosa di ciò che aveva fatto…. e mio padre pure. (75)
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ROMA
LA FONTANA DELL'ACQUA FELICE
di
Teresa Ramaioli
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punto di vista
BLOG…
E LA FANTASIA
Nel società attuale il Blog è un Diario sul quale una persona può raccontare le sue vicende personali e descrivere le sue personali opinioni. Tuttavia, il Blogger è consapevole che scrive… per essere letto. Coloro che leggono cercano spesso la notizia interessante… utile per sé, per stare bene. Cosa c’è meglio della fantasia? La fantasia è tutto… Con la fantasia si può trasformare il mondo, la società in cui si vive… e trovare la giusta risposta ai propri problemi. Buona giornata. Dino
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14 OTTOBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 14 ottobre 2014 – Martedì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
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Osvalda e la Mostra di Pittura
Le insoddisfazioni non piacciono. Nessuno le cerca. Nessuno le vuole, ma arrivano. Arrivano sempre. Specialmente quelle quotidiane… nell’ambiente di lavoro. Un anno fa ne sapeva qualcosa la quarantenne Osvalda, impiegata presso una Agenzia di Milano, abitante a Pavia. Osvalda era bellissima, ma un po’ sfigata in amore. Non sempre le donne belle sono fortunate sul piano sentimentale. La quarantenne lavorava in un Ufficio di cinquanta persone di cui solo dieci erano uomini. Osvalda era la più bella tra le quaranta impiegate. Era la più corteggiata dai dieci impiegati uomini, ma non aveva la vita facile. Non poteva avvicinarsi ad un collega o essere avvicinata… che succedeva il finimondo. Le malelingue delle colleghe cominciavano a macinare notizie vere e inventate. Alla fine Osvalda doveva chiudersi nel suo guscio e rimanere sola e isolata… invidiata e delusa. Una vita del genere sarebbe stata difficile per chiunque. Osvalda cercava di resistere , farsi forza… ma era dura, molto dura. Un anno fa ne parlò con la sua amica pavese, Fiorenza. Era un sabato mattina verso mezzogiorno. Per Osvalda e Fiorenza, amiche e coetanee, era un’abitudine incontrarsi in Piazza della Vittoria a Pavia. Prendere il caffè al solito Bar e scambiarsi le informazioni della settimana. Fiorenza era sempre allegra e spensierata. Osvalda sempre giù di corda. Sempre con le solite lamentele per come viveva male la vita dell’Ufficio tra le invidie delle colleghe. Un anno fa, Fiorenza si stancò di sentire le solite lamentele. Uscì con una frase. “Osvalda, devi finirla di pensare a ciò che avviene nel tuo Ufficio. Per combattere una simile situazione non c’è altro mezzo che guardare fuori, all’esterno dell’Ufficio… tra la gente comune” Osvalda comprese che l’amica aveva ragione. però non sapeva come fare. Chiese lumi. “Osvalda, oggi è sabato. Nel pomeriggio a Milano c’è inaugurazione della Mostra di Pittura di un amico, Pittore importante… con importanti invitati. Hai tutto il tempo per preparati e venire con me all’inaugurazione”. Per Osvalda è stata una boccata di ossigeno, uno sprazzo di luce in mezzo a tanta nebbia. Ora sapeva cosa fare. Milano è una città fantastica. Basta saperla vivere nel senso giusto. Il centro è sempre affollato da un’infinita varietà di persone… Un vero mondo cosmopolita. Prima dell’Inaugurazione della Mostra di Pittura, Osvalda e Fiorenza hanno fatto un giro per le vie del centro… Piazza della Scala, Galleria Vittorio Emanuele II, Piazza del Duomo, Piazza Cordusio, Via Dante… per poi ritornare in Corso Vittorio Emanuele II, poco lontano dal quale c’era la Galleria. E’ stato proprio lì, in quella arteria trafficata che sembra un formicaio a tutte le ore del giorno e della notte che Fiorenza e Osvlada hanno incontrato un ex compagno di scuola media, Federico. In un primo tempo nessuna delle due lo aveva riconosciuto. Si era fatto veramente un fusto. Un uomo a quarant’anni esprime buona parte della sua personalità. Federico era giornalista, fotografo, ma ogni tanto veniva ingaggiato per qualche film. Per Osvalda, Fiorenza e Federico è stato un piacevole incontro. Ritrovarsi dopo tanti anni. Tutti e tre erano invitati all’inaugurazione della Mostra di Pittura. Federico in qualità di giornalista. Quando due donne hanno per amico e guida un giornalista conoscitore delle storie di Milano… la fortuna è completa. Federico conosceva tutti ed era conosciuto da molte persone importanti. Per il giornalista è stato un piacere presentare Osvalda e Fiorenza ad amici importanti. Tra questi c’era il Dott. Michele e il Dott. Giuseppe… due Dirigenti di Società molto importanti. Sono stati proprio Michele e Giuseppe ad essere attratti da Osvalda e Fiorenza e fare coppia fissa. Ormai la Mostra di Pittura era solo una scusa. Michele prese sottobraccio Osvalda la quale si lasciò trasportare per ogni angolo della Galleria, mentre la stessa cosa succedeva a Fiorenza sottobraccio a Giuseppe. Federico aveva il suo gran da fare a fare fotografie e prendere appunti per il giornale per il quale lavorava. Al termine dell’inaugurazione, Michele propose a Osvalda una passeggiata sulla Costa Azzurra. Naturalmente anche Giuseppe e Fiorenza facevano parte della compagnia. Le due coppie insieme partirono su una lussuosa fuoriserie ultimo modello. La Costa Azzurra è un invito all’amore, alla gioia di vivere… Proprio quello che Osvalda aveva bisogno e desiderava da tanto tempo. Dopo una favolosa cena a Cannes… la quarantenne si abbandonò tra le braccia di Michele … perché l’amore non può attendere ed è l’unico antidoto contro le delusioni della vita quotidiana… specialmente quelle dell’Ufficio. - Questo è il racconto 773 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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LA COTOLETTA ALLA MILANESE
di
Teresa Ramaioli
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STEFANO BROCCA...
E
IL CORAGGIO DELLA PASSIONE
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
74
Socializzare … con Internet
Quante persone si sono conosciute per mezzo di Internet ? Tantissime. Un’infinità. Ci sono ancora, però, persone che mettono in dubbio la validità di questo mezzo… Paura? Troppo difficile? Ogni epoca ha avuto le “sue paure”, i suoi dubbi e i suoi “patemi” d’animo. Tuttavia, bisogno dire che il futuro si “conquisterà” su due fronti: mobilità e comunicazione. Non ci sono altre “alternative”. Coloro che sanno muoversi… progrediranno Coloro che sapranno comunicare … conquisteranno “il nuovo mondo”… Come avvenne per Cristoforo Colombo nel 1492. Tutti coloro che si affacciano per la prima volta a Internet…si trovano “nell’oceano della comunicazione”. Poi adagio, adagio… passo dopo passo cominciano ad “imparare il linguaggio”, la nuova lingua “globalizzata”. Anche la prima volta della Signora Giuseppina è stato così. Sessant’anni, una persona che contava gli anni per andare in pensione… ha cominciato a cliccare qua e là. Poi, decise di farsi il “profilo” su Internet… Tre ore per capire cosa voleva dire “nickname” … poi ci ha messo un nome che voleva mettere fin dall’inizio: “fiore”. Inventò un immaginario profilo, ma sbagliò. Voleva mettere M invece, mise F (femmina). La sera stessa che aveva aperto il profilo ricevette dieci messaggi “privati”. Tutti di uomini che dal loro profilo non dovevano superare i quarant’anni. Giuseppina si spaventò. Quella notte non dormì…aveva gli incubi. Il mattino successivo… tentò di rispondere ad un messaggio privato. Sembrava il più innocuo. Lei di Milano… Lui di Firenze. “Tanto è lontano..:” pensò la Signora Giuseppina. Rispose. Frasi convenzionali… che non volevano dire nulla. Subito la risposta… E così, per una settimana… due - tre settimane. La corrispondenza diventava sempre più “calda”. Alla fine … l’appuntamento… in Piazza del Duomo a Milano. Giuseppina si fece trovare puntuale all’entrata della Galleria Vittorio Emanuele II. Colpo di fulmine. Il “corrispondente” da Firenze non aveva quarant’anni, bensì sessanta/sessantacinque, elegantissimo, distinto. Giuseppina si intimorì. Ebbe l’impressione che si trattasse di un personaggio importante. Il riconoscimento concordato era esatto: Portava una borsa porta computer con un nastro blu in evidenza. Giuseppina si era cautelata. Non aveva voluto dare il numero del cellulare. Si sarebbe fatta riconoscere con il cappellino giallo in testa… Il cappellino giallo l’aveva nella borsa… ma all’ultimo momento è mancato il coraggio. Lo lasciò dov’era. Giuseppina sgattaiolò tra la folla …e scomparve all’imbocco della metropolitana… Sul metrò incontrò (guarda il Destino) il suo coetaneo e vicino di casa, Francesco, che vedendola sconvolta, volle conoscere la ragione… Giuseppina non raccontò come stavano le cose, ma offrì a Francesco una pizza… e da quella pizza è nato un amore… che continua anche in questo momento. (74)
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COMMENTO DI DALIAROSA10
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RIFLESSIONI DI CESARE ANGELINI
di
Teresa Ramaioli
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